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In questa pagina notizie e servizi in aggiornamento continuo da Ceglie Messapica (Brindisi)

 

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Respinti i contratti "Teleconomy 24" della Telecom

Venerdì, 31 agosto

Si ripetono a Ceglie i casi di cittadini che hanno trovato nella cassetta postale una lettera della Telecom in cui li si informa dell'attivazione di un nuovo contratto, la formula "Teleconomy 24", che dietro un compenso aggiuntivo di 9.000 lire mensile (più Iva) sul contratto telefonico consente di effettuare in tutt'Italia telefonate al costo di una chiamata urbana (però solo verso i telefoni fissi). La sorpresa è stata manifestata da quanti hanno ricevuto il servizio senza che questo venisse richiesto o attivato. Uno degli episodi è stato denunciato da un imprenditore del posto, Rino Petrosillo, che ha lamentato il "modus operandi" ad un quotidiano pugliese: l'uomo racconta che il contratto è stato intestato al numero telefonico della madre dopo una "fantomatica conversazione - così scrive - con un operatore del 187".

L'ufficio stampa della Telecom, attraverso il giornale che ha pubblicato l'episodio nella rubrica delle lettere, ha chiarito che "l'offerta Teleconomy 24 è stata attivata per mera incomprensione tra un nostro operatore commerciale e la madre del cliente. A conferma di ciò va aggiunto che l'azienda ha provveduto - spiegano alla società telefonica - ad informare successivamente e per iscritto il cliente fornendo tutte le informazioni necessarie. Teniamo comunque a rassicurare il nostro abbonato, che nel momento stesso in cui abbiamo appreso a mezzo sportello telefonico 187 della non volontà di usufruire dell'offerta Teleconomy 24, si è provveduto al rimborso dei canoni relativi a maggio/ giugno e luglio/agosto".

Sembra però che la "mera incomprensione" di cui parla la Telecom si sia ripetuta più volte, anche verso quanti - alla proposta degli operatori 187 - hanno opposto un secco rifiuto. Comportamento che qualche "beneficiato" sta pensando di denunciare alla competente autorità. Anche perché in più circostanze l'offerta Telecom è giunta a titolari di contratto che hanno già accolto un'analoga offerta del concorrente Omnitel, tra l'altro più conveniente delle condizioni tariffarie stabilite dalla vecchia Sip.

 

 

 

 

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Il parroco di San Rocco: "Ecco perché la festa sottotono"

Mercoledì, 29 agosto

E' ancora materia di discussione la festa di S. Rocco, celebrata quest'anno sotto tono a causa degli scarsi fondi stanziati dal Comune. La Gazzetta del Mezzogiorno, in un servizio di Pierpaolo Faggiano, pubblica oggi un'intervista al parroco della chiesa di S. Rocco, don Michele Pastore, indicato da taluni come responsabile dei mancati festeggiamenti. Riportiamo l'articolo completo.

 

«Passato il Santo passata la festa» recita un vecchio detto, ma le polemiche restano. Continua ancora a far discutere l'organizzazione spartana che ha caratterizzato i festeggiamenti in onore di S. Rocco lasciando delusi molti cittadini. Le motivazioni fornite dal parroco, don Michele Pastore sono sempre le stesse: mancanza di collaborazione fattiva da parte dei cittadini (soprattutto gli esercizi commerciali, maggiormente interessati dalla festa) unita al fatto che il Comune quest'anno, a causa della scarsitá di fondi, ha stanziato solo 10 milioni. Anche se in città molta gente, in maniera forse un po' ingenerosa, pensa che sia stato proprio il parroco a non aver avuto la capacità di coordinare il comitato per l'organizzazione.

Don Michele, come stanno veramente le cose?

«Conosco molto bene le voci della città e credo che a pensarla così non sia proprio tanta la gente. Quanti hanno cercato ragioni hanno in pieno condiviso la motivazioni che hanno indotto all'emergenza. Certamente certi giudizi vengono da gente disinformata o forse manipolata per ben altri fini occulti. Ritengo, nel Duemila, più civile e corretto nel dubbio scoprire il proprio volto, chiedere, conoscere la verità. Giudicare persone e istituzioni alla cieca diventa indegno di persone civili».

Si faccia un comitato unico per garantire continuità alle feste dicono in molti. Lei é d'accordo?

«Personalmente sono convinto che il comitato unico sarà impossibile realizzarlo non solo per le caratteristiche differenze delle due feste - S. Antonio a carattere prevalentemente cittadino e religioso, S. Rocco a carattere prevalentemente turistico e spettacolare - ma anche per la collocazione cronologica in cui cadono. Essenziale ritengo sia la presenza economicamente adeguata del Comune, cui di appoggio organizzativo diventano i comitati parrocchiali per fare in modo che l'intera comunitá cittadina collabori responsabilmente ed economicamente e si renda degnamente partecipe dí quelle manifestazioni socioreligiose che conservano la tradizione dei Padri e fanno l'onore del popolo. Impegnative poi dovrebbero diventare le categorie commercialmente piú interessate. Infine, la preparazione dovrebbe iniziare dall'inverno e non all'ultimo momento. La festa é per tutti e tutti devono collaborare».

 

 

 

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Costringe la moglie a seguirlo, arrestato per sequestro

Domenica, 26 agosto

Costringe la moglie a seguirlo a casa e i carabinieri lo arrestano con l'accusa di sequestro di persona. P. N.. un uomo di 47 anni originario di Ceglie, dopo mesi di attesa nella vana speranza che la moglie (di un anno più grande) ritornasse sui suoi passi, ieri mattina non ce l'ha fatta più. E così, stanco di aspettare a Ceglie, si è appostato nei paraggi dell'appartamento di Brindisi, dove la donna era andata a vivere da sola sin da marzo. Al momento opportuno, quando la donna è uscita da casa, intorno alle sette del mattino, forse per andare a lavorare come domestica presso qualche famiglia (doveva pur vivere), l'uomo non ha esitato e, con l'aiuto di un nipote, ha «costretto» la donna a seguirlo nella sua abitazione di Ceglie, usando (si suppone) metodi nient'affatto convincenti.

La donna, benché presa alla sprovvista, ha reagito, si è dimenata per liberarsi dai due, ha anche urlato. Ma i suoi sforzi sono serviti a ben poco. Le sue urla, però, hanno fatto affacciare alla finestra qualcuno del vicinato che, avendo visto la scena, non ha esitato ad informare le forze dell'ordine su quanto stava accadendo. Quando queste sono giunte sul posto, ormai era troppo tardi. Ma la donna era conosciuta e così sono stati allertati i Carabinieri di Ceglie Messapica, che nella stessa mattinata hanno provveduto ad andare a prelevare dalla sua abitazione, nelle campagne di Ceglie, l'uomo e consegnarlo nelle mani del pm di turno, Antonio Negro. Questi ha sottoposto a fermo di polizia giudiziaria l'arrestato, in attesa che il gip Luigi Forleo, fissi l'udienza, davanti al suo avvocato difensore, Aldo Gianfreda. La donna aveva deciso di separarsi dal marito, perché lo riteneva «burbero, autoritario e non la faceva uscire di casa».

Ventiquattro ore dopo il nipote del marito abbandonato si è presentato spontaneamente ai carabinieri affermando di aver solo accompagnato lo zio in auto e di non aver mai saputo delle sue intenzioni.


 

 

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Non c'è indirizzo, la Posta non arriva nelle campagne

Sabato, 25 agosto

Purtroppo consegnare la posta ai residenti nelle varie contrade è un problema più che serio. Ai portalettere riesce infatti difficile individuare il destinatario in mancanza di un sufficiente recapito. La gente ha ragione da vendere a protestare, ma dall'ufficio postale fanno sapere che non dipende da loro se il comune non ha provveduto alla toponomastica con tanto di numero civico. «In effetti - a parlare è il direttore dell'ufficio postale, Silvano Suma - nonostante la nostra buona volontà ci riesce difficile individuare il destinatario della corrispondenza dei residenti nelle varie a ampie contrade dell'agro cegliese».

E a quanto pare la questione è vecchia e ad essere responsabile sarebbe l'amministrazione comunale. «Più volte - specifica a riguardo il direttore - abbiamo fatto presente la questione al comune, sollecitandone un intervento teso a dare un nome ed un numero civico alle tante strade delle contrade».

Così, spesso, dopo alcuni tentativi basati quasi sempre sulla possibile conoscenza personale del destinatario alle poste si vedono costretti a rimettere al mittente la lettera con la dicitura «indirizzo insufficiente». Quando in servizio c'erano gli anziani portalettere (ormai quasi tutti in pensione) la cosa risultava meno complicata perché la gente la si conosceva di persona ed allora l'individuazione risultava facile. Ora però le cose stanno diversamente, anche perché i portalettere sono giovani con contratti a termine. Non resta altra da fare che rispedirla al mittente.

È anche capitato di leggere su alcune lettere, sotto al nome del destinatario, l'elencazione di tutte le contrade. E siccome queste si estendono per una ventina di chilometri si può immaginare come diventi impossibile consegnare la corrispondenza. Le cose si complicano ulteriormente in presenza di notifiche urgenti o atti giudiziari.

