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In questa pagina notizie e servizi da Ceglie Messapica (Brindisi)

 

E anche il Tar dà ragione a Federico: Consiglio entro 15 giorni

Venerdì, 29 luglio

Anche il Tar è stato chiaro. Il Consiglio comunale di Ceglie Messapica deve provvedere alla surroga dei cinque consiglieri dimissionari entro quindici giorni dalla notifica dell'ordinanza depositata ieri. Un termine perentorio sul quale ormai nessuno può dare interpretazioni di sorta. La prima sezione (presidente Evasio Speranza, consigliere Luigi Costantini e relatore Ettore Manca) ha accolto il ricorso dei cinque consiglieri comunali del centrosinistra che attendono di subentrare al posto dei cinque colleghi chiamati dal sindaco Pietro Federico a fare gli assessori, confermando la sospensione degli atti impugnati e disponendone la surroga.

Un brutto colpo per l'opposizione di centrodestra che pensava di bloccare la surroga dei dimissionari per ritornare alle urne. Non era una strada facile, in quanto prima o poi gli aventi diritto, portatori di un diritto soggettivo e non legittimo (una differenza non da poco: i primi entrano di diritto, gli altri passano al vaglio della pubblica amministrazione), avrebbero chiesto al Tar che gli venisse riconosciuto. Cosa che nei giorni scorsi Mariano Gatti, Antonio Amico, Cosimo Gioia, Cosimo Palmisano e Martino Santoro, assistiti dall'avv. Valeria Pellegrino, hanno fatto.

È il 14 luglio quando il Tar accoglie la richiesta di sospensiva della delibera con la quale si negava questo loro diritto, maturato con le dimissioni di cinque colleghi chiamati dal sindaco Pietro Federico a ricoprire incarichi assessorili. Il Tar sospende anche la convocazione del Consiglio comunale indetto dal consigliere anziano Ciro Argese (centrodestra) per tutti gli argomenti inseriti nell'ordine del giorno, tranne il giuramento del sindaco. L'opposizione va avanti ugualmente ed elegge Argese presidente del Consiglio. Atto ritenuto non valido dal segretario comunale contro il quale non viene proposto ricorso.

Per quanto riguarda il diritto dei primi dei non eletti, va detto che era già stato riconosciuto l'altro giorno con la pubblicazione del chiarimento chiesto dal Ministero dell'Interno al Consiglio di Stato «in ordine alla cessazione dalla carica di consigliere all'atto della nomina ad assessore». Ebbene, il Consiglio di Stato aveva chiarito che la sua sentenza, che aveva generato confusione e interpretazioni, alla quale si erano appigliati le opposizione di Ceglie Messapica e San Pietro Vernotico, si riferiva ai Consigli comunali dei Comuni con meno di 15mila abitanti. Vale a dire a quei Consigli comunali nei quali non c'è incompatibilità tra le cariche di assessore e consigliere e le surroghe vanno effettuate con delibera votata dal Consiglio. Per gli altri Consigli, invece, i primi dei non eletti delle liste cui appartengono coloro che sono stati nominati assessori, «possono partecipare alla prima seduta utile e procedere alla convalida della loro nomina così come gli altri consiglieri hanno partecipato alla propria».

Esattamente come aveva fatto a San Pietro Vernotico la maggioranza di centrosinistra. Contro tale operato cinque dei sei consiglieri di opposizione subito dopo la riunione consiliare, affidandosi all'avv. Pietro Quinto, chiesero al Tar la sospensiva della delibera. Udienza fissata in un primo momento per il 20 luglio, era stato poi trasferita al 27 luglio per essere trattata in Camera di consiglio assieme al ricorso presentato dai cinque subentranti nel Consiglio comunale di Ceglie. L'altro giorno i ricorrenti di San Pietro Vernotico hanno rinunciato alla richiesta di sospensiva, affidandosi al merito. Mentre per il ricorso dei cinque cegliesi, dopo la sospensiva della delibera di mancato subentro emanata il 14 luglio, l'altro giorno ha ordinato la loro surroga, ed entrerà nel merito assieme alla questione di San Pietro. Per quanto riguarda Ceglie, per l'opposizione si sono costituiti Ciro Argese difeso da Pietro Magno e Antonio Putignano, Nicola Ciracì, Angelo Palmisano e Vito Santoro, difesi da Marco Palieri. Non si sono costituiti Pietro Magno (difensore di Argese, leader della lista «Magno per Ceglie» e consigliere comunale), Antonio Casale, eletto nella Margherita e passato con il centrodestra; Cesare Epifani, Franco Nigro, Gennaro Saponaro e il Comune di Ceglie.

(La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

Il ministero: "In Consiglio vanno convocati anche i 5 subentranti"

Venerdì, 29 luglio

"Nella fattispecie determinatasi nel Comune di Ceglie Messapica i principi affermati dal Consiglio di Stato portano a ritenere che debbano essere convocati per la prossima adunanza del Consiglio comunale non solo i 15 consiglieri già convalidati, ma anche i 5 subentranti". E' quanto scrive in una nota, fatta giungere nelle ultime ore attraverso la prefettura di Brindisi, dal Ministero dell'Interno a proposito dell'insediamento del Consiglio comunale risultato eletto alle ultime amministrative. Chiarisce la nota: "Così come la cessazione della carica di consigliere comunale è ricollegabile ope legis (senza bisogno di dimissioni) alla semplice accettazione della nomina ad assessore, allo stesso modo può ritenersi un analogo automatismo per il subentro dei primi dei non eletti, senza cioè ricorrere all'ordinario procedimento di surroga". Ceglie Massapica come anche San Pietro Vernotico. Con la sola differenza che a San Pietro la maggioranza di centro sinistra ha di fatto insediato al terzo tentativo il consiglio comunale con la presenza determinante dei consiglieri comunali subentranti. Il centro destra ha fatto ricorso al Tar accusando principi di illegittimità nella procedura adottata e nel frattempo il Ministero dell'Interno ha chiesto chiarimenti al Consiglio di Stato. Ora la risposta, che mette fine ad ogni dubbio.

"Auspico che tutta questa vicenda- scrive il sindaco di San Pietro, Giampiero Rollo, faccia intendere a quanti l'hanno determinata il giusto e corretto ruolo della politica all'interno del Consiglio comunale". Aggiunge il sindaco Rollo: "Il comportamento ostruzionistico ed irresponsabile di alcune minoranze consiliari aveva determinato conseguenze aberranti sul piano pratico, consentendo lo stravolgimento dei rapporti tra maggioranza e minoranza e l'alterazione del responso delle urne".

La nota di chiarimenti da parte del Ministero dell'Interno è arrivata alla vigilia della udienza davanti al Tar di Lecce sui ricorsi presentati dalle forze politiche di Ceglie Messapica e San Pietro Vernotico. "I ricorrenti, rappresentati dall'avv. Pietro Quinto- scrive Rollo- non hanno potuto fare altro che rinunciare all'istanza di sospensiva. Quanto al merito del ricorso non si può fare a meno di dover prendere atto del venir meno della materia del contendere". "E' stata così resa piena giustizia- conclude il sindaco Rollo- al senso di responsabilità e rispetto delle istituzioni di quella parte del consiglio comunale che nel frattempo ha operato assicurando l'adozione di provvedimenti importanti per la comunità'". 

 

 

 

 

 

 

La Giunta al lavoro per il Pug, Federico incontra il progettista

Giovedì, 28 luglio

Piano urbanistico Generale, la giunta è al lavoro. Su precisa richiesta del sindaco, Pietro Federico, c'è stato un secondo incontro (in poco più di due mesi) con il prof. Dino Borri del Politecnico di Bari, incaricato di redigere il Piano urbanistico generale, da tempo atteso dalla città, fermo al vecchio ed inadeguato strumento urbanistico risalente a fine anni '60. «Come si vede - commenta il sindaco - la giunta non perde tempo e si sta dedicando ai problemi della città. Nell'incontro - continua Federico - abbiamo consegnato al professionista, per il prosieguo dei lavori preliminari, il rilievo aerofotogrammetrico richiesto e abbiamo esaminato alcune questioni tecnico-procedurali.

Nell'assunto che il documento programmatico preliminare costituisca la comune base di partenza per la stesura del Pug, alla presenza del responsabile dell'Ufficio tecnico comunale, ing. Giovanni Chiatti e dell'architetto Marina Carrozzo, si è concordemente convenuto sulla necessità di rivedere alcune questioni tecniche del Pug, anche alla luce di alcune modifiche richieste dalla recente legge regionale sull'assetto del territorio ed in vista di un apposito incontro pubblico di ascolto, che potrà tenersi presumibilmente entro fine estate o inizio autunno, col il coinvolgimento degli organi politico-amministrativi competenti. Il Pug - conclude il sindaco - può davvero diventare presto una realtà, se c'è una volontà politica ampia e condivisa ma, soprattutto, se non si fa perdere ulteriore tempo alla Giunta, con questioni e cavilli amministrativi che niente hanno a che fare con la democrazia, con il rispetto della volontà popolare e con i veri interessi della città». Un messaggio chiaro, soprattutto alle opposizioni.

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

Ospedale: soppressa la Lungodegenza aperta prima delle elezioni

Giovedì, 28 luglio

Dopo appena due mesi di attività, sono stati momentaneamente soppressi, i 32 posti del reparto di «Lungodegenza riabilitativa», aperto lo scorso 14 marzo e collocato al primo piano del Presidio ospedaliero di Ceglie Messapica. Un reparto che, nell'ambito dell'unico presidio Francavilla-Ceglie dell'Asl BR/1, si pone in un rapporto di continuità con Ortopedia (18 posti letto a Ceglie Messapica). Nell'ambito del più ampio indirizzo riabilitativo che la Direzione sanitaria ha voluto dare allo stabilimento cegliese, la scelta di aprire Lungodegenza riabilitativa fu dettata anche dal fatto che era possibile contare, in base alla pianta organica, sulla figura professionale del fisioterapista e sulla presenza di una palestra già attrezzata.

Rassicurazioni, tuttavia, giungono dal direttore sanitario dello stabilimento di Ceglie Messapica, Massimo Dicastri. «Non è una chiusura - dice Dicastri - che prelude ad una non apertura ma un provvedimento tecnico momentaneo». Insomma, alla base ci sarebbe il diritto di godere delle ferie degli operatori sanitari che, a quanto pare, diventa un problema quando la pianta organica non prevede un numero sufficiente di personale infermieristico che, nel rispetto del sacrosanto diritto del lavoratore, possa garantire, contestualmente, un servizio continuativo nell'intero arco dell'anno. «Più che di chiusura inoltre - continua Dicastri - sarebbe più opportuno parlare di accorpamento». Così, stando alle parole del direttore Dicastri, l'Asl BR/1 continuerà ad offrire il servizio della riabilitazione a Ceglie Messapica usufruendo, per il periodo estivo, del reparto di lungodegenza (32 posti letto previsti dal Piano di Riordino).

Un accorpamento, dunque, che tuttavia non va ad integrare di posti letto della medicina generale che, invece, cede a sua volta dei posti per la riabilitazione. Se, come dichiarato dal direttore sanitario, i ricoveri riabilitativi dovuti ad interventi programmati diminuiscono nel periodo estivo, risulta davvero inverosimile che altrettanto possa avvenire per la Lungodegenza generale, specie se si tiene conto che proprio in questi reparti i ricoveri riguardano spesso gli anziani. Infatti, nel periodo estivo, le statistiche parlano di numerosi anziani che, a causa delle alte temperature, accusano malori con effetti sullo stato di salute generale. Ora, ancora una volta, si preferisce, sia pure parzialmente e momentaneamente, sopprimere un servizio anziché studiare altri provvedimenti o adottare il principio dell'interscambiabilità del personale nell'ambito dell'unico presidio Francavilla-Ceglie. Così, dopo le tante promesse, nulla è cambiato. E, a farne le spese, anche questa volta, è lo Stabilimento cegliese.

(Agata Scarafilo, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

Surroghe, risolve il ministero: il sindaco di Ceglie aveva ragione

Mercoledì, 27 luglio

Tutto chiarito per quanto riguarda le procedure di insediamento delle assise cittadine dove per legge i consiglieri comunali si dimettono per assumere la carica di assessore (Comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti). Nella giornata di oggi è stata diramata una circolare del Ministero degli Interni che recepisce le indicazioni formulata nel merito dal Consiglio di Stato. La direttiva è arrivata al Comune di Ceglie Messapica, ma riguarda anche San Pietro Vernotico, dove nello specifico il Consiglio comunale si è insediato con la presenza determinante dei consiglieri comunali subentranti.

Ed è proprio questo automaticismo che la circolare del Ministero degli Interni sancisce come legittima, in quanto i consiglieri comunali subentranti fanno parte strutturale del quorum nelle assise cittadine. Pertanto anche a Ceglie Messapica (ed in altri 74 Comuni dove nella scorsa primavera si è votato) il Consiglio comunale potrà essere convocato ed insediato con i subentranti, che potranno così sedere in aula senza il preventivo voto di presa d'atto.

Soddisfazione viene espressa dal primo cittadino di San Pietro, Giampiero Rollo, perché dice <<finalmente è stata messo fine ad un clima di incertezza e perché abbiamo avuto ragione a procedere, nonostante tutto, con l'insediamento del Consiglio comunale e ad operare nel modo in cui abbiamo operato>>. 

A creare una situazione di empasse era stata una direttiva del Ministero degli Interni diramata pochi giorni dopo la tornata elettorale amministrativa con la quale si faceva riferimento ad una recente sentenza del Consiglio di Stato. Ma il caso era attinente ad un Comune con popolazione inferiore ai 15 mila abitanti, dove un consigliere comunale si era dimesso di sua spontanea volontà creando così una situazione di perfetta parità numerica tra i due opposti schieramenti politici con conseguente impossibilità a procedere con la surroga. Altra cosa è l'insediamento delle assise cittadine con il quorum strutturale dei subentranti. 

Intanto proprio nella giornata di oggi presso il Tar di Lecce si doveva discutere del ricorso presentato dai consiglieri comunali di Forza Italia ed Alleanza nazionale (ad eccezione di Sergio Valzano) avverso le procedure di insediamento del consiglio comunale messe in atto a San Pietro. E di quello inoltrato dalla maggioranza di centro sinistra a Ceglie Messapica contro la convocazione delle assise comunali decise dal presidente pro tempore. Il legale dei ricorrenti sanpietrani, l'avv. Pietro Quinto, ha ritirato la richiesta di sospensiva ed ha chiesto di discutere il ricorso nel merito.

Per quanto riguarda nello specifico la situazione di San Pietro continua a far discutere inoltre la scelta dei consiglieri comunali di Forza Italia, Natale Curia, Antonino Laspada e Pierluigi Bracciale, di prendere parte nei giorni scorsi ad una seduta di consiglio comunale, consentendone, con la loro presenza determinante, lo svolgimento. 

 

 

 

I lettori

Un cegliese da Torino: "Ben serviti sti' politici e supporter casciaroni"

Mercoledì, 27 luglio

Qualcuno andò per cercare il pelo nell’uovo e trovò una parrucca talmente folta che si sta soffocando con le stesse mani: questo è quello che sta accadendo all’opposizione con le surroghe. Pensavano di poter cavalcare facilmente la situazione ostacolando con un pretesto la nomina del Consiglio comunale ma si sono accorti che la situazione si è imbizzarrita e gli sta sfuggendo di mano, addirittura pensano che il Tar darà torto al sindaco senza tener conto della volontà popolare, cosa che qualsiasi giudice deve tener conto. Ma il tutto va applicato mettendo in atto una buona parte di buon senso e se il sindaco Federico ha peccato di ingenuità (da dimostrare) non seguendo la prassi come stabilisce il decreto lgs 267 …., si sa che persino chi fa le leggi molte volte pecca di cattiva interpretazione. E’ il caso della circolare del Consiglio di Stato cui ha dovuto far seguito quella chiarificatrice del ministero dell’Interno.

