Pubblicata l’ultima opera dell’avvocato Augusto Conte: “Il giudice di carta”, un’antologia storica e professionale sul carattere di chi è chiamato ad amministrare la giustizia
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Pubblicato l’ultimo libro dell’avvocato Augusto Conte, ex presidente dell’Ordine degli Avvocati di Brindisi. Dal 27 settembre è infatti in edicola e in libreria l’ultima fatica del penalista e saggista di Ceglie Messapica, “Il giudice di carta”, 176 pagine, edito dalla Edizioni Grifo di Lecce.
Il libro è la libera narrazione della letteratura, che riproduce la storia e della storia, che diventa letteratura, in un intreccio e in una coincidenza, sotto lo stesso piano, di arte del giusto e di arte del bello, in una intessitura di vita e di passione, nel descrivere sistemi di pensiero e di azione.
Il titolo configura un tropo, un traslato, una figura della retorica classica, la metonimia, costituendo un traslato dal contenente letterale al contenuto concettuale.
Il testo è una antologia ordinata, di caratteri individualizzanti di giudici, preceduti da aforismi latini che preannunciano la qualità e la composizione dell’argomento e rappresenta i giudici e le manifestazioni giudiziarie che costituiscono patrimonio delle opere bibliche, mitologiche, storiche, letterarie, teatrali, drammaturgiche, occupando gran parte della vita personale e collettiva umana, in una compenetrazione tra arte e vita.
E, per converso, la loro storia reale si trasforma in arte letteraria e drammaturgica, per mettere ordine nella vita vera.
Giudice è chi scava negli uomini per cogliere le motivazioni della loro disperazione e della loro angoscia esistenziale; giudice è chi esplora le carte processuali per trovare adeguata motivazione delle sentenze; giudice è chi riesce a far coincidere il più possibile la tensione tra legge e giustizia; giudice è chi si interroga se sia riuscito a far sì che i suoi personali malumori, le sue questioni personali, le sue idiosincrasie, i dolori, le felicità, non abbiano macchiato la pagina bianca sulla quale formula e scrive le sue decisioni.
La letteratura e la drammaturgia non solo sono informativa culturale, uniscono immaginazione e realtà, costituiscono la trasformazione di tutta la vita in scrittura e in dramma; descrivono storie che hanno attinenza con la vita; in questa dimensione non esiste differenza tra la realtà e la scrittura e il dramma, tra verità storica e verità artistica: lo scrivere coincide con il vivere; è la parabola che rivela e spiega una verità storica, l’ esegesi della esistenza, in una compenetrazione tra arte e vita.