Sembra di capire che le segnalazioni della direzione locale delle poste risalgano addirittura alle due precedenti amministrazioni, senza però che nessuno sia intervenuto per porre ordine nel settore.

Non si può penalizzare la gente che vive in campagna e che deve avere gli stessi diritti di chi vive in città. In tanti anni, un po' per volta si sarebbe potuto intervenire dando un recapito a questa gente. L'occasione potrà essere - se non si decide di intervenire prima - la ormai prossima indagine Istat tesa ad individuare. Ma la questione non riguarda solo le contrade. Dall'ufficio postale fanno sapere che anche all'interno dell'abitato, specie nelle zone recenti la toponomastica manca oppure che in una strada ci siano ben tre abitazioni contrassegnate dallo stesso numero civico. Probabilmente si sarà omesso di affiancare la lettera alfabetica al numero, tale da contrassegnare le abitazioni, ad esempio, con 16, 16A e 16B. Un piccolo accorgimento che faciliterà il lavoro dei portalettere in attesa di un provvedimento urgente da parte del comune.

(Luca Dipresa)

 

 

 

 

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Politica locale a piccoli passi: nei Ds si vuol guardare oltre

Mercoledì, 22 agosto

La politica tace o è solo in attesa di consolidare dibattito, posizioni, programmi e assestamenti? Negli altri centri della provincia, come  Brindisi e Ostuni,  sono già iniziate le grandi manovre in vista delle amministrative del 2002, mentre a Ceglie tutto sembra essersi fermato a cinque mesi fa, allorquando la crisi consumatasi all'interno del Polo delle libertà (Fi e An) provocò la caduta dell'amministrazione Magno ed il conseguente commissariamento.

Tutto è fermo negli schieramenti nazionali dei partiti, anche se l'ex segretario provinciale dei Ds, il medico Franco Colizzi, ha invitato ad uscire dagli schemi chiedendo alla Quercia di rinunciare a nomi e simboli: un discorso può rivolto ai suoi concittadini di Ostuni che ad una platea più ampia, comunque significativo delle espressioni che animano il centro-sinistra.

Ci sono inotre le immancabile indiscrezione provenienti dalle fila degli schieramenti politici. E così, mentre il Polo continua a leccarsi le ferite - da una parte Fi adoperatasi concretamente per la caduta della giunta, dall'altra An fedele alla linea dell'ex sindaco, con il Ccd mai entrato nella compagine amministrativa e Forza Ceglie passata dall'opposizione alla maggioranza - il centrosinistra e Rifondazione per ora restano dirimpettai. Dal prossimo autunno sarà già campagna elettorale, o quasi: quali scenari si prospettano per l'elettore cegliese? Difficile dirlo allo stato attuale. Il peso avuto da Fi sulla crisi amministrativa - culminato con il violento scambio di accuse tra l'ex sindaco Magno e l'ex presidente del Consiglio comunale, ora responsabile provinciale di Fi, Nicola Cirací, ha lasciato il segno. Difficile che il Polo si ricompatti sui programmi e soprattutto sul nome del candidato sindaco da spendere in campagna elettorale, anche se i soliti bene informati sostengono che ci sono dei tentativi in atto. Le premesse però, al momento, sembrerebbero smentire tali voci, visto che è nato da tempo un comitato pro Magno (cioè An più i consiglieri forzisti dissidenti Rodio e Argese) che non perde occasione per criticare il comportamento di FI, mettendo in rilievo i risultati raggiunti dalla giunta Magno in 18 mesi di governo. Ma lo stesso ex sindaco, scenderà di nuovo in campo come promise prima di lasciare, magari sostenuto da An, Forza Ceglie ed una lista civica?

Anche per questa risposta bisognerà attendere.

Poche le novità di rilievo, intanto, tra le fila del centrosinistra. I Ds, commissariati da tempo, attendono il congresso per eleggere la nuova classe dirigente mentre pare che, a breve, debba essere ufficializzata la nascita della Margherita, sulla scia dell'ottimo risultato - 1414 voti - portato a casa il 13 maggio. Vi dovrebbero confluire Popolari e Democratici, non essendoci a Ceglie né la Lista Dini né - ufficialmente - l'Udeur. Un segnale importante, teso a ricucire lo strappo tra Rifondazione ed centrosinistra, è stato lanciato dall'ex sindaco Pietro Mita, che in un pubblico incontro, poco tempo fa, affermò a chiare lettere «di non aver alcuna intenzione di ripetere l'esperienza amministrativa monocolore», lasciando intendere che il dialogo tra le due forze è possibile e che va intrapreso subito. Autocandidato però la sua figura a futuro sindaco del paese.

 

 

 

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Festa di San Rocco, dopo il flop è l'ora delle polemiche

Lunedì, 20 agosto

Allora, festa di San Rocco a metà. In molti hanno sperato che fino all'ultimo i festeggiamenti civili in onore del santo Protettore, si riuscissero ad organizzare, ma così non è stato. Ed oggi ne dà ampio risalto la "Gazzetta del Mezzogiorno".

In un articolo di Pierpaolo Faggiano si sottolinea il clima di austerity e la scelta spartana come già evidenziato dall'Idea. "Una galleria spartana, una banda musicale - scrive il quotidiano - esibitasi su un comune palco (e non sotto la tradizionale Cassaarmonica), la mancanza di fuochi pirotecnici non possono considerarsi «festeggiamenti» in onore di S.Rocco, che per il cegliese vanno ben oltre. San Rocco per Ceglie significa il recupero delle proprie tradizioni, l'ideale abbraccio agli emigrati e ai vacanzieri, il saluto all'estate.

Il motivo di questa «mancanza» - che ha deluso i molti turisti - le difficoltà che il parroco della chiesa, don Michele Pastore, ha incontrato nel raccogliere fondi da parte dei cittadini, unite al fatto che il Comune quest'anno, a causa della scarsità di fondi, ha deciso di stanziare per le feste patronali solo qualche milione, venti per l'esattezza. «Anche se - fa notare polemicamente qualcuno - è stato proprio il parroco, don Michele, a dimostrare scarsa capacità organizzativa».

Inevitabile, dunque, che all'interno del paese si apra un dibattito su chi debba organizzare le feste patronali.
Comitato unico sì o comitato unico no, ci si chiede a questo punto?

In città molti sostengono che l'unica strada da percorrere sia l'istituzione di un comitato permanente per le tre feste (S.Antonio, S.Anna e S.Rocco) che cominci ad affrancarsi dal Comune, magari - ipotizza qualcuno - composto non solo da singoli cittadini, ma anche da esponenti di rilievo della politica - come ha fatto il consigliere provinciale di Fi, Paolo Maria Urso, che ha cercato di interessarsi della questione - della società civile e dalle associazioni.

Decisamente contrario a questa linea, è il parroco della Collegiata, don Giuseppe De Santis. «Il comitato unico - afferma - non è fattibile per una questione organizzativa e di praticità. Per organizzare i festeggiamenti in onore di S.Antonio ci abbiamo messo sei mesi: si immagini quanto tempo ci vorrebbe - e a quale pressione sarebbero sottoposti i volontari - per organizzare addirittura tre feste». In effetti - ne va preso atto - il parroco della Collegiata ha dimostrato che il singolo comitato, se dotato di buona capacità organizzativa, può produrre risultati eccelsi. Se ne é avuta prova proprio con i festeggiamenti in onore di S.Antonio, quest'anno celebrati in grande stile.
Anche la festa di S.Anna, ripristinata appena due anni fa dall'Amministrazione Magno e quest'anno declassata a festa di quartiere, ha avuto nel suo piccolo un discreto successo, grazie all'impegno di un ristretto comitato cittadino. Non così per S.Rocco, e la cosa - oltre a creare l'inevitabile vespaio di polemiche - ha lasciato a tutti l'amaro in bocca.

 

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Tutti in campagna: e le strade diventano pericolose

Sabato, 18 agosto

Camminare a piedi lungo la provinciale che collega Ceglie a Cisternino? Un'impresa a dir poco pericolosa. È quanto sostengono alcuni abitanti della zona - e non sono pochi, visto che oltre ai villeggianti estivi ci sono famiglie che vi abitano stabilmente - secondo cui, appunto, il tratto di strada che si immette nel paese, molto curvoso, é appannaggio di automobilisti indisciplinati. Un articolo sull'argomento è dedicato oggi dall'edizione odierna della Gazzetta del Mezzogiorno.

«In pratica, nonostante ci sia il limite di velocità, le macchine arrivano a velocità sostenuta - affermano alcuni - tanto che é pericolosissimo attraversare la strada o addirittura camminarvi lungo il ciglio». «Ci vorrebbero dei dissuasori posti poco prima che la strada si ammetta nel centro abitato - aggiunge qualcun'altro - o comunque della segnaletica che indichi di rallentare». In effetti il problema c'é, e non riguarda solo l'ingresso da via Cisternino. A parte via Villa Castelli e via Martina,dove sono state poste delle bande rumorose piú un apposita segnaletica e - su quest'ultima - un semaforo, presso gli altri ingressi della città (via Ostuni, via S.Vito e via Francavilla) non é difficile vedere - soprattutto lungo via Ostuni, pericolosissima a causa del traffico sostenuto, diretto verso il mare - automobili che arrivano nei pressi del centro abitato a velocità che supera di gran lunga quella consentita dai cartellli segnaletici. Stessa cosa, lunga via S.Vito, dove prima di immettersi nel paese c'é una curva molto pericolosa.