Sembra che il centrodestra abbia tentato di bloccare quei consigli nei quali non è stato in grado di vincere. Signori miei a questo punto non vorrei essere io il drammaturgo del momento…. Ma dal bloccare un governo democraticamente e legalmente eletto dal popolo alla dittatura il passo è breve! Molto più breve di quanto si creda. E che sparlino pure i benpensanti del momento che sto esagerando e che sto creando una tempesta in un bicchiere d’acqua! Si stanno avvicinando le elezioni politiche, temo strumentalizzazioni da questa gente. Perciò i cari politici (se così li vogliamo chiamare sti’ piazzisti) cegliesi, che si prendano pienamente le proprie responsabilità e non facciano come al solito: prima accendono il fuoco e poi nascondono la mano.

Vito Nisi, Torino

 

 

 

Da Milano: "Caro Elia, pensavo che uno storico fosse più obiettivo"

Giovedì, 28 luglio

Si, finalmente la situazione è sbloccata.

Ma non era necessaria la circolare del Ministero dell'Interno per risolvere il problema delle surroghe, ma seguendo da oltre 4 anni, tramite codesta redazione, la vita politica e non del mio paese, dico mio perché lo vivo con più intensità di chi ci abita tutto l'anno, dicevo della circolare, ebbene, i politici di destra che ne hanno combinato di tutti i colori, pensavano di ri-governare il mio paese con un cavillo male interpretato, pur sapendo di non avere i numeri per farlo.

E sì, cari politici di destra, i cittadini questa volta non vi hanno dato i voti necessari per governare, con quale faccia vi sareste presentati di nuovo a dettar legge.

Spero mi sia concesso una risposta al candidato della lista Magno, Pasquale Elia, l'ho sempre letto, mi ha informato e aggiornato circa la storia del mio paese, ma questa volta ha toppato.

Caro compaesano Pasquale Elia, ella, non può pretendere giustizia e governo non avendo i numeri, solo perché un cavillo impedisce la regolare attività del consiglio comunale, inoltre non si può spargere la voce in giro affermando che la nuova maggioranza è peggio di quelle passate (di destra), non avete dato modo di operare, quindi aspettate  a portare il morto al cimitero, non è ancora morto.

Inoltre, visto che ella  scrive libri, la facevo un po' più oggettivo, imparziale forse è un po'  troppo,  ma meno di parte, mi rivolgo a lei in questi termini perché ha assunto la parola dell'opposizione in questa redazione. Non è una polemica personale.

Spero che adesso il mio paese possa intraprendere una strada diversa, è in corso uno sviluppo turistico in tutta Italia, approfittatene, l'eco della gastronomia e dei luoghi di Ceglie arriva ed è consolidata anche a Milano, coraggio, tutti insieme, Pasquale Elia, ella ha vissuto  a Monza, essù, dia una mano.

Carmine Altavilla, Milano

 

 

 

La replica di Elia: "Caro Carmine, sono sempre stato obiettivo"

Giovedì, 28 luglio

Carissimo Carmine, premesso che non ho mai detto né scritto che “la nuova maggioranza è peggio di quelle passate”. Mi hai affibbiato cose che non ho mai nemmeno lontanamente pensato. E ti voglio precisare carissimo Carmine che il sottoscritto non è mai stato uomo di destra. Mi sono candidato con la Lista Magno (Civica) e sono orgoglioso di averlo fatto (il prof. Magno mi dava fiducia e sicurezza), per il semplice motivo che volevo rendermi utile nell’interesse della città ferma a oltre venti anni fa e i partiti tradizionali, composti dagli stessi personaggi di sempre (alcuni si sono passato la poltrona in eredità da padre in figlio), mi ispiravano pochissima fiducia. Prova ne sia che quei politici passano da un partito all’altro, con tanta indifferenza, come se cambiassero abito. Gente che, per quanto mi riguarda, la considero senza alcuna dignità personale. Proprio qualche giorno fa, alcuni rappresentanti dell’Udc, con importanti incarichi in seno al partito, hanno preso il volo verso altri lidi. 

Mi preme puntualizzare che quella Lista Magno era composta da gente di ogni ceto sociale e credo politico: democristiani, comunisti, socialisti, liberali, ex maoisti, professionisti, operai, contadini, ecc.

Mi hai accusato anche di essere poco obiettivo. Proprio perché sono sempre stato, in vita mia, molto obiettivo, ho cercato di fare una disamina delle disposizioni di legge. Nulla, pertanto, a che vedere con quanto frulla nella mia mente.

Il Consiglio di Stato con l’ultimo suo parere, ha cambiato orientamento rispetto alla sua recentissima decisione n°279 del 3.2.2005, infatti, parla di “norma speciale”. A lume di naso una eventuale “norma speciale” la decide il Legislatore e non il Consiglio di Stato.
Nei comuni con meno di 15.000 abitanti non sussiste incompatibilità tra assessore e consigliere comunale, mentre nei comuni come il nostro con oltre 15.000 abitanti, la nomina assessorile comporta la decadenza dalla qualifica di consigliere comunale, ovvero le dimissioni e quindi la sua sostituzione. Ecco il motivo della cosiddetta surroga.
L’art.38 del d.lgs. n°267/2000 condiziona e subordina l’entrata in carica dei consiglieri comunali alla loro proclamazione oppure all’approvazione dell’atto di surroga da parte del Consiglio comunale. 

Nel nostro caso, nella prima seduta del consiglio comunale (29 maggio) i subentranti non potevano sostituire i dimissionari perché non erano stati convocati come previsto dalle disposizioni di legge. Questa è stata la manna caduta dal cielo per l’opposizione. 
Adesso ribaltiamo la situazione, se al posto di Federico si fosse trovato Nicola Ciracì o altri, che comportamento avrebbe adottato la presunta opposizione? A te la risposta.
Per finire, quel primo consiglio comunale (29 maggio), senza la convocazione dei cinque subentranti, è da ritenere valido? Sì o no. 

Non ci resta ora che aspettare la decisione del Tar di Lecce.

Pasquale Elia, Ceglie Messapica

 

 

 

"E adesso maggioranza e opposizione lavorino per il bene del paese"

Giovedì, 28 luglio

C’è qualcuno che è molto più bravo di me con le parole e ne rendo merito, ma sapendo che candidarsi a delle elezioni amministrative dovrebbe essere come per il cristiano quando decide di prendere i voti e diventare servitore di Dio, ovvero avere la vocazione, non penso che ci siano tanti sacerdoti o suore senza la vocazione.

 Sì, è vero ognuno tira l’acqua al proprio mulino citando articoli di legge o decreti legislativi, come è anche vero che con la burocrazia, senza il buon senso di interpretazione, non si è mai riusciti a governare nemmeno una comunità di pecorelle. A volte bisogna scendere dal piedistallo del proprio sapere ed abbandonare l’arroganza, a volte dimostrare una briciola di umiltà oltre che fare bene agli altri fa bene anche a noi stessi, ci riempie di più amore per il prossimo e se vedo che il mio avversario mi sta superando meritatamente non gli metto lo sgambetto per farlo cadere, ma gli faccio gli auguri di buon lavoro per il bene del paese (abbiamo ancora tanto da imparare in questo senso). 

Era questo che intendevano gli elettori andando a votare, era questo che si aspettavano i cittadini da gente matura e consapevole del ruolo che si accingevano a ricoprire. Adesso che la questione è risolta questi signori dovrebbero fare un mea-culpa, ripensare al loro operato e operarsi a si che il paese non ne debba risentire facendo una sana e costruttiva opposizione, perché stare all’opposizione non vuol dire stare contro il paese o quegli elettori che li hanno votati, fare opposizione vuol dire anche adoperarsi in modo che se la maggioranza sta sbagliando, con l’aiuto di tutti si debba fare in modo che vedano i loro sbagli per il bene della comunità, per questi e tanti altri motivi vorrei volgere a tutti, maggioranza e opposizione, un sentito e caloroso augurio di buon lavoro, per il bene comune. Lavoriamo per Ceglie, tutti insieme ognuno con il proprio ruolo, Ceglie ve ne sarà riconoscente adesso ed in futuro.
Un saluto da Torino.

Vito Nisi, Torino

 

 

 

 

 

 

 

 

Pasquale Elia: "Ecco perchè il Tar non darà ragione al sindaco"

Lunedì, 25 luglio

Paquale Elia, candidato al Consiglio comunale con la "Lista Magno", interviene con un nuovo contributo sulla vicenda delle surroghe. 


"Concordo pienamente con quanto afferma in replica Ideanews, ovvero che il Consiglio Comunale di Ceglie è composto da VENTI consiglieri più UNO, il Sindaco. Concordo anche quando si dice che Federico è stato eletto dal popolo, ma anche Magno, a suo tempo, e Mario Annese furono eletti da popolo, eppure furono mandati a casa, addirittura da componenti della stessa coalizione.
A causa di un vizio di procedura commesso dalla maggioranza, purtroppo, (mi auguro di sbagliare), il Consiglio comunale cegliese dovrà proseguire, fino al termine della legislatura con QUINDICI consiglieri più UNO.
Si può continuare con QUINDICI consiglieri? SI. Fino a quando c’è il numero legale, ovvero, (8), o fino quando il Prefetto, constatata l’impossibilità di governo, non decidesse lo scioglimento del Consiglio, oppure fino a quando il Sindaco dovesse decidere per le dimissioni.
L’unico personaggio della maggioranza che fino a questo momento ha capito la situazione è Pietro Mita (DS), il quale sa che, per uscire dall’inghippo, è necessaria una fattiva collaborazione da parte di tutti anche e soprattutto dell’opposizione. Ma la collaborazione con l’avversario politico non la si può pretendere, è necessaria chiederla con molta umiltà. E il Mita dimostra tanto buon senso. Bene ha fatto, a mio parere, a cominciare a lanciare l’amo. 
Ma qual è stato il vizio di forma di cui sopra? 
1. - Il Sindaco Federico ha nominato gli assessori il giorno 12 maggio 2005. La normativa stabilisce che nella prima seduta di insediamento del consiglio “…. NON potranno essere convocati quei consiglieri che hanno perso automaticamente lo status per effetto della nomina ad assessore, ai sensi dell’art. 64, comma 2 del d.lgs .n°267/00…..” (Ministero dell’Interno, lettera n° 15900/TU/00/64 del 6.5.2005, protollata a Ceglie al n°9859 il 16 maggio 2005). 
Quando sopra è stato recentemente confermato con sentenza n° 279/05 del Consiglio di Stato.
La prima seduta del Consiglio Comunale è stata il giorno 29 maggio 2005.
La lettera del Ministero di cui sopra informa che “….per quanto attiene agli adempimenti della prima seduta, l’ordine del giorno dovrà provvedere, COME PRIMO PUNTO, la convalida dei consiglieri proclamati eletti, che sono gli unici legittimati a formare il quorum sia strutturale che funzionale, esclusi pertanto quelli cessati dalla carica per l’accettazione della nomina assessorile.

Svoltosi detto adempimento, il consiglio procederà, con IL SECONDO PUNTO all’rodine del giorno, alla sostituzione dei consiglieri decaduti….”.
“ Agli scrutinati non eletti chiamati a subentrare per legge, dovrà essere comunicato l’avviso di convocazione del consiglio comunale, fermo restando che solo con la delibera di sostituzione di quelli cessati per effetto dell’accettazione della carica assessorile e la conseguente convalida, risulteranno investiti della carica consiliare e concorreranno a ricostituire il plenum assembleare”.
Tutti questi adempimenti sono stati rispettati?
Cosa deciderà il TAR il 27 luglio? Sicuramente la decisione non potrà essere contraria a quella del Consiglio di Stato. Quindi …….

Pasquale Elia    

 

 

 

 

 

 

 

 

La Finanza scopre 330 lavoratori in "nero" di un'azienda agricola

Sabato, 23 luglio

Militari della Guardia di finanza hanno scoperto, durante controlli, 330 lavoratori impiegati nel lavoro dei campi "al nero" in un'azienda di Ceglie Messapica che opera nel settore della trasformazione agricola per conto terzi.

 L' evasione contributiva - secondo primi accertamenti - sarebbe di circa 300.000 euro. Le indagini, fatte dai militari di Ostuni, sono state avviate dopo che, durante controlli stradali, era stato fermato un camioncino con a bordo alcuni lavoratori diretti in campagna per un raccolto. Durante successivi accertamenti sulla ditta per la quale lavoravano, i militari hanno scoperto che non erano stati versati i contributi obbligatori all'Inps per loro e per numerosi altri lavoratori per un importo complessivo di oltre 300.000 euro.

 Il titolare dell'impresa, che è stato denunciato, impiegava regolarmente e assiduamente centinaia di coltivatori, in esecuzione di decine di appalti acquisiti sull'intero territorio della provincia di Brindisi e si limitava a pagare le giornate lavorative, senza versare alcun contributo assistenziale.

 

 

 

 

 

 

Romano: "Il Polo a Ceglie dimostra di non sapere accettare il voto"

Sabato, 23 luglio

Sulla vicenda del Consiglio comunale di Ceglie Messapica è intervenuto il consigliere regionale Giuseppe Romano con una nota che riportiamo di seguito.

 

Appare veramente fuori da ogni logica ragionevole e razionale, il comportamento assunto dal centro-destra di Ceglie in merito all’insediamento di quel Consiglio Comunale dopo la tornata amministrativa.

In nessun caso una lacuna normativa si può trasformare in paralisi o peggio ancora in “scioglimento del Consiglio”.
Persino la circolare ministeriale non considera plenum il Consiglio senza i surrogati, eppure il centro-destra procede alla elezione del suo Presidente del Consiglio.
Va dato atto della sobrietà e del senso di responsabilità verso le Istituzioni dimostrato dal Prefetto di Brindisi.

Il problema vero è che il centro-destra accetta mal volentieri il responso delle urne ed è disponibile ad usare tutti i mezzi, leciti ed anche illegittimi, pur di tentare di ribaltare il risultato elettorale.
Ne sono testimonianza la sfilza di ricorsi prodotti alla Regione Puglia contro la vittoria del Presidente Vendola: tutti dichiarati inammissibili dal TAR.
Anche San Pietro vive la stessa vicenda di Ceglie ma quantomeno in quella realtà, pur con un distinguo politicamente discutibile, Forza Italia locale ha consentito il regolare svolgimento dell’ultimo Consiglio Comunale.

Tutto questo vuol dire che i Consigli Comunali per i partiti del polo, si possono insediare con sentenza del TAR mentre ciò non avviene quando all’opposizione vi è il centro-sinistra, come è accaduto a San Vito dei Normanni.
Ma anche le vicende politiche che Fasano sta vivendo in questi giorni, sono il rovescio della stessa medaglia.

Un Sindaco, che ha ricevuto la sfiducia di metà dei consiglieri comunali e che il giorno dopo vede dimissionari sei suoi assessori, può rimanere al suo posto?
Ricordo il mercato politico che si attivò quando fu dimissionato l’allora Sindaco Donato De Carolis; l’inazione amministrativa di oggi è figlia di quella confusione politica.
Mi pare che venti di tempesta si stiano alzando anche sulla operatività amministrativa della Giunta del Comune capoluogo.

Che fare allora? La parola passa con stringente necessità al centro sinistra".

Giuseppe Romano, Consigliere Regionale Puglia    

 

 

 

 

 

 

Il capogruppo Ds: "Abbandonare sterili polemiche con l'opposizione"

Sabato, 23 luglio

«Non cadiamo in inutili e sterili polemiche con l'opposizione, e pensiamo ai problemi seri della città». È l'invito che Pierino Mita, consigliere comunale e provinciale dei Ds, rivolge alla maggioranza. «Da parte del mio partito - afferma Mita - c'è la volontà di buttarsi alle spalle le incomprensioni tra maggioranza e opposizione e di concentrarsi sui problemi reali della città, come la sanità, l'apertura della casa degli anziani, il piano urbanistico generale, la tutela dell'ambiente. A breve, infatti, organizzeremo delle iniziative per riqualificare il nostro ospedale (che significa potenziamento degli ambulatori, più posti letto in medicina e ortopedia, figure specialistiche di pronto soccorso) e per una completa ridiscussione del piano di riordino, in modo che possa rispondere alle esigenze dell'utenza. Poi c'è il Pug (Piano urbanistico generale), per il quale mi sono personalmente attivato in Provincia, ottenendo un'analisi fotoaereogrammetrica, importante per la redazione del piano. Ma i problemi della città sono talmente tanti, dalle piccole cose alla tutela degli anziani o al recupero del verde, come il bosco Montecchie, che è stato inserito in un progetto provinciale del costo di cinquantamila euro. Su queste cose - conclude Mita - siamo disponibilissimi a confrontarci con l'opposizione: lo scontro fisico, non ci interessa».

