Antologia

Antologia letteraria. Scritti, narrazioni e ricordi di Ceglie Messapica (Brindisi)

 

 

Riflessioni sulla ubicazione delle chiese

di Pasquale Elia 

            

        Tutti gli studiosi di storia locale scrivono che le chiese civiche, quelle cioè più antiche poste all’interno della cinta muraria, sono sorte più o meno tra il XII e il XIII secolo.

            Non concordo con questa affermazione per i motivi che di seguito cercherò di chiarire. Quello che scrivo non deve essere considerato, però, come vangelo od oro colato, ma solo una mia interpretazione comunque la più vicina alla verità.

 

Conosciamo che il 4 gennaio 1182, il Papa Lucio III, con Bolla pontificia, concede in favore di Pietro da Guinardo, arcivescovo di Brindisi e Oria, l’uso del Pallio alla Villa di Ceglie del Gaudo e non all’Abbazia di Sant’Anna [Biblioteca “De Leo” Brindisi, R.Jurlaro (a cura di), Catalogo dall’anno 1033 al 1957, Bari 2 nov. 1958, perg. N°V; Annibale De Leo, Codice Diplomatico Brindisino, p.40, n°21; Enciclopedia dell’Ecclesiastico, Tomo IV, Napoli 1845, p. 886; Giuseppe Maddalena, I Templari, frammenti di storia, Mostra Storico Documentaria, Presenza templare a Brindisi, Brindisi 1990, p.14].

           

Quel vocabolo Villa deve essere interpretato come derivante dal latino Villa(ggio).

 

            Da questo documento possiamo ricavare che il nostro villaggio, a quella data, dunque, esisteva e doveva avere anche almeno una chiesa all’interno delle mura medioevali. Ma quale Tempio poteva essere sul territorio cittadino a quell’epoca?

 Non abbiamo alcuna documentazione che possa avvalorare questa mia affermazione, ma possiamo dedurre che una Chiesa dove si potesse celebrare il Sacramento del Battesimo, della Cresima e del Matrimonio doveva pure esserci. E questa era la Chiesa Madre.

 

Altra considerazione, tutte le altre chiese urbane e anche quelle extra moenia, non avevano il Battistero. Il Fonte battesimale, infatti, è di dotazione della Parrocchia. E la nostra Chiesa Madre era ed è la prima Parrocchia municipale.

 

Il monaco A.B. Berger, nel suo Dizionario Enciclopedico della Teologia, della storia della Chiesa, degli Autori che ha scritto intorno alla Religione, dei Concilii, Eresie, Ordini Religiosi, ecc. Tradotto in italiano da Padre D. Clemente Biagi, Venezia 1827, Edizione originale 1724, Tomo I e VI (Biblioteca Capitolare Duomo di Monza), dichiara che dicesi Chiesa Madre o Matrice quel Tempio per primo edificato sul territorio e da cui poi sono stati generati gli altri.

 

Alla luce di quanto sopra affermo, con assoluta certezza, che la nostra Chiesa Madre dobbiamo considerarla la più antica chiesa cittadina all’interno delle mura.

           

In effetti i coniugi Aurelia e Giovanni Sanseverino, nel 1521, reparavit, il Tempio preesistente.

 

 

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