Perché in effetti, come chiedono gli abitanti di via Cisternino, non cercare di porvi rimedio, realizzando lungo queste strade così pericolose, dei dissausori o almeno dislocare pattuglie delle forze dell'ordine? In cittá, é ancora vivo il ricordo di quanto accaduto una decina di giorni fa su via Francavilla, dove il giovane avvocato Vito Gianfreda ha perso la vita in un drammatico incidente sulla cui dinamica la magistratura ha aperto un'inchiesta. Come se non bastasse, la segnaletica stradale in questo periodo sembra abbandonata a se stessa. Esempio emblematico, un semaforo posto su via don Rocco Gallone, nel pericoloso tratto di strada che incrocia via Cisternino-Ostuni e via tratturo S. Anna, non funzionante da una decina di giorni - c'é il lampeggiante arancione - e sul quale un automobilista é andato a sbattervi.

 

 

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Illuminazione pubblica, sette società ammesse a trattare

Sabato, 18 agosto

Sono sette (su dieci richiedenti) gli ammessi alla licitazione privata per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di pubblica illuminazione per la durata di cinque anni. Gara che è stata indetta per il prossimo 18 settembre e con le sette ditte ammesse (Simei Catania – ditta detentrice dell’appalto scaduto - , Sme Impianti Bari, Sole-Gruppo Enel, Aem spa Milano De Sarlo di Sava, De Sarlo srl, Impresa Lucia) che dovranno far pervenire la propria offerta entro le ore dodici del giorno prima, vale a dire il 17 settembre.

L’appalto per la pubblica illuminazione è pari ad un importo annuo di 208 milioni, per un totale di poco più di un miliardo per l’intero quinquennio. Le dieci domande presentate dalle ditte che chiedevano di essere ammesse alla gara sono state esaminate dall’apposita commissione nominata dal commissario prefettizio, dott.ssa Rosa Maria Simone, con atto deliberativo n. 440 del 26 luglio scorso, così composta: Segretario generale, dr. Rosario Iurlaro, responsabile dell’Ufficio tecnico, Ing. Gianni Chiatti e vice segretario generale, dr Francesco Pompilio. L’avviso della gara, come si ricorderà, ha avuto un’appendice che, in un certo qual modo, spiegherebbe forse il perché del numero esiguo di domande pervenute nonostante il considerevole importo quinquennale.

Al commissario, subito dopo la diffusione dell’avviso giunge, infatti, la richiesta da parte di una ditta della zona che chiedeva di rivedere i criteri perché quelli riportati dal bando erano un po’ restrittivi. La questione nella dimostrazione della capacità economica delle ditte. A queste si chiedeva che "il fatturato per servizi di manutenzione di impianti di pubblica illuminazione negli ultimi tre esercizi, dovrà essere almeno pari all’importo a base d’appalto per il quinquennio".

Questa la richiesta ritenuta troppo restrittiva e "penalizzante" per moltissime ditte che pure avrebbero i requisiti per partecipare alla licitazione. Ed a sostegno della sua tesi, la ditta in questione richiamava l’art. 13 del D.L. n. 157 del 17.3.95 che stabilisce come "la dimostrazione della capacità finanziaria ed economica delle imprese può essere fornita mediante uno o più dei seguenti documenti: idonee dichiarazioni bancarie; bilanci o estratti dei bilanci dell’impresa; dichiarazione concernente il fatturato d’impresa e l’importo relativo ai servizi identici a quello oggetto della gara, realizzati negli ultimi tre anni". Ecco perché – è scritto ancora nella raccomandata inviata alla dott.ssa Simone – "ci sembra limitativa, ai fini della dimostrazione della capacità economica per l’ammissione alla gara, la richiesta di un fatturato per solo servizio di manutenzione, tenuto anche conto che la realizzazione di un impianto di pubblica illuminazione è sicuramente più onerosa di un servizio di manutenzione".

Ed ancora che "allo stato, la scrivente ditta, pur avendo eseguito lavori per importi cospicui ed essere titolare da tre anni del contratto di manutenzione dell’impianto di manutenzione di pubblica illuminazione del comune di Ostuni per un numero di punti luce doppio rispetto all’impianto di che trattasi non è nelle condizioni di produrre le referenze richieste". Questo per la cronaca. Ritornando al servizio va detto che con delibera n. 113 dello scorso primo agosto, lo stesso è stato prorogato fino al prossimo 31 ottobre, in attesa appunto di espletare la licitazione che affiderà il servizio per i prossimi cinque anni.

(Luca Dipresa)

 

 

 

 

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A rischio i muretti a secco intorno al nuovo Municipio

Giovedì, 16 agosto

Che fine faranno i muretti a secco dell’area antistante il nuovo municipio? (nella foto a destra il recinto del cantiere)

Sono in molti a porsi questo interrogativo e qualcuno ha addirittura scritto al commissario ponendo il problema. In queste settimane, come già anticipato, sono ripresi i lavori per il completamento della nuova casa comunale. "Le ruspe stanno sotterrando i muretti a secco", scrive Tommaso Argentiero, già amministratore comunale, al commissario lanciando l’allarme. Per saperne di più, e magari per rassicurare i tanti cegliesi preoccupati, abbiamo cercato di metterci in contatto con i responsabili dell’ufficio tecnico. Purtroppo, il tentativo è andato a vuoto in quanto l’ingegnere capo e l’architetto sono contemporaneamente in ferie e nessuno degli impiegati in servizio ha potuto sciogliere l’interrogativo.

Qualche vecchio amministratore (a Ceglie come è noto da febbraio scorso c’è il commissario prefettizio, ndr) ricorda che il progetto esecutivo per quel che concerne questa questione sembra di ricordare che è stabilito il ripristino dei muri a secco, patrimonio storico, architettonico e culturale della città. Se è cosi – come, in effetti, dovrebbe essere – nessuna preoccupazione perché l’area circostante la struttura sarà sistemata con il ripristino dell’esistente. Il che significa che le pietre dei muretti che la ditta sta per il momento abbattendo dovrebbero essere vengono raccolte e custodite gelosamente per poterle poi reinstallare. I lavori (la ditta è la Edilit di Bari, ndr) di completamento del municipio, per un importo di oltre tre miliardi sono appena iniziati e dovrebbero essere ultimati entro dodici mesi esatti. Il che significa che l’anno prossimo di questi tempi la nuova casa comunale sarà bella e pronta ad ospitare uffici e nuovo consiglio. Il problema del completamento del municipio era sempre stato uno degli obiettivi di un po’ tutte le ultime amministrazioni.

Esattamente un anno fa, la giunta Magno, al tempo in carica, approvò in via definitiva il progetto esecutivo ed è stata la dott.ssa Maria Rosa Simone, commissario prefettizio, ha firmare il contratto con la ditta barese. Si avvia a conclusione una vicenda che risale al 1987, anno in cui ebbero inizio i lavori per bloccarsi subito dopo la realizzazione del rustico, a causa di alcuni ricorsi presentati e riguardanti l'impatto ambientale. Ora tutta la questione è stata risolta e la struttura può avviarsi a completamento. L'opera fu progettata dall'arch. Enrico Nespega e dagli ing. Pasquale Lanzillotti e Corrado Padolecchia. A Nespega e Padolecchia nel 1999 fu dato l’incarico per l'aggiornamento e la revisione del progetto esecutivo. Revisione effettuata e consegnata al comune il 28 febbraio dello scorso anno. Il costo complessivo dell'opera è stato preventivato il 4 miliardi e 400 milioni; di questi 3.355.199.810 per i lavori a misura a base d'appalto e 167 milioni per spese generali (il progetto). L'intero importo previsto verrà fronteggiato per la stragrande maggioranza grazie ad un mutuo di 3 miliardi già concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti il 27 giugno del 2000 ed a quello di 300 milioni ottenuto dalla Regione in virtù della legge 37/76.

La Nuova Casa Comunale, che occupa un'area di 7.600 mq, situata a ridosso del centro storico, all'epoca era già ritenuta una struttura ultramoderna e funzionale, articolata su quattro piani ed un seminterrato. Al primo piano è prevista un'ampia sala d'attesa, gli uffici assistenziali, leva, stato civile e la sala consiliare. Al secondo il gabinetto del sindaco, l’ufficio della segreteria generale e quelli della giunta municipale. La ripartizione ragioneria sarà sistemata al terzo piano, mentre al quarto i settori lavori pubblici ed urbanistica. Attorno alla struttura, realizzata accanto al centro storico, in un'area che si affaccia a valle sulle provinciali per Ostuni e Cisternino e che risulta facilmente raggiungibile senza congestionare il traffico cittadino, il progetto prevedeva la realizzazione di spazi a verde ed ampi parcheggi.

