Nell’ambito del concerto conclusivo del “Caelium Classica Festival” è stato consegnato il riconoscimento della famiglia dell’operaio scomparso nel 1996. Quest’anno il premio è andato a Mattia Curri, brillante studente di Ceglie Messapica che ha conseguito la laurea triennale
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di Damiano Leo
È stato conferito a Mattia Curri, giovane e talentuoso cegliese, il secondo “Sussidio di Studio Donato Chirico”.
La sobria cerimonia di conferimento si è tenuta ieri, sabato 11 ottobre, nel salone di rappresentanza del Castello Ducale di Ceglie Messapica, nell’ambito del concerto conclusivo del “Caelium Classica Festival 2025”, diretto dal maestro Massimo Gianfreda, nel quale si è esibita l’arpista di fama internazionale Claudia Lucia Lamanna, la pugliese vincitrice tra l’altro del Primo Premio all’International Contest in Israel, nel 2022, a vent’anni dall’ultimo premiato italiano.
Il sussidio, che sta riscuotendo l’approvazione generale, è nato dal desiderio di Maria e Rosangela Chirico, artista a tutto tondo, per onorare la memoria di Donato, rispettivamente marito e padre, morto prematuramente nel 1996.
La presentazione della serata d’arte e conferimento del sussidio è stata affidata al maestro Palmo Liuzzi, il quale, prima di chiamare il giovane premiato Mattia Curri, ha voluto leggere una lunga nota esplicativa, a firma di Maria e Rosangela Chirico, che, considerata la sua importanza, non possiamo non riportare integralmente:
“Onorare la memoria di Donato Chirico non è solo un ricordo, è la testimonianza di un uomo semplice, mai banale, discreto, silenzioso ma la cui voce risuonava nei suoi gesti. Innamorato della natura, se ne prendeva cura. È stato marito e padre amorevole. Un operaio, sì. Ma prima ancora, un uomo giusto, pieno di virtù. Ogni giorno, affrontava il lavoro con grande dignità e l’umiltà tipica di chi non cerca applausi, ma che conosce il valore dell’onestà. Donato credeva nella responsabilità, nella coerenza, nel guadagnarsi il pane senza mai dimenticare il rispetto per gli altri. Era uno di quegli uomini che sembrano nati con una bussola interna, sempre puntata verso il bene. Parlava di principi e li incarnava con le sue azioni. Con il suo esempio ha insegnato che la grandezza non sta nei titoli o nei riconoscimenti, ma nel saper fare correttamente il proprio dovere, giorno dopo giorno, senza clamore. Ma quella dedizione, quella costanza, hanno finito per presentargli un conto troppo alto. Una lunga malattia, iniziata in silenzio, lo ha portato via, lentamente, come solo certe ingiustizie sanno fare. Una scomparsa che non era una fatalità, ma la conseguenza di un lavoro duro, esposto a rischi che, troppo spesso vengono ignorati. Donato, nel 1996, ha peso la vita prematuramente. Lui è uno dei tanti volti di quelle vittime invisibili del lavoro. Sin dalla sua mancanza, la figlia Rosangela persevera instancabilmente nel difendere la memoria di suo papà operaio. È una storia che merita di essere ricordata non solo per come è finita, ma per tutto ciò che rappresenta: una delle tante persone che hanno pagato con la vita il prezzo dell’esposizione a condizioni lavorative rischiose. È giusto dirlo ed è doveroso ricordarlo, perché ogni vita persa sul lavoro è una ferita collettiva che non possiamo permetterci di dimenticare. Ricordare la perdita di Donato non serve solo a guardare al passato, bensì per dare a quel passato un futuro migliore.
Donato oltre ad essere un lavoratore instancabile, era anche un uomo di pensiero. Ripeteva spesso, soprattutto ai giovani, una frase che oggi risuona più forte che mai: ‘La cultura è il mezzo più potente che abbiamo per difenderci in qualunque contesto.’ Lo diceva con convinzione, perché sapeva che solo attraverso la conoscenza si può affrontare il mondo con consapevolezza, perché potendo scegliere, si può cambiare. Donato credeva nella formazione, nel merito, nel prendersi cura del bene comune. Per questo incoraggiava i giovani nel continuare a studiare, a non accontentarsi ma. Lui sapeva quanto lo studio potesse diventare uno scudo, una risorsa, un atto di libertà”.

Ed è proprio da questo pensiero, da questa eredità morale, che è nato il Sussidio di studio Donato Chirico, istituito nel 2024 e destinato ai meritevoli studenti universitari di Ceglie Messapica, la sua terra d’origine. Un’iniziativa che porta un messaggio chiaro: il “Sussidio” vuole rappresentare un ponte tra passato e futuro, tra mani che hanno costruito e menti che costruiranno; la maniera in cui Donato continuerà a vivere, non solo nel ricordo affettuoso di chi lo ha conosciuto, anche nelle aspirazioni, nei sogni e nell’impegno di una nuova generazione.
È desiderio che, chi riceverà in dono il Sussidio di Studio, senza far parte di un cammino che radici profonde, del percorso radicato di Donato che credeva nel lavoro, sì, ma anche nel sapere, nella libertà del pensiero e nella formazione come strumento di emancipazione personale e collettiva. È così che Donato continuerà a costruire. Continuerà a seminare. Continuerà a viver nel futuro di qualcuno che, anche grazie a lui, potrà realizzare i propri sogni, perché l’impegno, la cultura e il senso del dovere sono valori che resistono al tempo, che possono trasformare anche il dolore in una possibilità positiva.”
Mattia Curri è nato il 28 agosto 2002 a Ceglie Messapica. Fin dai primi anni scolastici ha frequentato, con impegno e profitto, le scuole elementari e medie. Successivamente ha intrapreso il percorso di studi presso il Liceo Polivalente “Don Quirico Punzi” di Cisternino, indirizzo Scienze Applicate, con l’obiettivo di acquisire solide competenze nell’ambito scientifico e tecnologico.
Nel giugno 2021 ha conseguito il Diploma di Maturità con il massimo dei voti e la lode. Animato da una profonda passione per l’informatica, si è iscritto all’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, dove ha conseguito la Laurea Triennale il 18 luglio 2024, anche qui con il massimo dei voti e la lode.
Nel 2024, dopo un rigoroso percorso di selezione, è stato scelto tra i sei studenti chiamati a rappresentare l’Università di Bari a Torino, per la competizione nazionale CyberChallenge 2024, la più importante iniziativa italiana dedicata alla formazione e al reclutamento di futuri professionisti della Cybersecurity.
Nel 2025 ha partecipato a diverse competizioni di rilievo. Il 12 giugno 2025 ha vinto, in squadra con due colleghi, l’AI2B Hackathon; e, dal 29 al 31 agosto 2025, ha partecipato all’ItaDataHack 2025, competizione nazionale dedicata agli studenti universitari e promossa dal CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica), nell’ambito dell’intelligenza artificiale, classificandosi al secondo postoinsieme al proprio team.
Attualmente sta completando il corso di Laurea Magistrale in Computer Science, percorso Artificial Intelligence. Quindi un promettente giovane cegliese, Mattia Curri, che sicuramente saprà farsi strada, rimanendo legato al suo e nostro territorio.