7 Ottobre 2024

L’Asl convoca i dipendenti del San Raffaele

Il Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica
Il San Raffaele di Ceglie Messapica

“Ricognizione” per i lavoratori in servizio al Centro di riabilitazione. Sconcerto e rabbia, il sindacato incontra il direttore De Nuccio. Amati chiede il commissariamento dei vertici dell’azienda sanitaria: “Assumono decisioni difformi dal mandato politico”. Ma il Pd gela il consigliere: “Fiducia al vertice Asl, gestione nel rispetto delle regole”. No anche da Vizzino, mentre Luigi Caroli chiede un’audizione urgente in Commissione Sanità

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“Commissariare l’Asl di Brindisi”. Le bordate ad alzo zero del consigliere regionale Fabiano Amati hanno caratterizzato l’estate ormai al termine, mesi difficili per i pazienti e i lavoratori del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica gestito dalla Fondazione San Raffaele. Ora la richiesta di commissariamento dell’Asl o “se fosse possibile, di un commissario ad acta” per gestire il processo di internalizzazione votato dal consigliere regionale e congelato dal Tar di Lecce che ha accolto la richiesta di sospensiva presentate dalla famiglia Angelucci.

Delle ultime ore un altro pastrocchio, o situazione confusa fate voi, del sequel Neurolesi. E’ tutto accaduto nelle ultime 48 ore, da quando i dipendenti del San Raffaele in servizio alla data del 3 giugno 2024 hanno ricevuto dall’Asl di Brindisi l’invito a presentarsi venerdì prossimo, 27 settembre,  nella sede brindisina di via Napoli per una “ricognizione” per il conferimento di incarichi a tempo determinato. Una richiesta che ha inquietato i lavoratori e messo in allarme il sindacato, peraltro escluso e ignorato dai vertici dell’azienda sanitaria. Un passaggio apparentemente maldestro o intriso di tattica, difficile dirlo. Forse un po’ l’uno e un po’ l’altro, tanto che secondo prassi le organizzazioni sindacali FPCISL, CGIL e UIL hanno prima preso contatto con i dipendenti in servizio a Ceglie e poi sollecitato un incontro immediato con la direzione dell’Asl, faccia a faccia che si è tenuto stamani, mercoledì.

Da fonte sindacale si è appreso che il direttore generale dell’Asl Maurizio De Nuccio ha chiarito che la ricognizione sarebbe propedeutica all’internalizzazione del servizio e che saranno  applicate  le clausole di salvaguardia richieste dal sindacato.

Più flessibile anche la data della convocazione, che tra le altre cose rischierebbe di svuotare dai reparti i dipendenti in turno: i lavoratori potranno essere ricevuti “in qualsiasi orario o anche in altre giornate differenti compatibilmente con le  esigenze lavorative di ciascuno di loro”.

Passaggi che però servono ad annacquare il clima di tensione ma che non risolvono nulla, anzi creano solo un clima di disorientamento e sfiducia che a questo punto richiedono ben altre comunicazioni.

Nel frattempo Fabiano Amati spezza ogni negoziato affermando che “la ASL Brindisi ignora continuamente le ripetute indicazioni della Regione, peraltro chiare e risolute, per risolvere il problema del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica. Per questo motivo ho chiesto al presidente Emiliano di procedere al commissariamento della ASL di Brindisi o alla nomina, se fosse possibile, di un commissario ad acta. 
Ho purtroppo constatato una continua e reiterata difformità tra i provvedimenti opportuni richiesti dalla Regione (Dipartimento Salute) alla ASL e i relativi atti d’esecuzione adottati dalla stessa ASL. Poiché non posso credere che tale condotta sia derivante da incompetenza, devo ritenere che le ragioni di tali difformità possano risiedere (spero di sbagliarmi) in una volontà “politica”, eccedente il ruolo, non allineata con le decisioni del legislatore regionale e dei suoi organi d’indirizzo politico, a cominciare dal presidente della Regione e dalla sua Giunta. 
Tali difformità – prosegue Amati – si sono sostanziate – nel corso delle ultime settimane – in varie imprecisioni e stonature nella redazione del Piano di emergenza, in vari procedimenti inerenti a manifestazioni d’interesse degli attuali dipendenti della Fondazione San Raffaele, nel mancato avvio della procedura di transito del personale sanitario attualmente in servizio (come per legge) per la sottoscrizione di un contratto a tempo indeterminato (magari con clausola sospensiva), nell’avvio di una vecchia procedura per il reclutamento OSS mai autorizzata dalla Regione, nella mancata e definitiva puntualizzazione che i posti letto assegnati alla Fondazione San Raffaele non possono essere aumentati: in questo senso, l’ultima rivolta dalla Fondazione San Raffaele al presidente Emiliano – ossia di autorizzare un numero di posti letto pari a quelli illegalmente occupati negli ultimi anni – ha il sapore dell’istigazione dei lavoratori per sostenere le ragioni del privato, usando il problema occupazionale, pur sapendo che mai e poi mai potrebbero essere autorizzati un numero maggiore di posti letto e che le tolleranze del passato non potranno che essere oggetto di un procedimento di recupero somme. Nulla di più e nulla di meno. 
A ciò si aggiunga che ad oggi ancora non sappiamo se la ASL abbia deciso o meno di appellare il provvedimento del TAR dinanzi al Consiglio di Stato, nonostante le gravi carenze gestionali, l’invito esplicito della Regione e pure la nota molto risoluta del suo stesso difensore officiato per la difesa dinanzi al Giudice amministrativo.
Tutto ciò significa che tra qualche giorno (massimo qualche settimana) ci ritroveremo con il seguente scenario: il gestore Fondazione San Raffaele ridurrà il personale, con grave disagio sociale, addebitando alla Regione la riduzione dei posti di degenza assegnati; incertezza sulle procedure di transito dal privato in sperimentazione gestionale al servizio sanitario pubblico; il mancato versamento degli stipendi al personale in servizio; la riduzione dei livelli di assistenza in materia di riabilitazione intensiva, a carico non solo della ASL Brindisi ma di tutta la Regione Puglia.
Per questi motivi ho chiesto al presidente Emiliano di valutare immediatamente l’ipotesi della nomina di un commissario ad acta, oppure – nell’impossibilità di realizzare questo obiettivo – di un commissariamento della ASL”.

Alla richiesta di commissariamento avanzata da Amati arriva l’immediato stop del Pd. Con una nota congiunta dell’on. Claudio Stefanazzi, del consigliere regionale Maurizio Bruno e del segretario del Pd brindisino Francesco Cannalire esprimono fiducia al direttore generale dell’Asl, chiarendo quindi che l’attività di De Nuccio è in linea al dettato della maggioranza e del governatore Michele Emiliano.

“La richiesta di commissariamento dell’Asl di Brindisi da parte del consigliere regionale Fabiano Amati avanzata al Presidente della Regione Michele Emiliano appare francamente incomprensibile se non inopportuna” sostengono i tre rappresentanti.

“La questione del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica è, come noto, complessa, delicata e non di certo recente. Pretendere che possa essere risolta, dopo anni, dal direttore generale Maurizio De Nuccio, giunto alla direzione dell’Asl di Brindisi un anno fa appare pretestuoso. In questi mesi il dottor De Nuccio ha dimostrato grande competenza e correttezza, ed ha operato nell’esclusivo interesse dell’Asl di Brindisi”.

Nella nota si afferma che “Il Dg sta gestendo una fase di transizione legata alla annosa vicenda di Ceglie Messapica, fino a prova contraria, nel rispetto delle leggi vigenti.

Pertanto chiederne le dimissioni, o meglio il licenziamento potrebbe apparire una ingerenza in una potestà regolamentare di cui è, ricordiamolo, direttamente responsabile nel suo ruolo di Direttore Generale.

Nel rinnovare la nostra attestazione di fiducia al direttore generale Maurizio De Nuccio, auspichiamo che la politica, tutta, faccia fronte comune per contribuire – conclude la nota – a risolvere una situazione delicata per la salute di migliaia di persone e per l’intero territorio pugliese”.

