Un libro basato sulle memorie del nipote Giuseppe, scomparso nel 2023, riporta alla memoria e all’attenzione le opere di un imprenditore di Ceglie Messapica tra i protagonisti nel secolo scorso. Dalle capacità professionali all’attenzione per le persone più deboli. Lo storico Michele Ciracì: “Un benefattore che dovremmo tutti riscoprire”
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di Damiano Leo
Un testo, pubblicato sul finire del 2023, ma reso disponibile in libreria solo in questi giorni, rende finalmente giustizia a una delle tante famiglie cegliesi, che nel secolo scorso hanno fatto conoscere e apprezzare l’ingegno della nostra gente e hanno saputo imporsi nel mondo dell’imprenditoria, quella della famiglia di Luca Valente.

Il libro si intitola Luca Valente. Il Cuore di Ceglie Messapica ed ha come sottotitolo “Un’immersione profonda nella vita e nelle realizzazioni di un personaggio che ha avuto impatto significativo sulla comunità di Ceglie Messapica.” Edito per i tipi della Printed in Poland by Amazon Fulfillment. Firmato dal nipote Giuseppe Valente e curato dal figlio di costui, Nicola Alberto. Il quale, insieme alla sorella Valentina, si è dedicato alla trascrizione e redazione dei manoscritti lasciati da suo padre Giuseppe Valente, dopo la scomparsa, avvenuta proprio nel 2023. Nicola Alberto Valente, parodontologo e docente universitario, già docente presso la State University of New York at Buffalo e l’Università di Ginevra, è oggi docente presso l’Università di Cagliari e responsabile del reparto di parodontologia dell’azienda ospedaliera collegata.
Il libro si compone di cinquanta pagine dense di ricordi ed opere compiute dall’imprenditore cegliese Luca Valente, nei primi 50 anni del 1900. Firmato da Giuseppe Valente, figlio del fratello dell’imprenditore, Nicola, essenzialmente per ricordare la figura di Luca e celebrarne la memoria a 65 anni dalla sua scomparsa, perché, come scrive lo storico cegliese Michele Ciracì nella sua Postfazione: “Ceglie Messapica è una città unica, valorizza persone di nessuno spessore e ignora i tanti cegliesi che tramite le loro opere hanno fato conoscere e apprezzare l’ingegno della nostra gente.” E continua lo storico Ciracì. “Però, come accaduto anche per altri concittadini, Luca Valente, dopo la sua morte è stato completamente dimenticato”.

E chiudendo la postfazione al libro, Ciracì ricorda che “è un dovere ricordare Luca Valente, cegliese verace che amava la sua città e che tanto si adoperò, anche in termini economici, per il suo rilancio. Questo il messaggio che intende lanciare questo volume scritto da Giuseppe Valente.”
Ma chi è l’autore del libro memoriale? Giuseppe Valente è nato a Ceglie Messapica nel 1930 e qui è deceduto nello stesso anno della pubblicazione del libro, nel 2023. Laureato in farmacia, ha insegnato materie scientifiche. È stato informatore scientifico e infine titolare di una farmacia nella vicina San Michele Salentino. Appassionato e fervente attivista politico in gioventù, tra la Puglia e la Toscana. Iscritto al Partito Comunista Italiano dal 1947 al 1991, quindi è stato affascinato dal “nuovo miracolo italiano” berlusconiano dal 1994. Insaziabile divoratore di libri, cinofilo, cacciatore e profondo conoscitore della natura. Uomo libero ad ogni costo e conseguenza e di profonda cultura generale.
Dalle pagine del suo libro ci fa sapere: “Ho voluto commemorare Luca Valente perché è stato una figura di grande rilevanza nel secolo scorso, nei primi 50 anni del 1900. Non solo è stato il più grande imprenditore del nostro comune, ma anche un benefattore che ha fornito lavoro ed assistenza a molti che in quell’epoca soffrivano la fame. Ciò è evidenziato dal fatto che a quel tempo esisteva l’E.C.A. (Ente Comunale di Assistenza), che distribuiva pane e pasta ai numerosi poveri che non avevano cibo. Luca Valente divenne Presidente di quell’Ente e dell’ospizio ad esso collegato, che accoglieva i poveri in fin di vita per non lasciarli morire soli. Trasformò a sue spese l’Ente in un ospedale civile, altamente efficiente e ben organizzato. Utilizzando i suoi fondi, diede vita alla Banca Popolare di Ceglie Messapica. Credo che basti questo per meritare di ricordarlo.”
Come non dargli credito? E come non dare giusto riconoscimento ad una delle tante famiglie cegliesi che hanno saputo e voluto dare lustro a tutto il nostro territorio?