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In questa pagina notizie e servizi in aggiornamento continuo da Ceglie Messapica (Brindisi)

 

 

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Ospedale di Ceglie: a gonfie vele il servizio di radiologia

Mercoledì, 31 luglio

Stando ai primi dati in possesso, si può affermare che verrà sfondato il tetto delle 1268 mammografie eseguite all'interno dell'unità operativa del servizio di radiologia del presidio ospedaliero cegliese. E questo non fa che confermare come il discorso della prevenzione si sia ormai radicato nel territorio. Infatti dalle 405 mammografie eseguite primi tre mesi di quest'anno, secondo una prima stima - i dati definitivi si potranno conoscere fra qualche settimana - a metà anno si è sfondato il tetto delle mille prestazioni. Solo lo scorso anno si era chiuso a 1268 mammografie eseguite; un dato sempre in crescendo, passando dalle 470 del 1999 alle 957 del 2000. Va anche detto che il servizio funzionante presso la radiologia è inserito in un progetto regionale di prevenzione.

«Dati di cui essere soddisfatti - afferma il dott. Gaetano Gallone, responsabile del progetto - che hanno notevolmente abbassato la patologia clinica».
Uno dei primi obiettivi del progetto di prevenzione è stato quello di abbassare la lista d'attesa. E nonostante la carenza di personale - c'è un solo medico più un altro a scavalco tra Ceglie e Francavilla - si è riusciti a portare i tempi di attesa dai sei mesi al massimo due.

«C'è però da precisare - è sempre Gallone a parlare - che questo discorso vale solo per le mammografie di prevenzione , mentre per quelle cliniche segnalate dai consultori o dai medici di base, i controlli oncologici vengono eseguiti immediatamente».

Ed il medico radiologo punta molto l'attenzione sulla collaborazione che si è instaurata proprio con i consultori e di medici di base, «fondamentale per ottenere dei risultati nel campo della sensibilizzazione e della prevenzione». Ma come si è riusciti ad abbassare questo tempo d'attesa, se i medici si possono contare su appena due dita della mano? E questo non perché a Ceglie non li mandano, ma perché non se ne trovano.

«Abbiamo sopperito - chiarisce il dott. Gallone - con il ricorso al doppio turno, arrivando a lavorare per dodici ore consecutive».

Un altro dato interessante è la provenienza dell'utenza. Analizzando i dati riferiti ai soli primi tre mesi dell'anno in corso si evince che dopo il 43,21 per cento di donne cegliesi, la provenienza è così distribuita: il 25,43 da Francavilla F., il 9,63 da Villa Castelli, il 4,20 da Oria, il 4,18 da S.Michele S., mentre sul 2 per cento si attesta Ostuni, S. Vito dei N., Mesagne, Costernino, Erchie. Altro dato è il 3,46 per cento di donne provenienti da fuori Asl.

E restando in tema, un altro dato che è sicuramente notevole e che è un ulteriore conferma della strada fatta nel campo della prevenzione riguarda quello delle prestazioni senologiche. Basta dire che dalle 1253 prestazioni del 1999 si è saliti a 3323 del 2000, arrivando alle 4319 dello scorso anno. Sulla scia i dati riferiti all'anno in corso. Insomma il progetto che vede il servizio di radiologia impegnato ha dato i suoi frutti, segno dell'ottimo lavoro che si svolge, al punto che lo stesso direttore sanitario, Antonio La Spada, non si è attardato ad affermare come «i dati testimonino, oltre che una implementazione della mobilità attiva, anche e soprattutto una crescente fiducia del territorio verso il servizio».

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

 

 

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Il prof. Selvaggi: "Ospedali, si smantellano realtà radicate"

Mercoledì, 31 luglio

In relazione al Piano di riordino ospedaliero pubblichiamo la lettera che il prof. Luigi Selvaggi ha scritto per commentare il progetto della Regione Puglia, esprimendo preoccupazioni e evidenziando aspetti specifici. I destinatari di questa analisi sono il presidente della Regione, Raffaele Fitto; l'assessore alla sanità Salvatore Mazzaracchio; il rettore dell'Università, Giovanni Girone; il preside della facoltà di Medicina, Salvatore Barbuti; il direttore generale del Policlinico, Pompeo Traversi.

 Ho preso visione del piano regionale di riordino della rete ospedaliera e mi vedo costretto a scrivere queste note sia nella veste di professore ordinario di ginecologia e ostetricia della Università di Bari, sia nella veste di presidente della Società italiana di medicina perinatale, sia come direttore del Dipartimento universitario, sia quale componente del gruppo di lavoro, istituito dalla stessa Regione Puglia, per la realizzazione del progetto obiettivo «Tutela materno-infantile».

«GLI ESPERTI NON SONO STATI TENUTI IN CONSIDERAZIONE» 

Devo innanzitutto, far presente che i componenti del su citato gruppo di studio non sono mai stati interpellati da chi ha steso il piano, così come il lavoro prodotto dallo stesso gruppo (ben due volumi per 149 pagine) non è stato tenuto in alcuna considerazione.
È chiaro, inoltre, che i rilievi che saranno fatti riguardano esclusivamente il riordino dei reparti di ginecologia ed ostetricia, non avendo competenza per discutere delle altre specialità, cosa che al contrario ho l'impressione abbiano fatto gli estensori del piano.
Ho la netta impressione, come detto, che nel riordino non si sia tenuto in alcun conto quanto elaborato, senza alcun compenso, dalla commissione di esperti; inoltre, non è chiara o meglio non sono scritti i principi ai quali si è fatto ricorso per il riordino stesso.
Il gruppo di studio, al contrario, prima aveva denunciato i principi ispiratori del piano, quindi li aveva applicati alla realtà regionale.

I NUMERI E LE SCELTE

Per esempio era stato detto che dovevano essere mantenute solo le unità operative con più di 500 parti all'anno e che lo standard (dati riconosciuti validi a livello nazionale) doveva essere di 30 letti di ostetricia, 3 letti di sala travaglio, 15 culle per le cure minime neonatali e 5 culle per le cure intermedie, ogni 1000 parti; inoltre occorrevano 8 posti letto di terapia intensiva neonatale e di 16 di sub-intensiva ogni 6000 parti. In complesso dovevano essere mantenute 42 unità di ginecologia e ostetricia, con 9 di II livello, per un totale di 1350 posti letto.

I PRINCÌPI IGNORATI

Nessuno di questi principi sembra sia stato mantenuto nella realizzazione del piano. Infatti, i posti letto sono 1478 contro i 1350 previsti, le unità di neonatologia sono scomparse, tranne in alcune strutture; le strutture pubbliche sono state penalizzate a vantaggio degli enti ecclesiastici (si riducono notevolmente i posti letto del Policlinico, del Di Venere e degli Ospedali Riuniti di Foggia, mentre vengono aumentati di 2 unità quelli di Acquaviva, di ben 12 unità quelli di Tricase, e vengono ridotti quelli di San Giovanni Rotondo, che resta, però, con 102 letti la maternità più grande di Puglia!).

SCOMPAIONO REALTA' RADICATE

Scompaiono alcune realtà radicate nel territorio come l'unità operativa dell'ospedale di Terlizzi (1080 parti nel 1995) e quella dell'ospedale di Trani (949 parti), rispettivamente quelle con più parti nella propria Asl; stessa cosa dicasi per la Asl di Brindisi dove chiudono Mesagne, San Pietro Vernotico, Fasano e Ceglie Messapica (tutte unità con oltre 600 parti all'anno) per mantenere Ostuni (322 parti) e Francavilla (379 parti). Chiude Nardò (699 parti) nella Lecce 1 e Gagliano del Capo (710 parti) nella Lecce 2, mantenendo aperte unità operative con un numero di parti di gran lunga inferiore; si potenzia, però, in modo del tutto particolare la unità operativa dell'ospedale di Lucera, che aveva avuto nel 1995 ben 215 parti!
Infine non sembra si sia tenuto in alcun conto la distribuzione logistica nel territorio, visto che vengono mantenute unità, tipo Copertino e Lucera, che sono a pochissimi chilometri da strutture importanti, quali Lecce e Foggia.

E LA SANITA' PRIVATA?

Ultima annotazione, poi, riguarda le strutture private in convenzione che, stranamente, non vengono citate, come se questi letti facessero parte di una realtà avulsa dal riordino ospedaliero.
È auspicabile che un servizio pubblico tanto importante, quale quello materno-infantile, non venga ad essere sacrificato con la riduzione inspiegabile di unità operative e di posti letto pubblici a vantaggio di strutture private.
La logica vorrebbe che prima di qualsiasi riduzione nel pubblico venisse attuata l'abolizione del convenzionamento con il privato.

I TAGLI AL POLICLINICO

Non posso, però, chiudere, questa breve nota senza fare un accenno alla realtà del Policlinico, realtà non solo assistenziale ma principalmente di didattica e di ricerca. A tal fine, infatti, occorre tener presente che la finalità delle strutture che operano in tale istituzione è prevalentemente di didattica e di ricerca e tutta l'attività assistenziale viene svolta in funzione di queste priorità.
Nel conteggio, quindi, sia dei posti letto, sia delle unità operative, sia delle esigenze in genere (vedi l'annosa questione del personale del comparto) si deve tener conto che tutto questo serve principalmente alla didattica, cioè a preparare medici, specialisti, ostetriche, in particolare per quanto riguarda la disciplina ginecologia ed ostetricia, che un domani devono operare nel territorio regionale; più preparate saranno queste figure, migliore sarà la sanità in Puglia.

DIDATTICA E POSTI LETTO

La drastica riduzione, per esempio, dei posti letto (meno 104) attribuiti alla ginecologia ed ostetricia, riduzione che non trova alcuna giustificazione (ricordo al contrario che da 4 anni sono in corso una serie di lavori di adeguamento che stanno cambiando completamente la struttura stessa, che alla fine dovrebbe essere composta da 162 posti letto contro i 200 originari), influirà notevolmente sulla mole di ricoveri e sulle possibilità di eseguire interventi chirurgici sia da parte degli strutturati, sia da parte delle figure in preparazione, tanto da mettere in discussione la sopravvivenza delle due scuole di specializzazione in ginecologia ed ostetricia ed il corso di laurea breve in ostetrica/o.
Così anche, la riduzione del numero dei ricoveri potrebbe determinare una riduzione delle attività di ricerca; avendo, infatti, meno casistica clinica a disposizione, si potrebbe andare incontro alla esclusione dell'università da sperimentazioni internazionali.

«LASCEREMO LA NOSTRA REGIONE»

Tutto questo, credo, non sia minimamente accettabile da parte dell'Università degli studi di Bari.
Se poi la volontà politica è quella di continuare ad affossare ulteriormente la facoltà di medicina e chirurgia della Università di Bari, incrementare i «viaggi della speranza» e privilegiare il privato nei confronti del pubblico, vorrà dire che, seguendo l'esempio di tanti altri, lasceremo la nostra regione per portare il nostro contributo ad altre realtà territoriali che sappiano apprezzarlo.

 

prof. Luigi Selvaggi
Direttore del dipartimento
di scienze chirurgiche generali
e specialistiche dell'Università

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ospedali, l'Ulivo pugliese contesta il Piano: "Si privatizza"

Martedì, 30 luglio

«Se le strutture già declassate non conserveranno una serie di servizi minimi, proporremo di togliere la scritta "ospedale" perché sarebbe un falso»: una protesta al limite della provocazione quella avanzata dal diessino Gaetano Carrozzo durante la conferenza stampa durante la quale il centrosinistra ha bocciato senza possibilità di appello (minacciando ricorsi in ogni possibile sede) il provvedimento di riordino ospedaliero approvato dalla giunta regionale.
Tutto il «quartier generale» del centrosinistra (Pepe, Frisullo, Carrozzo, Emanuele Sannincandro, Arcangelo Sannincandro, Valente, Lomelo, Madaro, Loizzo, Potì) si è trovato compatto e unisono a bollare come «blitz» e «imbroglio» la «rivoluzione ospedaliera» di Fitto. E la bocciatura è stata complessiva: per il metodo (le consultazioni - hanno ribadito - sono un obbligo di legge, non una elargizione), e per i contenuti.

