16 Luglio 2025

“Stoica terra” sbarca a Bari

"Stoica terra", il libro di poesie di Mariella Ligorio che sarà presentato a Bari
"Stoica terra", il libro di poesie di Mariella Ligorio che sarà presentato a Bari

Sabato 28 giugno sarà presentato nel capoluogo pugliese il libro di poesie di Mariella Ligorio, pubblicato dalla Schena di Fasano. E con l’autrice dialogherà proprio l’editrice Angela Schena

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di Damiano Leo

Sabato 28 giugno, alle ore 20, presso Palazzo Murat di Bari, sarà presentato il libro di poesie Stoica terra di Mariella Ligorio. Dialogherà con l’autrice Angela Schena, editrice della città di Fasano.

L’evento è inserito nel cartellone barese intitolato “ Liberazioni. Una libreria a cielo aperto sul lungomare di Bari” e avrà, quale secondo appuntamento, la presentazione di un altro libro: Retablo. Nel flusso del cammino di Santiago di Ermanno Battaglini. Questo secondo incontro si svolgerà, con inizio alle 21,30, nello stesso luogo e dialogherà con l’autore Giuseppe De Tommaso.

Mariella Ligorio
Mariella Ligorio

Ma torniamo alla poetessa Mariella Ligorio. Nata a Villa Castelli, ma cegliese di elezione e vive in Ceglie Messapica. È sposata con il latinista cegliese Pietro Magno con il quale ha una figlia. Ha frequentato la Facoltà di Lettere presso l’Università “Aldo Moro” di Bari. Ama la natura, da cui trae motivo di ispirazione non solo per componimenti poetici, ma anche per il suo proficuo impegno pittorico. Molte sue opere sono presenti online; Stoica terra, silloge poetica che sarà presentata a Bari a cura dell’Editore Schena di Fasano, è la sua prima pubblicazione. Ma la Ligorio ha al suo attivo una cospicua produzione poetica ancora inedita.

Socia fondatrice, insieme ad un gruppo di poeti del territorio, dell’Associazione culturale “Poesis kailia”, della quale è ideatore e presidente il poeta dottor Francesco Pio Dicembre; vice presidente il consorte Pietro Magno, autore, tra l’altro, della più importante “Storia di Ceglie Messapica”; e segretario il cegliese Antonio Convertino, che da oltre quarant’anni vive a Lecce ed è il promotore di uno dei concorsi letterari più longevi della Puglia, il “Concorso Nazionale di Poesia e Pittura Città di Lecce”, che proprio quest’anno ha tagliato il traguardo delle quaranta edizioni.

Recensendo il libro della Ligorio, lo storico cegliese professor Gaetano di Thiène Scatigna Minghetti, tra l’altro ha scritto che: “Mariella Ligorio e la silloge Stoica terra. Un connubio accattivante, coinvolgente. Magico, starei per dire, senza tema di esagerazione, in quanto la poetessa, con la propria prova letteraria, cui ha fornito corpo editoriale, nel 2023, nella collana Polimnia, diretta da Pietro Magno, Schena Editore, di Fasano di Brindisi, una realtà editoriale molto proclive alle pubblicazioni d’impegno, non soltanto della Puglia bensì, anche, dell’intera Penisola Italiana. L’Autrice, una stoica cantatrice poetica di Ceglie, ha voluto porsi così alla sequela delle grandi rimatrici di epoca umanistico-rinascimentale che rispondono ai nomi di Isabella di Morra (1520 – ca. – 1545 / ’46), Vittoria Colonna (1490 – 1547), Gaspara Stampa (1523 – 1554) e di tutte le altre signore della letteratura poetica italiana ed europea che hanno dominato il XVI secolo con la loro passionata valenza di donne colte e di mondo fornendo identità, “al femminile”, all’intera Stoica terra!”.

E continua Scatigna: “Perchè già dal titolo dell’agile volume si percepiscono, ilologicamente, gli echi di derivazione classica che permeano di sé l’intera produzione poetica della Ligorio: equilibrata, sobria, limpida. Senza sbavature né ridondanti estetismi. Tutto è misurato, bilanciato con sorvegliata intelligenza. I temi e i tempi si snodano con suadente, fluida libertà. Specie nell’uso degli aggettivi che, con la loro ariosità, la propria intrinseca dovizia, l’impeccabile ibridazione illuminano i versi che, nell’esprimere la compiutezza logica del significato, fanno talvolta ricorso agli enjambements formando un armonico unicum per “regalare” humus e vita ai “pezzi” poetici che costituiscono l’originale tettonica dell’intero volume. Che riposa su di un micromondo meridiano che nulla ha di lezioso ma viene costellato da miriadi di luminelli rischiaranti il cammino dell’uomo sulla “stoica terra” sulla quale gli è dato vivere, sebbene nell’attuale temperie umana e geoculturale essa sia ormai agonizzante ed invano invochi un qualsivoglia lenimento all’arsura fisica ed, anche, metafisica, che l’angustia, la rinsecchisce, la rende sterile: “piange la terra il suo destino amaro… / Prega la terra e un sordo aiuto invoca… / Grida la terra il suo dolore immane… / muore la terra: tempo non più vi è…” (Stoica terra, p. 28). È, questo, un incalzante crescendo di sapore quasi rossiniano che dà l’esatta misura con cui la poetessa indica l’azione da compiere per salvare il mondo in stato ormai preagonico, per costruire un futuro di speranza e di amore rasserenato”.

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