7 Novembre 2025

Restauro a colpi di spugna

Il castello ducale di Ceglie Messapica ingabbiato da anni per i lavori di recupero
Il castello ducale di Ceglie Messapica ingabbiato da anni per i lavori di recupero

Si apre il dibattito sui (lunghi) lavori di recupero del castello ducale di Ceglie Messapica, nonostante una nota dell’amministrazione comunale retta dal sindaco Angelo Palmisano tenti di tranquillizzare su “sopralluoghi” e “attività che proseguono”. In realtà la città non sa nulla sullo stato del cantiere nello storico maniero né delle iniziative da assumere a tutela della cinta messapica (il “Paretone”)

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di Francesco Moro

La settimana scorsa la città  di Ceglie Messapica, ha assunto nuove informazioni sullo stato dei lavori al Castello. L’Amministrazione Comunale, durante il periodo di convocazione dei comizi elettorali per le elezioni regionali, ha deciso di comunicare infatti alla cittadinanza che i lavori vanno avanti a colpi di spazzola e di spugna. Il video e il comunicato stampa del 30 ottobre 2025 seguono sull’argomento, il video dell’8 agosto 2025, in cui ci veniva comunicato che i lavori nel “cantiere aperto” del Castello procedevano con l’ausilio di spatolina e bisturi. Cantiere aperto che però doveva essere già chiuso in quanto il cartello di cantiere recita come data di ultimazione lavori il 28 novembre 2024.

Al di là degli strumenti utilizzati per i lavori di rifinitura, la città nulla sa invece sul grosso dei lavori, quelli strutturali, o almeno la comunicazione istituzionale del Comune non ha inteso comunicare nulla su di essi. Lavori di consolidamento strutturali molto importanti quelli previsti, basta leggere la sezione del sito dedicato (clicca qui) per rendersi conto di cosa sia previsto.

Lavori di consolidamento della torre

Lavori che dovrebbero essere iniziati ben prima delle opere riguardanti la comunicata manutenzione degli intonaci e dei pavimenti.

I tiranti di ferro che circondano la torre quadrata sono tutti al loro posto e neanche nel sito creato ad hoc è possibile sapere se si sta procedendo all’istallazione delle catene iniettate nella muratura che dovrebbero sostituirli o di quando si procederà a completare le coperture. Dopo comunque mesi e mesi di lavoro il grosso sembra che debba venire, ma verrebbe da di dire di cosa ci si sorprende se finora abbiamo visto al lavoro bisturi, cazzuole, spazzolini e spugne?

Il cronoprogramma dei lavori

Altre spugne hanno fatto la comparsa a Ceglie l’altra settimana, questa volta in senso figurato, in via Sant’Aurelia.

In questo caso la spugna si può dire che sia servita a cancellare come una macchia sul vetro i resti della cinta muraria di epoca messapica emersi dietro al muro posticcio crollato a causa delle piogge e subito rimontato a nascondere i blocchi di quelle che era l’imponente cinta muraria di epoca messapica.

Il sopralluogo della Sovrintendenza e dei tecnici al “Paretone” di via Sant’Aurelia

Una cinta muraria la nostra, bistrattata, abbandonata all’aggressione della vegetazione e di quella che in alcuni casi potremmo definire edilizia spontanea. Cinta che seppur sia tutelata e vincolata già dal 1990 attraverso decreti ministeriali non è mai stata valorizzata e nè forse lo sarà a breve, visto che si preferisce rinascondere i suoi blocchi anziché valorizzarli.

Eppure almeno nel 2017 qualcuno si era illuso quando aveva visto approvato il PUG della città. Nella seduta di approvazione dello strumento urbanistico molti consiglieri comunali del periodo, che siedono ancora oggi nei banchi del consiglio, asserivano che stavano scrivendo “la storia della Città”, in realtà guardando a quello che oggi è l’utilizzo e l’attuazione di quello strumento urbanistico direi si sono al massimo divertiti a colorare il nostro territorio comunale.

La tavola del Pug riferita all’area di via Sant’Aurelia

Sono passati già otto anni da quando si è deciso che l’area in cui è venuto giù il muro sarebbe dovuta diventare uno spazio pubblico, nulla è stato fatto per dare attuazione a quelle decisioni e ancora oggi (alcuni giorni fa) il Sindaco ha ordinato il ripristino ai privati dei luoghi senza pensare invece alla valorizzazione archeologica dell’area. Spero di essere smentito e guardo ai treni che passano a noi vicini, dove grazie ai finanziamenti regionali, i comuni sono primi attori nell’intercettare e reperire fondi utili ad avviare campagne di scavo. A Ceglie finora di questi treni non se ne sono visti, e purtroppo forse non se ne vedranno neanche a breve.

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1 commento su “Restauro a colpi di spugna”
  1. Stamane ho letto l’articolo di Francesco Moro senza rilevare particolari errori grammaticali. Mi sono soffermato invece sulla sostanza. Ho notato l’attenzione per i nostri beni archeologici cogliendo nei commenti la distinzione tra i resti delle mura messapiche e i blocchi geologici su cui peraltro nessun geometra o geologo è intervenuto. Negli interventi non ho trovato risposte al perché i lavori di restauro al Castello non finiscano mai. Oltre al crono-programma non era allegato al progetto un piano di finanziamenti?

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