Il centrosinistra parla di «perverso meccanismo degli accorpamenti impropri in presidi ospedalieri unificati, di declassificazione a cronicari di numerosissimi strutture, di agonia che porterà a ad una vera e propri dismissione annunciata». Emblematiche - affermano - le situazioni di Nardò, Gagliano del Capo, Fasano, S. Pietro Vernotico, Torremaggiore, San Marco in Lamis, Massafra, Terlizzi, Trani, Molfetta, Triggiano, Gioia, Conversano, Spinazzola. Poi, c'è l'elenco di strutture trasformate solo in luoghi per lungodegenti: Bitonto, Santeramo, Noci, Ruvo, Minervino, Ceglie Messapica, Mesagne, Monte Sant'Angelo, Mottola, Campi salentina, Maglie e Poggiardo.

I rappresentanti del centrosinistra, poi, sottolineano «l'indebolimento» di ospedali fondamentali: innanzitutto l'Oncologico di Bari e poi, sempre nel capoluogo, il «San Paolo», «Di Venere-Giovanni 23°», il «Fazzi» di Lecce, e strutture medie quali Copertino, Galatina, Gallipoli, Putignano, Castellana, Martina, Grottaglie e Manduria. C'è la parola fine - aggiungono - sull'ospedale di Vico sul Gargano, promesso più volte.

L'opposizione denuncia un proliferare di cardiochirurgie, pubbliche e private, e i tagli alla sanità pubblica senza che quella privata sia stata intaccata
In questo contesto, il centrosinistra chiede che in ogni presidio non possa mancare un punto fisso di primo intervento ospedaliero dotato di guardia medica per 24 ore, un servizio di radiologia e laboratorio d'analisi, un'ambulanza di tipo A, nonché una rete adeguata di pronto soccorso e del 118 sull'intero territorio regionale.

Il dibattito: per il portavoce della Margherita, Pepe, si tratta di un «piano cosmesi» che farà aumentare la difformità sul territorio. Ha annunciato che «la responsabilità è solo della giunta e l'opposizione non vuole essere coinvolta. Impugneremo il piano in tutte le sedi possibili».

Il diessino Carrozzo ha rilevato che «mentre si chiudono subito strutture per quelle da aprire c'è un iter complesso» (le aziende devono chiedere il permesso alla Regione dopo avere dimostrato la disponibilità finanziaria, ndr). Si tratta di nuove istituzioni solo sulla carta». Ha annunciato l'opposizione alla chiusura annunciata di quattro aziende ospedaliere.

Madaro (Italia dei Valori) ha sostenuto che la sanità non può essere una questione di bilancio, e Frisullo (Ds) ha aggiunto che «il presidente ha avviato indegnamente consultazioni solo con la sua maggioranza e in modo provinciale. Emanuele Sannicandro (Margherita) ha denunciato la logica dei due tempi, tra chiusure immediate e le aperture solo annunciate, e il socialista Potì la chiusura totale del governo ad ogni forma di dialogo. Il socialista Introna denuncia «il peggioramento della qualità dei servizi sanitari che saranno offerti alla regione».

 

 

 

 

 

 

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Il centro storico si trasforma in un grande ristorante

Martedì, 30 luglio

«Scusi, mi sa indicare dov'é l'invito a cena nel centro storico organizzato dai ristoratori?». Questa la domanda che ci si sentiva rivolgere con più frequenza per le vie principali della città domenica sera, intorno all'ora di cena. Segno che l'appuntamento curato da «Ceglie é...» con il sostegno dell'amministrazione, può essere ormai considerato un simbolo dell'estate cegliese e un punto di riferimento per tutti gli appassionati del buon cibo.

La manifestazione - il cui obiettivo é quello di rilanciare la gastronomia tipica di qualità, e di conseguenza il turismo - si é svolta come tradizione vuole da otto anni, pur presentando qualche piccola novità. Il borgo antico, illuminato da fiaccole, é stato suddiviso in quattro aree ristoro che avevano come punto di riferimento il chiostro della Casa Comunale, l'atrio del Castello - faceva un bell'effetto vederlo riaperto dopo anni -, largo Gelso e la piazza Vecchia. Qui erano allestiti gli stand, dove al prezzo di 8 euro era possibile assaggiare le pietanze che tanto ci invidiano nei paesi limitrofi e non solo: «le stacchiodde cu case recotte», «u grane pisate», «le marangiane», le carni arrosto, i formaggi («u case cavadde», «a recotte di crape»).

Potevano mancare gli ormai arcinoti «piscuettl» a base di mandorle, sulla cui ricetta originaria ancora si discute, i vini tipici, gli olii e il miele? No di certo, come non poteva mancare la musica simbolo della tradizione contadina. Tra le novità, una piccola guida italiano/inglese intitolata «Ceglie Messapica, un viaggio alla ricerca dei gusti della terra», distribuita gratuitamente a tutti i turisti con l'obiettivo di presentare «Ceglie é...» le sue attività, ma anche le persone che ci lavorano. Curato dall'agronomo Felice Suma, l'opuscolo é diviso per «stagioni», ed oltre presentare una scheda analitica per ogni associato, offre notizie e curiosità sui prodotti e sui vari punti vendita. Da segnalare infine un gesto che fa onore a tutti e 15 gli associati: parte dell'incasso della serata sarà devoluto al neo-nato Comitato per il restauro della chiesa di S. Anna.

 

 

 

 

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L'associazione "Caelium" fa rivivere la magia di Modugno

Lunedì, 29 luglio

E’ stato un gran successo il concerto “Omaggio a Domenico Modugno” proposto dal noto musicista romano Bruno Tommaso e la sua orchestra. Più volte il sincero applauso del numeroso pubblico accorso nel salone della Fondazione San Raffaele, ha sottolineato la qualità dei pezzi del “Mimmo Nazionale” rivisitati ed arrangianti in tono jazzistico. E poi la stupenda voce della solista Mara De Mutis è stata una vera chicca. Il concerto è stato organizzato dal Centro Artistico Musicale “Caelium” del maestro Massimo Gianfreda che ancora una volta porta a Ceglie musica di alto livello artistico, a poche settimane dalla conclusione della settima stagione concertistica che, iniziata a Dicembre si è potranno con otto concerti fino a maggio scorso.

L’omaggio a Modugno, come dicevamo in rivisitazione jazzistica, ha proposto alcuno dei 120 brani scritti e cantati dal cantante poliganese ma vissuta per lunghissimo periodo a san Pietro Vernotico dove il padre faceva la guardia municipale. Brani che restano nella memoria non solo dei più anziani, ma anche dei giovani, ed al concerto ce n’erano tantissimi che hanno partecipato ritmando pezzi come “Il suo nome è Lili”, “Na tazzurell e cafe”, “Nel blu dipinto di blu”, ovvero “Volare”,divenuta quasi un inno mondiale della canzone. Queste alcuni dei dodici brani  inseriti nel concerto. Bruno Tommaso e la sua Orchestra hanno confermato una performance che è frutto di studio, ricerca del particolare, insomma vera arte musicale. L’Orchestra si completava con Gaetano Partipilo (sax contralto), Sabino Fino (sax tenore), Rossano Emili (sax baritono), Vincenzo Deluci (tromba), Michele Marrano (corno francese), Lucio Ferrara (chitarra), Giovanni De Sossi (contrabbasso) e Antonio Di Lorenzo (batteria).

La serata ha anche avuto un’appendice artistica, con la presentazione della mostra di pittura di Rosangela Chirico, artista cegliese che ha già alle spalle una  più che buona attività espositrice in campo nazionale con tanti premi vinti. La sua - scrive il prof. Gaetano Scatigna Minghetti -  “è un’arte dall’impronta fresca ma consapevole della tavolozza multiforme”.L’intera sala era adornata di sue opere e, nell’intervallo del concerto, è stata sorteggiata una litografia tra tutti coloro che hanno acquistato un biglietto, con il ricavato destinato in beneficenza  alla Fondazione S. Raffaele. La signora Rina di Brindisi ha avuto la fortuna di vincere il premio.

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

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Ospedale: l'opposizione e l'Udc contestano il sindaco

Domenica, 28 luglio

Diametralmente opposte il parere delle opposizioni in merito alla “soddisfazione”  del sindaco Mario Annese sul futuro dell’ospedale cegliese nell’ambito del riordino varato dalla giunta regionale nella seduta di venerdì. Per la verità anche all’interno della Casa delle Libertà c’è chi ha voluto smorzare un po’ questo entusiasmo, come il conigliere provinciale e capogruppo dell’Udc, Francesco Locorotondo.

Rispetto alle prime indiscrezioni trapelate e che avevano suscitato già proteste il piano partorito dalla giunta regionale confermava ortopedia, lungodegenza e psichiatria con l’aggiunta di cinque posti di day hospital di chirurgia più i servizi ambulatoriali. Da qui la divergenza di vedute rispetto all’ottimismo esternato dal sindaco. Per nulla soddisfatta la sen. Rosa Stanisci che ribadisce il suo giudizio negativo sull’intero piano di come “la giunta regionale abbia voluto operare senza sentire l’esigenza di coinvolgere le forze politiche locali e gli stessi operatori” e che “meraviglia la posizione del sindaco di Ceglie quando altrove, sindaci del Polo, hanno assunto posizioni diverse”.

E sulla stessa lunghezza d’onda il segretario e capogruppo pidiessino Pietro Mita il quale afferma: “le bugie del Polo vengono a galla. Siamo rimasti sconcertati dalla soddisfazione dimostrata dal sindaco Annese che si accontenta nemmeno di tutte le briciole, disattendendo le aspettative del popolo cegliese. Il centrosinistra, così come aveva anticipato in campagna elettorale, oggi è più che mai convinto che la classe dirigente del Polo locale non è solo incapace di governare, ma anche di avere quel minimo di rispetto politico da parte degli stessi amici di partito, visto quello che è stato fatto in termini di potenzialità ad Ostuni e Francavilla Fontana”. E qui sottolinea l’urgenza di convocare subito una seduta monotematica del consiglio comunale.  Questo il pensiero del capogruppo  della Margherita, Tommaso Argentiero: E’ incredibile con quale facilità il centrodestra vuol far passare una evidente sconfitta in una vittoria. Ma quale ospedale salvo. Cinque posti letto medicheria, più che di chirurgia, sono l’ennesima umiliazione nei confronti di questa città e degli stessi operatori che, in situazioni di estrema difficoltà con il personale che si lasciava partire altrove senza più sostituirlo, ha garantito un servizio di qualità”.

Urgente anche per l’esponente della Margherita una seduta monotematica invitando la popolazione “a stare all’erta, in difesa di quello che gli viene tolto”. Nicola Trinchera, capogruppo di Rifondazione è della stessa opinione e,  dopo aver sottolineato come “è’ inaccettabile la dichiarazione del sindaco in cui afferma che l’ospedale di Ceglie è salvo colo perché sono stati aggiunti 5 posti letto di chirurgia rispetto alla proposta iniziale”, aggiunge  che “la verità è che con questo piano nel giro di pochi anni i restanti reparti verranno chiusi riducendo l’ospedale di Ceglie ad un semplice pronto soccorso”. Infine una previsione drastica: “Nel nostro comune – è sempre Trinchera a parlare – non nasceranno più bambini, le future generazioni saranno tutte forestiere”.Ma tutto questo il capogruppo di Ric lo giustifica con il fatto che “il governo regionale è in linea con quello di Berlusconi, smantellando la sanità pubblica in favore di quella privata”. Ma non solo solo i politici ad avanzare disappunto per la decisione della giunta. Le Acli hanno inviato un telegramma di protesta al presidente della giunta Regionale Raffaele Fitto ed il presidente del comitato di salvaguardia, Cataldo Rodio preannuncia clamorose iniziative. Fuori dal coro la dichiarazione di Angelo Gasparro, dell’esecutivo provinciale di Forza Italia per il quale “le proteste di alcuni settori dell’opposizione sono strumentali e campanilistiche” e che “Ceglie una volta tanto non ha avuto bisogno dell’intervento dei parlamentari e di esponenti dei comuni viciniori, ma ha saputo con l’attivismo del sindaco Mario Annese e degli esponenti politici locali salvaguardare i propri interessi”.

