7 Dicembre 2024

“Malati senza letto”. L’allarme del San Raffaele

Il centro di riabilitazione di Ceglie Messapica
Il centro di riabilitazione di Ceglie Messapica

Verso uno scenario preoccupante e grottesco il passaggio dal privato al pubblico del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica. Il consigliere delegato di Emiliano assicura sul pagamento degli stipendi, ma la Fondazione preannuncia la mancanza di assistenza dei pazienti. In serata scambio di accuse al vetriolo tra l’assessore regionale Amati e il gestore privato dell’ospedale

©

di Luca Dipresa

Stipendi non ancora versati ai 157 dipendenti del Centro di riabilitazione e passaggio al gestore pubblico, ovvero all’Asl di Brindisi, dal 1° dicembre sono i temi che stanno animando le ultime ore di una vicenda che col passare dei giorni si fa sempre più intensa e spigolosa.

Il primo a intervenire è il consigliere delegato alla Sanità del governatore Emiliano, Tommaso Gioia, che distingue tra i mancati pagamenti ai lavoratori e l’iter di transizione tra privato e pubblico. Nel pomeriggio la nota della Fondazione San Raffaele, firmata dal presidente Sergio Pasquantonio, in cui si denunciano inadempienze della Asl Brindisi e si chiedono rassicurazioni per il futuro dei pazienti che, da quanto traspare, rischiano addirittura di restare senza letti e idonea strumentazione. Un aspetto preoccupante che richiede una rapida rassicurazione. Un richiamo che poi nella serata di oggi, giovedì 21, ha visto un ulteriore ping-pong tra l’assessore regionale Amati e la Fondazione San Raffaele.

“I dipendenti del San Raffaele hanno diritto ai loro stipendi, e la responsabilità di pagarli ricade unicamente sulla Fondazione. La delibera numero 2431 del 11 novembre 2024 ha stanziato circa 650.000 euro per garantire la liquidità necessaria al pagamento del personale. È inaccettabile che, nonostante ciò, la Fondazione continui a non onorare i propri impegni! Il costo mensile per le risorse umane è di circa 450.000 euro, una cifra fondamentale per garantire la sopravvivenza di chi lavora duramente in quella struttura”. È chiaro l’intervento di Tommaso Gioia, Consigliere per la sanità del Presidente della Regione Puglia, che ha voluto così porre un punto fermo nella vicenda della mancata corresponsione degli stipendi ai dipendenti del Centro San Raffaele che dal prossimo primo dicembre passa il testimone all’Asl di Brindisi a seguito della legge regionale sulla internalizzazione.

E ne ha anche per chi in questi giorni alimentano la fiamma delle polemiche fuori luogo. “È intollerabile che – la stilettata di Gioia -, in un momento così critico, si parli di stipendi non pagati ai dipendenti della Fondazione San Raffaele senza chiarire che questa questione non ha nulla a che vedere con la politica o con la legge di internalizzazione. Questa legge, per quanto affrettata, non giustifica in alcun modo il mancato pagamento dei lavoratori”.

Sicuramente il riferimento è alla nota del sindaco di Ceglie, Angelo Palmisano che ha parlato di “una legge frettolosa che ha fatto emergere inutili conflittualità, sterili passerelle e una cattiva gestione del passaggio della platea dei lavoratori dal privato al pubblico”. E perché la fondazione non paga gli stipendi vista la delibera Asl? “È impensabile che i fondi destinati ai dipendenti – dichiara Tommaso Gioia -, i veri protagonisti di questa storia, non vengano utilizzati per il loro pagamento. Personalmente, ho scelto di non partecipare a passerelle mediatiche e ho sempre nutrito dubbi sull’impianto generale della legge, ma questa è una battaglia che trascende qualsiasi considerazione politica”.

E quindi prosegue Gioia: “Ribadisco con fermezza: l’ASL ha liquidato una fattura alla Fondazione San Raffaele per garantire il pagamento degli stipendi. La Fondazione incassa questi fondi e poi si rifiuta di pagare i lavoratori. Questo è il punto cruciale! Non tollereremo ulteriori scuse o ritardi!”. E dopo aver precisato che a questo punto “Asl e Regione che devono intervenire a tutela dei lavoratori” ha fatto una precisazione sul Centro Risvegli in fase di realizzazione: “Voglio chiarire una volta per tutte la questione del Centro Risvegli, che non ha alcun legame con la vicenda attuale. Questa struttura sarà pronta alla fine del 2025 e non possiamo permettere che ci si distragga dalle vere problematiche. È fondamentale che la comunità si unisca per difendere i diritti dei lavoratori e garantire che vengano rispettati. È ora di agire e di pretendere giustizia”.

La Fondazione San Raffaele in una nota ufficiale “esprime profondo sconcerto in merito a quanto sta accadendo sul passaggio di gestione del Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica da formalizzarsi entro il 1° dicembre.”