(Gazzetta del Mezzogiorno, Luca Dipresa)

 

 

 

 

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Festa di San Rocco in austerity, come in tempo di guerra

Giovedì, 16 agosto

Oggi, giorno di San Rocco, è un momento particolare per tutti i cegliesi che si ritrovano da secoli intorno al santo più amato. Un tempo si svolgeva una tradizionale cavalcata che richiamava gente dai paesi vicini, poi dal dopoguerra la celebrazione religiosa si è unificata a quella civile per il saluto ai turisti e soprattutto alle migliaia di emigrati che almeno per giorno si rimpossessavano della loro città lasciata per necessità.

Quest'anno l'appuntamento con la festa è in tono decisamente minore come tutte le iniziative dell'estate cegliese, salvo la festa per il santo protettore (Sant'Antonio, celebrato il 13 giugno) restituita alla dignità di un tempo grazie soprattutto al nuovo parroco della Chiesa Madre, don Giuseppe De Santis. Per gli altri eventi si sono attesi invano i finanziamenti del Comune, che quest'anno sono venuti col contagocce: 20 milioni in tutto. E così la disabitudine a saper e voler organizzare appuntamenti tradizionali ha giocato un brutto scherzo alla miriade di comitati ormai delegittimati e condannati proprio dal fallimento di quest'anno,  uno scacco che ha soprattutto penalizzato la gente.

Naturalmente dal naufragio si è salvato il programma religioso, del resto una messa solenne, una preghiera in privato e l' incontro con il vescovo, Marcello Semeraro, sono riti alla portata. E' saltato il calendario civile, affidato alle stesse parrocchie. 

Il parroco di S. Rocco, don Michele Pastore, ha detto di aver incontrato difficoltà nel raccogliere fondi da parte dei cittadini, fondi che sarebbero serviti per l'allestimento di luminarie più adeguate con relativa cassarmonica per il concerto bandistico.

Per la prima volta dalla guerra Piazza Plebiscito non avrà per San Rocco la cassarmonica, solo sei pali per posizionare alcune luci colorate mentre corso Garibaldi sarà al buio. Una spartana galleria è stata invece allestita lungo via San Rocco che sale verso la chiesa dedicata al santo di Montpellier.

Da più parti in città  é stata lanciata l'idea di istituire un comitato unico, un argomento che sembra un tabù o di  "lesa maestà" verso i parroci, e infatti fino ad oggi non si è visto ancora nessun risultato, con la conseguenza che l'organizzazione resta nelle mani di singoli comitati. Singoli comitati, a dire il vero, che quando si impegnano riescono ad offrire manifestazioni di tutto rispetto, come è accaduto anche per la "povera" festa di Sant'Anna, poco dispendiosa ma spontanea per i vivi sentimenti religiosi della gente.

Quest'estate del 2001 dovrà comunque servire per capire e affrontare i problemi venuti alla luce, il rapporto tra i fondi pubblici e l'organizzazione di feste patronali, un taglio finora costate la cancellazione della festa di San Lorenzo e una pesante defaillance per quella di San Rocco. 

 

 

 

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Si tenta di "conservare" i beni archeologici

Martedì, 14 agosto

Una richiesta di proroga al Soprintendente ai Beni Archeologici della Puglia, dott. Giuseppe Andreassi. E' quanto ha fatto in questi giorni il Comune, per evitare che - dopo il 31 agosto - la Soprintendenza di Taranto si riprenda tutto il materiale relativo alla mostra «Messapica Ceglie» (reperti archeologici e vetrine), allestita nel '98 nella Pinacoteca «E. Notte» ed in attesa di essere sistemata presso il nuovo Centro di Documentazione Archeologica (ormai quasi pronto per partire).

Come si ricorderà, infatti, la Soprintendenza mise a disposizione del Comune tutto il materiale necessario all'allestimento della mostra, chiedendo però che venisse restituito in breve tempo, nell'attesa di realizzare il Centro Archeologico. Il Comune, visto il ritardo accumulato, ha già dovuto restituire parte del materiale (alcune vetrine e reperti risalenti agli scavi dell'89) cui ha fatto seguito poi un ultimatum datato 31 agosto. Di qui, poiché la realizzazione del Centro porterà via qualche giorno in più rispetto al previsto, la decisione di scrivere alla Soprintendenza. Presso il Centro di Documentazione Archeologica, si é lavorato alla realizzazione del progetto di nuove teche espositive, curato dall'architetto comunale Marina Carrozzo, con il prezioso contributo del prof. Isidoro Conte, Ispettore Onorario della Soprintendenza per i Beni Archeologici, Architettonici e Ambientali della cittá, ed approvato in data 8 agosto, dal Commissario Straordinario Simone. Il 10, é stata indetta la gara d'appalto per l'acquisto delle teche - sono 13 - necessarie all'allestimento.

«Ci vorrà ancora qualche settimana per espletare tutto l'iter burocratico - fanno sapere dal Comune in attesa della risposta da Taranto: dopodiché si procederà alla realizzazione delle teche e subito dopo il museo sarà pronto».

Qui, verrà sistemata anche la «Tana delle iene», i cui lavori di realizzazione del calco in positivo, curato dal prof. Coppola dell'Università di Lecce, procedono abbastanza speditamente.

 

 

 

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Allarme criminalità nelle campagne tra Ceglie e Ostuni

Martedì, 14 agosto

Raccolte 212 firme di cittadini residenti in alcune contrade dei comuni di Ceglie Messapica ed Ostuni: Palazzo, Menzella, Selvaggi, Lamia Nuova Pascarosa, Chiobbica, Pascarosa, Grotte di Figazzano e Galante. I firmatari hanno voluto segnalare la difficile situazione dal punto di vista dei controlli, e denunciare il tutto alla Procura della Repubblica e ai referenti istituzionali (Comando Regione dei Carabinieri di Bari, Comando regionale guardia di Finanza Bari, Prefettura di Brindisi, Questura di Brindisi, Comando provinciale Carabinieri di Brindisi, Comando provinciale Guardia di Finanza di Brindisi, presidente della Regione Puglia, presidente della provincia di Brindisi, Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza di Brindisi, sindaco Comune di Ostuni, commissario straordinario di Ceglie Messapica).

Fin dal 1998 si sono verificati episodi di microcriminalità che con il passare del tempo si sono intensificati nel numero e differenziati nella tipologia.
Con l'inizio dell'estate 2001 ed in particolare negli ultimi 30 giorni, il dato ha assunto proporzioni assolutamente inaccettabili. Infatti, sono stati perpetrati ai danni dei residenti e dei turisti furti, rapine, incendi di automezzi, uccisione di animali di allevamento, danneggiamenti vandalici ad abitazioni e proprietà, incendi a tratti boschivi, e cosa più grave anche sparatorie, solo per citare alcuni degli episodi più gravi denunciati alle Forze dell'ordine (Carabinieri di Ceglie M. e Commissariato di P.S. di Ostuni).

Più grave è il clima di sfiducia di numerosi cittadini che, talvolta vittime, non denunciano il danno subìto.

Molti i residenti e non della zona che hanno deciso di rivolgersi a quattro Istituti di vigilanza privata operanti nella zona. In tale clima, si rischia di vedere stroncate nel territorio importanti attività agrituristiche recentemente attivate con notevoli investimenti economici, il che comporterebbe un danno non solo per i proprietari ma per le potenzialità turistiche che potrebbero interessare non solo i confini contradaioli ma diffondersi anche verso l'esterno.
Con l'esposto-denuncia i firmatari chiedono di attivare adeguati interventi atti a ripristinare nel territorio condizioni accettabili di vivibilità e sicurezza.

 

 

 

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Elettrosmog: ok al regolamento sul piano delle antenne

Lunedì, 13 agosto

La sezione di controllo di Brindisi, ha approvato in questi giorni il documento emanato dal Commissario straordinario, Rosa Simone, e dal sub commissario, Aprea, inerente la disciplina delle emissioni d'onde elettromagnetiche.

«Il Regolamento - ha informato il sub commissario Aprea - redatto in conformitá ai piú recenti interventi normativi -: legge quadro dello Stato e legge della Regione Puglia, peraltro non ancora pubblicata - nonché alla particolare situazione economico-territoriale-ambientale che caratterizza il Comune, sempre nel pieno rispetto dei vigenti strumenti urbanistici locali».
Come si saprà, su questa delicata questione, vertono alcuni contenziosi giudiziari con le principali società di telefonia mobile, le quali hanno giá ottenuto dal Tar-Puglia dei provvedimenti cautelari favorevoli, a seguito di ordinanze dell'ex Amministrazione Magno, con le quali si vietava qualsiasi installazione di antenne.

«I dati relativi all'inquinamento elettromagnetico sono allarmanti», si giustificò  allora il sindaco nell'adottare la prima ordinanza. Tutto ciò, nonostante l'esistenza di un'apposita normativa speciale che disciplinasse il posizionamento e le modalità installative delle apparecchiature in questione («Presupposti di contingibilità e urgenza ex art. 38» si legge nel provvedimento del Tar).

