La futura inaugurazione della struttura tra Monopoli e Fasano sta già provocando un terremoto dell’offerta medica in provincia di Brindisi. Il consigliere Caroli accusa Amati di “drenaggio” del personale, che però nega. L’assessore al Bilancio messo al banco anche da Bruno e Vizzino. E mentre l’Asl sperimenta e sonda gli accorpamenti dei reparti, Tommaso Gioia assicura la funzionalità e il potenziamento del “civico” di Ostuni
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Quali scenari si delineano per l’assistenza sanitaria in provincia di Brindisi? Nelle ultime settimane hanno tenuto banco le scelte dell’Asl, accorpamenti selvaggi di reparti definiti “sperimentali” dopo la rivolta dei sindaci del territorio. Dalla sede dell’azienda sanitaria si sono mossi i passi – alcuni in realtà già su un percorso avanzato – di unificare il Centro Grandi ustionati del Perrino al reparto di Chirurgia plastica, accorpare parte dell’offerta attuale dell’ospedale di Ostuni a quello di Francavilla, disarmare i Punti di primo intervento come quello di Ceglie a semplice ufficio di accettazione (e perdita di tempo per i pazienti).
La voce più autorevole che si è levata è quella del presidente dell’Ordine dei medici Arturo Oliva che, oltre a mettere sul banco degli imputati la disapplicazione della legge di riforma sanitaria, paventa il rischio della “desertificazione della sanità in provincia di Brindisi”.
Sullo sfondo c’è il costruendo ospedale di Monopoli-Fasano che tra qualche mese dovrebbe essere operativo, struttura inserita nel bacino di assistenza che riguarda anche i residenti di Ceglie Messapica, Cisternino, Ostuni e Fasano. La struttura è all’estremo sud della provincia di Bari ma già stravolge l’offerta dei posti letto del Brindisino, almeno così si giustificherebbero le cosiddette e presunte riottimizzazioni dei reparti dall’ospedale Perrino in giù.
La politica batte il pugno, ma sembra solo scena per regolare i conti anche tra colleghi d’area. Nel fine settimana è andata in onda, anzi sui social, la disputa tra l’assessore regionale Amati da una parte e i consiglieri Vizzino e Bruno dall’altra, tutti di centrosinistra e dintorni. Tutto online, tra interventi ed emoticons “attenuanti” a corredo di un post Facebook del consigliere regionale Luigi Caroli (Fdi), in cui si adombra il rischio, neppure troppo remoto, di un “drenaggio” di medici e personale sanitario verso il nuovo ospedale. Per la verità Caroli ha parlato più esplicitamente di “saccheggio” da parte di Amati, provocando reazioni che misurano la febbre sullo stato di salute della materia.
Al di là degli scenari prevedibili, non si può trascurare il fatto che il nuovo ospedale a cavallo tra le province di Bari e Brindisi (sarà bene che gli sia dia quanto prima un nome per evitare la doppia location), tra l’altro per i cegliesi alla stessa distanza da quelli di Brindisi e Taranto, agita soprattutto la futura offerta di chi abita nel triangolo Ostuni-Ceglie-Cisternino in quanto vedrebbe depotenziata l’offerta dell’ospedale di base della Città bianca a favore di quello monopolitano, coinvolgendo nel dibattito soprattutto l’interesse della fascia costiera della provincia.
Fra le tante voci incrociate nelle ultime ore, quella di Tommaso Gioia, di Ceglie, consigliere per la Sanità regionale e, sul tema, portavoce del presidente Emiliano.
L’ambasciatore di Emiliano: “Nessun timore per l’apertura del Monopoli-Fasano”
Interviene sull’apertura del nuovo ospedale di Monopoli-Fasano, sottolineando che né i politici né i medici temono questa inaugurazione l’Emiliano-pensiero affidato a Gioia. “Il mondo può apparire bizzarro, ma siamo entusiasti per l’arrivo di una struttura sanitaria moderna che arricchisce l’offerta della nostra regione”, afferma Gioia, esprimendo la sua soddisfazione per i cittadini di Fasano e per l’intero territorio circostante.

Il consigliere sottolinea l’importanza del benessere dei pazienti: “Il primo pensiero di chi opera nella sanità è la salute dei malati; non è permesso a nessuno di dubitare senza argomentare. Inoltre, non c’è motivo di temere un trasferimento del personale dai ‘vecchi ospedali’, poiché i contratti di lavoro non consentono questa eventualità”.
Gioia critica l’uso del termine “vecchi ospedali” per designare strutture, come quella di Ostuni, che forniscono quotidianamente cure a moltissime persone, definendo tali espressioni “offensive per chi lavora in queste strutture e per i pazienti”.
Riguardo all’ospedale previsto per i comuni di Fasano, Ostuni, Cisternino e Ceglie Messapica, Gioia afferma: “È stato un errore non realizzarlo”. Ricorda inoltre che il nuovo ospedale Monopoli-Fasano dipende tecnicamente dalla ASL di Bari e che non possono esserci atti aziendali della ASL di Brindisi che lo includano.
Inoltre l'”ambasciatore” di Emiliano pone l’attenzione sull’ospedale di Ostuni, previsto dal piano di riordino, affermando che “la Regione Puglia ASL ha già investito quasi 20 milioni di euro. Per questo motivo, non permetteremo tentativi, anche velati, di far fallire questo progetto. Nel prossimo mese di maggio verranno trasferiti il pronto soccorso, la radiologia, il laboratorio analisi e la rianimazione nella nuova piastra. Sono stati impegnati ulteriori 9,5 milioni di euro per ultimare le aree esterne e il secondo piano, che ospiterà 32 posti letto di medicina interna”.
Sottolinea anche l’eccellenza dei reparti del nosocomio ostunese, in particolare Pneumologia e Medicina Interna, e i due reparti chirurgici, Ortopedia e Chirurgia, che nel 2024 hanno già effettuato quasi 1400 interventi.
Infine, Gioia si esprime sulla questione degli atti aziendali congiunti delle due Asl: “Non possono esserci atti aziendali della Asl di Brindisi che comprendano l’ospedale di Monopoli-Fasano. Tali affermazioni, essendo infondate, preoccupano medici, politici, sindacati e media. La sanità deve aggiungere e integrarsi, non essere a danno di altri”.