Centro di riabilitazione privato o pubblico? Il giudice amministrativo rinvia il giudizio al 18 settembre. Dura accusa di Fabiano Amati, Emiliano apre la strada al dialogo
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Tutto rinviato. Bisognerà attendere il 18 settembre per avere il giudizio del Tar sulla determinazione della Regione e il piano operativo dell’Asl circa l’internalizzazione del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica, da circa 24 anni gestito dalla Fondazione San Raffaele.
Il Tar di Lecce, chiamato a decidere sulla prima delibera “operativa” del luglio scorso, ha preferito rimandare al 18 settembre la decisione per non compromettere con decisioni provvisorie e monocratiche l’esito della decisione collegiale.
Una decisione che il consigliere regionale Fabiano Amati ha subito definito la scelta “illogica e disumana, perché se malati muoiono la questione si compromette davvero”.
Sotto, il decreto del Tar di Lecce.
Il presidente Emiliano nelle ultime ore ha usato toni più distensivi nei confronti dell’imprenditore e parlamentare vicino alla Fondazione, il leghista Antonio Angelucci (“Nulla di personale nei suoi confronti”), quasi a intravedere una possibilità di negoziato tra le parti, soluzione che sembra necessaria per accelerare l’impasse giuridico-burocratico in cui si trova l’ospedale di alta specializzazione.
Ma la decisione di non decidere da parte dei giudici amministrativi manda su tutte le furie il consigliere regionale. “Il Tar di Lecce, questa volta con il Presidente Ettore Manca e a seguire le medesime performance dei presidenti Enrico D’Arpe e Antonio Pasca, ha deciso di rigettare la richiesta di revoca del decreto provvisorio di sospensione degli atti della ASL di Brindisi, rinviando la decisione all’udienza del 18 settembre, fissata per i provvedimenti collegiali” afferma Amati.
“Gli atti sospesi, per intenderci, erano quelli che cercavano di rimediare al fatto che i pazienti gravi ricoverati al San Raffaele rischiano di morire perché molti sanitari impegnati non hanno le specializzazioni per curarli e i requisiti organizzativi sono ampiamente violati; è tutto ciò a detta del Dipartimento di prevenzione della ASL. E qual è la motivazione di questa decisione? È tutta contenuta in un brocardo latino: re adhuc integra, che significa per fare in modo che la decisione non comprometta la questione in discussione dinanzi al collegio, ossia lasciamo il mondo così com’è e ci vediamo il 18” sottolinea il consigliere.