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)
 

 

 

 

 

 

 

Surroghe: per il legale del Comune illegittima l'elezione del presidente

Giovedì, 21 luglio

«L'elezione di Ciro Argese a presidente del Consiglio nella seduta del 15 luglio scorso è un atto viziato da illegittimità derivata».

 È quanto afferma il legale del Comune, avv. Angelo Fanizza, all'indomani della nota dello stesso Argese apparsa sulla stampa, in cui veniva rivendicata la legittimità del proprio operato. Secondo Fanizza, in ciò che sostiene Argese, vi sarebbero dei punti alquanto discutibili. «Premesso che va tenuto distinto il profilo della strategia politica da quello giuridico, e che a questo io mi attengo - commenta Fanizza - va precisato che il decreto emesso dal Tar, 1ª sez. di Lecce, ha sospeso l'efficacia dell'avviso di convocazione di Argese, distinguendo tra gli adempimenti potenzialmente soggetti a votazione e quelli non soggetti a votazione (come nel caso del giuramento), l'efficacia di tale decreto, la sua «intoccabilità», durerà fino al 27 luglio, quando a Lecce si svolgerà, in camera di consiglio, l'udienza cautelare vera e propria. Inoltre - continua Fanizza - nell'adottare tale decreto il presidente del Tar ha esercitato la propria giurisdizione di legittimità. Ha cioè sindacato i possibili vizi di incompetenza, violazione di legge ed eccesso di potere sia della delibera di convalida che dell'avviso di convocazione di Argese. La giurisdizione di legittimità consente che il Tar indichi cosa sia legittimo fare e cosa no. La giurisdizione di merito è ben altra cosa, perché riguarda altri tipi di giudizi, come l'ottemperanza, ovvero i ricorsi amministrativi che non si svolgono innanzi al Tar. Qualsiasi "interpretazione" del provvedimento del Tar e qualsiasi condotta che si discostasse da quanto stabilito dai giudici, sarebbe viziata da illegittimità derivata".

" Infine - conclude il legale - non c'è alcuna norma che disponga che l'elezione del presidente del Consiglio comunale venga prima del giuramento: il d.lgs. 267/2000 stabilisce solo, all'art. 41, che il primo degli adempimenti della prima seduta sia l'esame della condizione degli eletti. Ciò conferma che il carattere della prima seduta è "procedurale" e non "cronologico"».

Ma su quanto accaduto nella sala consiliare venerdì scorso c'è un dossier consegnato alla Procura della Repubblica. Il sostituto procuratore Milto De Nozza entrerà nel merito della vicenda, per valutare eventuali aspetti penali, sia per gli otto consiglieri che, disattendendo l'ordinanza del Tar, hanno eletto il presidente del Consiglio, sia - su denuncia dell'opposizione - per il segretario comunale che ha chiuso la seduta subito dopo aver esaurito la trattazione dell'unico argomento all'ordine del giorno autorizzato dal Tar, vale a dire il giuramento del sindaco.

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)
 

 

 

 

 

 

 

Surroghe: la seduta del Consiglio all'esame del giudice penale

Mercoledì, 20 luglio

Ed ora, su quanto accaduto nella sala consiliare del Comune di Ceglie Messapica, c'è un rapporto approntato dal maresciallo Sante Convertini, comandante della stazione carabinieri, e consegnato alla Procura della repubblica. Per valutare se sono state commesse delle violazioni di carattere penale. Le ipotesi al vaglio sono varie, a cominciare dalla inosservanza di un provvedimento dell'autorità giudiziaria.

I fatti. Dopo il rinnovo del Consiglio comunale, avvenuto il 3 e 4 aprile scorsi, il Consiglio comunale non riesce ad insediare il suo plenum di 20 consiglieri. Motivo? Il sindaco Pietro Federico (centrosinistra) conferisce gli incarichi assessorili a cinque consiglieri comunali, i quali si dimettono.

In un paese normale, la surroga avviene con il voto sia di maggioranza sia di opposizione. Ma a Ceglie no. L'opposizione vota contro e siccome la maggioranza priva dei cinque dimissionari non è più tale, il diritto legittimo dei cinque a subentrare va a farsi friggere. Nel frattempo il consigliere anziano appartenente alla lista Magno per Ceglie convoca il Consiglio comunale per il 15. Il sindaco diffida segretario e messi a partecipare ad una riunione che secondo lui è illegittima. E in una lettera inviata ad Argese il segretario comunale supplente spiega i motivi del perché quella riunione così come è stata convocata non si può fare. In primis perché nell'ordine del giorno, subito dopo il giuramento del sindaco, manda la surroga dei consiglieri dimissionari. Mentre viene inserita la nomina del presidente del Consiglio che non può avvenire se non insedia il quorum costitutivo. I cinque consiglieri che non sono subentrati si rivolgono al Tar. Ritengono che il loro diritto di sostituire i dimissionari, derivante dal numero di voti presi nel corso della consultazione elettorale, sia stato leso. E chiedono che il Tar intervenga con urgenza. Anche l'Amministrazione comunale si rivolge al Tar per bloccare la riunione consiliare. La prima sezione nel volgere di poche ore emette l'ordinanza. Sospende sia la delibera che ha bloccato la sostituzione dei dimissionari, sia la trattazione dell'ordine del giorno proposto da Argese. E precisa che quella riunione dev'essere fatta ma solo per il punto all'ordine del giorno relativo al giuramento del sindaco.

 Il Consiglio si tiene. La maggioranza si presenta sia in prima sia in seconda convocazione. «Per rispettare il dettato del Tar», precisa il sindaco Pietro Federico. Il centrodestra sparisce. Non si presenta né alle 12 per la conferenza stampa indetta due giorni prima, né in aula. Compare in seconda convocazione e fa di tutto per non far giurare il sindaco. Senza riuscirci. Completato il giuramento, il segretario comunale, così come disposto dal Tar, chiude l'assemblea. L'opposizione reagisce, minaccia denunce. È presente il maresciallo Convertini, accompagnato da un collega. Il centrodestra, rimasto solo, perché anche sindaco e maggioranza vanno via, elegge Argese presidente del Consiglio. Redige un verbale e lo consegna ai vigili urbani. I quali lunedì mattina lo hanno notificato al Comune. Verbale avverso il quale il sindaco ha deciso di produrre ricorso al Tar che il 27, in Camera di consiglio, affronterà l'intera vicenda.

Nel frattempo anche il sostituto procuratore Milto De Nozza entrerà nel merito della vicenda, per valutare se ci sono stati comportamenti che vanno perseguiti sul piano penale. Sia da parte dei consiglieri comunali che hanno eletto il presidente del Consiglio violando l'ordinanza del Tar, sia da parte del segretario comunale (questo su denuncia di Argese e gli altri consiglieri di opposizione) per avere interrotto la seduto subito dopo avere esaurito la trattazione del solo argomento autorizzato dal Tar.
 

 

 

 

 

 

Surroghe: i casi di Ceglie e San Pietro riunificati dinanzi al Tar

Mercoledì, 20 luglio

È slittata al prossimo 27 luglio, dinanzi al collegio giudicante del Tribunale amministrativo regionale (sezione di Lecce), l'udienza per l'annullamento della seduta consiliare dello scorso 10 giugno, nel corso della quale i soli consiglieri di maggioranza procedettero alla surroga dei consiglieri decaduti a causa della nomina ad assessori. Lo slittamento (l'udienza era stata inizialmente fissata per il 20 luglio) è dovuto al fatto che il collegio giudicante intende discutere il ricorso nella stessa seduta in cui si dovrà discutere il ricorso al Tar deciso dal sindaco di Ceglie Messapica, Pietro Federico, anch'esso di centrosinistra, contro la convocazione del consiglio comunale fatta dal consigliere anziano Ciro Argese (centrodestra).

 Il ricorso al Tribunale amministrativo regionale dei consiglieri sampietrani è stato predisposto dall'avv. Pietro Quinto del foro di Lecce e sottoscritto da tutti i consiglieri comunali dell'opposizione, con esclusione del consigliere di Forza Italia, Sergio Valzano, che non ha ritenuto opportuno aderirvi. In quella seduta del 10 giugno, fu possibile superare il voto contrario dell'opposizione contro la surroga dei consiglieri dimissionari perché nominati assessori, facendo partecipare i primi dei non eletti e riuscendo in questo modo ad insediare il quorum costitutivo, che è obbligatorio per legge affinché l'assise comunale possa entrare nel pieno dei poteri e deliberare. La seduta del 10 luglio scaturì dalla terza convocazione del Consiglio.

Mentre le prime due sedute sfociarono in altrettanti rinvii, per mancanza del numero legale, nella convocazione del 10 giugno la maggioranza di centrosinistra bypassò tutti i cavilli giuridici della Cdl e andò avanti per la sua strada. Come detto, fece insediare i consiglieri subentranti e, nonostante l'assenza di tutti i consiglieri della Casa della Libertà, procedé alla surroga dei sei consiglieri comunali decaduti. I gruppi di opposizione, quindi, furono presi alla sprovvista e nella stessa serata il capogruppo Pasquale Rizzo, preannunciò il ricorso al Tar.

«Qui non si tratta - ebbe a dire Rizzo - di discutere se la surroga dei consiglieri è un atto dovuto o se c'è la necessità del voto, qui il punto è che la maggioranza ha commesso una grave illegalità procedendo all'approvazione dei punti quando in consiglio non c'era la maggioranza e, quindi, neanche il numero legale dei consiglieri necessario per procedere all'apertura del dibattito e all'approvazione di qualunque argomento». Da parte sua la maggioranza sostiene che la surroga è un atto dovuto e non necessita di voto, né tantomeno di alcuna maggioranza. «A confortare l'iniziativa - afferma il sindaco Giampiero Rollo - alcune sentenze del Tar che nei ricorsi analoghi, si è espresso sostenendo che «non vi è alcunché di anomalo nella circostanza che i consiglieri subentranti abbiano partecipato alla seduta in cui è stata deliberata la loro stessa surroga, essendo stato precisato, in giurisprudenza, che ciò deriva da un lato dalla già evidenziata automaticità della surroga medesima, e dall'altro dall'impossibilità che l'organo consiliare resti, anche solo per un momento, privo di alcuni suoi componenti. La sentenza - sostiene il sindaco Rollo - è del Tar di Bari ed è la numero 5380 del 9 novembre 2004».

(Giuseppe De Marco, La Gazzetta del Mezzogiorno)
 

 

 

 

 

 

Si difende l'uomo accusato di aver abusato della figlia della convivente

Mercoledì, 20 luglio

L'addestratore di cani di Ceglie Messapica arrestato lunedì dalla Squadra mobile perché sospettato di aver compiuto atti sessuali con una bambina di 6 anni, è stato interrogato ieri mattina dal gip Alcide Maritati alla presenza del pm Antonio Negro e del suo legale Franco Larocca.

L'uomo avrebbe negato ogni addebito e chiarito ai magistrati che le terribili accuse, non sarebbero altro che il risultato di vecchie ruggini. I nonni della piccola, stando al cegliese, avrebbero nei suoi confronti un forte risentimento. Tutto avrebbe origine una decina di anni fa, quando ha inizio la storia tra lui e la mamma della piccola che, appena diciannovenne, abbandona la casa paterna per tre settimane. All'epoca l'uomo è già sposato. Il colpo di testa determina la fine del suo matrimonio. L'ostilità riaffiora, quando alcuni anni dopo, il rapporto con la figlia vive una seconda fase. Per fare chiarezza sulla vicenda il pm e il difensore chiederanno di sentire la bimba, in incidente probatorio, con tutte le cautele che il caso richiede, compresa la presenza di uno psicologo nominato dal Tribunale.

Sarebbe, infatti, racchiuso nel racconto fatto dalla piccola all'assistente sociale la parte più consistente dell'accusa, quella che avrebbe determinato l'arresto. Il sospettato al gip ha pure giustificato le conoscenze sessuali della bambina. Potrebbe averlo spiato mentre era in atteggiamenti intimi con la madre, senza essere vista.

Un fascicolo voluminoso quello che contiene la «pesante» posizione dell'addestratore di cani. Un lungo anno di indagini partite dalla denuncia dei nonni materni al Tribunale per i minori di Lecce, allarmati per i giochi erotici che la bimba inventava con le sue bambole e per i racconti sulle «cose» che faceva con il convivente della madre, che poi le procuravano malessere. Anche la moglie e il figlio ne offrono un'immagine poco edificante. Racconterebbero di abitudini sessuali rivolte al porno estremo e del suo interesse per le prostitute. Una circostanza che verrebbe confermata dai dvd e dal materiale a sfondo sessuale, sequestrato nel corso della perquisizione dell'abitazione.

Da altre testimonianze raccolte dai poliziotti emergerebbe, inoltre, una particolare attrazione dell'istruttore per le bambine molto piccole. Nell'interrogatorio l'arrestato avrebbe accennato ai giudici della possibilità di una sorta di congiura, un disegno condiviso dai due nuclei familiari, l'ex moglie e i nonni della bimba, per distruggerlo. Appare poco chiara, nel contesto descritto, la posizione della mamma che, a quanto pare, non avrebbe mai accusato di sevizie nei confronti della figlia, l'uomo con cui viveva. L'avvocato Larocca ha presentato richiesta di scarcerazione, ma è difficile che sia accolta prima che sia dato seguito all'incidente probatorio, previsto nel mese di settembre, al rientro dalla pausa estiva.

(v. arc., La Gazzetta del Mezzogiorno)
 

 

 

 

 

 

 

Abusi sessuali sulla figlia di 6 anni della convivente: arrestato

Lunedì, 18 luglio

Avrebbe obbligato una bimba di sei anni, figlia della sua convivente, a soddisfare quotidianamente le sue perversioni sessuali obbligando la madre ad assistere spesso alle scene. Con l'accusa di abusi sessuali agenti della squadra mobile di Brindisi hanno arrestato a Ceglie Messapica un presunto pedofilo di 45 anni.

Le indagini furono avviate circa un anno fa quando i nonni della bimba, residenti in Emilia e Romagna, ospitarono per un breve periodo di soggiorno la nipotina. La coppia, notando un comportamento piuttosto turbato nella bimba, si rivolsero prima ai servizi sociali della loro città quindi una volta rientrati con la nipotina decisero di consultare anche i servizi sociali del paese del brindisino. Su consiglio di questi ultimi, il Tribunale dei minorenni di Lecce autorizzò nel settembre successivo, i nonni a portare con loro la bimba. In questi mesi, gli agenti della squadra mobile di Brindisi hanno avviato indagini coordinate dal sostituto procuratore Antonio Negro ed hanno accertato che l'uomo per anni e con cadenza quotidiana aveva costretto la bimba a soggiacere alle proprie perversioni sessuali. Durante una perquisizione nella sua abitazione, la Polizia ha sequestrato Dvd ed altro materiale a sfondo sessuale.

