8 Novembre 2025

Ceglie ha la Carta archeologica

Il "paretone" di Ceglie Messapica, seconda cinta muraria costruita dai Messapi
Il "paretone" di Ceglie Messapica, la seconda cinta muraria costruita dai Messapi

Dopo un anno di intenso lavoro in collaborazione con l’Università della Tuscia la studiosa Pinuccia Caliandro ha annunciato la conclusione dell’elaborato che si attendeva da decenni. “Rappresenta uno strumento di conoscenza di un territorio ad alto potenziale archeologico, poco conosciuto e studiato” ha commentato

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Anche Ceglie Messapica ha la sua Carta archeologica, una mappa essenziale che documenta e circoscrive nel territorio le aree di interesse storico, uno strumento che potrebbe e dovrebbe indirizzare le scelte urbanistiche o insediative. Lo ha annunciato l’archeologa Pinuccia Caliandro che per un anno ha lavorato intensamente alla redazione della copiosa “tavola” che è alla base dello studio della città.

Il lavoro è stato realizzato in collaborazione con l’Università della Tuscia di Viterbo ed è stato consegnato alla conclusione del Master Archeologia Preventiva e Gestione del Rischio Archeologico – MAP “perché – ha scritto Caliandro con entusiasmo in un post – non si smette mai di studiare e di aggiornarsi, anche a 60 anni”.

L’archeologa Pinuccia Caliandro

L’elaborato è stato prodotto in ambiente Gis, sistema integrato a una mappa capace di dare informazioni su posizione e storia, specificamente basato sul programma ministeriale Template, che confluirà nel Geoportale Nazionale per l’Archeologia (Gna) dell’Istituto Centrale per l’Archeologia (Ica).

“Una carta archeologica che nasce per le esigenze dell’Archeologia Preventiva ma che – spiega l’archeologa cegliese – rappresenta uno strumento di conoscenza di un territorio ad alto potenziale archeologico, poco conosciuto e studiato, un elaborato concepito anche ai fini della tutela, valorizzazione e pianificazione. Una carta archeologica non conclusa, già in fase di aggiornamento, che ha raccolto parte della mia attività professionale”.

Ceglie, città ricca di tracce archeologiche, una delle capitali dei Messapi, con reperti monumentali risalenti al periodo arcaico ma abbandonati all’incuria e alla conoscenza, non ha mai avuto una propria Carta archeologica, strumento essenziale ma ignorato persino in fase di preparazione del Pug, il Piano urbanistico, ricevendo solo consulenze che meritavano approfondimenti tecnici e scientifici che ora iniziano a vedere la luce.

Il frontespizio dell’elaborato

Un’anticipazione del lavoro d Pinuccia Caliandro era venuto lo scorso 26 giugno in occasione del convegno di “Ceglie e i Messapi” che ha visto, tra gli altri, la partecipazione del professor Gert-Jan Burgers, docente in archeologia all’università di Amsterdam nonché direttore scientifico degli scavi che da mezzo secolo si tengono a Muro Tenente, insediamento messapico e romano tra Mesagne e Latiano.

“E’ stato un anno impegnativo, che ha aperto nuovi scenari, consentito confronti con professionalità diverse e realtà che abbracciano tutto il territorio italiano. E che consiglio a tutti coloro che si affacciano o già sono impegnati nella professione dell’Archeologo” ha confidato Caliandro, che ha voluto “ringraziare Valeria Boi, funzionaria ICA che ha accettato di accompagnarmi nella redazione dell’elaborato, alla dottoressa Chiara La Marca, funzionario archeologo della Sovrintendeza di Brindisi e Lecce per la disponibilità e per l’autorizzazione in quanto “strumento utile anche ai fini di una più efficace azione di tutela da parte di questo Ufficio. E grazie alla dottoressa Assunta Margherita Cocchiaro, funzionaria archeologa responsabile del territorio di Ceglie sino al 2017, insegnante, referente, amica dal 1989 anno di inizio del mio lavoro”. E infine ha voluto condividere fatica e ringraziamento con “l’Università degli Studi della Tuscia, ai professori e ai miei colleghi/amici”.

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