Il consigliere regionale Caroli “avvisa” la Regione sul passaggio del Centro riabilitativo di Ceglie dal privato al pubblico: “Legge impugnata dal governo, perché Bari non ferma l’Asl?” E adombra strategie contenitive sul taglio dei posti letto. Dubbi sui mancati ricoveri rilanciati anche dall’assessore regionale Amati
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Allarme spesa e strategie per i posti letto: sono i temi sottolineati dal consigliere regionale Luigi Caroli sulla gestione del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica, dallo scorso dicembre a gestione pubblica dell’Asl di Brindisi dopo 24 anni di amministrazione da parte della Fondazione San Raffaele (Gruppo Angelucci di Roma).
Il consigliere regionale, che per otto anni è stato sindaco di Ceglie, si è domandato come mai la Regione Puglia abbia consentito il passaggio di internalizzazione nonostante che “il 22 luglio scorso – afferma Caroli – il Governo ha impugnato – come era facilmente prevedibile e come abbiamo detto in aula al momento dell’approvazione il 21 maggio scorso – la legge regionale che ha previsto l’internalizzazione del Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica. Il Governo nazionale non ha avuto dubbi sui profili di “illegittimità costituzionale nella sua interezza e, in particolare, con riferimento agli articoli 1, 3 e 4, comma 2.”
“Infatti, la suddetta legge regionale, infatti, si pone in contrasto: con gli impegni assunti dalla Regione Puglia mediante il Piano di rientro dal deficit sanitario. La trasformazione (da privato a pubblico) prevista dalla legge, realizzando una modifica della programmazione sanitaria, poteva avvenire solo ed esclusivamente con un accordo con i competenti Ministeri, ha sottolineato l’esponente politico di Fratelli d’Italia.
Caroli sostiene che da una prima analisi dei costi sembra che la spesa sanitaria della gestione pubblica abbia un aumento del 30% rispetto alla previsione di oltre 9,5 milioni di euro. Tant’è che lo stesso Centro allo stato attuale ha solo 56 posti letto a fronte ei 95. “È probabile che sia una strategia voluta per non far lievitare i costi” rilancia.
“Ma la domanda è un’altra” afferma Caroli: “Perché di fronte a un’impugnativa del Governo la ASL BR ha proceduto con atti conseguenziali mentre in altre occasioni di fronte a leggi impugnate la Regione ha tentato la via della conciliazione/confronto con i Ministeri competenti (un esempio su tutti la legge sull’Acquedotto pugliese)? E se la Consulta dovesse dichiarare illegittima la legge regionale cosa accadrebbe agli atti della Asl? Sarà per questo motivo che la Asl di Foggia non sta procedendo con nessun atto rispetto all’internalizzazione delle Rsa di Troia e Sannicandro, anche queste impugnate dal Governo?
Per questo motivo ritengo che sia urgente calendarizzare l’audizione che avevo chiesto per evitare che si proceda con atti che potrebbero essere illegittimi se la legge dovesse essere dichiarata illegittima definitivamente”.
L’assessore Amati: “Perché ci sono ancora 33 posti liberi?”
Sui posti liberi nel Centro riabilitativo di Ceglie è intervenuto anche l’assessore regionale al Bilancio Fabiano Amati, un intervento trasversale visto che è al governo della Regione Puglia. Scrive Amati: “Nonostante le liste d’attesa e i viaggi della speranza, al Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica risultano 33 posti liberi per la riabilitazione intensiva da codice 75, rivolta a pazienti affetti da esiti di gravi traumatismi cranioencefalici ed altre gravi cerebrolesioni acquisite. Come mai tutti questo?” interroga dando praticamente ragione ai dubbi sollevati da Caroli in merito alle strategie di contenimento della spesa. “Perché – continua Amati – si autorizzano ricoveri presso i Centri privati convenzionati, senza prima verificare la disponibilità di posti nel servizio pubblico? Che giustificazione hanno da dare le Asl al Governo regionale, ai pazienti e delle loro famiglie? Sono queste le domande importanti poste ai direttori generali delle Asl pugliesi dall’assessorato regionale alla Salute. Domande rivolte con l’ultimatum del prossimo 5 febbraio, così da eliminare una grande assurdità” conclude seraficamente sibillino Amati.