Pubblicata la sedicesima opera dell’avvocato e saggista di Ceglie Messapica. Un titolo di grande attualità sulla necessità del confronto, passando da Cicerone, Federico II, Pirandello fino ai giorni nostri
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di Damiano Leo
Ha visto la luce in questi giorni la sedicesima pubblicazione dell’avvocato cegliese Augusto Conte, intitolato Dialoghi sulla Giustizia, e sottotitolato: con Marco Tullio Cicerone, Federico II, Dante Alighieri, Cesare Beccaria, Giuseppe Zanardelli, Luigi Pirandello, Piero Calamandrei, Salvatore Satta, Ettore Randazzo, per le Edizioni Grifo di Lecce.
Un libro di 166 pagine, per nove capitoli, che l’avvocato Conte, saggista di Storia del diritto, di Ordinamento e Deontologia forense e di Retorica forense, Toga d’Oro, ha dato alle stampe dopo aver pubblicato altri 15 titoli, che qui è bene riportare: Ordinamenti Giuridici e sistemi delle pene nei territori italiani preunitari; Il sistema delle prove penali negli Ordinamenti Italiani – dalla tortura alla prova scientifica; Il procedimento disciplinare nell’ordinamento professionale degli avvocati; Sorgenti della giustizia a Ceglie Messapica; Sentenze memorabili; Etopea forense, Umanesimo della Legge, Compendio di retorica giudiziaria classica; L’Avvocato a teatro; Il giudice di carta; Apologie Magistrali.
Con l’avvocato Domenico Maria Conte Etopea Forense; Umanesimo della Legge. Precedentemente Conte aveva pubblicato Istituzioni giudiziarie di Ceglie Messapica; Toghe Cegliesi; Onore con pistola; I Rottola, storia di una emigrazione inversa; e, come coautore, Avvocati e Giuristi Illustri salentini dal XVI al XX secolo.
Con Dialoghi sulla giustizia, fresco di stampa, l’avvocato Augusto Conte ci dice che “La forma letteraria del “Dialogo”, per rendere credibile e plausibile quanto è accaduto, e persuasiva e convincente la narrazione nel suo contenuto, coerentemente al vero, ricrea l’illusione della realtà.

Con il Dialogo si rendono comprensibili, e graditi al pubblico, gli aspetti della verità e degli eventi storici, particolari, legati a una singola persona, e generali, sottraendoli all’oblio: il Dialogo contiene e rappresenta la ricostruzione dei fatti e dei “pensieri”, che rendono partecipe il lettore, è resa attuale attraverso la interlocuzione e lo scambio delle comunicazioni, delle conversazioni e dei confronti.
Il Dialogo, descrittivo e narrativo, sancisce e rafforza la affidabilità e attendibilità di quanto accaduto, ed è verosimigliante alla retorica, nel rendere persuasive, convincenti e coerenti, nella ricreazione della realtà e degli aspetti del vero, le storie e i fatti riferiti dai colloquianti che vengono rivissuti e descritti.
I Dialoghi consentono, per la loro facilità di comunicazione, di svelare e approfondire le caratteristiche di alcune determinate personalità, distinte tra loro, attraverso la narrazione delle loro vicissitudini di vita e le loro opere, pensieri, atteggiamenti e manifestazioni, rendendoli protagonisti delle storie e delle trame che vengono raccontate e delle spinte motivazionali del loro pensiero e del loro agire.”
Conte, nella sua Prefazione, continua: “I Dialoghi contenuti in questo libro, finalizzati a “costruire” una cultura storica, sono conversazioni dialogate “verosimili”, simili al vero, credibili, accettabili come veri, affidabili, ragionevoli, reali, attraverso il confronto, la partecipazione e la interlocuzione, facilitati dall’uso dialogico delle comunicazioni, ripropongono la storia e il pensiero politico e giuridico, vissuto dagli interlocutori, tratti dalle loro vicende personali, politiche e giudiziarie, da loro libri, lettere e scritti, prevalentemente, e non esclusivamente, “forensi” correlati alla eloquenza, alla pratica giudiziaria, con riferimento alla applicazione della legge e della soluzione e alla elaborazione di elementi delle questioni legali.”
Per meglio spiegare il valore di questa nuova pubblicazione Conte continua: “I Dialoghi contenuti in questo libro hanno come argomento principale il Diritto, elemento fondamentale per la convivenza della società e la Giustizia, virtù morale naturale, che costituiscono essenzialmente cultura e non possono essere ridotti a un sistema di enunciati di principi astratti, ma vanno collocati in un versatile quadro di secolare esperienza vissuta: il raggiungimento del giusto, ispirato a diritto fondato nella legge, che governa l’Umanità, è sostanza e forma della stessa vita umana, la cui esistenza è orientata da regole, ed è sintomo di libertà e delinea la corrispondenza di valori e sentimenti, nell’attuare la costruzione del rapporto tra legalità e giustizia, per ridurre la realtà a questi principi.”
Un libro, questo di Augusto Conte, di grande attualità, che non può mancare nelle nostre librerie e, soprattutto, in quelle pubbliche e scolastiche.