“Ci pare inopportuno e imbarazzante – afferma il presidente Sergio Pasquantonio – il comportamento assunto in primis dalla ASL di Brindisi che ad una settimana circa dal subentro nella gestione diretta della struttura non ha ancora provveduto a definire con la Fondazione le reciproche posizioni di dare/avere. Proprio il mancato soddisfo del rilevante credito maturato dalla Fondazione nei confronti della ASL di Brindisi non ha consentito al gestore attuale di procedere al pagamento dei debiti nei confronti del personale e dei fornitori. Debiti che non possono essere coperti dalle entrate mensili ridotte dalla  ASL sulla base dell’attuale configurazione assistenziale imposta alla Fondazione che non ha consentito la piena operatività della struttura. Situazione alla quale si aggiunge la mancata collaborazione della ASL brindisina sulla definizione delle attrezzature di proprietà del gestore attuale presenti presso il Centro”.

La Fondazione giudica inoltre “Irricevibile e irrispettosa la diffida della stessa ASL nei confronti della Fondazione “a non procedere allo spostamento di qualsivoglia materiale/attrezzatura presente presso il Centro, attrezzatura che, allo stato e fatta salva differente valutazione, deve intendersi ad interesse di acquisizione da parte di questo Ente”. Valutazione più volte, da settimane, sollecitata senza ricevere risposta alcuna da parte della ASL se non una convocazione di incontro fatta dalla stessa per ieri al quale poi nessuno di loro si è presentato lasciando Dirigenti e consulenti della Fondazione in attesa per oltre 5 ore senza alcun avvertimento e spiegazione. Nel corso della stessa mattinata Direttore Generale, Amministrativo e consulenti della ASL si sono presentati in struttura per la 77° ispezione con stampa al seguito in palese violazione di tutte le norme civile e penali a tutela della privacy di pazienti ed operatori.  A margine di detta “visita” il Direttore Generale ha convocato la stampa locale per denunciare “rilevanti irregolarità” in completo contrasto con i verbali redatti dai suoi stessi funzionari che hanno invece attestato la piena e totale operatività del Centro e degli operatori che vi lavorano e che, nonostante le difficoltà oggettive legate al momento, continuano a garantire assistenza, competenza, serietà e rispetto nei confronti di pazienti e familiari.

Contestualmente – afferma ancora il presidente della Fondazione – la Fondazione veniva ispezionata anche dal Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute NAS di Taranto che a seguito di un accurato sopralluogo smentiva nuovamente quanto dichiarato dalla ASL alla stampa. La Fondazione nei confronti della Asl si riserva ogni diritto, azione e ragione per la divulgazione di errate e fuorvianti comunicazioni che hanno arrecato gravissimi danni d’immagine ai lavoratori stessi oltre che al gestore. Ora ciò che più ci sta a cuore, come sempre ribadito, è il paziente che deve essere sempre messo al centro di ogni cosa e tenuto fuori da polemiche becere e dispetti strumentali. Pazienti dei quali pare si sia invece dimenticata la Regione Puglia, il suo Assessore alla Sanità e il neo Assessore al Bilancio a cui chiediamo cosa succederà l’1 dicembre agli ammalati che allo stato attuale rischiano di restare senza letti, medicinali, monitor e attrezzature? Auspichiamo che la coscienza di qualcuno risponda. Non a noi. A loro che resteranno”.

A stretto giro la risposta dell’assessore regionale Fabiano Amati alla nota della Fondazione.

“Dopo 24 anni in cui ci si ricordava solo dei gestori privati del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica, con mille opacità, noi ci siamo ricordati dei malati e anche di quelli purtroppo deceduti e mal curati, valorizzando le testimonianze del personale e dei familiari” afferma Amati.
“Mi pare sia giunta l’ora di interrompere ogni fare polemico, anche per evitare di farmi ricordare il dolore e le lacrime che ho visto in questi ultimi mesi, e favorire il transito dal privato alla ASL. Circa le pretese economiche mi permetto di rivolgere una istanza dotata del più opportuno senso d’umanità: non bisogna usare la leva dei malati per richiedere soldi che, solo se fondati, sarà giusto pagarli, altrimenti spetterà a un Giudice stabilire il da farsi, così come avviene in ogni posto in cui vigono i principi di legalità.”

Questione chiusa, almeno per la giornata? Nient’affatto. In serata la risposta della Fondazione San Raffaele proprio alle parole di Amati. “La nota stampa del Consiglio Regionale a firma del neo Assessore Fabiano Amati dimostra – afferma il presidente della Fondazione San Raffaele Sergio Pasquantonio – come lo stesso continui a condurre una campagna elettorale sulla pelle dei pazienti e denigrando il lavoro svolto in 24 anni dai nostri professionisti ai quali, tra l’altro, la legge da lui scritta non garantisce alcun futuro. Da un contratto a tempo indeterminato infatti la ASL assume il personale solo a tempo determinato per 6 mesi nell’attesa di poter espletare un concorso che cancella di fatto 24 anni di onorata professione. Ma poi perché l’Assessore al Bilancio della Regione Puglia, già Presidente della Commissione Bilancio, si occupa di sanità? È una domanda lecita? Ci sono interessi personali mascherati da gesti di vicinanza alla comunità che non conosciamo? Come mai non si occupa in maniera così determinata – conclude Pasquantonio – degli scandali della sanità pugliese di cui la cronaca locale e nazionale è quotidianamente testimone?”.

Related Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *