Antologia

Antologia letteraria. Scritti, narrazioni e ricordi di Ceglie Messapica (Brindisi)

 

 

Di quale Ceglie il vaso al museo di Berlino?

 

di Pasquale Elia 

            

        Desidero tentare di chiarire l’annoso dubbio relativo ad un vaso custodito nello Staatliche Museen di Berlino (ex Berlino Est) diventato molto famoso perché storici baresi e studiosi cegliesi (di Ceglie Messapica) si contendono la verità sul luogo del ritrovamento. Gli uni, infatti, dichiarano rinvenuto nel territorio dell’antica Ceglie (del Campo), gli altri, invece, dentro al  pomerio dell’antica Ceglie (Messapica). 

A riprova di quanto sopra riporto integralmente quanto essi dichiarano nei loro studi.

         Tra i vasi che in gran numero sono stati trovati nelle tombe cegliesi  e che spesso sono stati confusi con quelli di Ceglie del Campo, due sono particolarmente degni di nota. L’uno faceva parte della collezione privata di Adolf Hitler, l’altro rinvenuto nel 1820 dentro al pomerio dell’antica Ceglie, per la sua bellezza e novità artistica trovò degna collocazione nel R. Museo di Berlino sotto il numero 1000 (Avv. Pietro Magno, Questioni di Storia cegliese,  in Storia di Ceglie Messapica, Fasano di Puglia 1992, p.261).           

            A testimonianza di questa tesi l’Autore riproduce una lettera dello Staatliche Museen Zu Berlin – ex Repubblica Democratica di Germania - datata 26.5.1981 ed indirizzata al compianto avv. Giuseppe Magno.

            Raffaella Cassano [docente di Archeologia e Storia dell’arte romana nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari], invece, afferma che il reperto proviene dagli scavi archeologici effettuati nel territorio di Ceglie del Campo (Dalla Lega Peucezia a municipio romano, I racconti figurati, in Storia di Bari dalla preistoria al Mille a c. di Francesco Tateo, Roma-Bari 1989, p.155).

Lo stesso parere viene espresso da Maria Rosario De Palo [tesi di specializzazione in Archeologia Classica presso l’Università degli Studi di Pisa nell’anno accademico 1984-1985, dal titolo Contributo alla conoscenza del territorio di Rutigliano (Bari): ricerche archeologico-topografiche, relatrice la Prof.ssa N.M.Pasquinucci insieme alla Dott.ssa M. Massa; M.R. De Palo, Storia delle ricerche nel territorio di Rutigliano, in Il territorio di Rutigliano in età antica, Palermo 1992, pp. 27-28]. Identica versione ci viene fornita da A. Fornaro, Storia dei rinvenimenti in AA.VV. Ceglie Peuceta I, Bari 1982, p.47-63.

La De Palo, inoltre, precisa che E. Mola, Sovrintendente dei Regi scavi della Provincia di Bari, dal 1790, aveva condotto, con regolare licenza, scavi archeologici a Ceglie del Campo, mentre negli anni dal 1815 al 1818 e dal 1821 al 1826 il Barone Koller – Intendente dell’esercito austriaco nel Regno di Napoli – grazie a scavi eseguiti [a Ceglie del Campo e dintorni], formò una ricca collezione di reperti in seguito acquistata dallo Staatliche Museen di Berlino (M.R.De Palo, Storia delle ricerche nel territorio di Rutigliano, Palermo 1992, p.27-28).

Il famoso vaso di cui all’oggetto, attribuito a Ceglie (quale?), faceva dunque parte di quella famosa collezione del Barone Koller.

Domando:

  1. lo Staatliche Museen è a conoscenza delle due omonime cittadine pugliesi?

  2. sa da quale delle due località provengono i reperti in suo possesso? Quale garanzia può fornire il Museo in questione circa la provenienza dell’antico vaso? oppure, per quella Galleria, Ceglie del Campo e Ceglie Messapica sono la stessa città?

 

 

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