Successo di pubblico e di critica per la quinta edizione della rassegna di musica classica organizzata dall’associazione di Ceglie Messapica. Con il concerto dell’arpista Claudia Lucia Lamanna si è concluso il ciclo di sette appuntamenti tra Teatro, Castello ducale e Museo archeologico, location sempre affollate e che hanno visto anche l’esecuzione di tre “prime assolute”. Il plauso al direttore artistico, Maestro Massimo Gianfreda
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di Palmo Liuzzi
Con il pregevolissimo concerto dell’arpista Claudia Lucia Lamanna di sabato scorso, 11 ottobre, è giunto al termine il “Caelium Classica Festival 2025”. Prima di archiviare questa quinta edizione e pensare a quella del prossimo anno, è giusto tentare di fare un bilancio del primo lustro di vita di questa manifestazione, mettendo bene in evidenza le caratteristiche che ne hanno decretato il successo del pubblico ed il consenso della critica.
Il festival, che sin dall’inizio si è realizzato vivendo all’interno delle location più interessanti sia dal punto di vista artistico che architettonico e storico di Ceglie Messapica, è iniziato il 20 settembre ed è terminato, come già detto, l’11 ottobre; nei suoi spostamenti dal Teatro Comunale al Museo di Archeologia e di Arte Contemporanea (Maac) al Salone del Castello Ducale, ha concentrato una serie di eventi che hanno costruito una manifestazione che si è rivelata compressa e fitta di appuntamenti, ma di ampio respiro per la ricchezza e la varietà delle proposte, tutte di livello molto alto: 7 concerti introdotti da guide all’ascolto dal vivo, 3 incontri letterari con la presentazione di libro ciascuno, la consegna del Sussidio di studio intitolato alla memoria di Donato Chirico.
Un primo plauso va certamente rivolto, quindi, all’Associazione Centro Artistico Musicale “Caelium” e, in particolare, al Presidente e Direttore Artistico Massimo Gianfreda, per realizzare da cinque anni questa impegnativa struttura mobile, che spostandosi incentiva il turismo culturale ed attira a sé un pubblico che può conoscere di volta in volta un angolo o un aspetto nuovo della città.

Un secondo plauso va poi rivolto alla scelta del Maestro Gianfreda di mantenere non solo questo alto livello delle proposte, ma anche di garantire la più grande varietà in ogni appuntamento; fattore, questo, che si è rivelato determinante, poiché ha probabilmente creato la curiosità in un pubblico che, accorrendo numeroso, aveva bisogno di poter ascoltare una certa molteplicità di generi.
E così è stato: opera, musica da camera, operetta, recital solistici, repertorio storico e musica contemporanea. E a proposito di quest’ultima, è da sottolineare il fatto che quest’anno il Festival ha ospitato, distribuite in due concerti, ben otto “Prime esecuzioni assolute”, tre delle quali di opere commissionate ad autori pugliesi dalla Direzione Artistica. Una scelta molto, molto importante, per capire la portata della quale, è sufficiente pensare a quanti concerti ci sono possono essere stati in tutta l’Italia in quelle due serate e considerare che quei brani eseguiti per la prima volta si potevano ascoltare solo a Ceglie; che in quelle due occasioni accresceva la sua reputazione non solo in veste di città turistico – culturale, ma anche in veste di autentico capoluogo musicale che si trovava fianco a fianco con le più grandi ed importanti città del nostro Paese.