La difesa del direttore generale è venuta anche da Mauro Vizzino, presidente della Commissione consiliare sanità che si è detto contrario alla  “ipotesi di commissariamento dell’Asl di Brindisi”, chiedendo invece di “far lavorare il dg de Nuccio”.

“I problemi che interessano la sanità pubblica della provincia di Brindisi – commenta Vizzino –  giungono da lontano e richiedono unità di intenti ed un approccio estremamente efficace da parte di chi dirige l’Azienda Sanitaria. Esattamente ciò che sta facendo, sin dal suo arrivo, il direttore generale Maurizio De Nuccio, con risultati che sono già evidenti. Certo, c’è ancora tantissimo lavoro da svolgere, ma il commissariamento non è la soluzione ideale. Anzi, appare strumentale e forse giustificato da finalità che vanno oltre le polemiche sulla gestione della struttura di riabilitazione di Ceglie Messapica. Del resto, è ben noto a tutti che stiamo parlando di una questione che affonda le sue radici nel tempo e la cui soluzione richiede equilibrio ed un approccio manageriale. Esattamente ciò che il dg De Nuccio dimostra quotidianamente nella gestione della sanità del nostro territorio. Un motivo in più – conclude il consigliere regionale – per respingere con decisione qualsiasi ipotesi di commissariamento dell’Asl brindisina e per invitare il dott. De Nuccio a proseguire il suo lavoro, nell’interesse delle nostre comunità”.

Critico con l’Asl di Brindisi il consigliere regionale Luigi Caroli, il quale ha chiesto un’audizione urgente in Commissione Sanità. “Aggiungere caos alla già difficile situazione amministrativo-sanitaria del Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica era un’operazione quasi impossibile, ma la ASL di BR ci sta riuscendo, mandando nel panico i dipendenti che si sono visti recapitare una lettera nella quale viene chiesto di presentarsi il 27 settembre, alle 10, alla sede della direzione generale della ASL per ‘adempimenti preliminari ad eventuale incarico a tempo determinato’.
“Riavvolgiamo il nastro, perché qui siamo in presenza di una situazione kafkiana, ma anche in spregio alle normali procedure di lavoro, anche quelle pubbliche: cioè, un dipendente della Fondazione San Raffaele che ha, ad oggi, un regolare contratto di natura privatistica a tempo indeterminato deve domani andare a firmarne un altro di natura pubblica a tempo determinato. Ma logica vuole che si presenti con una lettera con la quale ha dato le dimissioni, rinunciando alla tutela che viene data quando le dimissioni vengono date a norma di legge (tre mesi prima, in questo caso) e quindi probabilmente deve rinunciare anche a quanto dovuto, per andare a firmare un contratto con la ASL di BR a tempo determinato, vale a dire per quanti mesi??? Nulla è dato sapere, perché dopo questa prima assunzione, la possibile stabilizzazione nella sanità regionale dovrebbe avvenire attraverso la valutazione di titoli, così come stabilito dalla legge regionale e non da quella ordinaria. E qui ci chiediamo: la valutazione di medici e infermieri per titoli potrebbe anche avere un base di possibilità, ma per i semplici pulitori-inservienti (OSS), ma anche per i centralinisti, quali sono i titoli che varranno? Ma nel frattempo il dipendente si è licenziato dalla Fondazione e rischia di perdere il lavoro nel pubblico.
“Per questo motivo ho presentato una richiesta di audizione urgente in Commissione Sanità per capire dal capo dipartimento, Vito Montanaro e dal Dg della ASL Maurizio De Nuccio cosa stanno facendo e come intendono assicurare il futuro occupazionale di chi per anni ha lavorato nel Centro. Chiaramente ho invitato anche i sindacati e la Fondazione San Raffaele anche per individuare soluzioni che portino il Centro a funzionare fino ad aprile, quando è prevista l’udienza di merito dinnanzi al TAR di Lecce. Non solo nell’interesse dei dipendenti, ma soprattutto degli ammalati e delle loro famiglie.”

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