Della questione si occupò poi il Consiglio comunale, che stabilì  l'adozione di un regolamento che disciplinasse l'installazione degli impianti (ma soprattutto stabilisse i siti idonei), Regolamento che fu redatto dall'Utc, ed approvato, come si diceva, solo adesso, con le dovute modifiche.

Successivamente, giunse una nuova ordinanza del sindaco, con cui si chiedeva la sospensione delle autorizzazioni per l'installazione, in attesa dell'approvazione del Regolamento.

«Per risolvere il complesso contenzioso - ha fatto sapere ancora Aprea - abbiamo programmato un incontro con le imprese di telefonia mobile, sia per la comunicazione di avvio del procedimento per il rilascio delle prescritte concessioni edilizie, sia per la doverosa presa d'atto della intervenuta disciplina comunale, emanata nel pieno rispetto della fondamentale esigenza della tutela del diritto alla salute costituzionalmente garantito».

Ambito di applicazione, finalità, collaudo degli impianti: questi i punti salienti del documento, composto da 14 articoli. Il più importante é certamente il n. 4, relativo alla concessione edilizia, in cui tra le altre cose é specificato: «È vietata l'installazione di sistemi radianti relativi agli impianti di emittenza radiotelevisiva e di stazioni di radio-base per telefonia mobile su: ospedali, case di cura e di riposo, scuole ed asili nido, nonché a distanza inferiore a 200 metri dal periodo esterno delle citate strutture per i primi e a 100 metri per le seconde».

 

 

 

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Iniziano a settembre i lavori per il Palazzetto dello Sport

Sabato, 11 agosto

Buone notizia per l'intera città. A settembre prenderanno il via i lavori per la costruzione del palazzetto, struttura attesa da lustri e che nelle ultime settimane dava la sensazione che i tempi si sarebbero ulteriormente allungati. Invece, la ditta «Martucci» di Massafra ha sciolto positivamente la riserva e giovedì mattina ha firmato il contratto. Così, dopo la pausa delle ferie, a settembre aprirà il cantiere e i lavori dovrebbero concludersi nel giro di un anno. Importante nella chiusura positiva della vertenza l'opera del commissario prefettizio, Rosa Maria Simone , che fin dal suo insediamento pose come suo primo obiettivo la risoluzione della questione che tanto ha tenuto in apprensione soprattutto il mondo sportivo della città.

Il commissario, con atto deliberativo, aveva riportato tutto al punto di partenza, vale a dire al giugno di due anni fa quando la giunta Mita - sulla scorta dell'appalto espletato - aveva affidato l'incarico di eseguire i lavori di costruzione del palazzetto alla ditta di Massafra, che avrebbe consegnato la struttura esattamente un anno dopo, vale a dire nel giugno del 2000. Struttura che tornerà a sorgere, così come da progetto, per un importo di poco più di un miliardo e mezzo nella zona 167 di via Francavilla. La subentrante amministrazione di centro destra, a guida di Pietro Magno (si insediò poche settimane prima che iniziassero i lavori) bloccò il tutto perché, così come aveva promesso in campagna elettorale, mirava a realizzare la Cittadella dello Sport. Il resto è storia recente. Di conseguenza, venne notificato alla ditta Martucci (eravamo a giugno) tale decisione e quindi che ora c'erano le condizioni per iniziare tali lavori. A questo punto, però, la ditta Martucci nel corso di un incontro con il commissario chiese una sorta di risarcimento per mancati guadagni a causa del lungo tempo trascorso (più di un anno) dall'affidamento dei lavori. Il commissario, pur comprendendo le motivazioni della ditta, sottolineò che non c'erano i presupposti giuridici per poter soddisfare una tale richiesta.

Da qui la settimana di tempo chiesta dalla ditta per decidere e sciogliere la riserva. Per la verità di settimana ne sono trascorse più di una, ma tutto era giustificato dalla posta in palio. Sul finire del mese di luglio il commissario ritornò a sollecitare la ditta a decidere e tutto lasciava presagire il peggio. Ma i fatti smentiscono questo pessimismo e giovedì mattina è avvenuta la stipula del contratto. Ora, a settembre, l'avvio dei lavori per la realizzazione di una struttura che finalmente porrà fine alla lunga odissea di una città che avrebbe meritato il palazzetto già da molto tempo prima. Rimane ora in piedi il contenzioso con l'ing. Giovanni Elia. Ma anche qui il commissario pare voglio chiudere al più presto la questione. Contenzioso nato dal fatto che la giunta Magno non volle riconoscere al tecnico la parcella per le spese di progettazione, oltre a revocargli la direzione dei lavori. Da qui la citazione in giudizio del comune da parte dell'ing. Elia. Ora, pare che la dott.ssa Simone voglia avviare un confronto con il tecnico al fine di raggiungere un accordo.

(Luca Dipresa)

 

 

 

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Meno terapia e più strategia: il nuovo corso del Neurolesi

Giovedì, 9 agosto

E' ferragosto ma non nel Centro neurolesi e motulesi di Ceglie Messapica dove, a dispetto delle code in autostrada e dei "posti in piedi" sulla spiaggia, si lavora a pieno ritmo. Bene, una notizia finalmente positiva nel quadro non sempre edificante della sanità pubblica e privata.

A leggere i giornali l'ospedale riabilitativo è affollato di persone, salvo poi scoprire che il "tutto esaurito" è per un corso di formazione specializzato. Magari uno s'aspetta che lo stage estivo (lodabile, per carità, lodabile) sia incentrato sull'alta qualificazione ad indirizzo medico, la cui difficoltà è dovuta alla scelta dell'argomento e delle finalità,  ad esempio un seminario sulle ultime ricerche neurologiche o sulle prime conclusioni di riabilitazione post-moderna. Macché, il piano di studi non prevede neppure un corso accelerato sulla vita e le ricerche della Montalcini o sui segreti della sua recente chiamata al Senato. Nossignori, il Neurolesi è stato gremito (erano in diciotto) di praticanti iscritti ad un corso in "Strategia della comunicazione", proprio così, l'ospedale ha promosso un simposio sulla "comunicazione", idea che ovviamente ha avuto "pieno successo....", "di ottimi risultati,,,, ",  "un' iniziativa di consenso,,,,,", "che dimostra l'alta professionalità del Centro...." e altre gaiezze che gli strateghi della comunicazione suggeriscono e i lettori, grazie a Dio, rispediscono al mittente per legittima difesa.

Ma, pur comprendendo gli scopi della manifestazione, pur incoraggiando gli sforzi per un Sud che rischia di sfracellarsi nel baratro, pur umiliandoci dinanzi a impulsi progress che noi fessacchiotti di provincia non riusciamo a capire, pur con la nostra stitichezza mentale, pur bla-bla e bla-bla, proprio non si riesce a trovare il nesso tecnico-medico-scientifico nonchè pedagogo-divulgativo (tiè!) tra un  corso di comunicazione e il Centro Neurolesi.

 I palati fini ci tollereranno l'ingerenza e l'insolenzia, ma non sarebbe più opportuno  qualificare lo scopo originario dell'ospedale dedicando le risorse alla terapia e alla qualificazione medica? E va bene che bisogna accontentare il politicante di turno e servirgli qualche convegno a tema, ma le lezioni sulla "Strategia della comunicazione" (se non ci sono altre motivazioni di natura economica e/o finanziaria) meriterebbero sicuramente una sede più idonea e adeguata. Come dire, per qualificare e rendere più credibile la comunicazione del Centro per neurolesi sarebbe meglio cambiare strategia. (mdm)

 

 

 

 

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Dipendenti comunali: la Cisl contesta il concorso interno

Mercoledì, 8 agosto

C'è malcontento tra i dipendenti comunali dopo l'emanazione della graduatoria per la progressione economica. Un malcontento diffuso e del quale si è resa interprete la Cisl che ha inviato una nota al commissario prefettizio, al segretario generale ed ai capi area con la quale chiede la «revoca del provvedimento in questione». In pratica è successo che si doveva procedere all'applicazione delle norme contrattuali per quel che concerne la progressione economica.

Contratto che ha stabilito pure i criteri da valutare con un punteggio da uno a dieci. Criteri riferiti ai risultati raggiunti, all'impegno profuso, alla capacità di iniziativa e al rispetto dei tempi. In più c'è l'anzianità per la quale esiste un punteggio automatico per anni di lavoro. I capi area, a quanto pare, hanno messo a tutti i dipendenti il massimo, così il punteggio finale conseguito ha avuto come unica differenziazione l'anzianità, calcolata automaticamente. Da qui il malcontento sottolineato da dipendenti e sindacato perché, pare di capire che i capi area e lo stesso segretario generale usando questo metodo hanno deciso di non decidere. «Analizzando i risultati - è il parere della Cisl - emerge in maniera chiara e palese che non si è tenuto in minimo conto il principio della meritocrazia che, invece, dovrebbe stare alla base della valutazione di tal genere». Infatti, a che servono le norme contrattuali? È questo l'interrogativo che ci si pone.

Sarebbe bastato fare riferimento alla sola anzianità. Invece, se parte pubblica e sindacati hanno stabilito una certa progressione nella valutazione un motivo ci doveva pur essere. Anche perché, alla fine, è successo che gente caricata di particolari responsabilità (vedi anagrafe, ufficio tecnico, ragioneria ed ufficio elettorale, tanto per fare qualche esempio) si trova indietro nella graduatoria finale.