Luca Dipresa

                                                                                   

 

 

 

 

 

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Ospedale: dopo il danno, i partiti litigano pure sulle reazioni

Venerdì, 26 luglio

Mentre a Ceglie le forze politiche hanno dato iniziato al balletto delle responsabilità sul ridimensionamento dell'ospedale a Bari, la giunta regionale ha approvato il Piano di riordino ospedaliero che prevede per la struttura cegliese la chiusura del reparto chirurgico, la ginecologia e altri servizi associati. In sostanza l'ospedale di Ceglie, secondo il piano che ora passerà all'esame del Consiglio regionale, prevede in totole 78 posti letto così distribuiti: Ortopedia e traumatologia 20, Psichiatria 15, Lungodegenza 43.

Ceglie avrà comunque un contentino: nel Piano corretto dalla  Giunta pugliese vengono restituiti al nosocomio cinque posti letto per la Chirurgia, un intervento però che non precisa se il servizio sarà appoggiato al reparto di Ostuni o avrà una propria autonomia. L'esiguo numero fa pensare ad una sorta di astanteria i primo intervento.

«Siamo intenzionati a dare battaglia con iniziative pubbliche e politiche anche eclatanti». Così si esprime il segretario e capogruppo dei Ds, all'indomani delle anticipazioni apparse sulla stampa e relativo al piano di riordino ospedaliero che «vede il nosocomio cegliese fortemente penalizzato nonostante abbia una struttura sicuramente più funzionale di altre». Ma c'è di più. Nei giorni scorsi, esattamente lunedì mattina, era stata convocata la conferenza dei capigruppo con all'ordine del giorno «seduta consiliare monotematica per dare il giusto rilievo al problema ospedale civile». E questo anche sulla scorta di quanto scaturì dall'incontro promosso dal comitato per la salvaguardia della struttura, dove si ritenne (oltre al sindaco ed ai rappresentanti delle forze politiche erano presenti anche la sen. Stanisci, il consigliere regionale Marinotti, i consiglieri provinciali Locorotondo e Urso) indispensabile la convocazione di una seduta monotematica aperta ai rappresentanti della Regione, dei parlamentari e dell'Ausl (il direttore generale Lagravinese, in altre occasioni invitato, non si è mai presentato).

Ma il risultato della riunione dei capigruppo è andato nella direzione di formare una delegazione che si rechi presso l'assessorato regionale alla sanità. Posizione non condivisa da Ds e Margherita che incalzavano invece per la seduta monotematica. Queste le dichiarazioni a verbale.
Antonio Suma (capogruppo Fi): «Sarebbe opportuno organizzare un comitato promotore al fine di avere dei dati di certezza ed affrontare un consiglio comunale monotematico». Mita (Ds): «Sono per la seduta monotematica con la presenza delle rappresentanze istituzionali, anche perché la delegazione non avrebbe alcun esito positivo alla luce di quanto già verificato in precedenza».

Locorotondo (Udc): «E' necessario una delegazione anche perché è opportuno che prima si conosca a fondo il problema, ovvero se Ceglie rientra nei parametri del piano di riordino ospedaliero».

Cavallo (Forza Ceglie): «Sono d'accordo con la delegazione, anche perché le seduta monotematico non è opportuna, in quanto si sono già fatti altri consigli». Argentiero (Margherita): «Sono favorevole al consiglio monotematico per arrivare ad un documento unitario con delle richieste ben precise». Trinchera (Rifondazione): «Sull'argomento sono pessimista perché è oramai tardi per poter intervenire in quanto il piano è già stato fatto; piuttosto dovremmo chiedere un incontro con l'ass. Mazzaracchio in modo da capire cosa si prevede per Ceglie».

Venerito (An): «La seduta monotematica al momento non è opportuna e invito il sindaco ad ottenere a breve, un incontro con l'assessore regionale alla sanità».

Queste le posizioni emerse nella conferenza dei capigruppo. Ma i Ds sono per la seduta monotematica. Così come la Margherita. «Ci siamo già sentiti con la Margherita - afferma il capogruppo diessino, Mita - e chiederemo ufficialmente la convocazione della seduta monotematica anche per non deludere le aspettative del comitato e supporteremo la richiesta da una massiccia raccolta di firme dei cegliesi che vogliono sentire con le proprie orecchie chi è che, eventualmente, rema contro». E così prosegue: «Avremo al nostro fianco la sen. Stanisci che si à detta pronta per difendere quella che è una legittima difesa della cittadinanza, e se occorrerà, si è detta pronta ad azioni eclatanti, così come anticipò proprio nel corso dell'iniziativa promossa dal comitato».

 

 

 

 

 

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Telefonia mobile, il Tar boccia il ricorso dei gestori

Venerdì, 26 luglio

Il rischio di pagare una penale di venti milioni al giorno è stata scongiurata. Ma un sospiro di sollievo, la gente di Ceglie potrà tirarlo perchè ha scongiurato - si spera per sempre - il pericolo che la città messapica si trasformasse nel centro di smistamento delle onde elettromagnetiche tra le province di Brindisi e Taranto.

Una sentenza del Tar ha rigettato il ricorso di Wind, Alcatel e Omnitel proposto contro il Comune di Ceglie Messapica che - qualche mese addietro - aveva negato alle tre aziende la concessione edilizia per installare impianti per la trasmissione della telefonia mobile.
Una battaglia che ha visto l'ex sindaco Pietro Magno in prima linea contro i tre «colossi» della telefonia che erano certi di poter installare i loro impianti nel territorio di Ceglie (uno era previsto sul campanile dell'istituto «Don Guanella) dal momento che erano già in possesso dei pareri favorevoli dell'Ausl e della Regione Puglia.

Magno, in quella occasione sostenuto anche da alcune forze di opposizione, mandò a monte i piani delle tre aziende opponendosi con tutte le sue forze ai progetti.

Dall'altra parte della barricata - essendoci interessi per svariati milioni di euro - non restarono certo con le mani in mano e presentarono ricorso al Tar per annullare la decisione del primo cittadino che, di fatto, vietava l'installazione delle antenne per il pericolo che le onde elettromagnetiche potessero provocare danni alla gente di Ceglie.

Ebbene, i giudici (presidente Aldo Ravalli, Silvia Martino e Paolo Severini) hanno sostanzialmente condiviso il parere dell'ex primo cittadino.
Quegli impianti potrebbero essere dannosi, anche se non è dimostrato. In ogni caso, per motivi precauzionali è bene non installarli.

«È noto - scrivono i giudici - che i primi studi compiuti allo stato in via sperimentale, hanno già evidenziato rischi di gravi patologie anche tumorali, in particolare per gli organismi deboli o in via di formazione o di crescita. Pertanto, in presenza di un pericolo anche solo potenziale per la salute umana, il principio di precauzione deve comportare una anticipazione della tutela volta a prevenire l'insorgenza di possibili patologie a breve o a lungo termine e deve altresì evitare l'insorgenza dei diffusi stati di ansia e di stress emotivo per coloro che abitano o vivono in prossimità di una sorgente che emetta onde elettromagnetiche ad alta frequenza».

I giudici hanno anche sottolineato che «la salute non si identifica con la sola assenza di malattia, ma anche con uno stato di completo benessere fisico, psichico e mentale».

Aveva ragione il Comune di Ceglie, dunque anche perchè - tra le altre cose - i ricorrenti «non hanno dimostrato che le prescrizioni regolamentari adottate determinerebbero una oggettiva impossibilità di attivazione e funzionamento del servizio di telefonia su tutto il territorio comunale».

Dal punto di vista tecnico, i giudici hanno anche sottolineato che gli impianti in questione non appartengono alla categoria delle «opere di urbanizzazione primaria» che - in tal caso - sarebbero compatibili astrattamente con qualsiasi destinazione di zona.

Morale della favola, i tre colossi della telefonia dovranno cercare un'altra... casa. Ceglie ha vinto la sua battaglia e il suo esempio potrebbe essere seguito anche da altri Comuni che hanno consentito di installare nei centri abitati ogni tipo di impianto. Altrove i politici scendevano in piazza al fianco dei cittadini e, intanto, le antenne aumentavano.

A Ceglie, invece, gli amministratori dell'epoca decisero di non perdere tempo bloccando ogni progetto senza alcuna manifestazione di piazza.
Il Tar, come emerge dalla sentenza, ha condiviso per la piena soddisfazione dei cittadini.

 

 

 

 

 

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Ospedale: Annese chiede chiarimenti sul taglio annunciato

Giovedì, 25 luglio

Il nuovo impianto della sanità brindisina si articola nella suddivisione tra poli medici e chirurgici. Oltre, naturalmente, all'ospedale Perrino, struttura di eccellenza che, sebbene non più autonomo, e quindi parte della Ausl Br/1, è stato comunque fortemente potenziato con l'inserimento di nuove specialità. Si parla di gastroenterologia, chirurgia pediatrica e toracica, neopsichiatria infantile, oncologia e riabilitazione cardiologica, oltre la lungodegenza. Silenzio totale invece su cardiochirurgia. Nel piano non ce n'è traccia. Alcuni assicurano che è stata cancellata con un blitz dell'ultimo momento. Un blitz notturno, prima della ufficializzazione «ufficiosa». Fatto sta che il Perrino, con l'accorpamento dei presidi di S. Pietro e Ceglie sale da 800 posti letto a 1025.

È perplesso Domenico Lagravinese, direttore generale della Ausl Br/1. Le novità apportate dall'agognato e temuto riordino ospedaliero le ha apprese ieri mattina dai giornali: «È stata una sorpresa, nessuno di noi ne conosceva i contenuti». Al momento di esprimere una valutazione si sottrae con diplomazia: «Le notizie di cui dispongo sono molto generiche, difficile esprimere un giudizio. È necessario prima capire come sono state accorpate le unità operative e quale sarà la distribuzione dei posti letto. Solo così sarà possibile capire se la proposta risponde all'offerta sanitaria e all'indice di attrazione che emerge dal territorio».
Più che ermetico appare blindato Bruno Causo, direttore generale dell'Azienda ospedaliera Di Summa. Non sembra scomporsi più di tanto davanti alla imprevedibile scomparsa di cardiochirurgia dal nuovo piano di riordino. «La negozieremo più avanti», asserisce tranquillo. E come? «Faremo di tutto per averla», insiste mantenendosi sul vago. Per il resto sembra soddisfatto. «Il nostro ospedale è completo di tutte branche specialistiche, autonomo o no resta una struttura di eccellenza». A suo avviso, la modifica della geografia sanitaria non produrrà alcun declassamento. Un'opinione non condivisa in altre sedi politiche.

Loro, i direttori delle due aziende, da buoni padroni di casa, fanno buon viso a cattivo gioco. E appaiono impegnati a non lasciarsi travolgere dal vespaio di polemiche che il novello piano ha scatenato nel giro di poche ore. Condividono la riorganizzazione delle risorse sanitarie, un passo necessario. Ma cercano di capire la filosofia dei colpi di scure. D'accordo recidere i rami secchi che fanno emigrare i pazienti in altre Usl, ma quale è l'obiettivo finale?

Su questo punto le opinioni divergono anche se la visione più accreditata sembra quella che il piano, così come è stato ideato, nel giro di poco porterà ad un ulteriore accorpamento. Gli ospedali di Ceglie, Fasano e S. Pietro nei quali ci sono branche mediche di basso profilo e perciò poco produttive, potrebbero non riuscire a far quadrare i bilanci, come stabilito dalla legge. Da qui il rischio, stando agli esperti del settore, che possano chiudere definitivamente. Insomma la sanità brindisina sembrerebbe orientata a stabilizzarsi su tre poli: Ostuni, Francavilla e Brindisi nei quali sono state concentrate specialità chirurgiche e mediche.

