18 Maggio 2025

Sic transit gloria mundi (il castello parla)

Il Castello ducale impalcato per il restauro e la facciata dei nuovi ritrovamenti
Il Castello ducale impalcato per il restauro e la facciata dei nuovi ritrovamenti

Le antiche pietre parlano e raccontano la lunga storia di Ceglie Messapica. Dal restauro del castello emergono tracce dimenticate del passato e comunque “difese” dall’antico maniero: forse i resti di un tempio. La torre normanna si rivela uno scrigno da custodire gelosamente e, anzi, valorizzare. Lo stravagante destino delle mura difensive diventate una cartolina turistica in occasione del Giro d’Italia (e che la Tv ha ignorato)

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di Domenico Strada

La nostra cittadina di Ceglie Messapica può vantare l’esistenza di “pietre” che hanno il potere di far ancora riecheggiare, dopo secoli, l’importanza militare, culturale e politica dell’antica messapica Kailia.

Per avere questa percezione sensoriale basta guardare i resti, seppur sottoposti per incuria ad un lento degrado, dell’articolato ed imponente sistema difensivo, di cui un suo importante ma anonimo tratto, per indicarlo a chi non lo conosce, è quello adibito come supporto, certamente momentaneo, dello striscione sportivo del passaggio del Giro ciclistico d’Italia.

Lo striscione di saluto al Giro sulla prima cinta muraria messapica

E ancora la struttura del castello sembra voler custodire gelosamente le vestigia di quello che appare essere un edificio di culto risalente al III-IV secolo avanti Cristo. Si tratta di una sequenza di 10/11 triglifi e metope con un semplice motivo floreale al centro, incastonata e ben visibile nella parte mediana della torre normanna del XII secolo; si può ragionevolmente ritenere che facesse parte di un tempio in stile greco-dorico andato distrutto.

Nelle foto, dall’alto a sinistra: i particolari di triglifi e metope sulla torre normanna del Castello ducale di Ceglie. Nella foto sopra: l’elemento più antico lesionato in più parti

Questi importanti elementi architettonici si sono salvati perché “riciclati” in occasione della realizzazione della citata torre (si parla del XV secolo). Un altro frammento, seppur più danneggiato, di questa antica struttura è recentemente riemerso nel corso dei lavori di ristrutturazione del castello. Tale elemento reca tre lesioni che hanno interessato anche il muro, determinatesi evidentemente dopo il suo posizionamento in sito.

La ricostruzione del tempio di Minerva a Castro (in provincia di Lecce) e, a destra, elementi architettonici di un tempio dorico

Si auspica che il prosieguo dei lavori di ristrutturazione del castello, possano far riemergere altri frammenti “riciclati” del tempio messapico la cui esistenza viene peraltro indirettamente suffragata dal recente rinvenimento nella messapica Castro dei resti di una imponente statua raffigurante la dea Atena.

Il fatto più che suggestivo è che il frontone del tempio che conteneva questa statua, così come ricostruito dagli studiosi, reca delle forti analogie proprio nella sequenza di triglifi e metope “sopravvissuta” fortunatamente nel castello cegliese e costituente, si ritiene, un unicum del suo genere dell’intera Messapia.

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