La Cisl e gli stessi dipendenti non è che vogliano mettere in discussioni le capacità di qualcuno, quanto constatare che da parte dei valutatori non c'è stato alcun riferimento alla «meritocrazia».
Qualcuno ha voluto anche scherzarci sopra sottolineando come avendo i dipendenti di Ceglie possono essere chiamati come «esperti» a Milano o a Roma.

Ma, scherzi a parte, il problema in realtà esiste. «I signori capi area - sostiene la Cisl - non hanno dimostrato alcuna responsabilità nell'esprimere la valutazione dei propri dipendenti, adottando lo strumento della "livella", che non ha fatto altro che mortificare ancora di più le capacità professionali di alcuni dipendenti che sebbene appartenenti a categorie inferiori adempiono con ottimi risultati a compiti di responsabilità e di categoria sicuramente superiori».
E così prosegue la nota sindacale: «Tutto ciò ha causato oltre al malumore una forte demotivazione in quei dipendenti che sentono lesa la loro dignità di lavoratori assidui e che si ripercuote negativamente sulla efficienza, sulla efficacia e nella produttività dell'Ente».

Un pericolo che si sarebbe dovuto prevedere, tenuto conto che un dipendente che svolge particolari compiti, vedendosi non considerato, gli vien facile dire che «si facciano avanti quelli meglio posizionati nella graduatoria stilata visto che carichi e responsabilità maggiori non hanno considerazione». E questo modo di procedere ha determinato una ulteriore disparità perché ha «premiato» dipendenti di un unico ufficio. «Tale metodo di valutazione - scrive infatti la Cisl - in alcune circostanze come nell'Area risorse umane e gestione del personale si è rivelato infallibile al punto tale da far rientrare ben tre elementi su tre, per cui ai dipendenti verrebbe voglia di trasferirsi in massa in detta area, così la progressione è sicura». Al commissario, ora, la valutazione finale e l'attesa di dipendenti e Cisl che vorrebbero segretario generale e capi area capaci di procedere ad una seria e circostanziata valutazione.

Luca Dipresa

 

 

 

 

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Tardano i soccorsi, avvocato muore in un incidente

Lunedì, 6 agosto

Un sorpasso assurdo, il ritardo nei soccorsi, il mancato coordinamento dovuto all'assenza del 118 (servizio d'emergenza non ancora avviato dalla Regione Puglia), un insieme tragico di circostanze hanno provocato la morte di Vito Gianfreda, giovane avvocato di Ceglie Messapica, che a bordo della sua moto stava rientrando nella prima serata di ieri nella sua casa estiva che si trova sulla via per Francavilla, a pochi chilometri da Ceglie Messapica.

L'avvocato Gianfreda, 32 anni, ma già molto noto negli ambienti forensi, è stato falciato da una Fiat Tipo che, in prossimità di un incrocio, ha superato, dalla sinistra, due vetture che in attesa di svoltare a sinistra, stavano ferme in prossimità della parte centrale della carreggiata per dare la precedenza alla motocicletta che proveniva in senso contrario (da Ceglie in direzione di Francavilla Fontana).

L'avvocato si è trovato la strada sbarrata. Ha tentato di frenare, ma è stato tutto inutile perché la Tipo procedeva a velocità sostenuta. La moto si è incastrata sotto l'auto e con essa lo sfortunato professionista, rimasto così per non meno di una quarantina di minuti: il tempo che è stato impiegato dall'ambulanza per giungere sul luogo dell'incidente. Incredibile e sconcertante.

Sul posto sono giunti prima i vigili urbani, i carabinieri, i vigili del fuoco. Ma l'ambulanza solo dopo un lasso di tempo incredibile. Il motivo di questo inconcepibile ritardo sarebbe stato che il mezzo di soccorso dell'ospedale di Ceglie Messapica (l'incidente è avvenuto alla periferia) era impegnato in un altro incidente, mentre quella dell'ospedale di Francavilla Fontana, al momento non si sa perché, è stata decisamente lenta.

Vito Gianfreda, come si diceva, sebbene giovane, era già molto noto negli ambienti forensi. Si interessava soprattutto di Civile. Aveva la passione per le moto e da qualche tempo aveva acquistato una Suzuki.

Sull'incidente il pm Ferraro ha avviato due inchieste per accertare la dinamica dell'impatto e i motivi della mancata tempestività dei soccorsi, per questo motivo è stata disposta l'autopsia che se dovesse confermare l'agonia dello sfortunato motociclista appesantirebbe la posizione di quanti hanno tardato l'intervento. I funerali si terranno domani, martedì, alle ore 17.

 

 

 

 

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Sporca e abbandonata, Piazza Plebiscito in degrado

Lunedì, 6 agosto

Possibile che nessuno si sia accorto dello stato in cui versa il centro della città, vale a dire piazza Plebiscito e corso Garibaldi, e che meriterebbe più attenzione, anche per offrire a turisti e forestieri un minimo di accoglienza? Questa l'amara constatazione o l'interrogativo che molta gente si pone, a partire dagli stessi esercenti che in questi luoghi hanno le proprie attività.
Il riferimento è alla condizione di igienicità della pavimentazione di corso Garibaldi ed allo stato dell'intonaco di alcune delle abitazioni che circondano la piazza principale della città. Nel primo caso, in alcuni tratti, le chianche del corso sono letteralmente coperte da uno strato nero che è un vero pugno nell'occhio.

Possibile che nessuno se ne sia accorto? E chi è tenuto al controllo dell'igiene nella città? Altri interrogativi, questi, che giustamente si pongono i cittadini. Della questione, per la verità già in altre occasioni se ne era occupata la Gazzetta e si pensava che qualcuno intervenisse. Però, nulla è accaduto ed ecco che la gente ritorna a riproporre il problema. Il tutto aggravato dal fatto che non piove da mesi, perché almeno così ci avrebbero pensato... dall'alto a pulire un po' il corso e la stessa piazza.

Insomma si richiede più attenzione, collaborazione da parte di tutti per fare in modo che si ponga freno a questa situazione che ne degrada questi luoghi particolarmente frequentati d'estate. Non è bello vedere sistemati tavoli a contatto con queste chiazze o strati di nerume che è, ripetiamo, sono un vero pugno agli occhi della gente che vi staziona. Degustare uno degli inimitabili gelati confezionati o alla gelateria, o al caffè centrale o al Bar Roma è quanto di meglio cegliesi e forestieri possono aspirare, sedendosi ad uno di questi tavolini, godendo nel contempo di quell'arietta trasportata dalla perenne brezza qui a Ceglie spira sempre, mitigando il fastidio di queste giornate di calura.

Per non parlare dall'aggravante arrecata dal chewing-gum che incautamente si getta lì dove pare e piace. Occorre una vera azione di bonifica e, quindi, effettuare un più accurato controllo, anche per individuare eventuali responsabilità. Un po' più accorti si dovrebbe essere anche quando si procede all'innaffiamento delle fioriere: bisogna evitare lo scolo delle acque che formano delle lunghe scie penetrando nel profondo della porosità della pietra.

Ed, infine, si obietta che diverse abitazioni della piazza presentano un aspetto esterno degradato: non esiste una ordinanza che obbliga i proprietari a tenere in ordine e tinteggiate di bianco le pareti?

(Luca Dipresa)

 

 

 

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Rocco Casalino si difende: "Solo un rimborso spese"

Sabato, 4 agosto

“Sono al centro di una polemica montata ad arte da un’organizzazione rivelatasi poco seria e verso la quale, personalmente, non nutro alcuna fiducia”.

Rocco Casalino, non ci sta. L’ingegnere cegliese del Grande Fratello, criticato dagli organizzatori della “Partita del cuore” per aver incassato un compenso in denaro quale contropartita alla sua presenza presso il Comunale di Ostuni nel corso della manifestazione benefica promossa con il patrocinio del Comune di Ostuni, replica con durezza a quanti lo accusano di aver anteposto i propri interessi alle finalità stesse di una iniziativa destinata a raccogliere fondi a favore dell’Associazione italiana donatori di organi (Aido).

Casalino aggiunge: “Manifestazioni come quella svoltasi al Comunale di Ostuni servono soprattutto ad accrescere la popolarità dei politici e degli amministratori comunali, pronti a mostrare in pubblico, davanti alle telecamere e sui giornali, la loro spiccata sensibilità ed il loro impegno a favore della solidarietà e delle giuste cause. La facessero in silenzio e a fari spenti la beneficenza, come è abituato a farla il sottoscritto. Sarebbero più credibili”. E sulla querelle con gli organizzatori precisa: “Non è mai stata sottoposta alla mia attenzione una richiesta di partecipazione scritta ed una scheda dettagliata sull’iniziativa, sulle sue finalità, sui ricavi precedenti e sulla destinazione degli stessi. Nessuna garanzia, dunque. Ho partecipato soltanto perché mi hanno fatto trovare di fronte al fatto compiuto. La mia presenza, come peraltro quella di alcune vecchie glorie del calcio (Altobelli, Beccalossi, Brio, Causio…), da alcune settimane era stata pubblicamente annunciata, o meglio spacciata (vista l’assenza sul terreno di gioco di tutti i nomi più noti), senza che l’organizzatore acquisisse alcuna conferma. Mi sarebbe dispiaciuto deludere però quanti, soprattutto tra i ragazzini e le ragazzine, si fossero recati al campo contando anche sulla mia presenza”. “Il compenso? Un semplicissimo rimborso spese, peraltro inferiore rispetto a quello che un paio di mesi fa, telefonicamente, mi era stato proposto dagli stessi organizzatori, ai quali peraltro fu fatto presente la necessità di doverci risentire più in là. Cosa che in realtà non è accaduta. Non comprendo a questo punto cosa abbiano da rammaricarsi”!

