Elezioni amministrative 2002 - Ceglie Messapica (Br)

 

Articoli sul voto amministrativo di Ceglie M.

 

Nel centrosinistra la Margherita parte con idee

ambiziose. In corsa il patron del basket locale 

Le scissioni forziste condizionano il Polo


di MARCELLO ORLANDINI

 

Il caso Pietro Magno ha lasciato visibili ruggini all’interno del centrodestra a Ceglie Messapica. Sono meccanismi ad orologeria potenzialmente pericolosi, che potrebbero avviarsi nel caso di una nuova vittoria del Polo alle comunali del 26 maggio. Ma anche la griglia di partenza è inquinata dalle tensioni della vigilia che hanno interessato soprattutto gli uomini di Forza Italia. Chi non è riuscito a risolvere i problemi all’interno del partito si è attrezzato per aggirare l’ostacolo e giocare la carta del pacchetto di voti da gettare al momento opportuno sulla bilancia.

Sembra sensibilmente più tranquilla invece la situazione del centrosinistra, con un Pietro Mita che non dovrebbe ripetere gli errori delle passate elezioni (ammesso che li riconosca come tali), e che deve guardarsi anche dalla tentazione dello scontro frontale con Mario Annese, vecchio patriarca schierato in campo per riunire l’anima moderata della città in un blocco blindato alla democristiana.

La guerra condotta nel recente passato da Forza Italia all’indipendente sindaco Pietro Magno, voluto da Alleanza Nazionale e più propenso a governare da Roma, ma soprattutto senza tenere conto dell’establishment locale, lo ha costretto all’inizio del 2001 alle dimissioni. Ora nella lista di Forza Italia svettano i tre maggiori nemici di Magno, e cioè Vincenzo Galetta, Pietro Mita (uno dei tanti omonimi) e il coordinatore provinciale Nicola Ciracì, e la cosa crea problemi in Alleanza nazionale.

Ma Ciracì è anche la causa dell’allontanamento dagli “azzurri” di quel Rocco Cavallo che era appoggiato dal deputato Luigi Vitali, e che ora scende in campo da solo a capo di ben due liste civiche, una storica (Forza Ceglie), l’altra nuova, Ceglie Libera, zeppe di piccoli imprenditori locali dei settori agricolo e tessile. A Cavallo basta raggiungere un risultato che gli consenta di trattare da posizione di forza ciò che non è riuscito ad avere all’interno del partito per opposizione del coordinatore provinciale. Ma a quel punto, potrebbe giocare le sue carte anche con il centro sinistra.

La diaspora (forse contingente e non irreversibile) all’interno di Forza Italia è evidente anche osservando le liste che appoggiano Annese: il numero uno di quella di Alleanza Nazionale è l’ex assessore comunale forzista Ciro Argese; in quella dell’Udc c’è addirittura un consigliere provinciale eletto con gli “azzurri”, Francesco Locorotondo, figlio di Paolo. Tutti coloro che nutrono ambizioni cui Ciracì può fare ombra partono per le elezioni fuori dalla schiera del partito di origine.

Sul versante opposto c’è la Margherita che non dovrebbe avere problemi ad ottenere da Mita, in caso di ritorno a palazzo di città del professore di Rifondazione, la delega di vicesindaco. Spicca tra i candidati del nuovo partito unitario l’imprenditore Gianfranco Sportelli, patron della squadra di basket “Città di Brindisi” che sta disputando il campionato di serie B/2.

Gioca per conto proprio invece un altro ex assessore, ma della giunta Mita, quell’Antonio Pepe che aveva la delega allo Sport. E’ questa volta il candidato sindaco di un’altra lista civica di ceto medio e artigiano, Uniti per Ceglie, che in caso di ballottaggio non dovrebbe far mancare il proprio appoggio al centrosinistra, ovviamente sulla base di un accordo preciso.

A proposito, cosa ne pensa Pietro Mita, stavolta, dell’ipotesi di un apparentamento? Rifiuterà come la volta scorsa, quando alla richiesta del candidato sindaco dell’Ulivo, il giornalista Mino De Masi, disse no offrendo solo un patto sul programma e agevolando il lavoro di Pietro Magno?

Al centro dei problemi sui quali si svilupperà la contesa elettorale ci sarà, inutile dirlo, ancora una volta il Piano regolatore generale, al quale Mita negli anni scorsi stava lavorando sotto una gragnuola di critiche dell’opposizione polista. La quale, una volta in sella, il problema poi non l’ha risolto. E per una città di grandi ambizioni turistiche l’assetto del territorio e del centro urbano non è questione secondaria.

(Il Nuovo Quotidiano)

 

 

 

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