25 Maggio 2025

La caserma dell’Arma in un convento

Risale al 1861 la presenza dei Carabinieri a Ceglie, nella caserma allestita nell'ex convento domenicano
Risale al 1861 la presenza dei Carabinieri a Ceglie, nella caserma allestita nell'ex convento domenicano

Per oltre cent’anni i carabinieri di Ceglie Messapica hanno avuto la propria sede nell’ex complesso dei Domenicani, dove c’era anche il Municipio. La storia della presenza della Benemerita e dei suoi uomini che, con gesti di “normale” eroismo, ha consolidato un rapporto sempre più stretto e intenso con la cittadinanza. Dai salvataggi nell’alluvione del 1901 al sacrificio di Angelo Petracca fino al generoso altruismo del cegliese maresciallo Lacorte

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di Pasquale Elia

Il governo provvisorio del Regno di Napoli, il 26 aprile 1821,  istituì,  in tutti i Comuni,  la cosiddetta Guardia Civica, la quale era proporzionata, in ragione dell’uno per cento, al numero degli abitanti. 

Il 26 aprile 1824, l’Amministrazione Comunale con sua delibera trasformava la Bagliva, (aveva compito di Polizia Urbana e rurale), nel corpo delle Guardie campestri [1].

Alcuni anni dopo con R.D. 7 aprile 1827 fu abolita la Guardia Civica e con lo stesso decreto furono ristabilite le Guardie comunali, già soppresse nel 1821. Il 24 novembre 1827 con decreto fu costituita, invece, la Guardia Urbana.

Essa era una specie di guardia rurale con il compito di mantenere, unitamente alla Gendarmeria Reale, la sicurezza interna. L’ordine pubblico fu affidato alla Gendarmeria Reale, era un Corpo militare facente parte dell’esercito, la quale svolgeva anche funzioni di Polizia Giudiziaria e Amministrativa.

La caserma per la Gendarmeria, prima, e per i Regi Carabinieri, poi, fu realizzata a Ceglie (allora senza predicato), nel 1855 [2]. Per la verità i primi lavori di ristrutturazione dei locali risalgono al novembre del 1853. Fu proprio in quell’anno, infatti, che l’Ufficio tecnico del Genio Civile della Provincia di Terra d’Otranto  – Corpo degli Ingegneri di Ponti e Strade e delle Acque e Foreste e della Caccia con lett. n.473 in data 8 novembre 1853 all’oggetto : “Opere a carico della Provincia – Caserma della Gendarmeria a Ceglie” autorizzava …….lavori bisognevoli nella Caserma della Real Gendarmeria nel locale ex domenicani di Ceglie per l’ammontare di ducati 168.00”.

Per locali ex domenicani deve intendersi la vecchia casa comunale. I Carabinieri in quella sede, infatti, sono rimasti per oltre cento anni. La stazione fu poi trasferita nel palazzo Gianfreda in Via San Vito angolo circonvallazione Nord ed in seguito nell’attuale sede.

Il Ministero dei Lavori Pubblici in data 22 aprile 1854 approvava l’esecuzione dei lavori per una spesa complessiva di 168,00 ducati. La Direzione Generale dei Ponti e delle Strade con sede in Napoli in data 12 luglio 1854 concedeva il suo benestare per i lavori di cui sopra. Rammento che Napoli allora era la Capitale del Regno.

I lavori andarono avanti per alcuni anni e finalmente il 4 luglio 1861 il Corpo Reale del Genio Civile consegnò l’immobile. Alla cerimonia di consegna presenziarono: l’ing. Capo del Genio Civile, il Sindaco, i Deputati alle Opere Pubbliche Provinciali e l’Appaltatore dei lavori sig. Giovanni D’Amico.

L’ex convento dei Domenicani, per oltre un secolo ha ospitato la caserma dei Carabinieri

In questa documentazione, nonostante che l’Arma dei Carabinieri non fosse ancora giunta ufficialmente nella nostra città, ho trovato la frase: “Caserma dei Carabinieri”. Devo supporre che gli Amministratori comunali preparavano la sede per quel Comando.

La caserma della già Gendarmeria per poter essere adattata alle esigenze dell’Arma necessitava di alcuni lavori di ristrutturazione .

Nel 1865 furono effettuati altri lavori (camera di sicurezza, refettorio, alloggio Comandante, camerata) e il 10 maggio di quello stesso anno furono consegnati i locali rimessi a nuovo “…..della parte dell’ex convento dei domenicani in Ceglie Messapico occupata per la Caserma dei RR.CC. a piedi”.

Per l’occasione fu redatto un verbale di consegna tra Filippo Campese, ingegnere del Corpo Reale del Genio Civile, Pietro Perina, Brigadiere Comandante la Stazione CC. a  piedi e Marco Vitale, appaltatore dei lavori di restauro.

Alla firma del verbale di cui sopra tra i tre convenuti, l’appaltatore sig. Marco Vitale dichiarò di non sapere scrivere, quindi, appose un segno di croce, che, con timbri e firma fu autenticato dal brigadiere Perina.

Alla luce di quanto sopra esposto il Bgr. Perina è certamente il primo Comandante della Benemerita a Ceglie Messapica.

Ho interessato il Comando Generale dell’Arma, V Reparto – SM – Ufficio Storico, il quale con lettera del 15 gennaio 1998 ha fatto conoscere che agli atti non risultano i dati anagrafici del sottufficiale in argomento. Ciò è del tutto comprensibile trattandosi di qualche anno dopo l’unificazione d’Italia.