“Non mi risulta che Casalino sia giunto ad Ostuni giusto per l’occasione e che abbia dovuto sopportare costi di aereo o di albergo, visto che è di casa a Ceglie. In quel caso avremmo elargito volentieri il rimborso delle spese, nonostante lo scopo benefico della serata. Le defezioni di alcune delle vecchie glorie? Non è colpa del sottoscritto. Posso soltanto precisare che la presenza di Beccalossi, Altobelli e Brio è stata pubblicizzata in quanto la stessa era stata confermata dall’Associazione medici della Brianza con un fax”, controbatte Raffaele Filandrino, coordinatore della Partita del cuore.

 

 

 

 

 

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Dal web messaggi di cordoglio per la morte di Pietro Gatti

Giovedì, 2 agosto

Profondo cordoglio non solo in Puglia ma in ogni luogo d'Italia e anche del mondo ha destato l'informazione della morte di Pietro Gatti, il poeta cegliese scomparso il 27 luglio nella sua casa di campagna a 88 anni. Sono stati numerosissimi i messaggi di dolore e solidarietà per la famiglia ricevuti all'indirizzo di posta elettronica de "l'idea" che, subito dopo la scomparsa del poeta, ha diffuso su Internet la notizia. E se la perdita di uno dei più grandi e silenziosi poeti del Salento è passata vocazionalmente quasi sotto silenzio a Ceglie Messapica, ha invece avuto un'eco enorme tra gli studiosi e gli stessi cegliesi che vivono  fuori regione o all'estero e che seguono le vicende della città attraverso il sito di Ideanews.

Pietro Gatti in un disegno di Uccio BiondiLa stampa locale sta riscoprendo l'autore de "A' terra meje" o de "La seconda venute": il Quotidiano, il secondo giornale pugliese per diffusione, già il 28 luglio nelle pagine di cronaca nazionale ha riferito con un breve articolo della morte di Pietro Gatti mentre la Gazzetta del Mezzogiorno, l'altro quoditiano della regione, nell'edizione di Brindisi del 31 luglio ha ospitato un intervento di Uccio Biondi, il noto pittore cegliese nonché ex assessore alla Cultura (a destra un suo ritratto di Pietro Gatti), in cui ci si rammarica per le distrazioni scese negli anni sull'opera pur compresa di Pietro Gatti.

Il 1° agosto ancora Quotidiano, è tornato in prima pagina con un articolo di Donato Valli, per otto anni rettore dell'Università di Lecce, in cui è ricordata con tenerezza la scoperta e la valorizzazione di Pietro Gatti.

Riportiamo l'intervento di Donato Valli con il titolo di "Quotidiano".

 

 

Addio a Gatti, poeta silenzioso  (Il Salento che se ne va)

 

di DONATO VALLI

Con Pietro Gatti, mite e grande poeta in dialetto di Ceglie Messapica, è un altro pezzo del Salento che scompare. Rimane intatta, ma resa più tragica e solenne da questo evento, la scia luminosa della sua poesia.

Era il 1976 quando nelle nostre case giunse come angelo portatore di messaggi di altre terre, di altri destini, un modesto libretto stampato da Schena di Fasano, A terra meje (La mia terra). Nessuno di noi, cultori occasionali della letteratura salentina, aveva sentito parlare di Pietro Gatti; ma quando io e Oreste Macrì e Mario Marti ci trovammo in uno dei soliti conversari estivi a scambiarci le esperienze delle nostre letture e dei nostri lavori, non potemmo fare a meno di parlare di questo libretto che si era imposto alla nostra attenzione con una veemenza inusuale per chi è abituato a ricevere e leggere centinaia di libri di poeti più o meno veri e vivi. Eppure Gatti aveva vissuto nel silenzio e nel suo romitaggio cegliese oltre sessant'anni della sua vita, casta ed essenziale fino all'inverosimile.

Con lui irrompeva nella letteratura dialettale del Salento il più alto e maturo Novecento poetico. Il passaggio dal Sette all'Ottocento aveva salutato il realismo arcadico di Francescantonio D'Amelio; il passaggio dall'Otto al Novecento il realismo romantico di Giuseppe De Dominicis; il Novecento il realismo fantastico e cosmico di Pietro Gatti. La sua Ceglie diventava il centro dell'universo, mai un punto così umile e modesto della ideale carta geografica dell'umanità si era slargato fino a comprendere le fatiche, i dolori, i sacrifici, la morte di tutti i contadini e diseredati del mondo. Infatti attraverso la storia di miseria e di nobiltà dei personaggi passa il dramma di una umanità costretta a misurarsi con il male storico dell'esistenza, a gioire del suo dolore, a respirare dei suoi sogni, a vivere della sua morte.

In Gatti l'adesione alle ragioni telluriche, fatali di questa povertà, di questa asprezza di vita, sembra qualcosa di naturale, di istintivo, una sorta di grazia concessa all'uomo da un dio spietato perché egli avesse coscienza del suo destino. Nulla di più astratto e nulla di più concreto; mai tanta sofferenza di pianti nella nostra poesia aveva raggiunto tali effetti di umanissima pietà e consolazione, mai la religione si era vestita dei panni di chi lotta, senza odio e senza invidia, per la sopravvivenza, forte soltanto di uno spirito che è la somma di tutte le offese subite nel corso della storia della terra.

Nel 1984 vedeva la luce di un altro libretto di poesie che è il giusto complemento del primo, dal titolo 'Nguna vite (Alcuna vita). Questa volta, l'attenzione del poeta si era fermata sui bambini precocemente morti per via delle privazioni, dello sfruttamento, dell'abbandono, del semplice scatenarsi di forze naturali incontrollabili. Gatti si era identificato con la morte di tutti gli innocenti e ci faceva giungere in una sorta di Spoon River salentino, le voci flebili di vite incompiute e sofferenti di questa loro incompiutezza.

Eppure in tanta spontaneità di sentimenti, quanto lavorìo, e quante letture, e quanta cultura si avvertono! Gatti ha dietro di se un bagaglio di segreti studi, grazie ai quali conferisce al dialetto un'armonia, un ritmo, una risonanza che riscattano la sua povertà e lo impongono come l'espressione più alta e naturale di profondi pensieri e di universali sentimenti.

 

 

 

 

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Critiche per il ticket di beneficenza del "Grande Rocco"

Giovedì, 2 agosto

Un milione di lire per una comparsa di pochi minuti alla partita del Cuore. A tanto ammonta la somma che sarebbe stata incassata da Rocco Casalino, l’ingegnere cegliese del “Grande Fratello”.

Unico, tra gli invitati, ad aver preteso ed ottenuto che gli fosse riconosciuta una ricompensa in denaro, quale contropartita alla sua presenza presso il Comunale di Ostuni, in occasione dell’incontro di calcio benefico promosso con il patrocinio del Comune della Città bianca a favore dell’Associazione italiana donatori di organi (Aido). La notizia è riportata oggi da "Quotidiano" con toni piuttosto critici nei confronti dell'ex protagonista della trasmissione di Canale 5.

"Una domenica - scrive il giornale - piuttosto ricca per l’ex componente della “Casa” più spiata dagli italiani. Un paio i milioni di lire, in questo caso assolutamente legittimi, sono finiti nelle sue tasche anche da parte degli organizzatori della rassegna di acconciatura “Colori sul bianco”.

In entrambi i casi Casalino avrebbe concesso uno sconto, rispetto ai compensi che per lui normalmente si aggirerebbero sui tre milioni in Puglia e sui dieci milioni fuori dalla Regione, per chiunque - enti o privati - intendesse garantirsi la sua partecipazione a pubbliche manifestazioni.

E all’indomani della partita di beneficenza, in città divampano le polemiche.

Dal rammarico dell’organizzatore Raffaele Filandrino allo stupore di quanti hanno preso parte all’iniziativa.

Tra i più severi nei confronti di Casalino, il vice sindaco di Ostuni Domenico Tanzarella: “Le luci della ribalta, per chi non è abituato, evidentemente abbagliano. Trovo scandaloso il comportamento di Casalino. Guadagnare il massimo dalla propria immagine è legittimo. Ma farlo nell’ambito di una manifestazione benefica, mi sembra il colmo. Ha da imparare ancora molto dalla vita, evidentemente, il novello divo. Dietro la sua faccia d’angelo, poca umiltà e molto opportunismo”.

