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La crisi dell'amministrazione di Ceglie Messapica aperta il 9 marzo 2001

La lettera di dimissioni di Pietro Magno

 

Ceglie Messapica, 9 marzo 2001   

La lettera di dimissioni "irrevocabili" del sindaco di Ceglie Messapica, Pietro Magno, datata  8 marzo 2001 ed indirizzata al Consiglio Comunale, (protocollata il 9 marzo con il n. 005354). Nel documento sono esposte le ragioni della lunga crisi amministrativa e dei deteriorati rapporti prima del Cdl (la corrente di Forza Italia che fa capo al presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto)  e poi con Forza Italia. Contemporaneamente alle dimissioni del sindaco sono state presentate anche quelle dei sei assessori (protocollo n. 005355).

 

 " Tenuto conto che: 

- praticamente dall'inizio dell'amministrazione, quasi all'indomani delle elezioni comunali, alcuni esponenti di maggioranza appartenenti a Forza Italia e al Cdl, perseguendo finalità politiche proprie, hanno iniziato a creare un clima non sereno nell'ambito della coalizione e nei confronti del sindaco e della giunta;

 - di conseguenza, sin dai primi tempi l'amministrazione ha dovuto prendere atto della mancata collaborazione da parte di alcuni consiglieri di maggioranza appartenenti ai detti schieramenti e di una crescente ostilità rispetto all'attuazione dei programmi elettorali liberamente accettati, sottoscritti e approvati dal primo consiglio comunale; 

- ad ogni Consiglio comunale, via via sempre di più, l'amministrazione si è trovata nell'incertezza di come gli indicati esponenti della maggioranza avrebbero votato; 

- nell'agosto 2000 l'ostilità nei confronti del sindaco da parte degli esponenti del Cdl ha assunto aspetti grotteschi, in seguito ad un banale provvedimento gestionale interessante l'Utc, con insultanti insinuazioni pubblicate anche dalla stampa ed una aperta avversione nei confronti della giunta; 

- alcuni consiglieri di Forza Italia immediatamente dopo assumevano un atteggiamento di aperta contestazione nei confronti della giunta, con riferimento soprattutto ai propri assessori, peraltro senza alcuna valida ragione; 

- sin da quattro mesi dopo le elezioni Forza Italia, costringendo alle dimissioni il proprio assessore Paolo Urso, pretendeva di incidere sulla componente della giunta, nonostante che sia per legge organo di esclusiva competenza del sindaco; 

- nel giro di 14 mesi Forza Italia ed il Cdl costringevano il sindaco ad una continua modifica dei componenti della giunta; 

- la situazione così creata, in aperta violazione di ben precisi impegni preelettorali, contenuti anche in un testo sottoscritto, ma che si condensavano nell'assicurare al sindaco che gli sarebbe stata assicurata carta bianca, ha inevitabilmente inciso sul perseguimento degli obiettivi dell'amministrazione, costringendo il sindaco a cercare continuamente soluzioni e compromessi; 

- nonostante la massima buona volontà del sindaco e gli inviti ripetutamente rivolti ai consiglieri in oggetto di Forza Italia, nel qual partito nel frattempo erano confluiti i tre consiglieri del Cdl, ad una leale e aperta collaborazione la situazione è peggiorata; 

- gli indicati consiglieri di Forza Italia non hanno esitato a schierarsi con Rifondazione comunista per non approvare un importante e decisivo ordine del giorno del sindaco a favore dei lavoratori socialmente utili; 

- il sindaco, costatata la impossibilità di proseguire efficacemente sulla strada delle realizzazioni degli obiettivi programmatici - avviati nonostante quanto sinteticamente sopra esposto verso la loro realizzazione - e la sostanziale e perdurante violazione degli impegni preelettorali e di coalizione, consegnava ai primi di gennaio al Presidente del Consiglio richiesta di convocazione per la discussione delle proprie dimissioni; 