 

 

 

 

 

 

 

"Il segretario comunale di Ceglie ha rispettato quanto disposto dal Tar"

Lunedì, 18 luglio

Il segretario comunale Domenico Russo, applicato al Comune di Ceglie Messapica, nel corso della riunione consiliare del 15 luglio, ha agito «esclusivamente in ossequio a quanto disposto dal decreto del presidente del Tar, sezione 1ª, numero 719/05 che limitava la seduta consiliare alla trattativa del punto: "giuramento del sindaco"». Lo afferma in una nota il segretario comunale in riferimento alla dichiarazione di Nicola Ciracì, consigliere comunale di Forza Italia, apparsa in un articolo pubblicato dalla Gazzetta il 16 luglio. La nota prosegue: «Pertanto lo scrivente era tenuto all'assistenza alla seduta solo per tale argomento e non per gli altri come erroneamente dichiarato dal consigliere Nicola Ciracì». A Ceglie è satto rinnovato il Consiglio il 3-4 aprile scorsi. Elezioni vinte dal centrosinistra e dal sindaco Pietro Federico. Cinque consiglieri della maggioranza si dimettono perché nominati assessori. I subentranti vengono stoppati dal voto contrario dell'opposizione e il quorum di venti consiglieri non si può insediare. Non giura nemmeno il sindaco.

Nel frattempo il consigliere anziano Ciro Argese (centrodestra) convoca di sua iniziativa il consiglio comunale, mettendo al primo punto dell'ordine del giorno la nomina del presidente, al secondo il giuramento del sindaco, e poi altri argomenti. Tutti tranne la surroga dei consiglieri. I cinque consilieri che debbono subentrare, ritenendo leso un loro diritto, ricorrono al Tar. E lo fa pure il sindaco contro la convocazione del Consiglio. Chiedono un provvedimento d'urgenza. Che giovedì il Tar emette: sospesa la deliberà di mancata surroga dei cinque e divieto di tenere la seduta consiliare se non per il giuramento del sindaco. Federico, sebbene tra le urla dell'opposizione, giura. Subito dopo il segretario, in esecuzione del provvedimento del giudice (disattenderlo è reato) sospende la seduta. Mentre i consiglieri di opposizione vanno avanti ed eleggono Argese presidente del Consiglio.
 

 

 

 

Dopo l'autoconvocazione, l'autocensura: "Parlare meno con i giornalisti"

 

Il consigliere Ciro Argese, il più suffragato alle ultime elezioni amministrative e quindi "anziano", dopo aver autoconvocato il Consiglio comunale di Ceglie Messapica e in seguito alle polemiche scaturite dalla seduta, ha precisato con una nota i propri giudizi e posizione. Il documento è firmato da Ciro Argese, qualificatosi "presidente del Consiglio comunale".

 

Nella seduta del Consiglio Comunale del 15/07, da me convocata legittimamente in veste di Consigliere Anziano, come dichiarava lo stesso TAR, in data 14/07, in seconda convocazione erano presenti n.15 Consiglieri Comunali oltre al Sindaco.

Si passava alla discussione del 1° punto all’ordine del giorno e cioè all’elezione del Presidente del Consiglio Comunale che la legge (d.lgs.267/2000) impone come 1° punto inderogabile.

Su questo punto succedeva la bagarre perché la maggioranza non voleva si eleggesse un Presidente non di loro gradimento, ed il Consigliere Regionale Pietro Mita aizzava ancora di più gli animi come d’altronde ha fatto dall’inizio di questa incresciosa storia amministrativa forse in maniera calcolata.

Successivamente il Sindaco e la sua maggioranza abbandonavano l’aula con il Segretario Generale che dichiarava chiusa, in maniera del tutto illegittima, la seduta, perché solo il Presidente del Consiglio può dichiarare chiusa la seduta e non il Segretario Comunale al quale la legge dà funzioni consultive e di verbalizzazione come prevede lo stesso d.lgs.267/2000 ed il nostro Statuto Comunale.

Si continuava quindi, in assenza del Sindaco e della maggioranza (in seconda convocazione 8 Consiglieri presenti rappresentano il numero legale) e si procedeva all’elezione del Presidente del Consiglio Comunale nella mia persona.

Successivamente si passava al 2° ed al 3° punto dell’o-d-g- e cioè “Giuramento del Sindaco” e “Comunicazione dei componenti della Giunta Comunale”; avendo constatato l’assenza del Sindaco e della Sua maggioranza in quel momento dichiaravo, e solo in quel momento si poteva fare, la chiusura della seduta.

Tengo a precisare che il Segretario Generale avrebbe dovuto essere presente fino al termine del Consiglio Comunale per svolgere le funzioni che la legge gli impone in sede di Consiglio Comunale e cioè di assistenza, consultazione e verbalizzazione…e non di scioglimento!! (su quale manuale amministrativo gli esimi cervelloni della maggioranza hanno letto che il Segretario Comunale scioglie o dichiara illegittime le sedute del Consiglio Comunale!!).

Per quanto riguarda il Sindaco avrebbe potuto prestare giuramento e comunicare i componenti della giunta al Consiglio Comunale sanando una grave illegittimità amministrativa che non lo ha voluto ancora una volta fare…

Devo ricordare che il TAR è giudice di legittimità e non di merito e cioè non può intimare al Consiglio Comunale comportamenti che fanno parte della Sua sovrana autonomia politica. Né si capisce perché, se la legge prevede che il Giuramento del Sindaco venga dopo l’elezione del Presidente, un qualsiasi Segretario Comunale possa arrogarsi il diritto di violarne il contenuto.

Il rispetto delle regole invocato dalla maggioranza e dal suo capopopolo Pietro Mita deve essere innanzitutto rispetto della legge e delle norme che regolano il funzionamento della vita amministrativa di un Comune: il d.lgs. 267/2000 ed il nostro Statuto non sono un abito buono per tutte le stagioni. La maggioranza deve soltanto ammettere di aver commesso una serie di errori che stanno portando il paese allo sbando e paralizzando l’attività amministrativa.

Consiglierei agli ancora sconosciuti assessori di intrattenersi un po’ meno nelle conversazioni con i giornalisti ed un po’ più  con gli operatori di diritto…

Ciro Argese   

 

 

 

 

 

Ex candidato con la "Lista Magno": "Il Tar non può imporre l'odg del Consiglio"

 

Pasquale Elia, candidato al Consiglio comunale con la "Lista Magno", ha inviato alcune riflessioni tecnico-politiche sull'ultima seduta dell'assise comunale e sul ruolo del Tar.

Pubblichiamo il contributo riservandoci una breve risposta.

 

Alcune personali considerazioni:

1 - Il TAR ha il potere di imporre l'argomento da trattare in seno al un Consiglio Comunale? Personalmente credo proprio di NO.

Sarebbe come se un Giudice del Tar Lazio, un bel mattino, si alzasse e ordinasse al Parlamento Nazione di trattare, per quel giorno, solo un argomento da lui deciso. E' fattibile?

2. - Il Segretario Comunale quale autorità ha per chiudere la seduta del Consiglio Comunale? E' compito del Presidente, accertata la presenza del numero legale APRIRE la riunione e CHIUDERLA al termine della trattazione degli argomenti posti all'Ordine del Giorno od in mancanza del numero minimo stabilito dalla legge (metà + uno). Il nostro Consiglio Comunale ora è composta da 15 consiglieri, quindi la metà più uno risulta essere 8 (otto).
Bene hanno fatto a segnalare il caso all'Autorità Giudiziaria.

Il comportamento del Segretario, a mio avviso, è quanto meno "partigiano". Egli avrebbe dovuto rimanere al suo posto fino in fondo e poi relazionare chi di competenza. Rammento che costui è il notaio della seduta. E come tale non ha alcun altro potere.

3. - Il Sindaco ha prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica. Credo proprio di NO. L'atto era posto al secondo posto dell'O.d.G.

Ci dobbiamo aspettare altri ricorsi al TAR e altri ricorsi al Consiglio di Stato. Ma il Consiglio di Stato ha proprio recentemente con sentenza n° 279/05 ribadito quanto stabilito dalla normativa vigente.

Pasquale Elia
 

 

 

Risposta.

Bene, via il Tar. Ma il Consiglio comunale è composto per legge da 21 eletti

 

Pasquale Elia ha ragione. Nessun tribunale, nessun Tar, quindi nessun Consiglio di Stato  e nessuna autorità esterna possono condizionare o alterare il mandato di una rappresentanza istituzionale eletta con voto democratico, quindi nè un Consiglio comunale di un paese di 21 mila abitanti nè alcuno dei due rami del Parlamento di 56 milioni di italiani. E infatti il Tar di Lecce non ha disposto un bel nulla, nè il calendario dell'Estate cegliese nè la discussione del Piano urbanistico territoriale. Ha più  semplicemente detto: in attesa del giudizio previsto per il 27 luglio si sospende cautelativamente la seduta del Consiglio comunale, nel frattempo  - però - il sindaco giuri come da legge.

Siamo talmente d'accordo con l'ex candidato della "Lista Magno" al punto da ritenere che anche il Consiglio comunale di Ceglie Messapica possa prima o poi avere i 21 consiglieri regolarmente eletti dal popolo che, sbagliando o meno, esercita la miglior forma di democrazia conosciuta.

Infatti nella pur breve storia della Repubblica italiana mai nessuna autorità esterna, né militare, né giudiziaria, nè religiosa, né associativa, hanno mai impedito alla Camera o al Senato di riunire tutti - ripetiamo tutti - i rappresentanti eletti nell'urna. Se ciò non fosse stato si sarebbe gridato giustamente al colpo di mano.

Purtroppo il danno più grave che sta subendo Ceglie e tutti i suoi esponenti politici, la mortificazione del corretto e civile dialogo e soprattutto la condanna ai veleni imposta a tutti i cittadini è da ricercare in un solo motivo, piccolo piccolo: che in Consiglio non possono sedere i 21 rappresentanti dei cegliesi eletti non più tardi di tre mesi fa.

Le riunioni dell'assise comunale non si possono tenere sotto la scure del Tar, del tribunale penale o dei carabinieri: già questa è una deriva sciagurata di una situazione che, direbbe Ennio Flaiano, "è grave, ma non seria".

 

 

 

 

 

 

 

 

Il sindaco Federico: "Questa destra mi convince ad andare avanti"

Domenica, 17 luglio

L'8 luglio il consigliere anziano Ciro Argese (Lista Magno) convoca in via d'urgenza il Consiglio comunale per il 15 «ritenuto - scrive - che ai sensi dell'art. 40 comma 2 del d.lgs 267/2000 il sindaco ha esaurito il potere di convocarlo». Gli argomenti all'ordine del giorno sono otto. Manca la surroga dei consiglieri dimissionari. Il sindaco Pietro Federico diffida il segretario e i messi dal notificare l'avviso. «E' un atto illegittimo» afferma, e fa depositare ricorso al Tar per ottenere provvedimento d'urgenza. E' braccio di ferro tra maggioranza e opposizione. Il 13 il consigliere anziano Argese, ricorre all'ufficiale giudiziario per far notificare l'avviso, contestualmente l'opposizione annuncia una conferenza stampa prima dell'inizio del Consiglio. Il segretario comunale supplente, Domenico Russo, nel frattempo scrive ad Argese, spiegando i motivi per cui, secondo lui, il Consiglio non si può tenere e gli fa sapere che non vi parteciperà. Il consigliere anziano risponde con una diffida.

Il 14 arriva il provvedimento d'urgenza del Tar con il quale si dispone la sospensione della delibera n. 5 del Consiglio comunale dell'8 giugno (che blocca la surroga dei consiglieri dimissionari) e si annulla la trattazione degli argomenti posti all'ordine del giorno da Argese, tranne il giuramento del sindaco. E fissa la camera di consiglio per il 27 luglio. Un risultato importante per la maggioranza, che - per non disattendere il dispositivo - decide di presentarsi in Consiglio per far giurare il sindaco.

L'altro ieri la seduta. L'opposizione annulla la conferenza stampa e non si presenta in 1ª convocazione. In seconda scoppia il marasma. Appena iniziati i lavori, il sindaco legge, tra le urla dell'opposizione, la formula di rito. Giuramento prestato. E abbandona l'aula insieme alla maggioranza e al segretario. L'opposizione, ignorando il dispositivo del Tar sulla base dell'ordine del giorno stabilito passa all'elezione del presidente del Consiglio. Viene eletto con 8 voti, Ciro Argese. Poi, scioglie la seduta. Convinta di essere nel giusto, disattende la disposizione del Tar. E non mancano critiche al segretario comunale, «reo» di non essere rimasto in aula a verbalizzare la seduta. «E' una farsa» afferma la maggioranza. «A questo punto - afferma Federico - visto il comportamento delle opposizioni, mi convinco sempre di più che l'unica strada da seguire sia quella istituzionale».

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)
 

 

 

Pietro Mita: "Comportamento inimmaginabile, segno della crisi dei partiti"

«A Ceglie nelle scorse elezioni ha stravinto il centrosinistra. Questo è il giudizio degli elettori ed è bene che FI e la Lista Magno, già esclusa dal ballottaggio, se ne ricordino». Il consigliere comunale, provinciale e regionale Pietro Mita (PRC) interviene sulla situazione verificatasi l'altro giorno in Consiglio comunale, dove l'opposizione, disattendendo il dispostivo del Tar, ha eletto come presidente del Consiglio Ciro Argese. «Un tempo questo comportamento sarebbe stato inimmaginabile - afferma Mita -, ma oggi di fronte alla crisi dei partiti può accadere che singoli personaggi giochino in proprio. Così il capo di Forza Italia, primo responsabile della caduta dell'ex sindaco Magno, si allea con quest'ultimo per impedire il funzionamento regolare delle istituzioni. E' una cosa assai grave. Del resto l'ex governatore della Puglia Fitto, una volta sconfitto, sperando di cancellare il risultato a lui sgradevole si è rivolto alla magistratura amministrativa, ma anche questa gli ha dato torto. Il centrodestra è ormai in crisi e nella Casa delle libertà siamo ormai al sonno della ragione».

E aggiunge: «Ritornando a Ceglie e ai casi simili in Puglia e in altre regioni, lo stesso sottosegretario dell'Interno ha dichiarato inammissibili i comportamenti di quanti nel centrodestra tendono ad impedire la surroga dei consiglieri dimissionari in quanto nominati assessori. L'Amministrazione continua ad operare nell'interesse della città, nonostante questi atteggiamenti ostruzionistici e rissosi che ricordano gli anni funesti dello squadrismo fascista. Il centrosinistra ha mantenuto i nervi saldi, non è caduto nella trappola della provocazione, di chi, già dirigente provinciale di FI, si è ridotto oggi a tenere insieme la truppa del centrodestra locale, ma già perde pezzi significativi». Centrodestra che accusa Mita di essere responsabile della situazione venutasi a creare. «Il governo Berlusconi - risponde Mita - ha già ammesso che esiste nell'ordinamento un vuoto legislativo, ma nulla sta facendo per colmarlo. Di qui la necessità per i 5 futuri consiglieri di ricorrere al Tar, che ha già concesso la sospensiva. Quest'ultimo fatto ha provocato al centrodestra una crisi di nervi. Noi aspettiamo fiduciosi, sicuri dell'appoggio popolare».

(p. fag.)

 

 

 

 

Lettore alla Gazzetta: "Masanielli castigati da un voto popolare chiaro"

«Masanielli imberbi castigati anche da un voto popolare chiaro» Come cittadino stanco e disgustato. Come ex-attivista politico ancora peggio. Stanco per questo donchisciottismo della destra condotta da «masanielli imberbi», castigati anche da un voto popolare chiaro. Che perde pezzi, tra l'altro,non per motivazioni politiche e morali, ma per un ennesimo cambio di casacca che priva (o libera?) la Casa delle libertà della rappresentanza in Consiglio comunale dell'Udc e di un fantomatico segretario cittadino che solo alcuni mesi fa cercò di trascinare un membro del direttivo di fronte al giudice di pace che lo accusava di aver fatto strame del partito insieme all'attuale segretaro provinciale. Il centrodestra aveva promesso dopo la batosta elettorale una opposizione costruttiva e di lavorare per il bene della comunità cegliese.