Desidero ora riportare alcune date significative dell’Arma dei Carabinieri nella nostra città:

  • 10 maggio 1865, arrivo ufficiale dell’Arma;
  • 9 dicembre 1881, il brigadiere dei Carabinieri Giovanni Toffoletto, effettivo alla Stazione CC di Ceglie Messapico fu decorato con  Medaglia d’Argento al Valore Militare  con la seguente motivazione :

“Atto coraggioso compiuto la notte dal 9 al 10 dicembre 1881 in Ceglie Messapico (Lecce) nell’arrestare alcuni malfattori nell’atto di compiere una grassazione nel quale incontro rimase anche lievemente ferito”. Ceglie Messapico (Lecce) – Legione Carabinieri di Bari – Udienza del 26 febbraio 1882.

  • 1 maggio 1902, carabinieri a piedi Abramo Brochini e Antonio Ricupero, decorati di Medaglia d’Argento al Valore Civile  con la seguente motivazione:

“In occasione di violento nubifragio dettero prova di coraggio ed elevato sentimento filantropico, salvando con manifesto rischio della vita, alcune persone che stavano per perire”.  (Ministero dell’Interno, Direzione Generale per l’Amministrazione Generale e per gli Affari del Personale – Divisione Affari Speciali – lettera n° M/4504 in data 19.10.1998).

Devo segnalare, per dovere di cronaca, che nell’occasione furono decorati con identica motivazione e medaglia il delegato di Pubblica Sicurezza Pompeo Pisciotta, mentre con Medaglia di bronzo al Valore Civile, i cittadini Angelo Marraffa, calzolaio e Vito Intranova, barbiere.

  • 22 gennaio 1990, il bgr. CC Raffaele Iacuzio, nato a Mercato San Severino, il 26.12.1964, decorato di Medaglia d’Argento al Valore Militare, con la seguente motivazione:
    • “sottufficiale in sottordine a stazione distaccata libero in caserma, appreso che in un istituto di credito della sede era in corso un tentativo di rapina, con altissimo senso del dovere accorreva sul posto insieme a due militari dello stesso reparto. Fatto segno a proditorie e reiterate azioni di fuoco da parte dei malviventi prontamente replicava con la pistola in dotazione. Visti cadere  i due carabinieri, con coraggiosa determinazione abbandonava la posizione di riparo per prestare soccorso ad uno di essi gravemente colpito con l’arma ancora imbracciata da quest’ultimo ormai esanime, proseguiva quindi nel conflitto a fuoco costringendo i quattro malviventi alla fuga. Fulgido esempio di elette virtù militari, eroico ardimento e generoso altruismo”.  Ceglie Messapica, 22 gennaio 1990 – DPR 10 dicembre 1990.
  • 22 gennaio 1990 – Angelo Petracca, nato a Casarano (Lecce) il 6 gennaio 1970, decorato di Medaglia d’Oro al Valore Militare con la seguente motivazione:

“A riposo settimanale in caserma, appreso che in un istituto di credito della sede era in corso un tentativo di rapina, con altissimo senso del dovere, volontariamente si univa a sottufficiale e parigrado, accorrendo sul posto. fatto segno a proditorie e reiterate azioni di fuoco da parte dei malviventi e visto cadere ferito il commilitone, incurante del grave e manifesto rischio personale si esponeva coraggiosamente ai colpi dei malfattori. reagiva quindi con l’arma in dotazione consentendo al carabiniere di porsi al riparo finche’ veniva mortalmente attinto al capo da una scarica di pallettoni. fulgido esempio di elette virtu’ militari, eroico ardimento e generoso altruismo spinto fino al supremo sacrificio della vita”. Ceglie Messapica, 22 gennaio 1990 – DPR. 10 dicembre 1990.

La caserma dei Carabinieri di Ceglie Messapica è intitolata ad un sottufficiale cegliese, il Maresciallo Vito Lacorte, morto in combattimento avvenuto in Africa Orientale, nei pressi del fiume Omo Bottego (Gimma) il 5 giugno del 1941.

Di seguito la motivazione della decorazione della medaglia d’argento al valore militare per la battaglia sull’Omo Bottego.

Maresciallo Vito Lacorte di Vincenzo e di Ciraci Lucia da Ceglie Messapico (BR), cl. 1907. “In aspro combattimento impegnato dal suo reparto, rimasto improvvisamente circondato dal nemico, trascinando coll’esempio i suoi uomini occupava per primo la postazione più esposta piazzandovi una mitragliatrice.

Visto cadere gravemente ferito un carabiniere lo trasportava sulle spalle al più vicino posto di medicazione. Tornato poscia immediatamente sulla linea continuava imperterrito il fuoco della mitragliatrice, e colpito poco dopo mortalmente alla testa, non lo cessava fino a quando vennero a mancargli le forze. Spirava incitando ancora i suoi dipendenti alla lotta al grido di viva l’Italia.

Mirabile esempio di ardimento e di attaccamento al dovere. Omo Bottego Africa Orientale 5 giugno 1941 Comando Superiore CC dell’Africa Orientale DPR 17 novembre 1950”.


[1] ASBR., Conclusioni decurionali, aa.1806 – 1837, b9, fasc 3

[2] ASLe., Atti Provincia, anno 1855, b.223, fasc. 1209; Guida ASLe, p.158

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