- Forza Italia dichiarava allora di non volere la fine della amministrazione e assicurava al sindaco piena collaborazione;

 - Ancora una volta il sindaco riteneva di ammettere la buona fede di chi assicurava collaborazione, non insistendo nelle dimissioni, ma doveva ben presto ricredersi in occasione di un nuovo episodio di accordo tra Forza Italia e Rifondazione comunista in merito al costruendo Palazzo dello Sport; - I'occasione del consiglio successivo, in cui il sindaco - in merito ad un ordine del giorno privo di qualsiasi effetto pratico - votava a fine di meramente dimostrativo con Rifondazione comunista, cosa che anche un bambino di cinque anni avrebbe capito, si verificava una disgustosa gazzarra d parte dei consiglieri di Forza Italia in questione, con insulti e tentativo di aggressione fisica;

 - la presa di posizione contro il sindaco e giunta si ripeteva in occasione dell'ultimo consiglio comunale in materia di Prg, quando nove consiglieri di FI uscivano dalla maggioranza per votare contro l'ordine del giorno del sindaco della giunta e degli altri partiti della coalizione, votato invece da tutti gli altri consiglieri compreso il consigliere di FI Rodio, unico ad essersi comportato sempre in modo corretto e collaborativo; 

- FI non è altro a Ceglie che un'aggregazione disordinata di consiglieri e di persone, senza una guida o una unitarietà di posizioni, con evidente mancanza di capacità di gestione del partito da parte dei dirigenti locali ovvero mancanza di volontà di gestione e di partecipazione al perseguimento degli obiettivi dell'amministrazione e della coalizione di maggioranza;

 - Gli accordi preelettorali, le finalità e gli obiettivi amministrativi risultano continuamente traditi dai suddetti consiglieri e dai loro dirigenti, a parole inseriti nella maggioranza ma nei fatti facenti opposizione subdola e simulata, certamente più grave e deleteria di quella palese dei partiti della sinistra, con atteggiamenti e comportamenti contrari ai principi della casa delle Libertà, cui sindaco e giunta e gli altri partiti della maggioranza appartengono; 

- Non è più tollerabile che sindaco e assessori continuino ad essere esposti alle falsità ed agli insulti di personaggi deleteri per la vita del paese, che con i loro comportamento tradiscono il mandato elettorale, gli accordi di programma, la coalizione di maggioranza e lo stesso partito cui appartengano. Tutto ciò considerato, constatata anche la impossibilità di perseguire il programma elettorale e gli obiettivi amministrativi, rispetto ai quali i consiglieri di cui sopra sono, orami palesemente, avversi e la mancanza di qualsiasi spirito di collaborazione, anzi l'esistenza di una aperta ostilità, a causa della quale il sindaco ha dovuto cancellare attività già programmate (stipula dell'atto costitutivo del consorzio ceme, costruzione del palazzo dello sport, corso postuniversitario sull'ambiente e lo sport, convenzione con il Politecnico di bari per corso sulle tecniche edilizie tradizionali e sull'applicazione delle fonti di energia alternativa, ecc), pur con sommo rammarico, date le concrete prospettive di realizzazione di importanti risultati, passando dalla fase della preparazione alla fase della realizzazione, con forte sviluppo al progresso del paese, presenta le proprie irrevocabili dimissioni, invitando il consiglio comunale a prenderne atto, e ringrazia il vice sindaco, Domenico Urso, gli assessori Mino Gervasi, Lucia Ricci, Ciro Argese, Mario Allegretti, Rocco cavallo e Antonio Putignano per il ooro appassionato e proficuo impegno, che spesso ha comportato rilevanti sacrifici personali e grande responsabilità; i consiglieri Cataldo Rodio, Cataldo Bellanova, Angelo Lenoci e Cosima Gallone per la loro collaborazione, lealtà e correttezza.

Il sindaco Pietro Magno"

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