Richieste di chiarimenti giungono da tutti i comuni sedi di presidi ospedalieri. Lo stato di fibrillazione è generalizzato. Molti sindaci, nelle scorse ore, hanno fatto visita al direttore generale della Ausl per avere delucidazioni in merito. Ma non hanno avuto grande soddisfazione, perchè al di là di appunti e indiscrezioni non si è potuti andare. Dalla Regione trapela ben poco.

Mario Annese, primo cittadino di Ceglie Messapica, con una lettera inviata a 27 nominativi tra rappresentanti istituzionali, parlamentari, amministratori e organismi politici, ha chiesto un incontro urgente con l'assessore regionale alla Sanità, Salvatore Mazzaracchio, al fine di acquisire «esatte cognizioni in merito al piano di riordino ospedaliero, con particolare riferimento alla struttura ospedaliera di Ceglie Messapica atteso che, contrastanti notizie, stanno creando nella popolazione una tangibile tensione e nello scrivente, seria preoccupazione di ordine pubblico». Nella cittadina c'è grande allarme, tanto che è stato già costituito un Comitato per la difesa del diritto alla salute.
«Siamo di fronte ad un piano di riordino che ancora una volta non è tale. Si fa finta di chiudere ospedali ma di fatto si mantengono in un' agonia che sposta nel tempo la vera e propria chiusura - afferma con tono deciso Carmine Dipietrangelo diessino e vice presidente del Consiglio regionale -. Non ha senso dividere gli ospedali in medici e chirurgici. Questo è l'imbroglio. Tutti sanno che la medicina ha bisogno di chirurgia e la chirurgia della medicina perché sono branche le cui attività si intersecano. Con tale scelta si fa finta di non chiudere gli ospedali ma di fatto, è stata decretata la morte di alcuni di essi. È il caso di Mesagne, Fasano, Ceglie e S. Pietro Vernotico.
L'unico risultato che si otterrà è la paralisi della provincia di Brindisi, e non certo la risposta ai bisogni di salute del territorio.
Anche il fatto che il piano non sia stato discusso con gli operatori e i sindacati, la dice lunga sulla volontà reale di fare un riordino serio e costruito con il consenso. In questa riorganizzazione l'ospedale di Brindisi perderà la sua autonomia aziendale ma perderà anche quello che si era riusciti a trattare nel passato: la cardiochirurgia. La specialità compare però negli Ospedali riuniti di Foggia.
«Non si tratta di un piano di riordino ma di un doloso piano septico - afferma Fabiano Amati, coordinatore provinciale della Margherita all'unisono con il sen. Antonio Gaglione, l'on. Giovanni Carbonella e il responsabile del settore salute del partito, Gino Guida. Un marchingegno di riduzione scriteriata e generalizzata di servizi attualmente erogati, destinata ad alimentare antipatiche tensioni localistiche. Per questi motivi, se il piano di riordino sarà quello pubblicizzato in queste ore, chiameremo il partito ad esaminare l'eventuale promozione di eclatanti forme di protesta civica».

(La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

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Arriva il Piano ospedaliero: Ceglie sarà solo lungodegenza 

Mercoledì, 24 luglio

Come era stato ampiamente anticipato - e temuto - il Piano di riordino degli ospedali pugliesi prevede un forte ridimensionamento dei reparti di Ceglie Messapica riconvertiti più che altro alla lungodegenza. La Regione Puglia ha presentato le bozze del riordino ai consiglieri di maggioranza (l'ente è governato dal Polo), quadro peggiorato ieri sera quando il presidente Fitto e l'assessore regionale alla Sanità Mazzaracchio hanno tentato di far digerire il progetto agli alleati. Gioco delle parti?, proteste sparate a salve? Polemiche virtuali? Certo è che i consiglieri regionali dei settori più penalizzati rischiano di perdere il feeling con i propri elettori, da qui le "grandi manovre" delle ultime ore per tentare di salvare almeno la faccia. Infatti oltre al ridimensionamento dei posti letto la Puglia perderà lo status di Azienda ospedaliera del "Perrino" di Brindisi (e quindi anche del Centro neurolesi di Ceglie affidato alla Fondazione Paolini), del "Fazzi" di Lecce e del "Ss. Annunziata" di Taranto.

Ecco di seguito la bozza del Piano di riordino provincia per provincia. 


Provincia di Brindisi. Ostuni, Fasano e Ceglie Messapica saranno accorpati. Ostuni sarà polo chirurgico con ortopedia, ginecologia, cardiologia, Utic, lungodegenza,e pediatria. Fasano sarà polo medico (medicina, malattia apparato respiratorio, lungodegenza e riabilitazione); Ceglie Messapica, punto di primo intervento e polo medico(conserva psichiatria, lungodegenza, più un modulo di 20 posti di ortopedia. Confermato il ruolo di eccellenza dell'ospedale del capoluogo che avrà in più gastroenterologia, chirurgia pediatrica e toracica, neopsichiatria infantile, oncologia e riabilitazione cardiologica oltre la lungodegenza, mentre non sarebbe prevista la cardiochirurgia, forse per non toccare le posizioni di Bari e Lecce?). San Pietro Vernotico è polo medico e punto di primo intervento per emergenza; Mesagne appare la struttura più colpita, con lungodegenza e day surgery e day hospital («saltano» ortopedia, ostetricia, chirurgie, oculistica); Francavilla avrà in più 8 posti di rianimazione, 8 di Utic, e 24 di medicina, 34 di chirurgia e 34 di ortopedia («tagliati» otorino, oculista, e nefrologia); a Cisternino solo lungodegenza.

 

Provincia di Foggia. Secondo indiscrezioni, San Giovanni Rotondo sarebbe potenziata (altri 50 posti letto in più), Foggia, San Severo e Cerignola, come previsto sarebbero i punti di eccellenza. Dell'ospedale di Vico del Gargano, promesso da decenni, non ci sarebbe traccia. A San Marco si passerebbe da 142 posti letto a 9. A Torremaggiore solo lungodegenza. Manfredonia sarebbe meno toccata, conservando medicina e ostetricia, Lucera dovrebbe confermare i reparti di otorino e oculistica.

Provincia di Lecce. I punti critici sono: Campi (solo medicina e lungodegenza e una chirurgia operatoria in funzione solo di giorno), Nardò (rimane medicina, geratria e lungodegenza più due strutture semplici di chirurgia e ortopedia), Galatina (saltano nefrologia, geratria, oculista, otorino e urologia, ma recupera posti di unità coronarica, cardiologia e 20 di riabilitazione cardiologica); Maglie (rimane solo medicina e lungodegenza), Gagliano (medicina, lungodegenza, psichiatria), Poggiardo (solo medicina, e gastroenterologia e lungodegenza). I punti di forza: oltre Lecce, Galatina e Casarano e Scorrano, Tricase, Lecce, Gallipoli. Quelli di urologia dovrebbero essere previsti solo a Lecce e Tricase.

Provincia di Taranto. Quello del capoluogo rappresenta il perno della sanità. I punti critici: Mottola, Massafra e Martina. Massafra sarà solo polo medico e presidio di primo intervento con patologia clinica, radiodiagnostica, allergollogia, medicina, malattia dell'apparato respiratorio, riabilitazione, lungodegenza, servizi di dialisi (perde chirurgia, ostetricia, ortopedia e altri reparti del polo chirurgico; Mottola è presidio polispecialistico ambulatoriale, lungodegenza, servizi ambulatoriali, riabilitazione estensiva, sia ambulatoriale che residenziale, e 4-5 posti letto di osservazione. Martina Franca perde urologia, oculistica e nefrologia e «guadagna» cardiologia, unità coronarica; Castellaneta è polo chirurgico, e quindi un punto di forza, e a Grottaglie rimangono le discipline di base, come a Manduria.

Provincia di Bari. I poli di eccellenza toccano le strutture principali: Policlino, Di Venere, e San Paolo di Bari, Barletta, Andria e Monopoli.
Ricoversione forzata per Bitonto, Triggiano, Gioia, Santeramo, Noci, Altamura. Con il nuovo ospedale della Murgia che tocca Gravina e Altamura, saltano le due strutture esistenti. Terlizzi perde la chirugia e conseva la lungodegenza, mente si rafforza Corato che «guadagna» le chirurgia, ostetrica, pediatria. Molfetta perde peso specifico nei confronti di Bisceglie dove si rafforzano le chirurgie. A Bitonto ci sarà solo la lungodegenza, poiché le principali funzioni sono passati a San Paolo di Bari. Stessa sorte per il «Fallacara» di Triggiano. Trani diventa polo specialistico di pneumologia, e Barletta guadagna altre chirurgie. Bilanciamento tra Conversano e Monopoli mentre i reparti di Goia del Colle si dividono tra Monopoli, Putignano e Castellana.

 

 

 

 

 

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Evade i "domiciliari" per andare a Rimini: preso a Pescara 

Martedì, 23 luglio

Stanco della reclusione tra le quattro mura domestiche, ha fatto la valigia e si è messo sul treno che lo portava a Rimini. Ma per Antonio Apruzzese, 28 anni, di Ceglie Messapica  la vacanza è finita prima ancora di cominciare perchè è stato arrestato dagli agenti della Polfer di Pescara sull'Intercity Crotone-Milano.

E' stato lui stesso, dopo essere stato identificato ieri notte dagli uomini diretti dal comandante Valerio D'Ettorre, a confidare di essersi stancato di vivere recluso nella sua casa in Puglia e di aver deciso di andare in vacanza a Rimini.
Ma per l'uomo, non nuovo a evasioni di questo tipo, è scattata la misura cautelare in carcere in attesa del processo per direttissima previsto per oggi.
E sempre gli agenti della polizia ferroviaria di Pescara venerdì notte hanno arrestato Paolo Di Gregorio, 37 anni, di Pescara.

L'uomo, agli arresti domiciliari per reati legati al codice della strada, è stato sorpreso alla stazione. A «incastrarlo» sono state le sigarette: il 37enne si era spinto fino alla stazione per acquistare il pacchetto nella tabaccheria aperta fino a tardi. I poliziotti, allertati già da tempo, lo hanno bloccato e arrestato.

 

 

 

 

 

 

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Lavori al castello, arrestato soprintendente Beni culturali 

Lunedì, 22 luglio

Il direttore della sezione distaccata di Taranto della Soprintendenza ai beni ambientali, architettonici e storici della Puglia, Giovanni Battista Matichecchia, è stato arrestato dai carabinieri con l' accusa di concussione aggravata e  continuata. I fatti in cui è coinvolto il funzionario, responsabile per la Soprintendenza regionale nelle province di Taranto, Brindisi e Lecce, sono relativi a rapporti con i titolari di aziende che hanno compiuto lavori di restauro della chiesa Madonna delle Grazie tra Ceglie e Francavilla Fontana, il Castello Alfonsino di Brindisi, il Castello di Ceglie Messapica e Palazzo ducale di Erchie.

In particolare, Matichecchia è indiziato ''di aver indotto, abusando dei poteri derivanti dalla sua funzione e con minacce, una ditta ad effettuare lavori di ristrutturazione presso una masseria di sua proprietà''' per un importo di oltre 55 mila euro, e di aver costretto altre ditte a rivolgersi alla prima azienda ''per la fornitura e posa in opera di materiale per la realizzazione degli interventi di restauro per un importo complessivo di 155 mila euro''.

Nell' abitazione del funzionario i carabinieri hanno sequestrato due icone e quattro quadri raffiguranti immagini sacre, un crocifisso ligneo e una madonna sottovetro, una sacra famiglia in cartapesta e vari oggetti di terracotta, sui quali sono in corso accertamenti per stabilirne la provenienza.

 

 

 

 

 

 

 

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"Una serata a Ceglie", ma l'iniziativa è di un privato 

Sabato, 20 luglio

Parte ancora una volta da un privato cittadino, l'iniziativa di organizzare «Una serata per Ceglie», in grado di creare movimento nel centro storico. Il «Bar del Corso», con il patrocinio del Comune di Ceglie ed in collaborazione con l'artista Pino Santoro e Cd House hanno pensato, per il 24 luglio, ad una serata all'insegna della buona musica cultura e pittura. Nel corso della serata si esibirà infatti «N.C.N. Band», mentre trovano già esposizione (e fino al 18 agosto), nelle vetrine di Corso Garibaldi e Via San Rocco alcune opere dell'artista Pino Santoro. Membro di varie accademie internazionali, Pino Santoro che è pittore, scultore e grafico, ha ricevuto diversi riconoscimenti come il titolo di Cavaliere e di Maestro d'arte.

E' presente in numerose rassegne in Italia ed all'estero e così mercoledì prossimo (24 luglio) sarà possibile esporre una sua opera nella propria casa, tentando la fortuna. Saranno sorteggiate alcune opere offerte dall'artista, il cui ricavato sarà devoluto per il restauro della chiesa di Sant'Anna. Va tuttavia sottolineato che mai come quest'anno, forse anche dovuto al periodo di passaggio che stiamo vivendo, non si è davvero organizzato molto per stimolare non solo il turismo esterno ma gli stessi concittadini a vivere l'estate cegliese.
Così anche luglio sta passando, resta il solo mese di agosto ed ancora un programma cegliese che racchiuda tutte le manifestazioni manca.

 

 

 

 

 

 

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I superbravi del Liceo classico affascinati dalla "economia" 

Martedì, 16 luglio

Ed ora via al meritato riposo per gli otto studenti su venti del locale liceo classico, che si sono maturati con il massimo dei voti, vale a dire con 100/100. Una eccellente percentuale, non c'è che dire. «E non ci ha regalato niente nessuno», sottolineala Giovanni Turrisi uno dei mister cento.

E questo anche per mettere in risalto lo studio che questi, come anche coloro che a cento non sono arrivati (ma la media è anche per loro di tutto rispetto), hanno prodotto, «grazie anche a come i nostri insegnanti - aggiungono gli interessati - ci hanno portato a questa fatica finale».

E qui un pensiero i neo-maturi lo vogliono riservare alla docente coordinatrice, la prof. Maria Antonietta Pompilio (italiano e latino), che - riconoscono i giovani - per i tre anni di liceo «è stata una eccellente guida, unitamente al resto dei nostri docenti». Ma vediamoli chi sono gli otto ...centisti: Ester Antelmi, Savina Dipresa, Marilena Errico, Viviana Patianna, Graziana Santoro, Angela Sisto, Giovanni Turrisi e Daniela Urso.

Per loro adesso le vacanze, ma con gli occhi puntati all'università.
Tutti proseguiranno negli studi con una netta preferenza per la facoltà di Medicina. Tra questi Giovanni Turrisi che è un amante dello sport (gioca a pallavolo nella locale squadra), ma soprattutto gli piace il computer, navigare alla ricerca della sua passione: gli argomenti scientifici e naturalistici. Il tutto senza dimenticare il suo impegno nel sociale. Sbalordendo perfino i propri genitori, da tempo Turrisi è donatore di sangue. «Ognuno di noi - il suo pensiero a riguardo - deve essere sempre animato da motivazioni di carattere solidaristico pensando che anche noi un giorno possiamo avere bisogno degli altri».

Ma non è solo il Liceo classico - a proposito, il prossimo anno ci saranno tre prime, ovvero una primo liceo scientifico e due classi di quarto ginnasio, segno che questa scuola ha un'offerta formativa di primissimo ordine - ad aver sfornato centisti, anche se il Liceo rimane la scuola con il più alto numero. C'è pure il Commerciale con Angela Elia, Cataldo Principalli ed Dario Ciracì.
Angela Elia ha la passione della musica, del clarinetto per la precisione, al punto che frequenta anche il Conservatorio «T. Schipa» di Lecce. Adesso, dopo la maturità il divertimento, magari con qualche viaggio per poi iniziare a pensare al dopo, avendo già scelto di iscriversi all'Universita di Bologna, facoltà di Economia e gestione dei servizi turistici: «spero così - giustifica la sua scelta - di poter dare impulso al nostro territorio, valorizzandone le ricchezze». Anche Cataldo Principalli ha l'hobby della musica (suona la chitarra) e dopo le vacanze al mare il viaggio a Milano per i test di ingresso alla Bocconi, nella speranza di iscriversi al corso di Economia delle istituzioni e dei mercati finanziari. Il sogno nel cassetto? «Lavorare in banca in veste di intermediario finanziario».
Dario Ciracì, anch'egli amante della musica (suona la batteria), di quella rock per la precisione, si definisce «un pacifista convinto con particolare interesse verso i paesi sottosviluppati». E dopo la maturità? Ha già le idee chiare: «Mi iscriverò all'Università di Roma, alla facoltà di Economia e spero di diventare manager d'impresa o libero professionista».

 

 

 

 

 

 

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Con il primo consiglio parte l'amministrazione Annese 

Sabato, 13 luglio

Il caldo afoso ed umido non ha scoraggiao il folto numero di cittadini che hanno voluto assistere alla prima seduta del consiglio comunale che di fatto apre la legislatura. C'è anche la novità che l'assise ritorna nella sua sede naturale, la sede consiliare di palazzo di città accantonando l'idea della sala conferenze del musicale.

In avvio di seduta le procedure di rito con la verifica della sussistenza o meno di condizioni di ineleggibilità o incompatibilità.

Quindi l'elezione del presidente del consiglio comunale. Da tempo si sapeva che questo incarico sarebbe stato di Ciro Argese, ex Forza Italia, capolista di An e più suffragato in assoluto. Tommaso Argentiero, della Margherita, solleva subito la questione del mancato coinvolgimento di tutte le forse politiche per l'individuazione di questa figura garante dell'intero consenso. E questo giustifica il ricorso alla seconda votazione tenuto conto che in prima battuta servono 14 voti e non ci sono visto che la maggioranza ne conta solo dodici. In entrambe le votazioni, l'opposizione (Ds, Rifondazione, Margherita e Rocco Cavallo) si astiene.

A questo punto c'è la costituzione dei gruppi e dei rispettivi capigruppo che saranno: Francesco Locorotondo per l'Udc, Antonio Suma per Forza Italia, Stefano Venerito per An, Pietro Mita per i Ds, Nicola Trinchera per Rifondazione, Tommaso Argentiero per la Margherita e Rocco Cavallo per Forza Ceglie. Si passa alla votazione della commissione elettorale, presieduta dal sindaco e della quale, sulla scorta della votazione, faranno parte quattro consiglieri di maggioranza (Donato Gianfreda, Salvatore Cavallo, Gennaro Saponaro e Cosima Gallone) e due di minoranza (Tommaso Argentiero e Cosimo D. Arganese). Segue il giuramento di fedeltà alla Costituzione del sindaco Mario Annese e la comunicazione dei componenti della giunta municipale. Si arriva alle linee programmatiche del neo eletto sindaco, che esordisce subito con il dire che «i problemi che ci attendono se non drammatici sono certamente difficili» e che «mi muoverò compatibilmente con le risorse finanziarie senza mortificare certe sensibilità che precedenti amministrazioni hanno avuto, specie per quel che attiene la rottura del tessuto socio-economico per uscire da un evidente isolamento».

Ed a proposito di finanze sottolinea come «dall'esame degli atti contabili si evince che la situazione finanziaria risulta estremamente precaria, causata essenzialmente dal mancato rapporto tra la spesa che cresce e le entrate che rimangono sempre le stesse». E qui c'è l'esperienze dell'uomo politico che sa che la vita amministrativa ha una sua logica continuità, al di là delle coloriture politiche.

In quanto all'opposizione, Annese non chiederà sconti, ma invita solo «ad una consapevolezza che, nel rispetto delle reciproche posizioni, possa creare rotture e sviluppo». Partendo da questi presupposti l'azione amministrativa sarà tesa a creare in consiglio comunale convergenze su una linea che intende coniugare salvaguardia dell'ambiente, recupero e sviluppo. Circa le strategie e le priorità queste vedranno al primo posto i servizi sociali e l'attenzione verso le fasce deboli, il recupero dell'identità cegliese e una politica di sviluppo fondata sul «marketing di area». Particolare attenzione sarà rivolta sul turismo, con il recupero e la valorizzazione del centro storico e dell'artigianato. Per quel che riguarda il Piano regolatore, Annese ha detto che si ripartirà dalla bozza presentata dall'ing. Dino Borri. Trinchera ha sottolineato il proprio disappunto: «più che di linee programmatiche si è trattato di discorso della speranza».

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

 

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Annese ha scelto gli assessori, il vice sarà Paolo Urso 

Mercoledì, 10 luglio

Un mese e mezzo di attesa, di scontri sotterranei interni e di mugugni nei partiti del Polo, e finalmente ieri sera il sindaco di Ceglie Messapica Mario Annese ha chiuso il cerchio della giunta licenziando per la stampa la lista degli assessori.

Sull’articolazione politica del nuovo esecutivo non c’erano problemi, era già tutto definito: tre assessori compreso il vicesindaco a Forza Italia, due ad Alleanza nazionale, e uno all’Unione dei democratici cristiani. Difficoltà e incertezze riguardavano invece le designazioni nelle tre formazioni di centrodestra, non solo perché diversi erano gli aspiranti assessori, ma anche per l’aspettativa d’ingresso in Consiglio comunale che le nomine in giunta - se fatte tra i consiglieri eletti - creavano tra i primi dei non eletti delle tre liste.

Alla fine Mario Annese ha scelto che a rappresentare Forza Italia in giunta, proprio il suo partito, due assessori su tre saranno “esterni”, cioè nominati fuori dal Consiglio, ed ambedue gestiranno assessorati importanti e deleghe pesanti.

Il primo assessore “esterno” sarà proprio il vicesindaco: l’architetto Paolo Maria Urso, cui sono state conferite le deleghe al Turismo, Cultura, Servizi sociali, Associazionismo e Attività giovanili. Gli altri due assessori di Forza Italia sono: Pietro Mita (Bilancio e Finanze, Economato, Tributi, Programmazione); l’avvocato Cesare Epifani, il secondo degli assessori “esterni” di Forza Italia, che gestirà Lavori pubblici, Affari Generali, Contratti, Contenzioso, Patrimonio, Servizi cimiteriali.

I due assessori di Alleanza nazionale sono: l’avvocato Domenico Urso (Attività produttive più Annona, Fiere e Mercati); Oronzo Ostacolo (Polizia urbana, Sicurezza del cittadino, Traffico, Protezione civile, Sport e Tempo libero).

Assessore dell’Udc, infine, non senza contrasti nel suo gruppo, è stato nominato il dottor Salvatore Santoro (Urbanistica, Assetto del territorio, Ecologia, Igiene e Sanità).

Al posto di Mita entrerà in Consiglio Antonio Putignano. A subentrare a Urso e Ostacolo saranno Mario Laneve e Cosima Gallone. Il sindaco presenterà l’esecutivo nel Consiglio di venerdì 12 luglio alle 16,30.

«In queste prime settimane non nascondo di aver constatato alcune difficoltà, che però non sembrano insormontabili», ha dichiarato Mario Annese. «Auguro buon lavoro sia agli assessori che all’intero Consiglio comunale, certo che lavoreremo tutti per la crescita complessiva di Ceglie».

 

 

 

 

 

 

 

 

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Rapporti Puglia-Argentina: onorificenza al rettore Girone 

Martedì, 9 luglio

Sarà consegnato mercoledì, 10 luglio, alle ore 9.30, nella sede del Rettorato dell’Università di Bari, il diploma di benemerenza del Crate al Magnifico Rettore dell’Università di Bari, Prof. Giovanni Girone, per il suo alto impegno scientifico e culturale  che l’Università di Bari sta svolgendo nella Repubblica Argentina, nonostante tutte le difficoltà politiche ed economiche di quel Paese.

