21 Giugno 2025

Quel diritto della prima notte

Un'incisione delle Nozze di Figaro di Mozart in cui si racconta la seduzione di una giovane donna
Un'incisione delle Nozze di Figaro di Mozart in cui si racconta la seduzione di una giovane donna

La barbara “consuetudine” medievale sarebbe stata pretesa anche a Ceglie Messapica. Però dai documenti storici emergono coraggiosi rifiuti sugli obblighi imposti dal feudatario di turno. Il caso di una ragazza che si oppose ai controlli medici e del padre che la difese, una ribellione che gli costò il lavoro di giardiniere

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di Pasquale Elia

Forse non tutti sanno che nella nostra città, Ceglie Messapica, così come in tutte le altre città medioevali, vigeva il cosiddetto “diritto della prima notte”. Cos’era in realtà questa consuetudine che faceva capo al feudatario?

La novella sposa la sua prima notte di nozze, doveva giacere con il duca o il barone o il proprietario del feudo, dimostrando addirittura di essere anche illibata.

Questo preteso diritto sul rapporto prematrimoniale è rimasto in uso a Ceglie, così come in tante altre città, almeno ufficialmente, fino all’abolizione della feudalità.

I nostri ragazzi forse non crederanno a quest’assurda e barbara usanza, ma fanno fede i vari documenti notarili che confermano quanto sopra.

Nel mese di luglio del 1729, per esempio, una ragazza cegliese di nome Francesca Gioia dichiara, con atto pubblico, che tre anni prima era stata convocata alla corte ducale per essere sottoposta a visita ginecologica da una “mammara”, la quale doveva accertarne la sua verginità. Dapprima si oppose a quella visita, ma poi dovette arrendersi perché il padre lavorava alle dipendenze della famiglia ducale.

Poiché in questa visita fu riconosciuta non più vergine, il duca Francesco Sisto y Britto (+20.12.1776) pretendeva che Francesca querelasse l’autore dello stupro, ma la ragazza forte e coraggiosa oppose un fermo e deciso rifiuto.

Don Francesco non accettò di buon grado quel rifiuto e pensò di poter ottenere un risultato migliore intervenendo sul padre della stessa il quale svolgeva mansioni di giardiniere nella casa ducale.

Quando anche costui rifiutò, fu licenziato in tronco da quell’incarico [1]. Un’altra conferma ci viene fornita da una certa Antonia Leporale la quale attesta che il 5 febbraio 1745 fu sottoposta a visita ginecologica per constatare la sua verginità dalla quale risultò anch’essa non più vergine [2].

Alcuni cittadini cegliesi, il 10 aprile 1763, Testimoniano” su quello “Ius primae noctis” [3].


[1] ASBr., Notaio A. Lamarina, a. 1729, C.167, INV.III.B.3.I.IX.20

[2] ASBr., Notaio Giovanni Antonio Caliandro, a.1745. C.31. INV. III. B. I.3.1.XI.1

[3] ASBr., Atti Notaio Caliandro, a.1763, C. 81. INV.III. B.3.1.XI.19.

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