A Ceglie si discute sulle prospettive del Centro di riabilitazione e dei lavoratori. In un pomeriggio due incontri con i dipendenti: prima con l'”ambasciatore” di Emiliano e l’altro con l’assessore Amati. Sconcertati i lavoratori e partita ancora incerta. Chiesta la conferma dei 105 posti-letto
©
Dal primo dicembre il Centro di riabilitazione San Raffaele passa di fatto all’Asl con il trasferimento di competenze e personale al gestore pubblico, contratti e rispetto delle regole normative per i 170 lavoratori fino al 30 novembre ancora in forze alla Fondazione San Raffaele.
Un ulteriore passo in avanti che, oltre all’offerta sanitaria, porta sul tavolo il destino dei lavoratori che ambiscono come è naturale ad un contratto a tempo indeterminato così com’era con la Fondazione.
E per fare il punto della situazione ieri, lunedì, due incontri sull’analogo tema. Uno promosso dal consigliere per la sanità del presidente Emiliano, Tommaso Gioia e svoltosi presso l’hotel Madonna delle Grazie e l’altro, subito dopo, promosso dal neoassessore regionale Fabiano Amati e tenuto presso l’Oxford College Mita. Non comprensibile il perché di due incontri separati, tenuto conto che entrambi fanno parte della stessa maggioranza. Probabile una mancanza di comunicazione? Ma nulla di grave.
Tommaso Gioia incontrando un folto gruppo di dipendenti ha manifestato tutta l’attenzione perché la situazione possa evolversi positivamente portando tutti i dipendenti alla firma di un contratto a tempo determinato. Nel corso dell’incontro Gioia ha espresso preoccupazioni riguardo al recente bando di concorso a tempo indeterminato “che non tutela adeguatamente coloro che hanno dedicato gli ultimi 24 anni al servizio della struttura”, ha sottolineato il consigliere alla sanità del presidente Emiliano. E ha precisato poi che “ho ribadito con fermezza che ogni decisione deve prioritariamente salvaguardare i diritti dei lavoratori, affinché nessuno di loro rimanga senza occupazione”. Inoltre, ho messo in evidenza la questione dei 9 milioni di euro destinati alla legge di internazionalizzazione, “considerandoli insufficienti per garantire la gestione del centro”.
E a tal proposito ha detto che “Ci si interroga se questa situazione possa derivare da un errore di programmazione, o se c’è sotto qualcosa d’altro. Comunque errore o meno a parte, il numero di posti letto, fissato a 105, deve essere mantenuto invariato. La priorità resta la sicurezza del posto per i lavoratori storici”.
Tutti si sono poi spostati presso l’Oxford College Mita per ascoltare l’assessore Amati che, non va dimenticato, è stato il fautore della Legge Regionale per il passaggio della struttura e del personale all’Asl, un incontro che, come lo stesso Amati ha sottolineato, “serve per fare il punto della situazione dopo quella che può considerarsi una vera vittoria, ovvero il passaggio dal primo dicembre all’Asl”.
Un primo rimportante risultato “che non era scontato” e che ora ci vede impegnati per l’altra questione che è quella che sta più a cuore ai lavoratori tutti. “Non mollo l’attenzione – ha precisato Amati – perché è una vicenda complessissima dove potrebbero emergere ulteriori necessità di attenzione”. Ed ha così proseguito: “Adesso ci sarà la necessità di assestare l’offerta sanitaria e quindi completare il procedimento subito con il personale a tempo determinato più gli altri che dovrebbero essere necessari, che saranno reclutati con le forme ordinarie e poi una procedura concorsuale per il tempo indeterminato il cui bando sarà negoziato così come prevede il diritto sindacale e la legge con i sindacati. Questo percorso mi sembra il più quadrato”.
Sostanzialmente Fabiano Amati ha lasciato capire che la strada sembra favorevole anche se non va abbassata la guardia e che il risultato finale vedrà il coinvolgimento delle forze sindacali che da quando è iniziato il tutto, ovvero cinque mesi fa, hanno lottato al fianco dei lavoratori promettendo e garantendo che nessuno di loro sarà lasciato fino al raggiungimento dell’obiettivo che è e rimane la salvaguardia del posto di lavoro e, quindi, l’auspicato tempo indeterminato.