Il Prof. Giovanni Girone, nel ricevere l’attestato di benemerenza, entra automaticamente a far parte come socio benemerito del Centro per l’attività svolta a favore della comunità dei pugliesi nel mondo.

La consegna sarà effettuata dal Dr.Antonio Peragine, Presidente del Centro alla presenza dei dirigenti del Centro sigg.ri: Dr.Alessio Nitti, Direttore Sanitario dell’Ospedale Miulli di Acquaviva, Prof. Giuseppe Loverro, Dr.ssa Maria Longo, Prof.ssa Angela Agnusdeis, Prof. Lucia Fenuta, Dr.Giancarlo Conticchio,Vice Questore di Matera e Michele Traversa, addetto stampa del Crate.

Il dr.Antonio Peragine, ha provveduto a comunicare la consegna del diploma di Benemerenza al Magnifico Rettore al Presidente delle Giunta Regionale, On.Dr.Raffaele Fitto, all’Ambasciatore d’Italia in Argentina, S.E. Dr. Roberto Nigido,  e all’Ambasciatrice della Repubblica Argentina in Italia, S.E. Dr.ssa Elsa Kelly.

 

 

 

 

 

 

 

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Convocato per venerdì il primo consiglio comunale 

Lunedì, 8 luglio

E' stata convocata per venerdì prossimo, alle ore 16, 30, la seduta del Consiglio comunale che di fatto darà il via alla nuova legislatura. All'ordine del giorno argomenti di prassi: convalida degli eletti, giuramento di fedeltà alla Costituzione da parte del sindaco Mario Annese, indirizzi programmatici, la comunicazione dell'esecutivo che affiancherà il primo cittadino in questa legislatura, la nomina della commissione elettorale. Questo starebbe ad indicare che per la formazione della giunta sarebbero state superate (o sono in via di risoluzione) alcuni problemi che vedrebbero al centro Forza Italia e l'Udc.

Venerdì scorso si era sparsa la voce che entro il giorno successivo si sarebbe conosciuta la composizione della giunta. Ma così non è stato, il che lascia desumere che non tutti i nodi sono stati sciolti.

A quanto è dato sapere ci sarebbe da far quadrare il cerchio in Forza Italia soprattutto. La spartizione dovrebbe essere la seguente: tre assessori a Fi, compreso il vice sindaco, due assessori più la presidenza del Consiglio comunale ad An, un assessore all'Udc. A proposito dell'Udc, che rivendicava pari dignità e quindi due assessori, Annese sarebbe riuscito a strappare il consenso di soprassedere qualche settimana, giusto il tempo di apportare la modifica allo statuto per allargare l'esecutivo a sette assessori. Vinta così anche qualche residua resistenza di chi, sempre all'interno dell'Udc, avrebbe voluto che in caso di un solo posto in giunta questo avrebbe dovuto coincidere con la carica di vice sindaco, sia pure fino all'allargamento a sette dell'esecutivo.
Ma è in Forza Italia che le cose non quadrano del tutto.

Sempre secondo indiscrezioni, in casa degli Azzurri in queste ore si susseguono le riunioni (ce n'è stata con molte probabilità una anche ieri mattina) ma la soluzione tarda a venire.

Si parla di disponibilità dei cinque consiglieri eletti (Ciracì, Suma, Gianfreda, Santoro e Mita) sia ad entrare in giunta sia a rimanere in Consiglio, conferendo al sindaco (la legge glielo consente comunque) di poter scegliere anche al di fuori.

Il motivo di tutto questo starebbe negli equilibri da mantenere, non dimenticando che chi ha diritto di voto sono i consiglieri comunali.

Al momento - almeno stando ad alcune indiscrezioni - la voce più insistente a proposito di una possibile Giunta è questa: per Fi Paolo Urso (vice sindaco con delega alla Pubblica istruzione), Pietro Mita (si dovrebbe dimettere da consigliere comunale. con moltissime probabilità gli dovrebbe subentrare Antonio Putignano, primo dei non eletti), con delega ai Lavori pubblici, Cosimo Leporale con delega agli Affari generali, Bilancio e Finanze.

Per An Mimmo Urso con delega alle Attività produttive e Oronzo Ostacolo con delega alla Polizia municipale ed ai Servizi sociali.

Per l'Udc, Salvatore Santoro con delega all' Urbanistica.

A proposito di consiglieri comunali, nella prima seduta si dovrebbe prendere atto delle dimissioni di Tommaso Gioia della Margherita, al quale subentrerà Tommaso Argentiero, e di Isidoro Conte di Rifondazione Comunista, al quale subentrerà Mimmo Arganese.

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

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Grandi manovre in Forza Italia, a cena i piani dei "fittiani" 

Lunedì, 8 luglio

Maxi vertice dei fittiani doc di Forza Italia, per riorganizzare e rilanciare il «correntone» del partito azzurro nella provincia brindisina.

L'incontro - avvenuto pochi giorni fa presso il ristorante «Giardino della signora», a Ceglie Messapica - avrebbe dovuto restare riservato ma, probabilmente la massiccia presenza di persone ha favorito più di qualche fuga di notizie.

È noto, del resto, che nelle ultime settimane non erano mancate le fibrillazioni e le incomprensioni tra esponenti di primo piano di Forza Italia, in un clima divenuto piuttosto teso, anche in seguito alla consapevolezza della possibile ridiscussione di alcune cariche nei diversi organi di partito ed alle scelte che alcuni iscritti hanno fatto, forse proprio per incidere in qualche modo sull'attuale «organigramma».

Alla riunione dei forzisti fedeli alla linea del governatore della Regione Puglia Raffaele Fitto erano presenti Pezzuto, Crastolla, Frugis, Ciracì, Gasparro, Dione e l'assessore provinciale al Bilancio Ribezzo. Quest'ultimo è stato l'unico, tra i forzisti considerati vicini alla corrente di Marcello Rollo, ad aver partecipato a tutte le fasi del vertice. Taurisano e De Maria, invece, anch'essi ritenuti vicini alla corrente di Rollo, hanno fatto solo una comparsa. Sono giunti a vertice iniziato, si sono intrattenuti coi colleghi di partito per qualche minuto e poi se ne sono andati, salutando tutti.

Assenti «eccellenti» erano lo stesso Rollo, Gino Vitali e Gualtiero Gualtieri. Motivi diversi potrebbero aver indotto questi ultimi a non partecipare, comprese ovviamente ragioni squisitamente personali di cui certamente non va dato conto a nessuno. Tuttavia, considerata la predominanza fittiana, è lecito immaginare che l'incontro non fosse finalizzato ad una semplice rimpatriata tra colleghi di partito. A detta di alcuni bene informati, infatti, scopo della riunione sarebbe stato quello di approntare le strategie in vista dei due importanti appuntamenti di settembre e di marzo, rispettivamente il congresso provinciale e quello nazionale.

Risulta ancora aperto, infine, il confronto tra il coordinatore provinciale Nicola Ciracì e Gualtiero Gualtieri, scaturito dopo le dimissioni di quest'ultimo dal Coordinamento provinciale del partito, ritenute da molti funzionali - sebbene lo stesso Gualtieri abbia smentito tale ipotesi - all'ingresso nel Coordinamento del primo dei non eletti, Antonio Renna, come forma di riconoscenza nei suoi confronti, per l'apporto fornito al recente successo elettorale dello stesso Gualtieri.

Pare, comunque, che Gualtieri abbia chiesto a breve un incontro al coordinatore Ciracì, dopo che, sabato scorso, la Direzione provinciale aveva chiesto allo stesso Gualtieri il ritiro le dimissioni.

Negli ambienti del partito azzurro si mormora di un tentativo, a più livelli, di convincere Gualtieri a non dimettersi: l'assenza sua e della sua esperienza nel Coordinamento peserebbero non poco anche se, tutto sommato, nella struttura del partito, assai più importante del Coordinamento è l'Esecutivo provinciale, attualmente costituito da Pezzuto, Gasparro, Ortese, Barletta, Baldaro e Zecca, oltre naturalmente allo stesso Nicola Ciracì.

(La Gazzetta del Mezzogiorno) 

 

 

 

 

 

 

 

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La giunta non c'è, il sindaco si dedica al "bricolage" 

Sabato, 6 luglio

Anche se ancora la giunta non c'è, il neo sindaco Mario Annese non perde certo tempo e fa camminare la macchina amministrativa, facendo già intravedere il ritmo che vuol imprimere. Un ritmo che deve vedere essenzialmente i funzionari, i capi area animati da un rinnovato impegno che si deve tradurre in attuazione di iniziative tese a rendere innanzitutto spedito l'intero apparato. Ed intanto - e questa non è una novità per chi lo ha conosciuto da consigliere comunale e da amministratore provinciale prima e regionale dopo - si è posto l'obiettivo di «pulire» la città. Erano anni che, ad esempio, non si vedeva qualcuno che tagliasse l'erba lungo i marciapiedi. Specie agli ingressi della città, come in viale Aldo Moro, rondò compreso, oppure nella zona artigianale a ridosso della provinciale per Francavilla Fontana: qui c'era uno sparticorsie dove l'erbaccia era talmente cresciuta da acquistare le sembianze di alberelli.

E nel vedere questo più di qualcuno si è chiesto, «possibile che nessuno si fosse accorto prima d'ora che andava tagliata l'erba che è un cattivo biglietto da visita, specie nella zona industriale frequentata da forestieri e che pareva una foresta». Domanda legittima e che potrebbe anche far risalire a delle responsabilità. Ma non è solo questo l'esempio che in questi giorni si può prendere per dimostrare come le cose siano cambiate.

Nei giorni scorsi, un altro esempio, si è visto il sindaco intervenire direttamente perché pare si sia accorto che la grossa targa marmorea, posta sulla parete dell'ingresso della sagrestia della chiesa di San Domenico (quella che dà su via Elia per intenderci) da un momento all'altro stava lì per lì per cadere, potendo anche provocare danni a qualche passante, non dimenticando che questa strada è piuttosto frequentata perché dà l'accesso al Municipio. E qui la stessa domanda di prima che più d'uno che osservava si è posta, aggiungendo: «possibile che nessuno dell'ufficio tecnico si sia accorto, tenuto conto che l'ingresso dell'ufficio è posto proprio frontalmente alla lapide?».

Evidentemente no. Ma allora, come mai proprio il sindaco Annese se n'è accorto? Anche qui qualcuno che lo conosce bene, azzarda una risposta: «E' nel suo stile - il pensiero - quando cammina si guarda sempre attorno e vede le cose che non funzionano». Può essere questo un buon esempio per i vigili che, per lavoro, girano sempre la città.

Effettivamente potrebbe essere un'idea, con i vigili che, appunto girando per le vie della città appuntino quelle cose che necessitano di interventi (come le buche) e attivare subito l'ufficio tecnico.

Poi, il prossimo 10 luglio scadrà il termine previsto dall'ordinanza sindacale n.45, con la quale tutti gli interessati dovranno pulire le facciate delle proprie abitazioni, usando in maniera particolare il colore bianco della calce. Anche questa ordinanza è benvenuta, anche se non è la prima volta che viene fatta, ma non sempre con i risultati auspicati. E che sia necessaria una «rinfrescata», come ad esempio in piazza Plebiscito, il salotto della città, è sotto gli occhi di tutti. Ma non solo lì. Vedremo ora se l'ordinanza che prevede la sostituzione agli inadempienti con l'addebito delle spese, avrà questa volta un seguito. E se poi si facesse in modo che anche quei fili e cavi della luce fossero eliminati o aggiustati, sarebbe ancora meglio.

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

 

 

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Il sindaco Annese incontra il nuovo questore di Brindisi 

Sabato, 6 luglio

«Sono qui non solo per un fatto formale ma in reale spirito di servizio e collaborazione sinergica con le istituzioni del territorio per garantire al massimo la sicurezza dei cittadini».