“Tutti i partecipanti alla Partita del cuore”, aggiunge Tanzarella, “dal sottoscritto al sindaco Lorenzo Cirasino, dal presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto al senatore Pino Specchia, dalle vecchie glorie del calcio (giunte ad Ostuni in aereo, a loro spese) ai Dj di Ciccio Riccio, da Marco Santin (della Giallappa’s band) all’arbitro Gianluca Paparesta, dagli imprenditori ai commercianti locali, non soltanto hanno accettato di buon grado di scendere in campo a sostegno dell’iniziativa. Ma trattandosi di un appuntamento benefico, non si sono - conclude l'articolo del quotidiano pugliese - certo tirati indietro nell’offrire ognuno un proprio contributo in denaro".

 

 

 

 

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Ceglie "sbanda" anche sul nome del cartellone estivo

Mercoledì, 1 agosto

Prima "CegliEstate", poi "REstate a Ceglie" e, quest’anno, "Estate Insieme 2001". Anche questo continuo cambiamento del cartellone delle manifestazioni, quasi a voler dissociarsi e distinguersi dalle amministrazioni che si sono succedute, la dice lunga su come l’estate a Ceglie da alcuni anni a questa parte non è più la stessa cosa.

Certo, qualche anno fa Ceglie era il luogo, la meta preferita di turisti e forestieri, grazie a manifestazione ed un clima che, grazie alla sua posizione climatica, rende la città gradevole per trascorrere divertenti e fresche serate estive. Ma, nonostante questo, Ceglie rimane sempre una città turistica. Certo, ben altra cosa sarebbe se anche il castello, il borgo antico offrisse ai turisti quel qualcosa in più, così come hanno saputo fare o inventare altrove, pur non avendo un centro storico bello e particolare come quello cgliese. E le Grotte di Montevicoli? Si spera in un prossimo futuro per recuperare il tempo perso. Però, non sarà un cartellone dalle grosse pretese "Estate Insieme 2001"- lo scioglimento anticipato del consiglio comunale ha in questo un grosso peso – ma c’è di che comunque di che divertirsi. Questo grazie anche ai commercianti ed associazioni che hanno contribuito notevolmente all’organizzazione. Il cartellone delle manifestazioni è già partito agli inizi di luglio, con una serata di liscio in Piazza Plebiscito e, qualche giorno dopo, con una manifestazione divertentissima, "Fris, Frisedd, Pizzica Pizzic", a cura dell’associazione commercianti "Ceglie in Centro, con il centralissimo tratto di strada che va da Via San Rocco fino in Piazza Plebiscito che sembrava un fiume di gente. Le manifestazioni del mese di luglio sono proseguite con altri interessanti appuntamenti, che ha richiamato molti forestieri - tra queste si segnala la rassegna dei migliori vini rosati di Puglia presso il Ristorante La Fontanina e il 5 festival Valle d’Itria - Musica Dancing Group Grecia -, spettacolo folcloristico direttamente dell’isola di Kos. Ma l’appuntamento più …ghiotto è stato quello di domenica scorsa dove migliaia di cegliesi e turisti hanno ravvivato il centro storico tornato a vivere grazie alla serata musico-gastronomica voluta dall'associazione "Ceglie è...".  In programma il concerto tenuto nel chiostro del municipio a cura dell’Orchestra da Camera Caelium, diretta dal maestro Massimo Gianfreda con i solisti Corrado D’Elia (all’oboe) e Giuseppe Spedicati (Fagotto). Subito dopo la manifestazione, il rituale Invito a Cena nel centro storico dove i ristoratori cegliesi hanno offerto degustazioni dei migliori e tipici piatti della ricca e rinomata cucina cegliese.

 

Il programma.

Si passa alle manifestazioni agostane. Il primo, mercoledì, nuovamente una serata di liscio in piazza. Sabato 4 agosto, la compagnia teatrale Nunzia Stoppa inscenerà in Piazza Plebiscito la commedia di Mimmo Spazioso "casa Nostra", con la regia di Mino Gervasi. Domenica 5 si ritorna nel Chiostro del comune con Pentagramma d’Estate, concerto per flauto e pianoforte tenuto da Palma di Gaetano e Fausta D’Ambrosio. Da Lunedì 6 a mercoledì 8 la rassegna jazz organizzata dall’Associazione Amici della Musica e Ceglie è…. Ad esibirsi, nell’ordine, Roberto Ottaviano e il suo Quartetto, Bruno De Filippi e Renato Sellano, Italiani Swing Band. Domenica 12 e lunedì 13 ancora l’Associazione Amici della Musica che propone la rassegna musicale "Noi e gli Anni ‘60", in Largo Ognissanti. Martedì 14 in piazza la commedia musicale "Il Paese dei Campanelli" a cura del Teatro delle Molliche, in collaborazione con la Compagnia del Bel Canto. Venerdì 17 nel complesso agrituristico La Magnolia Festa d’Estate con balli, giochi, grigliate a cura dell’associazione Ceglie è… Nel Chiostro comunale, sabato 18 "Les Flautistes Joieuses", concerto per flauti a cura dell’istituto Musicale Comunale. Lo stesso istituto Musicale propone, domenica 19, il concerto per chitarra con Caterina Bufano e sabato 25 quello per violino, violoncello e pianoforte, protagoniste Francesca Lombardi, Merita Alinhillay e Barbara Lonoce, ancora nel Chiostro del municipio. Il cartellone si chiude a settembre, esattamente giovedì 6 con la festa in campagna, presso il complesso agrituristico Montedoro.

(Luca Dipresa)

Il programma dettagliato dell'Estate cegliese

 

 

 

 

on line

Troppi contenziosi: il Comune assumerà un avvocato

Mercoledì, 1 agosto

Lo aveva sottolineato nella sua relazione previsionale e programmatica, l’adempimento che accompagna il bilanci odi previsione, ed ora il commissario prefettizio, dott.ssa Rosa Maria Simone, lo traduce in fatti. E’ stato bandito il concorso per l’assunzione in pianta organica di un avvocato. Una figura che – questo nelle intenzioni formulate nella sua relazione – dovrebbe abbattere in maniera enorme i contenzioni che vede sistematicamente soccombere l’amministrazione pubblica. "Negli ultimi anni –  dichiarava la dott.ssa Simone nella sua relazione programmatica – la previsione media di spesa è lievitata da circa 350 milioni a mezzo miliardo, peraltro calcolata per difetto, e, necessita, così come verificatosi in passato e come probabilmente si verificherà a breve in relazione all’entità di certe soccombenze, di ricorrere a mutui per fronteggiarle". In effetti "il contenzioso – sostiene il commissario –attualmente presenta livelli qualitativi e, soprattutto quantitativi, non più gestibile in maniera residuale e senza un’adeguata struttura".

Insomma, la presenza stabile di questa figura professionale "è sicuramente una spesa di investimento considerati i vantaggi per la tutela diretta dell’Ente ed i notevoli risparmi conseguibili dalla riduzione degli incarichi esterni". E, quasi sempre, come si diceva, il comune è costretto a pagare anche perché difficilmente si trova un cittadino che possa, eventualmente, testimoniare in difesa. Ed è a tal proposito la dott.ssa Simone fa rilevare come anche per questo "l’Ente, per certi versi, è indifendibile una volta instauratasi la fesa processuale, mentre sarebbe più opportuno curare a monte le varie pratiche sotto l’aspetto e gli sviluppi legali". E qui il doppio vantaggio: quello di poter vedere il Comune difendibile e, soprattutto, di vedere ridotti enormemente i costi derivanti dagli incarichi esterni che necessariamente si devono dare nelle varie citazioni. Lo stipendio annuo di un legale fisso è di gran lunga più favorevole ai costi che derivano dall’affidamento degli incarichi ad esterni: E per un comune come quello cegliese dove si stanno facendo i conti alla lira, costretta a dover raddoppiare la tassa per la raccolta dei rifiuti, non è cosa di poco conto. Gli interessati hanno tempo trenta giorni per inviare domanda di partecipazione (ricavabile dal bando o recandosi presso la segreteria comunale) al comune. Nella domanda, redatta in carta semplice, vanno indicati le generalità, mentre bisognerà allegare il titolo di studio posseduto (originale o copia autenticata) ed un curriculum personale contenete le indicazioni utili a valutare l’attività professionale, di studio e di lavoro. Gli esami (il concorso si dovrebbe espletare entro l’anno) consisteranno in tre prove scritte (diritto civile, diritto amministrativo e redazione di un atto processuale civile o amministrativo). Le prove scritte si intenderanno superate, e quindi l’ammissione al colloquio, se il candidato avrà ottenuto un punteggio non inferiore a 42/60. La commissione giudicatrice è composta dal Direttore Generale del Comune (con funzione di presidente) e da due componenti esperti esterni. Le funzioni di segretario le svolgerà, invece, un funzionario del comune.

L'iniziativa è stata contestata da Rifondazione comunista che, attraverso l'ex consigliere comunale Nicola Trinchera, l'ha giudicata inutile e dispendiose per le magre casse comunali.

 

 

 

 

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