7 Novembre 2025

La pioggia “scopre” le mura messapiche

Il muro crollato per la pioggia in via Sant'Aurelia rivela le tracce della cinta messapica
Il muro crollato per la pioggia in via Sant'Aurelia rivela le tracce della cinta messapica

Lungo la circonvallazione di Sant’Aurelia le precipitazioni delle ultime ore hanno provocato il crollo della parete di contenimento di un breve tratto dell’antica cinta muraria. Un ulteriore avvertimento sul degrado e la sordità verso un patrimonio unico trascurato dalla città e dalle istituzioni. Ora ci si lamenta e si chiedono interventi risolutivi, ma pare soprattutto una commedia preelettorale

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di Domenico Strada

Di tanto in tanto le mura messapiche, autonomamente, sfruttando le poche opportunità che si presentano loro (smottamenti), danno segnali della loro esistenza nell’attesa, mai venuta meno, che gli organi preposti e soprattutto l’amministrazione comunale, si preoccupino di avviarne iniziative di recupero e valorizzazione. E’ successo qualche giorno fa che le forti piogge hanno fatto crollare un altro tratto del muro di contenimento di via Sant’Aurelia, mettendo in evidenza un altro frammento del sistema difensivo messapico del III-IV sec avanti Cristo.

Per i più giovani si ricorda che negli anni ’50, il tratto di circonvallazione che costeggia il complesso di don Guanella sino al bivio di Francavilla Fontana, fu affiancato o addirittura poggiato sulle antiche mura messapiche tanto da nasconderle completamente.

Particolare del muro crollato e dei resti della cinta messapica

E’ stato forse questo il primo esempio di urbanistica creativa se non d’avanguardia, che ha caratterizzato, da 70 anni a questa parte e sino ai giorni nostri, alcune scelte amministrative, tanto da esserne oggetto di studi nelle più prestigiose università, per capirne il filo conduttore e il pensiero filosofico sottostante in modo da estendere il modello ad altre realtà: distruzione della chiesa e del convento dei Cappuccini per edificare l’ospedale; disarticolazione del vecchio monumento ai Caduti per realizzarne uno in cemento armato dal significato futurista;  distruzione di parte del cosiddetto sistema difensivo megalitico, per costruire il nuovo municipio; lo sventramento del convento dei Domenicani per realizzarvi un’avveniristica scuola di cucina tipo master chef; la realizzazione di tamponature interne nel nuovo comune, per la realizzazione di ambienti da destinare ad asilo nido o qualcosa del genere.

L’amico Domenico Biondi, in relazione all’ultimo crollo, ha postato una foto e giocando con l’AI, vi ha posto di guardia due guerrieri. Fra i molteplici commenti che mi hanno suscitato curiosità quelli di Antonello Laveneziana che cosi’ scrive: “Quell’area è perfetta per una campagna di scavo … ed è ora di programmare questo intervento e portarlo avanti”.

Forse mi sono perso qualche passaggio; ma si tratta dell’ex assessore alla Cultura per circa 8 anni nelle giunte Caroli e Palmisano, a cui era indirizzata la richiesta del giugno 2019, a firma della professoressa Giovanna Cera dell’Università del Salento, finalizzata ad avviare, per 15.000 euro, un’attività di monitoraggio dei beni archeologici di Ceglie Messapica ai fini della loro tutela e valorizzazione?.

Di questa vicenda se ne è parlato nell’articolo del 4 ottobre scorso (clicca qui per leggerlo).

Si è in attesa di conoscere, anche informalmente, quale sviluppo ha sortito la proposta della professoressa Cera ma  qualora fosse rimasta lettera morta, come purtroppo si teme, al modello urbanistico-architettonico che ha preso piede a Ceglie, andrebbe forse aggiunta una certa dose di surrealismo (pre-elettorale).

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