I presìdi circolari che cingevano il nucleo storico di Ceglie Messapica furono riadattati ad abitazioni civili nella prima metà dell’Ottocento. Ma già nel Catasto del 1603 vi sono 500 toponimi che identificano e localizzano le prime trasformazioni urbanistiche della cittadina
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di Jacopo Urso
In un precedente articolo [1], redatto dallo scrivente, si era fatto riferimento alla struttura della cinta muraria medioevale di Ceglie Messapica e alle torri che la rafforzavano, antico ricordo di cui restano labili tracce attorno all’abitato. Queste furono abbattute o riadattate a pubbliche abitazioni a partire dalla prima metà del 1800, quando il tasso di crescita demografica crebbe e si presentò la necessità di costruire nuove abitazioni. La cinta difensiva ci appare pertanto intatta nella rappresentazione dell’Abate di Saint-Non, contenuta nella sua opera Voyage Pittoresque à Naples et en Sicilie [2]
Nel Catasto di Ceglie dell’anno 1603, conservato presso l’Archivio di stato di Brindisi, ma in copia anche presso la Biblioteca Michele Ciracì (che si ringrazia per la concessione delle fonti), emergono oltre 500 toponimi alludenti località, contrade e luoghi del centro abitato, di questi più della metà sono oggi caduti in disuso o dimenticati. Tuttavia, nell’importantissimo documento di oltre 1000 pagine, vero e proprio scrigno, si celano anche alcuni nomi e proprietà dei nostri antenati che ci aprono una nuova prospettiva su un ambito che ci è completamente sconosciuto.

- Per primo emerge che una certa Domenica Altavilla, di anni 50, vedova di tale “Santoro”, con due figli a carico, possiede un abitazione “dove habitano”[3], alla Torre delli Monaci. Il toponimo ritorna nelle pagine successive per intendere alcune case costruite nel vicinato della medesima. Le torri assumevano in tutte le città dei toponimi specifici in base a ciò che caratterizzava quel luogo, morfologicamente e urbanisticamente parlando.
- Poche pagine dopo emerge un altro toponimo, riportante “Una casa camera con terrigno [4] nel vicinato della Torricella” [5] , possessori dell’abitazione sono il massaro Domenico Picoco [6], la moglie Palma de Pomis e la figlia Romana.
Ci è noto, inoltre, il nome di un’altra delle torri di cinta, quest’informazione emerge da alcuni atti notarili del 1700, uno su tutti quello contenuto nella miscellanea di atti notarili inerenti Ceglie e disponibile sul sito dell’Archivio di Stato di Brindisi [7], qui si riporta che:

Per atto del notaio M.A. Gioia, in data 19/03/1777 – Gli amministratori protempore dell’Università di Ceglie concedono in enfiteusi perpetua a Mastro Michelangelo Gioia una casa soprana cadente, con loggia, sita e posta sopra la Porta di Juso, denominata la Torre della Massa[8]
Si potrebbe pensare di valorizzare queste pagine della nostra storia, attraverso delle targhe commemorative, poste in loco e che vadano a restituire un’immagine, per quanto possibile, più nitida dell’antico aspetto che la nostra città doveva avere in passato. Basti pensare al caso di Fasano con la superstite “Torre delle Fogge” o ancora a Castellana con la “Torre Nuova” o ancora al caso di Altamura dove in corrispondenza del sito dove sorgeva la cosiddetta “Porta Matera” è riportata una targa commemorativa del monumento.
A Ceglie si potrebbe realizzare un itinerario lungo i luoghi interessati da questa speculazione, con apposita cartellonistica recante la storia dei luoghi. Le targhe o cartelloni andrebbero apposti nei precisi luoghi dove sorgevano tali costruzioni; conosciamo la posizione certa della Torre della Mazza (lato destro della Porta di Juso) o ancora della Porta della Croce (intersecazione tra Via Giuseppe Elia e Pietro Elia, in corrispondenza di Piazza Plebiscito).
Inoltre, a seguito di una ricerca più approfondita si potrebbero includere anche le suddette Torre delli Monaci e Torricella.
Converranno i lettori e l’amministrazione tutta, che il costo necessario per la realizzazione di 4 cartelloni da affiggere è irrisorio, specie alla luce dell’avanzo in bilancio di 2,3 milioni di euro, presentato pochi giorni fa nell’assise comunale dall’Assessore Scatigna. Si lancia l’appello e la proposta alla cittadinanza e nello specifico al neo-assessore alla Cultura Cosimo Bellanova.
[1] Vedi https://www.ideanews.it/la-citta-delle-torri-e-delle-porte-il-medioevo-adesso-parla/ .
[2] Ndr. Si riporta al link precedente dove è meglio esplicato il tema.
[3] Ndr. Si riporta come da testo.
[4] Arcaicismo di “Terragno”- in dialetto turràgnə – Domenico Epicoco, Dizionario e grammatica del dialetto di Ceglie Messapica, Bari, Wip Edizioni, p. 351.
[5] Ndr. Anche qui di riporta come da testo.
[6] Ndr. Non è un refuso.
[7] https://archiviodistatobrindisi.cultura.gov.it/fileadmin/risorse/foto_progetti/Inventari/VISTO_CEGLIE_SCHEDE_NOTAI_XVI_-XVIII_SECC_1_.pdf vedi p. 30
[8] Ndr. In altri atti riportata come Torre della Mazza.