E così? Il presunto rappresentante del centrodestra che fa il capopopolo del raggruppamento, nonchè bocciato candidato sindaco, dopo aver mandato a casa due sindaci, sempre del centrodestra, non si accontenta ancora del suo «positivo» contributo e trascina in un contenzioso ridicolo quanto distruttivo per il decoro istituzionale, un'intera città utilizzando un cavillo tecnico e spacciandolo per incapacità del centrosinistra a governare. È quantomeno bizzarro che in altre situazioni la classe politica tutta abbia superato quella circolare ministeriale famosa perchè comune al sistema dei partiti di destra e di sinistra e qui si fa cagnara pura. Risultato: la città ancora non ha un governo cittadino a tutti gli effetti col risultato di aggiungere sale alle ferite ancora aperte dopo anni di malgoverno e picci infantili delle forze di centrodestra. Opposizione distruttiva allo stato puro. Qualcuno del centrodestra, a cominciare dal partito più serio cioè Alleanza Nazionale, si è chiesto quali sono le eventuali ricadute di immagine ed elettorali? Curto, Vitali e Mele dove sono per fermare questa deriva antiistituzionale della Casa delle libertà?

Il prossimo anno alle politiche qualcuno avrà il coraggio, di questa fantomatica destra, a presentarsi come forza di governo quando in queste settimane si sta scardinando uno stato di diritto per impedire alla nostra comunità una amministrazione cittadina che langue in programmi e risorse sin dal lontano 1983? Chi vince deve poter governare e tutti, passato il confronto elettorale, devono guardare ai problemi della comunità. E' quantomeno ridicolo che chi ha mandato a casa due sindaci negli ultimi anni impedendo ancora una volta che la città avesse le sue opportunità, oggi parli di malgoverno e lo faccia ancora «per il bene della città»! Tanti, nel centrodestra e nel centrosinistra lo hanno capito, e lo hanno sonoramente bocciato. Abbiamo già dato, come militanti e come cittadini, ma adesso basta. Fossi in qualcuno di voi passerei armi e bagagli col centrosinistra (come, pare, alcuni esimi rappresentati dell'Udc) o presentare onestamente le proprie dimissioni da consigliere per pura incapacità a rappresentare i nostri interessi e quelli della comunità. Invece di avere il dovere e il coraggio politico di «soccorrere» una maggioranza uscita vincitrice dalle elezioni comunali con all'interno diversi problemi politici da sfruttare politicamente, il centrodestra oggi dà l'immagine di essere costituita da politici rancorosi, frustrati e soprattutto, paradossalmente, di non essere una classe politica che può rappresentare alcunchè, confermando in pieno la giustezza del responso elettorale. Come suggeriva un politico di lignaggio della prima repubblica: «Bisognerebbe essere uniti dal disinteresse più che dagli interessi personali o meno». Chiudete, quindi, la questione e non fate spendere altri e altro tempo dei cittadini ingolfando ancora di più Tar, Consigli di Stato, Prefetture e quant'altro.

Angelo Ciciriello (intervento pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno)
 

 

 

 

 

 

 

"Smettetela di vociare": e la donna con la pistola minaccia ragazzi

Sabato, 16 luglio

Minacce e detenzione illegale di armi da fuoco: sono i reati per i quali i carabinieri di Ceglie Messapica hanno denunciato una donna di 75 anni, che, infastidita dal vociare di un gruppo di ragazzi in strada, nei pressi della sua abitazione, si è affacciata alla finestra e, armata con pistola, ha minacciato di sparare se non avessero smesso. Spaventati, i giovani sono fuggiti e si sono rivolti ai carabinieri che, intervenuti a casa della donna, hanno trovato e sequestrato la pistola, una calibro 7.65, e un fucile.

 

 

 

 

 

 

Disatteso il Tar, il sindaco giura e l'opposizione prosegue il Consiglio

Sabato, 16 luglio

Disattesa la disposizione del Tar. L'opposizione (Fi, An, Lista Magno e il dissidente della Margherita Antonio Casale - ma non il consigliere dell'Udc Gennaro Saponaro, che secondo indiscrezioni lasciarebbe il centro destra) è andata dritta per la sua strada, e nel Consiglio comunale, chiuso poco prima dal segretario comunale, ha eletto presidente Ciro Argese (Lista Magno). Bypassando l'ordinanza del Tribunale Ammnistrativo, I sez. di Lecce, che in via provvisoria ha sospeso la trattazione degli argomenti posti all'ordine del giorno nella convocazione del consigliere anziano Argese, tranne il giuramento del sindaco (probabilmente perchè si tratta di sola presa d'atto che non va posta in votazione).

La maggioranza - che con dispositivo emanato ieri sostanzialmente porta a casa un punto a suo favore - per non disattendere quanto stabilito dal Tar si è presentata in Consiglio per il giuramento del sindaco, con l'intenzione di lasciare l'aula subito dopo. Ed è scoppiata la bagarre, con l'opposizione che cercava in tutti i modi di impedire che il sindaco leggesse la formula di rito e questi che leggeva ad alta voce e frettolosamente. Momenti di tensione, poi la maggioranza ha lasciato l'aula, seguita dal segretario comunale.

L'opposizione ha proceduto ad eleggere il presidente del Consiglio, con 8 voti, quindi, ha «sciolto» la seduta che era stata già sciolta in precedenza dal segretario comunale. Una posizione, quella dell'opposizione, che Ciro Argese riassume così: «La sentenza del Tar legittimava la mia convocazione, per cui mi sono attenuto all'ordine del giorno della mia convocazione, che prevede per legge prima l'elezione del presidente del Consiglio e poi il giuramento del sindaco. Per questo abbiamo cercato di impedire che il sindaco giurasse. Per quanto riguarda la costituzione in giudizio, la camera di consiglio è fissata per il 27 luglio».

E Nicola Ciracì (Fi) attacca il segretario comunale supplente, Domenico Russo: «Devo denunciare una grave responsabilità del segretario, che ha abbandonato l'aula al seguito della maggioranza, dimostrandosi uomo di parte e non delle istituzioni. Per non parlare - aggiunge - dello spettacolo indecoroso offerto dal consigliere provinciale e regionale di Rifondazione Pietro Mita, che agitava bottiglie e aizzava gli animi quasi fosse allo stadio».

E ora, che succede? Avrà validità l'atto prodotto in questa seduta del Consiglio Comunale? «Assolutamente no» afferma la maggioranza. «Io ho ottemperato a quella che è la disposizione del Tar - commenta invece il sindaco Pietro Federico. A questo punto sono sempre più convinto che la strada da seguire sia quella "istituzionale" e quindi aspettiamo una risposta definitiva da parte del Tar e da parte del Governo. E' evidente che un' opposizione che se ne infischia dei dispositivi della giustizia ammnistrativa, persegue solo una politica ostruzionistica».

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

 

Aperta sottoscrizione per il recupero della statua di S. Rocco

Sabato, 16 luglio

Riceviamo e pubblichiamo.

Nella chiesa di S. Rocco è nuovamente esposta, da giovedì 14 luglio, l’omonima statua. Rientrata a Ceglie, dopo oltre tre mesi di restauro, è stata portata in processione da molti fedeli, tra i quali il parroco e il sindaco prof. Pietro Federico.

  E’ una statua del Settecento, in legno pluri-essenze, di un ignoto artista di scuola probabilmente veneziana, come dimostrano il volto scarnito e il panneggio spigoloso  degli abiti.    Il restauro è stato effettuato da Valentino De Sario di Oria, operatore qualificato nel settore, sotto la guida della dottoressa Antonella Di Marzo della Sovrintendenza ai beni artistici e storici di Bari.

   Dopo il trattamento antitarlo e il consolidamento con resine, il restauratore ha saputo riportare alla luce gli splendidi colori originari: il blu-cobalto del mantello con bordura giallo-ocra; l’azzurro della veste, sollevata a mostrare la piaga da peste; il verde olivastro della mantellina; il nero del cappello, poggiato sulle spalle e trattenuto da legacci dello stesso colore rosso-vermiglio della cintura; il castano-rossiccio della chioma e della barba che sottolinea il volto scarno e le rosse guance; il beige chiaro con macchie marrone del bel cagnolino, che soccorre il santo con una pagnottella.

   La statua del santo francese del ‘300, al secolo Monsieur Roche de la Croix de Montpellier, rivolge l’intenso sguardo leggermente verso l’alto, irrigidito nella figura che riceve un lieve movimento dalla gamba appena piegata e dal braccio sollevato per reggere il bastone da pellegrino.

   Ho osservato l’opera con attenzione e ammirazione e l’ ho trovata molto diversa dal passato: la ricordo pitturata tutta di marrone, compreso il cagnolino.

    Il restauratore è stato veramente molto bravo. Ma occorre anche pagarlo. Su un totale di 6.900 €, bisogna ancora raccogliere circa 3.000 €, entro fine mese.

   Finora hanno contribuito anche dei brindisini, che personalmente ringrazio di cuore. E’ necessario perciò che soprattutto noi cegliesi ci diamo da fare.

    Chi vuol dare un contributo, e non lo ha ancora fatto, può rivolgersi a Mons. Angelo Principalli tel. 0831 377340, e:mail: donangeloprincipalli@libero.it o ai componenti del comitato: me stesso, ovvero Angelo Palma, il presidente dr. Donato Patianna, il direttore di Ceglie Plurale, Michele Ciracì, il tesoriere rag. Mino Ligorio, l’avv. Carlo Verusio, Renaldo Ligorio, Angelo Silibello, il gen. Pasquale Elia, Carmelo Lenoci.

 Angelo Palma

 

 

 

 

 

 

Il Tar sospende la convocazione del Consiglio comunale di oggi

Venerdì, 15 luglio

Primo round a favore del sindaco di Ceglie Messapica Pietro Federico e dei cinque (primi dei non eletti) che debbono subentrare al posto dei consiglieri comunali che si sono dimessi per assumere l'incarico di assessore. Ieri il Tar, 1ª sezione di Lecce, ha accolto la richiesta di sospensiva ed ha fissato la camera di consiglio per il 27 luglio.

Con questa decisione il Tar sospende in via provvisoria l'efficacia della delibera n. 5 del Consiglio comunale tenuto a Ceglie Messapica il 1° giugno scorso, con la quale non fu approvata la surroga dei dimissionari con i primi dei non eletti. Era accaduto che la maggioranza di centrosinistra, non più tale perché priva dei cinque dimissionari e del consigliere comunale Antonio Casale, eletto nella Margherita e passato all'opposizione, non aveva potuto approvare la delibera di surroga e quindi il Consiglio comunale non si è ancora potuto insediare nel quorum previsto dalla legge (venti consiglieri). I cinque subentranti (Mariano Gatti, Cosimo Gioia, Cosimo Palmisano, Antonio Amico e Martino Santoro) ritenendo leso il loro diritto si sono rivolti al Tar tramite l'avvocato Valentina Pellegrino chiedendo la sospensione di quell'atto e l'intervento del giudice per far rispettare il loro diritto di sedere in Consiglio. Nello stesso ricorso il sindaco Federico ha chiesto l'annullamento della convocazione del Consiglio comunale, fatta dal consigliere anziano Ciro Argese, della «Lista per Magno».

Ed il Tar, sempre in via provvisoria (la discussione avverrà il 27 luglio) ha annullato tale convocazione per tutti gli argomenti tranne il giuramento del sindaco. (Nella convocazione non è inserita la surroga dei consiglieri dimissionari). Su questa convocazione da qualche giorno ci sono forti contrasti. Dopo la convocazione fissata dal consigliere anziano, il sindaco, ritenendo essere stata fatta in violazione di leggi e statuto comunale, aveva diffidato segretario comunale e messi a dar seguito alle richieste di Argese. Il consigliere anziano, tirando per la sua strada e ritenendo di essere nel giusto, aveva fatto notificare gli avvisi tramite l'ufficiale giudiziario, mentre il Comune chiedeva un provvedimento presidenziale (d'urgenza) al Tar per bloccare tale iniziativa. E ieri mattina il segretario comunale Domenico Russo ha inviato una sua nota ad Argese nella quale si elencano i motivi per cui la convocazione sarebbe illegittima. Ora è arrivato lo stop dal Tar. Nell'attesa di approfondire e stabilire da che parte sta la ragione, la riunione non si può fare per tutti quegli argomenti inseriti nell'ordine del giorno che non siano il giuramento del sindaco. Ora cosa accadrà? Il centrodestra si presenterà per farlo giurare o sconfesserà la convocazione di Consiglio comunale fatta da Argese? Lo dirà il centrodestra nella conferenza stampa convocata per mezzogiorno. Mentre i cinque subentranti, che hanno ottenuto la sospensiva, chiedono che venga rispettato il loro diritto ad entrare in Consiglio, che ritengono venga loro negato dall'opposizione.

(La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

 

Petizione della Sinistra giovanile per l'"Accesso al futuro"

Venerdì, 15 luglio

Domani, 16 luglio dalle ore 9 alle ore 12 in Piazza della Resistenza a Ceglie Messapica,  la Sinistra giovanile (Ds) di Ceglie Messapica organizza un banchetto per la raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare “Accesso al futuro”. Lo comunica il gruppo politico in una nota.

"Il ddl “Accesso al futuro” proposta dalla Sinistra giovanile e dal gruppo DS-Ulivo alla Camera - si afferma -  intende porre la questione generazionale come priorità strategica per il rinnovamento del Paese.  Un’iniziativa volta ad abbassare l’età per essere eletti deputati o senatori, per creare un ministero per le politiche giovanili, per facilitare l’accesso al mondo del lavoro, per un più giusto diritto alla casa, alla formazione e alla cultura. Ma anche un forum permanente dei giovani, come ce ne sono in altri 23 paesi d’Europa, che abbia peso per incidere sulle scelte dei governi. Tutto questo per dare un futuro ai giovani, per creare delle eguali condizioni di partenza, valore imprescindibile per un partito di sinistra. Chiediamo delle opportunità - conclude il documento della Sinistra giovanile -  che ne abbiano tutti. Questo è di sinistra".

 

 

 

 

 

 

La Lista Magno autoconvoca per domani il Consiglio comunale

Giovedì, 14 luglio

Si preannuncia un nuovo braccio di ferro nel già tormentato avvio di legislatura dell'amministrazione comunale di Ceglie Messapica, congelata dalla vicenda delle surroghe dei consiglieri impediti a sostituire altri consiglieri della maggioranza perchè nominati all'incarico assessorile da parte del sindaco, e quindi dimissionari secondo la legge.

La minoranza vuole quindi approdare ad un consiglio comunale con 15 eletti e non con 21 (sarebbero fuori tutti i 6 assessori nominati dal sindaco Pietro Federico), possibilità che provocherebbe un ribaltone tecnico dagli esiti imprevedibili e comunque non in linea all'espressione di voto dell'elettorato che il 17 aprile ha suffragato con il 66% delle preferenze l'attuale primo cittadino. La vicenda è all'esame del Viminale ma anche del Tar di Lecce, invocato dai consiglieri di maggioranza finora esclusi dall'assise comunale.

Per domani, però, il consigliere comunale Ciro Argese, eletto nella "Lista Magno", ha ritenuto di convocare il consiglio comunale per le ore 12. "Alla luce della considerazione che il precedente responso mi vide quale consigliere comunale più suffragato - spiega Argese in una nota - della lista più suffragata, e nella veste di consigliere anziano che la legge mi attribuisce, ho ritenuto di dover procedere ad una convocazione celere del Consiglio comunale affinché sia messo fine a tali violazioni di legge, nella considerazione che il Consiglio comunale è di tutta la città e non solo della maggioranza".

Ciro Argese ha  motivato la convocazione sostenendo che "il consiglio comunale di Ceglie, da poco insediatosi, non ha provveduto nella seduta precedente a tutti gli adempimenti di legge richiesti dal decreto legislativo 267/2000 e dalle norme che regolano lo Statuto del comune".

Il sindaco Pietro Federico si è opposto alla seduta di domani ricorrendo al Tar. Sulla convocazione dell'assemblea cittadina è stato interessato il prefetto di Brindisi che, però, sostenendo di aver chiesto delucidazioni al ministero dell'Interno ha finora mantenuto una posizione distaccata.