Questo uno dei passaggi del nuovo questore di Brindisi, dott. Pietro Ieva che giovedì mattina ha fatto visita al sindaco dott. Mario Annese.

Quello del nuovo questore è un giro conoscitivo e rafforzativo di quel rapporto di collaborazione, che ci deve essere e che è essenziale perché lo Stato abbia il controllo del territorio. «Essere vicini a tutte le realtà - ha detto a tal proposito il dott. Ieva - sta a significare che lo Stato è vicino ai cittadini, ai sindaci che non si devono sentire soli nel loro impegno istituzionale». E proprio per questo il questore ha garantito che questi contatti saranno piuttosto frequenti e che dopo questo primo giro per i comuni della provincia, necessario per acquisire tutte le informazioni possibili, anche per garantire un'estate tranquilla, a settembre verrà messo in piedi un programma teso ad avere sempre il controllo del territorio.

Ed in questo discorso un ruolo importante dovranno avere soprattutto i vigili urbani, chiamati ad intensificare il loro impegno sul territorio urbano, in maniera tale che polizia e carabinieri possano controllare meglio anche il territorio circostante. Il sindaco Annese (all'incontro era presente anche il consigliere provinciale Francesco Locorotondo), dal suo canto ha avuto parole di apprezzamento per l'impegno del questore, riservandosi di ricambiare la cortesia e soprattutto «garantendo il massimo della collaborazione dell'intera città perché realmente ogni cittadino possa sentire vicino lo stato, senza ricorrere a forme di militarizzazione ma con una presenza costante, attenta e soprattutto che possa ispirare fiducia nel cittadino che non si deve mai sentire solo, abbandonato a se stesso». Per intanto, il questore ha garantito una presenza più costante sul territorio delle pattuglie di polizia.

 

 

 

 

 

 

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A Brindisi il "pernacchio-day". Contro chi? Ma Berlusconi 

Giovedì, 4 luglio

Vuole imitare Eduardo De Filippo, il sindaco di centrosinistra di Brindisi, Giovanni Antonino, e “distruggere l'uomo potente” con un “pernacchio”. “A settembre - dice - inviteremo tutti i sindaci italiani del centrosinistra per celebrare insieme il Pernacchio Day. Ci ispireremo alla scena del pernacchio di quel grandissimo attore che fu Eduardo De Filippo, che proprio con il pernacchio distruggeva l' uomo potente del rione Sanità di Napoli”. “Un pernacchio - aggiunge Antonino - per dirla tutta e con chiarezza a chi governa l' Italia e per far ripartire una grande iniziativa politica per il rilancio del centrosinistra e per una definitiva consacrazione del ruolo che spetta alle autonomie locali nei processi di crescita del Paese''.

L'iniziativa del sindaco di Brindisi è connessa con “le ultime vicende legate alla vita del governo Berlusconi: un sottosegretario (Taormina) e due ministri (Ruggero e Scajola) costretti a dimettersi, un sottosegretario (Sgarbi) dimissionato per aver manifestato il proprio dissenso nei confronti degli interventi riguardanti i beni culturali italiani. A ciò si aggiunga la “bocciatura” di Eurostat sulle “cartolarizzazioni”, sugli immobili e sul Lotto, che il ministro dell' economia Tremonti considerava, invece, dei fiori all' occhiello''.

Per Antonino “queste figuracce di rilevanza internazionale vanno ad aggiungersi alle tante tegole lanciate sul capo degli italiani”. “Mi riferisco - aggiunge - ai ticket sui medicinali, alla dissennata gestione della sanita' pubblica, alla mancata diminuzione delle tasse, all' inefficace lotta al terrorismo ed alle varie forme di criminalità organizzata che agiscono nella Penisola, alla confusione con cui si affronta il problema dell' immigrazione clandestina, agli attacchi ai diritti dei lavoratori (art.18), ma soprattutto alle tante promesse non mantenute nei confronti del Mezzogiorno”. “La tavola delle grandi infrastrutture presentata dal premier davanti agli schermi televisivi - secondo il sindaco di Brindisi - si è ben presto trasformata in una barzelletta che ha una singolare caratteristica: non fa ridere nessuno''. Anche l'opposizione, però, per Antonino, non si comporta bene: è ''spesso sterile e litigiosa, insegue gli eventi e non li cavalca, incapace di proporre soluzioni alternative che possano andare incontro ai reali bisogni del Paese e quindi alle aspettative della gente''

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Da sabato a Cisternino "Le pietre che cantano" 

Giovedì, 4 luglio

Con un concerto del gruppo romano "Montefiori Cocktail" si aprirà sabato prossimo, 6 luglio, a Cisternino il festival musicale "Pietre che cantano/Summer Lounge Session".

Per nove fine settimana, fino al 31 agosto, la direzione artistica di Nicola Conte, deejay guru della cocktail generation, propone nella piazzetta di Cisternino i gruppi più sofisticati della scena lounge e nu jazz europea. I 'Montefiori Cocktail' sono puro esotismo italiano, la via romagnola alla più sofisticata "Lounge" internazionale. La tradizione della Riviera, delle balere, delle luci soffuse. Oltre al gruppo romano, il festival ospiterà i tedeschi "Mo'Horizons", gli svedesi "Koop", e gli ungheresi "Yonderboy".

Un cocktail musicale fatto di sperimentazione, ma che nelle intenzioni degli organizzatori non disdegna il semplice piacere dell' ascolto ''La cifra stilistica che lega i gruppi di questa edizione è il jazz - dice Nicola Conte - mediato dal pop o dalla musica elettronica. Il Jazz orchestrale di Gary Mcfarland e delle colonne sonore di film celebri degli anni '60'''. ''Non si pensi, però, a un atteggiamento nostalgico - tiene a precisare - o soltanto al gusto per il revival: la musica che presentiamo guarda al futuro, rendendo attuali suoni del passato''.

 

 

 

 

 

 

 

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Chiudono madre e convivente in una stalla: fratelli arrestati 

Giovedì, 4 luglio

Due fratelli di 29 e 31 anni sono stati arrestati dai carabinieri a Ceglie Messapica perchè accusati di ripetuti episodi di estorsioni, furti e minacce culminati anche in un sequestro di persona nei confronti della madre e del convivente.

I due, secondo l' accusa, dopo avere in passato derubato la madre e averla costretta a consegnare loro denaro in cambio della restituzione di oggetti rubati, l' avrebbero rinchiusa in una stalla con il compagno per quattro ore allo scopo di ottenere altro denaro. I fratelli, Adelmo e Giuseppe Semeraro, erano da poche settimane usciti dal carcere dove erano stati rinchiusi con l' accusa di avere rubato al compagno della madre un tagliaerba per la cui restituzione avevano anche ottenuto un riscatto di 500 euro. Gli arresti sono stati eseguiti in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Brindisi Giuseppe Licci. Le accuse si riferiscono a vari episodi verificatisi tra marzo e giugno scorsi.

 

 

 

 

 

 

 

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Di 45 mila euro il bottino della rapina al Credito cooperativo 

Mercoledì, 3 luglio

In fuga con 45mila euro (circa 90 milioni delle vecchie lire). A tanto ammonta il bottino prelevato dalle casse della filiale della "Banca di credito cooperativo di Alberobello", a Ceglie Messapica.

La rapina è stata messa a segno nella mattinata di ieri. E' stato accertato che sono stati due i giovani, con il volto coperto da una calzamaglia, a fare irruzione poco dopo le 9,30 all'interno dell'Istituto di credito, in via Aldo Moro.

Sotto la minaccia di un taglierino i due hanno costretto impiegati e clienti a stendersi per terra. Quindi, hanno provveduto a svuotare le casse, che per puro caso in quel momento erano piuttosto piene di cartamoneta. Entrati in possesso del denaro in contante e caricato l'intero "malloppo" in una busta, i due rapinatori sono usciti fuori dalla banca, utilizzando la porta di emergenza.

Ad attenderli, stando alle prime notizie raccolte dai carabinieri della stazione di Ceglie Messapica, pare ci fosse un'autovettura, con a bordo un terzo complice. I tre si sarebbero dati così alla fuga, facendo perdere in breve tempo le loro tracce.

Sul posto della rapina, qualche minuto dopo, sono giunti i miliari della locale stazione dei carabinieri. Per tutta la giornata le forze dell'ordine sono state impegnate ad ascoltare il personale ed i clienti dell'Istituto di credito. Dalle numerose testimonianze raccolte, gli inquirenti sperano di riuscire ad ottenere gli indizi necessari per risalire agli autori della "fortunata" rapina. Nella stessa giornata di ieri i militari hanno anche visionato le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso installate all'interno e all'esterno della banca. E sino a tarda sera sono stati predisposti ed eseguiti anche numerosi controlli e posti di blocco, sia a Ceglie che nei centri viciniori. La caccia ai banditi sarebbe proseguita per tutta la notte. Gli inquirenti ritengono che possa trattarsi di una banda della zona, specializzata in questo tipo di rapine. Ragione per la quale saranno ulteriormente intensificate anche nella giornata di oggi le ricerche. Operazione nella quale sono impegnati carabinieri e polizia.

 

 

 

 

 

 

 

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Calcio: il Ceglie acquista dal Mesagne la Prima categoria 

Martedì, 2 luglio

Buone notizie per il calcio cegliese. Nella giornata di domenica il presidente Armando Monaco ha definito l’acquistato il titolo del Mesagne Calcio militante nel campionato di prima categoria. La notizia ha in poche ore fatto il giro della città riscotendo gran soddisfazione soprattutto da parte dei tifosi che dopo lo splendido campionato disputato in seconda categoria si era riavvicinato alla società e alla squadra. Partendo un po’ in ritardo, per metà del girone di andata e per tutto quello del ritorno, la squadra aveva fatto la corsa sul lanciatissimo Erchie che, alla fine, ha meritatamente vinto il campionato conquistando sul campo l’accesso alla prima categoria.

E proprio sul ritrovato entusiasmo, il presidente Monaco, primo tifoso della squadra, aveva promesso che, qualora ci fosse stata la possibilità, avrebbe fatto un grosso regalo alla città. L’occasione è stata offerta dal Mesagne del presidente Enzo Pettogrosso. “Appena appresa la notizia che il Mesagne Calcio era in vendita – ha esordito il presidente del sodalizio cegliese – mi sono subito attivato per acquisire i diritti a disputare il prossimo anno il campionato di prima categoria, certamente più adatto ad una città come Ceglie che nel calcio vanta una lunga quanto gloriosa storia”.  E già si pensa al futuro, a quella che potrà innanzitutto essere la guida tecnica della squadra che vuol ritornare a contare nel mondo del pallone regionale. Un nome? Quello di Enzo Pizzonia è il più accreditato. Tutti sanno del legame che lega Pizzonia alla città, e viceversa, facendosi apprezzare prima da giocatore e poi da tecnico.

A tal proposito il presidente Armando Monaco non smentisce ne conferma: “Pizzonia – il suo pensiero – è un tecnico di grande valore, conoscitore della città e se ci saranno le condizioni faremo di tutto per farlo ritornare a sedere su quella panchina che lui ha già occupato in passato e con buoni risultati”. Insomma, par di capire che qualcosa di certo c’è già, si tratta solo di perfezionare il tutto. Del resto, una società che vuol fare sul serio deve poter partire da alcuni punti fermi e, quello dell’allenatore, è uno dei fondamentali. Partendo da questo presupposto il “matrimonio” pare proprio potersi realizzare. E sarebbe questo l primo, importante tassello per costruire una squadra competitiva, adatta ai ritmi del non facile campionato di prima categoria. Ci sarà poi il capitolo giocatori. Dalla rosa dei giocatori impegnati nello scorso campionato si può attingere, magari puntando su quegli elementi cegliesi che hanno saputo dimostrare attaccamento ai colori. Ma, per il momento, è un po’ presto per pensare a questo capitolo. Prima c’è da definire la questione allenatore. “In settimana – il pensiero del presidente – definiremo questa importante questione”.

