18 Maggio 2025

Morire di lavoro e di sfruttamento

Lucia Altavilla di 17 anni, Pompea Argentiero di 16 e Donata Lombardi di 23 anni: morte di caporalato
Lucia Altavilla di 17 anni, Pompea Argentiero di 16 anni e Donata Lombardi di 23 anni: morte di caporalato

Sono trascorsi 45 anni dall’incidente che costò la vita a tre giovanissime donne di Ceglie Messapica, ingaggiate dai caporali per raccogliere fragole fuori provincia. Il 19 maggio del 1980, giorno della loro morte, iniziò una lenta, lentissima marcia contro il fenomeno largamento diffuso al Sud, fino alla legge del 2016. La testimonianza di Angelo Leo, giovane attivista di allora

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Sono trascorsi 45 anni dalla tragica fine di tre ragazze di Ceglie Messapica, due ancora minorenni, morte mentre rientravano dopo ore passate in un campo agricolo impegnate nella raccolta delle fragole. Viaggiavano a bordo di un pulmino, mezzo di trasporto dei caporali, ingaggiate dai caporali, in balia dei caporali.

Alle 16.40 del 19 maggio 1980 nei pressi di Grottaglie, lungo la superstrada Taranto-Brindisi, il mezzo che stipava al suo interno 15 braccianti agricole in un tentativo di sorpasso di un camion fermo a bordo strada finì la corsa contro la fiancata del mezzo pesante. Tre giovani donne sedute sul fianco morirono tra le lamiere: Lucia Altavilla di 17 anni, Pompea Argentiero di 16 anni e Donata Lombardi di 23 anni.

Fu un drammatico episodio che ruppe il silenzio sulle condizioni di lavoro e sullo sfruttamento. In quei giorni si accesero su Ceglie i fari della stampa italiana, raccontando la “schiavitù” che solo 36 anni dopo ebbe una legge di contrasto al fenomeno, la legge 199 del 2016.

Uno dei protagonisti della ribellione di quei giorni è Angelo Leo, allora giovane sindacalista della Cgil e oggi rappresentante di Prc, un impegno costante contro il caporalato per un diverso equilibrio nei rapporti lavorativi.

Ecco la sua testimonianza affidata ai social e ai mezzi di informazione.

Il 19 maggio 1980
Il maledetto giorno della morte delle tre giovani braccianti agricole tra le lamiere contorte del furgone di un caporale, Pompea Argentiero, Lucia Altavilla, Donata Lombardi, tutte di Ceglie Messapica. Quel giorno c’ero anch’io giovane attivista della CGIL.
Con la mia auto, girai in lungo e in largo tutte le vie del paese con gli altoparlanti della Federbraccianti Cgil montati sul tettuccio.
C’erano donne che piangevano disperate alla notizia della tragedia, ma anche i caporali ed i loro amici che mi insultavano con bestemmie e maledizioni.
Erano disperati anche loro, per I profitti che avrebbero perso nei giorni a venire in seguito al blocco che avrebbero attuato le forze dell’ordine nei loro confronti. Lo sciopero generale il giorno dopo riuscì solo in parte. Centinaia di caporali da tutta la provincia obbligarono le donne a partire già da mezzanotte alla volta del Metapontino e del sud est barese.

La manifestazione contro il caporalato tenuta a Ceglie nel maggio 1980


Utilizzando strade interne interpoderali, allungando ancora di più le ore di viaggio, evitando le strade statali e provinciali per non essere fermati dai blocchi stradali della polizia e dai picchetti dei sindacalisti della Cgil. La morte di tre giovanissime donne non dovevano fermare i profitti e lo sfruttamento di padroni senza scrupoli e dei loro caporali. Ai picchetti stradali con i copertoni che bruciavano, lo scontro con i caporali fu durissimo, a volte sì arrivo pure alle mani e alle minacce che l’avremmo pagata cara.
Al picchetto sindacale da me presidiato sulla via per Villa Castelli, ero fianco a fianco con Cosimo Zullo, all’epoca segretario generale della Federbraccianti Cgil Brindisi, e Teresa Bellanova, responsabile della Camera del Lavoro Cgil di Ceglie Messapica (nominata in seguito Ministro della Repubblica).

Poco più di un anno dai tragici fatti, il 1 settembre 1981 venni eletto segretario della Lega Federbraccianti Cgil di Ceglie Messapica. Dal 1981 al 1995 il mio impegno nella lotta contro le violenze e le minacce dei caporali non è mai venuto meno neanche un giorno, come da memoria della stessa cronaca giudiziaria.
Ma soprattutto ho cercato insieme a tante compagne e compagni della Cgil di tenere sempre alta la memoria delle tre ragazze e di tutte le vittime del caporalato e dello sfruttamento nel nostro territorio.

Angelo Leo

(Dipartimento Lavoro PRC Puglia)

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