 

 

 

 

 

 

La convocazione del Consiglio notificata dall'ufficiale giudiziario

Giovedì, 14 luglio

Una notifica ai consiglieri dell'avviso di convocazione del Consiglio comunale tramite ufficiale giudiziario. L'opposizione (centrodestra) risponde così al sindaco Pietro Federico, che ha diffidato la segreteria del Comune e i messi dal notificare l'avviso, redatto in via d'urgenza dal consigliere anziano Ciro Argese. Maggioranza e opposizione ai ferri corti, dunque. La convocazione del Consiglio è fissata per le ore 12 e (in seconda battuta) per le 15 di domani. Sarà preceduta da una conferenza stampa dell'opposizione. Intanto, il responsabile dell'ufficio legale del Comune, avv. Angelo Fanizza, ha approntato ricorso al Tar, «in nome del sindaco, in proprio e quale primo cittadino di Ceglie, e dei componenti della giunta». «In questa richiesta fatta dal Consigliere anziano Argese abbiamo riscontrato tre motivi di illegittimità - spiega Fanizza. Innanzitutto la convocazione "in via d'urgenza", che è un presupposto che spetta solo al sindaco, come dice l'art. 23 dello statuto comunale. In secondo luogo, l'avviso potrebbe essere inteso in due possibili modi : come avviso di sedute ordinarie di Consiglio comunale (diversa dalla prima) e come avviso di prosecuzione della prima seduta. Nel primo caso, ci sarebbero illegittimità sia sulla legittimazione del consigliere anziano di convocare il Consiglio, sia sulle procedure di convocazione (che nel caso di specie sono state tutte violate in base alla legge, allo statuto e al regolamento comunale sul funzionamento del Consiglio comunale). Nel secondo caso - continua Fanizza - la convocazione spetta solo al sindaco (in base alla legge, statuto e regolamento comunale), mentre il consigliere anziano può solo presiedere la prima seduta fino a che non è eletto il presidente del Consiglio «titolare». La prima seduta, secondo il nostro parere, non è un concetto «cronologico», ma è da riferire agli adempimenti che per legge si riferiscono alla prima seduta, fino a quando non sono tutti esauriti. Infine, il terzo punto. Il consigliere anziano, in qualità di presidente del Consiglio facente funzioni, non avrebbe tenuto un comportamento super partes, perché dopo aver presieduto le sedute del 30 maggio e del 1° giugno, ha firmato, in data 7 giugno, in qualità di consigliere di opposizione, la richiesta di convocazione del Consiglio comunale. L'8 luglio è tornato ad essere presidente ed ha fatto l'avviso di urgenza». Intanto, in queste ore si dovrebbe conoscere il parere del Consiglio di Stato sul problema della sostituzione dei consiglieri dimissionari, richiesto dal sindaco e dal prefetto.

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)
 

 

 

 

 

 

Anche un imprenditore cegliese nel giro delle bische romagnole

Mercoledì, 13 luglio

Anche un imprenditore cegliese nell'organizzazione criminale calabrese di stampo mafioso che controllava il gioco d'azzardo in Romagna. Il losco giro è stato sgominato dopo due anni di indagini. L'operazione è stata battezzata «Bastiglia» in riferimento al 14 luglio del 2003, data in cui si iniziò ad indagare. In carcere è finito Francesco Urso, 73 anni,  proprietario di una casa da gioco a Rimini, il Circolo Fotoamatori, in via Gambalunga, uno dei tre sequestrati nell'operazione di ieri.

Sembra che al di là della facciata regolare, i tre locali, in realtà, fossero delle vere e proprie bische. L'anziano è stato arrestato ieri mattina, nella sua villa alla periferia di Ceglie Messapica, sulla strada per Villa Castelli, dagli agenti della Mobile diretta dal vice questore Angelo Loconte. A prelevarlo è stato il sostituto commissario Angelo Laera. Si trovava nella sua mega-villa in vacanza. A Ceglie Urso arrivata solo per le ferie. Era insieme alla sua compagna. Nel garage era parcheggiata una Mercedes 300. È accusato di associazione di stampo mafioso finalizzato allo sfruttamento del gioco d'azzardo e alle estorsioni. Quando è arrivata la squadra di poliziotti ha aperto tranquillamente. E dopo avere letto l'ordinanza, ha preso le sue cose ed è stato trasferito nel carcere di Lecce. Urso non è nuovo a disavventure giudiziarie. Ha vari precedenti per gioco d'azzardo. È difeso dall'avvocato Aldo Gianfreda.

L'inchiesta è stata condotta dalla Procura di Ravenna, direzione distrettuale antimafia, dalla Squadra mobile di Ravenna, dallo Sco della polizia di Bologna, dal reparto operativo dei carabinieri di Ravenna. Sembra, stando ai risultati delle indagini, che il gruppo controllasse il gioco d'azzardo pretendendo la cosiddetta «cagnotta», ossia una percentuale sulle giocate, per la protezione delle bische. Circa duecento gli uomini impiegati nella giornata di ieri nell'operazione che ha portato all'esecuzione di quindici ordinanze di custodia cautelare, 13 in carcere e due arresti domiciliari, eseguite a Brindisi, Ravenna, Rimini, Crotone, Cosenza, Bologna, Milano e Forlì-Cesena.

Le persone coinvolte rispondono di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e gioco d'azzardo. E qualcuno anche di omicidio. Oltre una ventina, inoltre, le perquisizioni eseguite e tre circoli sequestrati, uno a Bologna e due sulla Riviera romagnola. Le indagini presero avvio nel luglio del 2003 a seguito della morte di un malavitoso cervese, Gabriele Guerra, ammazzato a colpi di mitraglietta per aver cercato di aprire autonomamente una casa da gioco clandestina. Una punizione esemplare per scoraggiare altre iniziative analoghe. I proventi del controllo del gioco d'azzardo in Riviera, qualcuno dei giocatori arrivava a perdere in una sera persino cifre che sfioravano i 40mila euro, venivano poi reinvestiti anche in attività lecite. Per esempio, in edilizia. Nel 2004, a Riccione, venne arrestato un altro membro dell'organizzazione accusato di detenzione e spaccio di ecstasy e di falsificazione di carte di credito. Secondo gli investigatori, si trattava di un personaggio di notevole spessore. Avrebbe ricoperto un posto di comando nell'ambito dell'organizzazione a cui si riferiva l'attrice Serena Grandi, coinvolta in passato in un'inchiesta per droga, nell'intercettazione telefonica in cui affermava di far riferimento a «boss pazzeschi» in Riviera romagnola.

(Valeria Arcangeli, La Gazzetta del Mezzogiorno)
 

 

 

 

 

 

A Bari il convegno enogastronomico sul turismo di qualità

Mercoledì, 13 luglio

Si terrà lunedì prossimo presso la sala congressi della Camera di Commercio di Bari, il convegno dibattito dal titolo : "Enogastronomia e turismo di qualità in Puglia, il futuro che vogliamo".

Il convegno è organizzato dalla neonata Associazione Buona Puglia, l’associazione che riunisce i migliori ristoranti e alberghi di Puglia in collaborazione con Unioncamere e la Regione Puglia.

 Interverranno :  l'assessore regionale al Turismo Massimo Ostillio e il suo collega all'Agricoltura Enzo Russo. Prenderanno la parola Salvatore Bufi, di Buona Puglia, ristoratore, i giornalisti specializzati nel settore Antonio Attorre, Enzo Vizzari e Vincenzo Rizzi.

Del ruolo dell’Enogastronomia quale attrattore turistico parlerà il cegliese Francesco Nacci, segretario di "Buona Puglia" e tra i gestori del resort "La Fontanina": affronterà il tema "Qualità e Territorio: scelta di Marketing e di passione".

L’ obiettivo del convegno è, secondo gli organizzatori, quello di fare il punto sulla identità turistica attuale e tracciare un percorso per definire al meglio l'identità futura della regione, cercando di rafforzare l’idea di una Puglia turistica fatta non solo di mare ma anche di territorio, prodotti tipici, natura, arte cultura e storia.

Il convegno è aperto a tutti gli operatori del settore ( ristoratori e albergatori, nonchè tutti gli operatori del settore), amministratori pubblici, produttori di vino, olio e prodotti tipici, associazioni culturali, consorzi turistici, studiosi, esperti di marketing.

 

 

 

 

 

 

Surroghe: il sindaco al Tar contro la convocazione del Consiglio

Martedì, 12 luglio

Dovrebbe essere notificato nelle prossime ore il ricorso al Tar deciso dal sindaco di Ceglie Messapica Pietro Federico (centrosinistra) contro la convocazione del Consiglio comunale fatta dal consigliere anziano Ciro Argese (centrodestra) per il 15 luglio. Ricorso che viene approntato dal responsabile dell'ufficio legale del Comune, avv. Angelo Fanizza.

Nel frattempo il sindaco Federico ha diffidato la segreteria del Comune ed i messi a notificare l'avviso di convocazione. Sindaco che l'opposizione ritiene «abusivo» e contro il quale da tempo minaccia la mozione di sfiducia. Non ancora presentata perché se il Consiglio comunale non si insedia con il suo quorum costitutivo non la può discutere. Il ricorso al Tar che dovrebbe essere notificato è il secondo atto giudiziario al quale ricorre la maggioranza uscita dalla consultazione elettorale del 3 e 4 aprile scorsi. Sempre al Tar, attraverso l'avvocato Giovanni Pellegrino, hanno deciso di fare ricorso i cinque consiglieri comunali (primi dei non eletti) che aspettano di entrare in Consiglio in sostituzione di coloro che si sono dimessi per espletare incarichi assessorili. Siccome la situazione non si sblocca e non c'è un organo al di sopra del Consiglio comunale che possa intervenire, i cinque consiglieri hanno chiesto che sia il Tar a fare chiarezza.

Una situazione di stallo che si è venuta a creare subito dopo l'elezioni, con le dimissioni di cinque consiglieri eletti assessori. Situazione analoga a quella si San Pietro Vernotico dove l'altro giorno si è tenuto il Consiglio comunale. È stato possibile superare il voto contrario dell'opposizione contro la surroga dei dimissionari, facendo partecipare alla votazione i primi dei non eletti, e riuscendo in questo modo a insediare il quorum costitutivo che è obbligatorio per legge affinché il Consiglio comunale possa entrare nel pieno dei poteri e deliberare. I consiglieri di opposizione (centrodestra) hanno fatto ricorso al Tar, udienza fissata per il 20 luglio.

A confortare l'iniziativa di Giampiero Rollo, sindaco di San Pietro, alcune sentenze del Tar che, in ricorsi analoghi, si sono espressi affermando che: «non vi è alcunché di anomalo nella circostanza che i consiglieri subentranti abbiano partecipato alla seduta in cui è stata deliberata la loro stessa surroga, essendo stato precisato in giurisprudenza che ciò deriva da un lato dalla già evidenziata automaticità della surroga medesima, e dall'altro dall'impossibilità che l'organo consiliare resti, anche solo per un momento, privo di alcuni suoi membri».

Sentenza del Tar di Bari n. 5380 del 9 novembre del 2004. Il problema però è sorto perché il 3 febbraio scorso la V Sezione del Consiglio di Stato ha ritenuto non idonea la partecipazione dei surrogandi ad integrare il quorum della prima seduta consiliare. Vale a dire il caos totale. In quanto le maggioranze si trovano in minoranza nel momento in cui l'opposizione vota contro le surroghe. Un atto dovuto che si trasforma in atto politico e diventa uno strumento terribile per impedire l'insediamento del quorum costitutivo del Consiglio comunale. Ma diventa anche una trappola per l'opposizione nel momento in cui un suo rappresentante, per un qualsiasi motivo si deve dimettere e la maggioranza vota contro la sua surroga. Una abnormità che il ministro Pisanu deve cancellare al più presto. Nel frattempo la parola passa alle aule di giustizia. I ricorsi al Tar fioccano, mentre si attende dal consiglio di Stato e dal ministero dell'Interno note chiarificatrici. Anche perché in mancanza di queste a Ceglie non sarà possibile costituire il quorum di venti consiglieri che è il primo atto, dal quale non si può prescindere, perché l'assemblea si insedi secondo quanto dispone la legge.

 

 

 

 

 

Surroghe Ceglie: mozione in Parlamento dell'on. Carbonella

Lunedì, 11 luglio

«Il Governo si impegni ad adottare tutte le iniziative necessarie a rimuovere gli ostacoli che impediscono il completo insediamento e la piena funzionalità dei consigli di San Pietro Vernotico e Ceglie Messapica». Lo ha chiesto, con una mozione alla Commissione affari costituzionali, l'on. Giovanni Carbonella «con riferimento alla grave situazione istituzionale determinatasi nei comuni di San Pietro Vernotico e Ceglie Messapica, inerente i rispettivi organi consiliari e alla amministrazioni elette». «In numerosi comuni si assiste con sempre maggiore frequenza - spiega Carbonella - a seguito di elezioni per il rinnovo delle amministrazioni locali, al grave fenomeno della paralisi operativa dei nuovi consigli comunali a causa del blocco delle surroghe dei consiglieri di maggioranza operato dai consiglieri della minoranza. Si verifica, infatti, per un difetto nella previsione legislativa vigente, che a seguito delle dimissioni dei consiglieri di maggioranza a norma dell'art. 38 del testo unico sugli enti locali, in quanto nominati assessori della nuova giunta, il nuovo consiglio comunale all'atto della prima convocazione non abbia la maggioranza politica per votare la surroga dei consiglieri decaduti, rendendo lo schieramento di maggioranza ostaggio del comportamento ostruzionistico dei consiglieri di minoranza».
 

 

 

 

 

 

 

Il segretario comunale Iurlaro lascia Ceglie, va a Manduria

Lunedì, 11 luglio

Gli è stata offerta la possibilità di un avanzamento di carriera e ha accettato. Il segretario comunale di Ceglie, Graziano Iurlaro, lascia dopo nove anni e mezzo : da oggi ricoprirà la carica di segretario generale - con la possibilità di arrivare alla direzione generale - del Comune di Manduria. 48 anni, originario di Francavilla Fontana, Iurlaro è arrivato a Ceglie il 26 marzo 1996, in piena Amministrazione Mita (Rifondazione). Tre cambi di amministrazione (due di centrodestra, Magno e Annese, una di centrosinistra, Federico) e due commissariamenti di un anno ciascuno : questi i «momenti» più importanti che hanno scandito l'operato di Iurlaro. «Sono stati anni molto intensi e difficili per certi aspetti, ma anche gratificanti sia sul piano professionale che umano - ha detto l'ormai ex segretario nel corso di una breve cerimonia di commiato. L'augurio che faccio a questa città, che porterò sempre nel cuore, è che ritrovi serenità e stabilità politica, a prescindere dall'indirizzo di questa o di quella amministrazione». Con affetto e riconoscenza, l'Amministrazione ha fatto dono a Iurlaro di un quadro di Uccio Biondi, che riproduce l'opera realizzata - a titolo gratuito - per la nuova pavimentazione della chiesa di S.Anna, il «Boccio». E ora che succede? «Ho già avviato la procedura per nomina del nuovo segretario generale, così come la legge mi dà autorità di fare» afferma il sindaco Pietro Federico. «I tempi della pratica sono dell'ordine di una ventina di giorni, nel frattempo, arriverà un segretario generale supplente».

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

 

Comune: ricorso al Tar, braccio di ferro sul Consiglio comunale

Domenica, 10 luglio

Avanti a colpi di diffide e ricorsi al Tar. I rapporti tra maggioranza e opposizione, dopo la situazione di grave empasse in cui ci si trova a causa del mancato insediamento del Consiglio comunale dovuta al «problema» surroghe, sembrano essere arrivati ad un punto di non ritorno.