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

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Due rapine in poche ore: prima a Oria, poi a Ceglie 

Martedì, 2 luglio

Due rapine sono state messe a segno da una banda che stamattina ha colpito a a Ceglie e Oria. Il primo colpo si è avuto in quest'ultimo centro, all'ufficio postale di via Iacobis. Il bottino è di circa 75mila euro. Tre i rapinatori che, armati di pistole ed con il volto coperto, hanno costretto il direttore dell' ufficio e gli impiegati a consegnare il danaro in cassaforte. Secondo quanto si è saputo, al loro arrivo al lavoro i dipendenti hanno trovato i tre malviventi nell' ufficio postale.

Per entrare negli uffici i malfattori hanno utilizzato un "pozzo luce" nel quale sono entrati dopo aver forzato la porta d' ingresso di un' abitazione disabitata, attigua alla posta. Una volta nel "pozzo luce" hanno forzato la grata di una finestra dell'ufficio postale e sono entrati nella posta. Poi, hanno atteso l' arrivo del direttore e degli impiegati, li hanno costretti a consegnare il danaro in cassaforte e, subito dopo, sono fuggiti a bordo di un' autovettura che i carabinieri hanno trovato a qualche isolato di distanza dall' ufficio postale.

Poco dopo le 9,30 l'altro colpo, nel mirino una banca di Ceglie Messapica. Due o tre malviventi col volto coperto da passamontagna sono entrati nella filiale del banca Credito cooperativo di Alberobello, in via Aldo Moro, intimando agli impiegati di farsi consegnare le banconote custodite  nella cassaforte. Sotto la minaccia di un taglierino alla gola  il cassiere non ha potuto far altro che allungare quanto al momento c'era nell'agenzia. Subito dopo il gruppo ha fatto perdere le tracce fuggendo, pare, in direzione di Villa Castelli. Sono immediatamente scattate le ricerche dei carabinieri ma dei rapinatori al momento nessuna traccia. 

 

 

 

 

 

 

 

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Proclamati gli eletti: mini-terremoto in Forza Italia 

Martedì, 2 luglio

Finalmente, ieri a mezzogiorno c’è stata la tanto attesa proclamazione degli eletti al consiglio comunale, che completa il quadro dopo la proclamazione del neo sindaco Mario Annese. Da questo momento decorrono i venti giorni, limite nel quale bisognerà convocare la prima seduta del consigli comunale di questa legislatura. Nessuna novità rispetto a quanto ufficiosamente si sapeva, gli letti sono quelli già indicati, l’unica modifica per quel che riguarda i primo dei non eletti della lista di Forza Italia: non si tratta di Antonio Putignano, ma di Antonio Casale. Ma ripetiamo quello che è il risultato della verifica effettuata. Partiamo dalla casa delle Libertà che rappresenta la maggioranza in consiglio.

Forza Italia avrà cinque  consiglieri, nell’ordine, Nicola Ciracì, Antonio Suma, Vito Santoro, Donato Gianfreda e Pietro Mita (del 1947); Alleanza Nazionale quattro, Ciro Argese, Domenico Urso, Rocco Venerito e Oronzo Ostacolo; tre i seggi all’Udc, Francesco Locorotondo, Salvatore Santoro e Gaetano Saponaro. All’opposizione i restanti otto seggi. Oltre a Pietro Mita (del 1944), candidato sindaco, a Rifondazione comunista vanno tre consiglieri, Nicola Trinchera, Mariano gatti e Isidoro Conte; due al Pds, Pietro Mita  (del 1966) e Cosimo Palmisano; uno alla Margherita, Tommaso Gioia. L’ultimo seggio disponibile a Rocco cavallo il candidato sindaco di Forza Ceglie e Ceglie Libera.

Ma, l’organigramma subirà alcune modifiche. Sono certe le dimissioni di Tommaso Gioia (Margherita), per incompatibilità con la sua posizione di funzionario comunale ed a lui subentra i primo dei non eletti, Tommaso Argentiero. Fonti accreditate parlano anche delle dimissioni di Isidoro Conte (Rifondazione comunista) al quale subentrerebbe Mimmo Arganese, primo dei non eletti.

Assodata la questione della proclamazione, l’attenzione ritorna sulla giunta che ancora non “nasce”. Qualcuno Ha giustificato il ritardo con l’attesa della proclamazione dei consiglieri, altri, però, parlano di problemi di quadratura all’interno di Forza Italia. Qui vanno garantiti certi equilibri per cui non è ancora certa la decisione che verrà presa, ovvero quale sarà l’indicazione dei tre componenti in giunta. Anche le difficoltà all’intero dell’Udc (chiedeva due assessori da subito, ndr) sarebbero state appianate, grazie all’opera (e all’esperienza mediatica) del sindaco Annese che avrebbe avuto la garanzia che per il momento entra in giunta con un assessore (Salvatore Santoro) attendendo la modifica dello statuto (Annese ha promesso che aprirà una corsia preferenziale, ndr) per il secondo. Tutto tranquillo, invece, in Alleanza nazionale. Da tempo ha detto che i due assessori sono Mimmo Urso ed Oronzo Ostacolo (a loro subentreranno i primi due non eletti, Mario Laneve e Cosima Gallone.

Ad An anche la presidenza del consiglio (Ciro Argese). Per cui per l’ufficializzazione tutto rinviato alle determinazione (e alla salvaguardia degli equilibri interni) di Forza Italia. Nei giorni passati si dava per certo che i tre sarebbero stati Paolo Urso, Donato Gianfreda e Pietro Mita. Restando ferma la candidatura di Paolo Urso (il consigliere provinciale sarà il vice sindaco, ndr), per gli altri due nulla di scontato. Proprio per quegli equilibri interni da tutelare, in queste ultime ore si parla insistentemente di scegliere al di fuori degli eletti. Qualcuno ha anche avanzato dei nomi: Enzo Galetta e Cosimo Leporale. Sarà così? C’è solo da attendere qualche altro giorno, anche perché i venti giorni passano presto e non sarebbe auspicabile presentarsi al  primo consigli senza l’esecutivo.

Per quanto riguarda la giunta: Mimmo Urso (dovrebbe avere la delega alle Attività Produttive) ed Oronzo Ostacolo (delega alla Polizia Municipale e Servizi Sociali). Scontato pure il fatto che la presidenza del consiglio andrà All’ex forzista, oggi in An, Ciro Argese il più suffragato di tutte le liste. In Forza Italia la situazione appare ancora incerta. Ma è una voce piuttosto ricorrente in queste ultime ore, quella che indica in Paolo Urso (vice sindaco con delega alla Pubblica Istruzione, Cultura e Turismo), Donato Gianfreda (delega all’Urbanistica) e Pietro Mita (delega ai lavori Pubblici). 

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

 

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L'Udc punta i piedi: anche a noi due assessori 

Martedì, 2 luglio

Trattative ancora in alto mare, a Ceglie, all'interno della Casa delle libertà per la composizione del nuovo esecutivo.

A distanza di oltre un mese dall'elezione del nuovo primo cittadino i conti ancora non tornano. L'Unione di centro, infatti, nei giorni scorsi ha invitato il sindaco Mario Annese a cambiare "schema" nella formazione della nuova Giunta comunale, passando da 3 assessorati a Forza Italia, 2 ad Alleanza nazionale, 1 all'Unione di centro a 2 agli azzurri, 2 ad An, 2 all'Udc.

Il tutto in attesa dell'ampliamento dell'esecutivo. Tutto ruota, in buona sostanza, intorno all'assegnazione del futuro, settimo posto in Giunta. L'Udc vorrebbe che fosse Forza Italia ad accollarsi l'onere dell'attesa (rinunciando per ora al terzo assessorato). Mentre stando alla prima ipotesi di spartizione degli incarichi (ossia il contestato 3-2-1) spetterebbe proprio all'Unione di centro attendere (per il "beneficio" del secondo assessorato) l'allargamento della compagine amministrativa.

La delegazione dell'Udc ha già avanzato al sindaco e alla maggioranza la sua richiesta, ed attende dagli alleati una risposta chiara, che ad oggi, precisano, non c'è stata. E così, mentre il sindaco è impegnato a stemperare gli animi e a ricercare una soluzione che trovi la più ampia convergenza all'interno della Casa delle libertà, si inseguono le voci e le in discrezioni su coloro che potrebbero affiancare il primo cittadino nella gestione della Pubblica amministrazione.

Per Forza Italia l'unica nomina al momento scontata sembra quella di Paolo Urso, al quale dovrebbe toccare anche la nomina di vice sindaco. Alleanza nazionale, invece, potrebbe essere rappresentata in Giunta da Domenico Urso (già vice sindaco della Giunta guidata dal sindaco Pietro Magno) e da Oronzo Ostacolo. Per l'Unione di centro, infine, l'unico nome certo sembra al momento quello di Salvatore Santoro, risultato il secondo degli eletti in Consiglio comunale dell'Udc. Non farà parte dell'esecutivo, invece, Francesco Locorotondo.

 

 

 

 

 

 

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Pronto il progetto di restauro della chiesa di Sant'Anna 

Lunedì, 1 luglio

Sarà presentato alla cittadinanza cegliese, nella serata di domenica prossima, il progetto del restauro e consolidamento statico della chiesa di Sant'Anna.

Relazioneranno l'architetto Giovanni Matichecchia, della Soprintendenza di Bari, ed il progettista dei lavori, l'architetto Domenico Sasso. «Salviamo la Chiesa di Sant'Anna» è il grido di speranza che il comitato e la parrocchia di San Rocco lanciano alle autorità competenti ed a tutti i cittadini e devoti. Da sempre la chiesa è considerata un gioiello d'arte, che si fregia di affreschi e pitture di gran valore, come l'affresco trecentesco, raffigurante la morte della stessa Sant'Anna, posto sopra il portone all'ingresso. Rapisce l'osservatore lo splendido altare, in pietra viva, del 1600, nonché le decorazioni di importanti tele come quella della Madonna con bambino di stampo ottocentesco. Ma tutelare la chiesa significa anche preservare parte della memoria storica che la lega al popolo cegliese. Il pensiero corre al piccolo camposanto che raccoglie i resti delle vittime del colera del secolo scorso. Sant'Anna è da sempre venerata dall'intera popolazione cegliese ed è diventata, nel corso degli anni, simbolo del prodigio della maternità. La chiesa, che già negli anni passati ha subìto delle ristrutturazioni, presenta, oggi, purtroppo, delle visibili lesioni strutturali in più punti della volta e lungo i muri, che rendono oramai urgentissimi gli interventi. Proprio a tale scopo nasceva negli anni scorsi il «comitato restauro chiesa di Sant'Anna» presieduto, all'epoca, da don Michele Pastore, ex parroco di San Rocco.

Il comitato si propose come obiettivo principale quello di sensibilizzare e portare all'attenzione il problema. Negli ultimi mesi, l'iniziativa ha trovato pieno appoggio nel nuovo parroco, don Angelo Principalli, che ha rivestito, per statuto, il ruolo di presidente del comitato. Dopo alcune battute d'arresto degli anni scorsi, dovute soprattutto per motivi burocratici, si è così giunti rilancio l'iniziativa. È stato incaricato l'architetto Sasso di elaborare un nuovo progetto di restauro che verrà presentato ufficialmente domenica prossima, nel piazzale antistante la chiesa. Non si può non tenere conto delle spese, pertanto si spera di usufruire in parte dei finanziamenti della Regione, della Conferenza episcopale e del contributo dei devoti. Intanto, sono stati già programmati i festeggiamenti in onore della Santa per il 26 e 27 luglio. Il programma si aprirà, in piazza Sant'Antonio, con il «Gran concerto bandistico» diretto dal maestro Lacorte e terminerà il 27 luglio, con una serata animata dal complesso «Revival Italiano». Sempre il 27 luglio, terminerà il programma religioso, con la processione e la celebrazione della messa.

(La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

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