Un vero muro contro muro, con la maggioranza che accusa l'opposizione di «ostruzionismo strumentale e antidemocratico» e quest'ultima che parla di «maggioranza sprovveduta e abusiva». Poco spazio per il dialogo, dunque. Intenzionato a seguire più che mai la strada «istituzionale» è il sindaco Pietro Federico - dopo aver inizialmente cercato un confronto dialettico con le opposizioni - supportato dalla senatrice Rosa Stanisci e dall'on. Giovanni Carbonella. La Stanisci nei giorni scorsi ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'Interno Beppe Pisanu (le è stato garantito che mai si arriverà allo scioglimento di un Consiglio comunale per un motivo del genere), incontro nel quale verrà prospettata la situazione del Comune e verrà chiesta l'emanazione di un decreto legge. Richiesta fatta anche da Carbonella.

Non vanno per il sottile, invece, i cinque successori dei consiglieri comunali dimessisi per assumere la carica di assessore, di cui l'opposizione con il voto contrario, impedisce la surroga. Cosimo Palmisano e Martino Santoro (Ds) Mariano Gatti e Cosimo Gioia (Rifondazione) e Antonio Amico (Margherita) nei giorni scorsi hanno dato mandato all'amministrativista Giovanni Pellegrino di Lecce, conferendogli il mandato di predisporre ricorso al Tar. «In questa situazione siamo parte lesa - fanno sapere - e chiederemo al tribunale di essere inseriti di diritto in Consiglio Comunale. Presto il nostro ricorso verrà notificato alle parti in causa, cioè ai consiglieri che hanno dato voto contrario alla surroga». Ma qualcuno cerca di buttare acqua sul fuoco. E' il diessino Cosimo Palmisano. «Bisogna continuare a seguire la strada della dialettica politica come ho sostenuto sin dall'inizio di questa vicenda - afferma. C'è ancora un margine di dialogo - continua - anche perchè non tutti all'interno dell'opposizione sono d'accordo con la posizione assunta da Nicola Ciracì e colleghi. Molti riconoscono che la città ha scelto un sindaco che è giusto che governi».

E l'opposizione? Convoca d'urgenza il Consiglio comunale, non prima di aver sollecitato al prefetto una diffida al sindaco per non aver convocato il Consiglio nei termini di legge. Il consigliere anziano Ciro Argese, nelle scorse ore, ha convocato d'urgenza il Consiglio comunale per il 15 luglio, «ritenuto - scrive - che ai sensi dell'art. 40 comma 2 del D. lgs 267/2000 il sindaco ha esercitato ed esaurito il potere di convocare il Consiglio comunale in seguito alla avvenuta convocazione della prima riunione del Consiglio e che ai sensi del medesimo articolo e comma il sottoscritto Consigliere anziano ha assunto la presidenza del Consiglio al fine di consentire l'elezione del presidente titolare e che deve svolgere le relative funzioni fino a tale elezione». «Un atto assolutamente illegittimo» risponde la maggioranza. Tant'è che il sindaco ha diffidato i messi comunali e il segretario dalla pubblicazione dell'avviso di convocazione nell'albo comunale. Ed è partito, con procedura d'urgenza, ricorso al Tar.

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

Quel paparacchio che congela i Comuni di Ceglie e San Pietro

Il 9 maggio cinque consiglieri comunali eletti nella tornata elettorale del 3-4 aprile si dimettono perché il sindaco Pietro Federico li ha chiamati ad assumere incarichi assessorili. Il 12 maggio viene notificata circolare del ministero dell'Interno, inviata dalla prefettura di Brindisi che la ricevuta una settimana prima, con la quale si dice alle Amministrazioni di adeguarsi alla sentenza del Consiglio di Stato recante disposizioni sulla surroga dei consiglieri dimissionari. In buona sostanza non occorre più la presa d'atto come sempre accaduto, ma la votazione del Consiglio comunale per autorizzare tali sostituzioni. Conseguenza della modifica del titolo V della Costituzione. «C'è una lacuna legislativa», precisa il sottosegretario all'Interno Saponara. Il patatrac è fatto. A Ceglie e a San Pietro il centrodestra si oppone alla surroga e siccome la maggioranza non è più tale non essendoci i consiglieri nominati assessori (5 a Ceglie e 6 a San Pietro) la surroga non può avvenire. A San Pietro il centrosinistra decide di procedere e insedia i successori dei dimissionari. L'opposizione presenta ricorso al Tar. L'udienza è fissata per il 20 luglio. A Ceglie il sindaco chiede lumi al prefetto e non convoca il Consiglio sollecitato dall'opposizione. L'altro giorno il consigliere anziano (opposizione) ha convocato il Consiglio. Nell'ordine del giorno manca la surroga dei consiglieri. E se non avviene tale surroga ogni atto deliberativo del Consiglio è illegittimo, in quanto l'assise non è nella sua completezza. Che è di 20 consiglieri.

 

 

 

 

 

 

Stop alle discariche abusive, controffensiva dell'assessore

Venerdì, 8 luglio

Stop alle discariche. L'assessore alle Politiche ambientali Rocco Argentiero ha deciso di dire «no» alla cultura dell'incuria e dell'abbandono in aree urbane e rurali di rifiuti solidi ingombranti. Un fenomeno sempre più dilagante. Una vera bruttura, nonchè una fonte di pericolo: «Vista le necessità di rendere sempre più pulita e più accogliente la nostra città - afferma Argentiero - ognuno di noi deve impegnarsi affinchè ciò avvenga, partendo dal conferimento corretto dei rifiuti che ogni giorno vengono prodotti. Vorrei ricordare ai concittadini che presso il Comune è attivo il servizio di raccolta di rifiuti ingombranti completamente gratuito: telefonando al numero 0831-380633 la ditta Tradeco provvederà ad effettuare il ritiro presso il domicilio, previo appuntamento. I rifiuti ingombranti che possono essere ritirati - continua Argentiero - sono materassi, letti e reti, divani, tavoli, sedie e poltrone, armadi, lavatrici, frigoriferi, biciclette, giocattoli di grande dimensione». Perchè una raccolta specifica? «Ci sono almeno tre buone ragioni - spiega Argentiero -. La prima è la difesa dell'ambiente, evitare cioè che oggetti deturpanti sostino nelle strade del paese o ancora peggio nelle campagne chissà per quanto tempo, offrendo così un' immagine non proprio gratificante della città. La seconda ragione è la pericolosità, in quanto i rifiuti ingombranti con le loro parti arrugginite e taglienti sono in vario modo pericolosi, soprattutto per i bambini; la terza è il recupero di materiali nobili (ferro, alluminio, legno) che sono tutti riciclabili e riutilizzabili nei più svariati impieghi. Si ricorda - conclude Argentiero - che la legge dice che l'abbandono di rifiuti sul suolo pubblico è punito con una sanzione ammnistrativa pecuniaria che va da un minimo di 103,29 euro ad un massimo di 619,75». Come dire, cittadino avvisato... .

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)  

 

 

 

 

 

 

Consiglio congelato, il consuntivo approvato dalla Giunta

Martedì. 5  luglio

L'Amministrazione comunale, senza passare per quell'organo supremo che è il Consiglio Comunale, - per forza di cose, vista l'empasse amministrativa - ha approvato il conto consuntivo 2004. Il conto si chiude con un disavanzo di migliaia di euro. Senza l'avanzo di amministrazione il Comune sarebbe di fronte ad un bilancio deficitario. Insomma, la situazione è precaria. «Non si può non ricordare - afferma l'assessore al Bilancio, Nicola Trinchera, nella sua relazione - che con la chiusura del conto consuntivo 2004 si chiude una gestione amministrativa mista, iniziata per i primi 5 mesi senza l'approvazione del bilancio di previsione da parte dell'ultima Amministrazione comunale, e continuata per i restanti 7 mesi da una gestione commissariale. E' evidente che sull'andamento dei costi di questo anno ha influito molto una gestione precaria dell'attività amministrativa. Sul piano della gestione finanziaria si può dire che questo rendiconto, così quelli degli ultimi anni, presenta elementi di instabilità finanziaria».

E ancora. «L'avanzo ha rappresentato una fonte di finanziamento aggiuntiva, seppur eccezionale, delle entrate ordinarie e ha permesso il mantenimento degli equilibri generali di bilancio», mentre «il disavanzo non è certamente colpa del Commissario, ma è dovuto al fatto che oggi i Comuni sono costretti a gestire dei bilanci ingessati che limitano l'azione amministrativa di qualsiasi maggioranza. La causa è dovuta al taglio dei flussi finanziari da parte dello Stato e, nello stesso tempo, i vincoli che ci pone il patto di stabilità interno». Il Comune ha chiuso la gestione finanziaria 2004 con un avanzo di amministrazione di 1.257.457,39 euro, di questa quota sono stati applicati al bilancio di previsione 2005, 806,00 euro. La quota disponibile dell'avanzo pari a euro 451.457,39 e sarà impiegata dall'Amministrazione per la copertura di eventuali debiti fuori bilancio, la salvaguardia degli equilibri, il finanziamento delle spese di funzionamento non ripetitive, di altre spese correnti in sede di assestamento e di spese correnti di investimento». «Fermo restando - afferma Trinchera - che obiettivi principali dell'Amministrazione sono il contenimento della spesa corrente, l'innalzamento della spesa di sviluppo e il rispetto del patto di stabilità».

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

Il rito del "giovedì di settembre" incuriosisce la stampa turistica

Martedì. 5  luglio

Fare «sistema». Aggregare, cioè, tutte le forze associative presenti sul territorio per promuovere, insieme all'ente locale una programmazione organica e qualificata. Questa, secondo il neo assessore alle Politiche Turistiche, Agricole e Sportive Tommaso Argentiero, la ricetta per un rilancio della città. Quarantasette anni, esponente della Margherita, alla sua seconda esperienza amministrativa - è stato assessore negli anni '80 - Argentiero afferma di voler «intraprendere una politica che valorizzi al meglio le potenzialità del territorio e salvaguardi l'esistente». «Bisogna tutelare tutte le nostre risorse - afferma - come, per fare un esempio, l'attività zootecnica, che vede sul territorio un numero consistente di aziende, che non hanno però i servizi adeguati». Nei giorni scorsi in città c'è stato un convegno sui prodotti tipici.

Qual è l'impegno assunto dal suo assessorato? «In quella occasione ho presentato ai tanti giornalisti specializzati presenti, la città di Ceglie, illustrandone la storia e le caratteristiche ambientali. Tra le tante cose, particolare curiosità e interesse ha suscitato l'antica tradizione - in uso solo a Ceglie - di festeggiare il «giovedì» di settembre riunendosi nelle campagne per il pranzo. Per quanto riguarda i prodotti tipici, ho evidenziato le linee guida che secondo me bisogna perseguire per la promozione e la tutela: innanzitutto la creazione di una struttura (magari un consorzio) che faccia una programmazione di ampio respiro e non circoscritta ai soli mesi estivi. Poi, partire da un concetto-base : superare l'idea di "vetrina" dei nostri prodotti per renderli esportabili e fruibili da tutti. Come? Per esempio creando nei vari supermercati della città degli spazi destinati alla promozione e alla vendita dei prodotti tipici locali». 

Politiche sportive. A che punto è la questione «palazzetto»? «La situazione è ingarbugliata, ci sono vari contenziosi in atto: tra Comune e ditta appaltatrice (la «Martucci»), tra ditta e ditta subappaltatrice, tra Comune e progettista (Elia). Come Amministrazione ci stiamo impegnando per cercare di dipanare questa matassa. Il primo riscontro positivo, da quando ho assunto l'incarico di assessore, è la determinazione da parte dei funzionari del Comune (segretario, avvocato, ingegnere) di trovare possibili soluzioni. Tra queste c'è una nuova gara d'appalto, con relativo nuovo progetto, che indiremo a breve». Le società sportive usufruiranno della struttura con l'inizio della nuova stagione agonistica? «Per correttezza non prendo nessun impegno, se non dall'inizio della nuova gara d'appalto. Fermo restando che c'è il massimo sforzo da parte dell'Amministrazione di risolvere la questione nel più breve tempo possibile». 

(La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

Vincenzo Gasparro nella Letteratura italiana di Bonifazi

Martedì. 5  luglio

Vincenzo Gasparro accanto a Cesare Pavese, Italo Svevo, Gesualdo Bufalino, Umberto Eco, Edoardo Sanguineti. Importante riconoscimento per lo scrittore e poeta cegliese: il suo nome compare in un nuovissimo volume di Letteratuta Italiana Contemporanea (edizioni Helicon) curato da Neuro Bonifazi, critico letterario e filologo, e Rodolfo Tommasi, giornalista e scrittore.

Gasparro è presente con sei testi tratti rispettivamente dalle opere poetiche «Taccuino» (L'Autore Libri Firenze, 1994), «Parole mai distratte» (Gazebo, 2000), «Grazie per i balconi fioriti» (Bastogi, 2001), «Barchette arancio e limone» (Bastogi, 2002), «Nel mattino disperso» (Lieto Colle, 2004). Docente di scuola materna, collaboratore di varie riviste, lo scrittore, con la sua poesia spesso usata come «antidoto» alla crisi delle modernità, che azzera ogni forma di comunicazione, ha lasciato il segno. Scrivono gli autori: «La cosa che dapprima ci colpisce è che Vincenzo Gasparro sa cucire i suoi versi con estrema cura immaginativa e con misura, una misura che non dimentica una sorta di dignità che non esiteremmo a definire meridionale, e che viene affidata ad un discorso intimo, familiare e personale, fatto di espressioni di gioia e di benessere, ma anche di sofferenza e di delusione».

C'è in Gasparro una «bravura stilistica di legamenti verbali e di figure, che lasciano il segno nelle sue composizioni. Dalla raffigurazione del padre che «leniva la morte con/marce lugubri ritmate» (...) alle «ferite che zampillano/dalla fontana dei desideri/inappagati» (...) ci sono spunti di un amore lampeggiante e tripudiante, come ci sono frasi crude ma di grande effetto realistico, estratte dal suo girovagare «tra gli angiporti» dove «le storie son fissate sui muri». Non mancano, è ovvio, le scene di paese, gustate in tutta la loro pienezza semplice e colorita, e la loro originalità, con le lumache che «s'abbeverano» e le api che volteggiano, e la sera che «galoppa nel lentisco», ma tutto collabora per costruire il profilo di uno scrittore di sicuro valore». Perchè Ceglie non è solo gastronomia di qualità.

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

 

Udeur: nominati i commissari per Brindisi e Bari

Lunedì, 4  luglio

Con la nomina dei Commissari provinciali del partito a Bari e Brindisi, avvenuta nei giorni scorsi, si profilano cambi al vertice dei Popolari Udeur nella guida di due importanti territori della Regione Puglia.

La Direzione Nazionale ha, infatti annunciato la nomina a Commissario per la Segreteria Provinciale di Bari dell'on. Massimo Ostillio, Assessore regionale al Turismo ed industria alberghiera, e dell'investitura allo stesso incarico dell'on. Gianni Mongiello, per la segreteria di Brindisi. Tale decisione fa seguito alla mancata celebrazione dei congressi provinciali, nei tempi previsti dal regolamento nazionale.

Le nomine, decise dal Segretario nazionale Clemente Mastella, d'intesa con il Segretario regionale, on. Gino Pepe, assegnano la responsabilità politica e la rappresentanza del partito nelle due province ad esponenti nazionali di rilievo dei Popolari Udeur, con l'intento di potenziare ulteriormente la fase di crescita del partito, anche in previsione delle assemblee statutarie di rinnovo cariche.

Tra le novità decise dalla Direzione nazionale dei Popolari Udeur, vi è anche un prestigioso incarico nel settore della scuola, per il componente del Consiglio nazionale prof. Paolo Pignatelli, fino ad oggi responsabile provinciale di Brindisi.

 

 

 

 

 

 

 

Cambio della guardia al Rotary di Ceglie: Mita presidente

Lunedì, 4  luglio

Cambio di consegne tra il presidente uscente del Rotary club di Ceglie Messapica «Terra dei messapi» Tommaso Telesca ed il subentrate Giuseppe Mita. Il neo presidente, nel corso della cerimonia di insediamento, ha illustrato per sommi tratti il suo programma. Innanzitutto «ritornare a pubblicare il bollettino del club - ha detto Mita -, almeno trimestralmente, perché l'informazione, la comunicazione è basilare in ogni cosa». Altro impegno della nuova presidenza è «aiutare i giovani a costituire un Clun Rotaract a Ceglie». «A questo proposito - ha spiegato Mita - abbiamo già fatto un incontro con alcuni giovani che dovrebbero costituire il nucleo di base ed ho avuto un incontro con il presidente del Rotaract di Martina che ci ha offerto la sua collaborazione e la disponibilità ad essere il club padrino».

Il programma di Mita comprende anche più spettacoli teatrali ed il restauro delle opere d'arte. Due cose collegate. Gli spettacoli teatrali servono a raccogliere i fondi «da destinare - ha sottolineato il presidente Mita - a due iniziative che ci auguriamo di portare a termine durante quest'anno rotariano, e cioè il restauro conservativo ed estetico di alcune opere d'arte conservate nella chiesa di San Rocco».

La prima opera d'arte è la statua di San Rocco in pietra locale «che attualmente - ha spiegato Mita - si trova in una nicchia e sembra sia opera di Stefano Putignano, maestro del tardo 400. Questa statua, come testimoniano le visiste pastorali della fine del 500 e tutto il 700 veniva portata in processione il 16 agosto di ogni anno da 24 portatori. In occasione del centenario della chiesa, alcuni anni fa, la statua fu esposta al pubblico per alcuni giorni, e fu un'occasione storica, perché vide la partecipazione del vescovo Salvatore de Guirgi, cardinale di Palermo che si fermò ad ammirare tale opera stupenda». «Un'altra opera d'arte che intendiamo restaurare è una statua molto cara alle mamme cegliesi ed è la statua di sant'Anna, sicuramente di scuola napoletana. Questa statua ricalca l'iconografia classica con la santa già aveanti negli anni e la Madonna ancora bambina che tende la mano alla madre. Abbiamo già commissionato ad una ditta di restauro i lavori che da contratto d'opera dovrebbero essere ultimati per settembre-ottobre quella di San Rocco e per dicembre-gennaio 2006 quella di Sant'Anna e della base processionale». Al passaggio del martelletto erano presenti molte autorità.

(La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

 

Angelo Lenoci: "Quella di Magno era solo un'analisi politica"

Domenica, 3  luglio

Si arricchisce il dibattito sul rapporto con i cittadini immigrati e il ruolo che anche i cinesi intendono avviare a Ceglie. Da Angelo Lenoci, consulente del lavoro ed ex consigliere comunale di An, riceviamo il contributo a proposito di due lettere pubblicate dalla Gazzetta del Mezzogiorno.

Di seguito il parere di Lenoci.

 

"Mi ricollego alle due lettere di protesta di Anna Maria Bruni del 30/6/2005 e di Domenico Biondi del 1/7/2005 verso quanto affermato dal Prof. Pietro Magno a Ceglie nel comizio di domenica 26 giugno scorso.
Credo di conoscere l'Avv. Pietro Magno e il Prof. Pietro Federico attuale Sindaco di Ceglie Messapica. Della moralità e bagaglio culturale di entrambi non ho alcun dubbio: due persone degne del massimo rispetto.
In merito a quanto detto dal prof. Magno nel comizio, al quale io ero presente, non bisogna, però, commettere l'errore di estrarre alcune frasi dal contesto dell'intero comizio e strumentalizzarle giusto per il gusto di etichettare una persona "razzista" o meno.
Il prof. Magno stava solo facendo un'analisi politica della situazione cegliese nell'ultimo periodo in cui un'Amministrazione Comunale, ancora da completarsi in tutti i suoi Organi Istituzionali,  non si preoccupava tanto dei problemi che poteva incontrare un concittadino nell'ottenimento di una licenza per poter lavorare e sbarcare il lunario e nello stesso tempo lasciava "magari" che altri soggetti, in questo caso cinesi, aprissero senza operare controlli più incisivi nella documentazione presentata. Voleva semplicemente dire che un'Amministrazione Comunale deve preoccuparsi di venire incontro a tutti coloro che hanno la volontà di lavorare senza frapporre tanti inutili cavilli che di fatto ostacolano l'esercizio di un'attività.
E' di tutta evidenza che il prof. Magno faceva un paragone politico di situazioni e non volesse affatto manifestare pensieri di "razzismo"nei confronti di nessuno. Vorrei ricordare ai Signori Anna Maria Bruni e Domenico Biondi che lo stesso prof. Magno nella campagna elettorale, a seguito della quale fu eletto Sindaco di Ceglie, si spese moltissimo affinchè Ceglie rientrasse a pieno titolo nella comunità nazionale ed internazionale invitando tutti a promuovere accordi a vario titolo con tutto il mondo. Altro che razzismo!
Entrando solo per un attimo nel merito della questione delle licenze è noto a tutti che per esercitare un commercio al minuto l'interessato deve presentare comunicazione di inizio di attività (non è necessaria nemmeno l'iscrizione al Rec), decorso trenta giorni dalla presentazione di detta comunicazione si può intraprendere l'attività commerciale. L'Amministrazione Comunale nei trenta giorni ha, però, la possibilità e l'onere, direi, di verificare che quanto dichiarato dall'interessato sia veritiero.
Sono voluto intervenire in questo discorso perché mi rendo conto che i "politici" spesso parlano a sproposito e noi tutti che li ascoltiamo prendiamo spunto da alcune loro affermazioni per sovvertire completamente non solo quello che volevano dire realmente ma addirittura quello che hanno detto a sproposito".

Angelo Lenoci

 

 

 

 

E' morto don Michele Pastore, il poeta della fede

Sabato, 2 luglio

don Michele PastoreE’ morto don Michele Pastore. L’ex parroco della chiesa di San Rocco, a Ceglie Messapica, si è spento oggi poco dopo le 13 nella sua abitazione di Francavilla Fontana, dove aveva chiesto di essere trasferito dall’ospedale di Francavilla poco prima del decesso, che ha atteso con animo sereno.  Da alcuni mesi aveva contratto una malattia che per lui è stato un calvario accettato con speranza nella fede, un comportamento che è stato il suo ultimo insegnamento di uomo in Cristo.

Don Michele Pastore aveva 66 anni e quasi tutta la sua attività pastorale l’ha vissuta nella parrocchia di San Rocco, dove vi era giunto nel 1969, un anno dopo l’ordinazione sacerdotale. E’ stato educatore per migliaia di ragazzi che con lui si sono formati nei fondamentali valori del rispetto, della tolleranza, della comprensione e della forte capacità a difendere le motivazioni che pietra su pietra ha saputo porre. L’immenso patrimonio che lascia don Michele è il vangelo del rispetto, la considerazione degli uomini come fratelli senza alcuna distinzione di razza, ceto, cultura. Lui che ha saputo glorificare l’umiltà e la sofferenza, il parroco capace di elevare l’anziano analfabeta e di aprire al confronto il giovanissimo scolaro ancora acerbo di conoscenza, facendoli sentire tutti partecipi e protagonisti.

Nel settembre del 2001 era stato trasferito a Francavilla Fontana ma il suo legame con Ceglie non si è mai interrotto, al punto che numerosissimi fedeli lo hanno seguito abitualmente per le funzioni religiose. Inutile dire che il parroco mai invecchiato, l’amico sacerdote  entusiasta della vita e della missione come nei primi anni della gioventù (si vantava di aver giocato al calcio con Rivera quando s’erano conosciuti sotto la naia) lascia un grande vuoto e un enorme rimpianto tra la comunità cegliese e brindisina, un capitolo destinato a rimanere incompiuto per la gratitudine che molti ragazzi devono  al caro amico che li ha aiutati ad affrontare con coraggio la vita.

Autore di alcuni libri ispirati dalla vita quotidiana e dalle ansie che l'uomo deve affrontare, aveva pubblicato proprio lo scorso mese il suo ultimo volume di poesie dal titolo emblematico: "Partire per un viaggio lontano in un mondo senza sentieri e senza frontiere". Nel giugno dello scorso anno ha vinto il premio Bertazzi di poesia.

Tra i primi a rendere omaggio alla camera ardente, allestita a Francavilla Fontana in via San Vito, il sindaco di Ceglie Messapica, Pietro Federico, per molti anni responsabile del Gruppo Scout e ancora adesso, nonostante l'attività politico-amministrativa, impegnato nel mondo della Chiesa. Domattina la salma di don Michele Pastore sarà trasferita nella chiesa di San Lorenzo, dove da quatto anni era parroco. I funerali sono previsti per domani, domenica, alle ore 16,30.

 

Clicca qui per vedere la prima pagina dell'edizione su don Michele Pastore

 

 

 

Il cordoglio dei lettori

Apprendo con grande tristezza la morte di Don Michele, l'amico di tutti, voglio ricordarlo nel giorno del mio matrimonio venticinque anni fa, ricordo quel giorno come se fosse ieri quando nell'omelia ha invitato i miei genitori, mio suocero, il sottoscritto e mia moglie lì sull'altare, ricordo con grande amore ancora le sue parole che tutt'oggi mi aiutano ad andare avanti anche nei momenti più difficili. A quei tempi le telecamere non erano diffuse come oggi e rimpiango amaramente il non avere una testimonianza visiva della cerimonia, Don Michele in tutti gli anni successivi al mio matrimonio è stato il punto di riferimento, l'amico da andare a trovare dopo un lungo viaggio, spero che voglia perdonare la mia assenza, il destino ha voluto che fossi lontano ma il mio cuore come penso il cuore di tutti i Cegliesi che vivono lontano da Ceglie è lì con Don Michele Pastore e con tutti coloro che l'hanno amato. Vorrei esprimere il più profondo cordoglio per l'amico che non c'è più, con l'augurio di incontrarci nella casa di Dio, quel Dio che egli ha servito con grande devozione.
Ciao Don Michele..........
Vito Nisi, Torino

 

 

 

 

 

Scoperti due evasori totali, uno vendeva trulli sul web

Sabato, 2 luglio

Due evasori fiscali totali - uno dei quali aveva un giro d'affari superiore al milione di euro - sono stati scoperti e denunciati dai Baschi verdi della compagnia di Ostuni della guardia di finanza. Uno dei due è di Ostuni, l'altro di Ceglie Messapica.

 Il primo era dedito alla commercializzazione di automobili italiane ed estere e, per fare questo, utilizzava la partita Iva di una banda musicale locale. Il faccendiere acquistava, soprattutto dalla Germania, automobili che rivendeva nel brindisino, realizzando - secondo le indagini - circa 500mila euro di ricavi non contabilizzati ed evadendo il fisco per circa 100mila euro. Il secondo evasore, invece, aveva avviato - secondo gli investigatori - una fiorente attività di compravendita di antichi casali, trulli, masserie e ruderi da ristrutturare, sfruttando un sito internet ideato proprio per esercitare meglio l'attività d'impresa che si avvaleva dell'interposizione fittizia di un venditore e di semplici scritture private.

I militari ritengono di aver accertato un movimento di denaro di oltre un milione di euro e ricavi non dichiarati per 150mila euro; l'evasione fiscale sarebbe stata invece di oltre 17mila euro, l'imposta di registro evasa di oltre 20mila euro. 

 

 

 

 

 

 

 

Il razzismo, i cinesi, l'ex sindaco Magno e due lettere di protesta

Venerdì, 1° luglio

Ma i cinesi hanno diritto ad aprire un'attività commerciale in Italia? La domanda, un po' retrò,  è stata riproposta dopo che per due giorni La Gazzetta del Mezzogiorno, edizione di Brindisi, ha pubblicato due lettere inviate da altrettanti cittadini cegliesi stupìti da quanto lamentato in un comizio da Pietro Magno, candidato a sindaco nelle elezioni dello scorso aprile. Chiaro che anche i cinesi, come i francesi, i maltesi e gli argentini, purché in regola con il soggiorno in Italia, hanno i diritti riconosciuti dalle leggi nazionali e comunitarie. Ci sembra interessante pubblicare le lettere e le opinioni dei due cegliesi. 

 

Anna Maria Bruni: "Ceglie non è razzista"

«Ceglie Messapica non è razzista» Tramite codesto Giornale vorrei fare una considerazione, per evitare che qualche turista o forestiero, transitando la sera di domenica 26 giugno per la centralissima piazza Plebiscito memorizzasse una immagine sbagliata sulla città di Ceglie Messapica. In quella serata era in corso un comizio del prof. avv. Pietro Magno, candidato alle elezioni comunali dello scorso aprile. Durante il comizio ebbe a parlare dell'apertura a Ceglie di un ipotetico esercizio commerciale da parte di cittadini di nazionalità cinese.

Secondo Magno la locale amministrazione sbagliava a concedere tale autorizzazione. Vorei ricordare al prof. avv. Pietro Magno, che tra l'altro è stato anche sindaco di Ceglie, che per aprire un esercizio di vendita al dettaglio non occorre alcuna autorizzazione amministrativa e che ogni cittadino, in regola con i requisiti professionali, e cioè iscrizione al Rec della Camera di commercio, può inviare una semplice comunicazione al Comune e, se non ci sono gravi motivi, entro trenta giorni il negozio apre tranquillamente. Non vorrei minimamente pensare che i gravi motivi per i quali un'amministrazione dovrebbe porre veti all'iniziativa di un cittadino siano quelli legati alla nazionalità o alla razza. Vorrei ricordare al prof. avv. Pietro Magno che la nostra Ceglie è una città solidale, tollerante e ospitale; quando alcuni anni fa a Brindisi sbarcarono gli albanesi ed alcuni trovarono ospitalità a Ceglie presso l'istituto delle suore di via Paolo Chirulli, le mamme di Ceglie portarono vestiti, latte, biscotti e giocattoli per i bambini. Parlare spocchiosamente di cinesi, come ha fatto Magno, è sintomo di intolleranza che rasenta il razzismo ed i cegliesi, quelli veri, non hanno nulla a che fare con atteggiamenti alla Calderoli.

Anna Maria Bruni (Ceglie Messapica), 30 giugno 2005

 

 


Domenico Biondi: "Visione aperta delle problematiche"

Mi ricollego alla lettera alla Gazzetta pubblicata oggi 30 giugno a firma Anna Maria Bruni. Concordo pienamente con le considerazioni della dalla mia concittadina in merito alle esternazioni del prof. avv. Pietro Magno nel comizio del 26 giugno scorso relative all'apertura in Ceglie di un ipotetico esercizio commerciale da parte di cittadini di nazionalità cinese. Mi meraviglia che una persona di cultura, con un bagaglio di professionalità ed esperienza amministrativa dichiari in un pubblico comizio che l'amministrazione comunale sbagliava a concedere l'autorizzazione. Possibile che il prof. avv. Pietro Magno non sia a conoscenza del fatto che una pubblica amministrazione non può negare un'autorizzazione se il richiedente è in possesso dei requisiti soggettivi ed il locale è in regola con la normativa urbanistica e sanitaria? E che tutto prescinde dalla nazionalità del richiedente? Consideriamo poi che questo comizio era incentrato sulla critica a all'attuale sindaco presentato come una persona poco esperta delle procedure burocratiche ed amministrative. Sarà stata sicuramente una coincidenza ma chi doveva aprire questo negozietto ha subito degli episodi di vandalismo che non ci fanno onore.

Abbiamo bisogno di essere gestiti da gente che vive nella nostra comunità che conosca la gente ed il territorio e che non abbia una visione miope delle problematiche. Il problema non è l'apertura di un negozietto, non vogliamo una guerra tra poveri. Analizziamo il perchè di un'intera economia basata sul tessile è stata distrutta in soli due anni con oltre mille famiglie senza lavoro. E dove sono in Italia le fabbriche che producono i prodotti di marca? Il sindaco che abbiamo scelto sarà sicuramente un ingenuo in materia amministrativa ma spero che non sia miope.

Domenico Biondi (Ceglie Messapica), 1 luglio 2005

 

 

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