In un ristorante nel centro storico di Ceglie Messapica un affresco, che potrebbe essere di epoca bizantina, ritrae la “grande taumaturga” incoronata
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di Pasquale Elia
L’affresco meglio conservato nell’ex Cappella di Sant’Antonio Abate, dai cegliesi conosciuta come “Sand’Anduèn”, ora complesso di ristorazione, la meglio nota “Osteria dei Santi” in Via Porticella, nel Borgo Medioevale, ritrae Santa Filomena.


Nell’affresco in argomento la Santa è incoronata, ossia ha sulla testa una corona. Mi risulta che solo la Madonna viene coronata, mentre ai santi viene posta l’aureola, si potrebbe eventualmente attribuire la sua coronazione al fatto che era ritenuta figlia di un re della Grecia e di madre pure essa di sangue reale. Filomena, in greco, ha il significato di “amata”.
Ai piedi dell’affresco, di cui ci stiamo occupando, sono riportate due iscrizioni (esistono due affreschi sovrapposti), una, indica Santa Filomena, l’altra, illeggibile. Ma, nel XVI secolo, la Santa era sconosciuta per la Chiesa Cattolica, infatti, fu Papa Leone XII che dichiarò Santa Filomena “Grande Taumaturga del secolo XIX”, seguì Gregorio XVI che nominò la Santa “Patrona del Rosario vivente” e le concesse il Culto universale.

Da quanto sopra esposto possiamo dedurre che l’affresco potrebbe essere di epoca bizantina, anche se l’iscrizione riporta una data risalente al XVI secolo. L’abito che indossa la Santa ed altri particolari sono di stile, decisamente, orientale.
Questa mia ricerca per dimostrare che se la data riportata sull’affresco (XVI secolo) è veritiera, non c’è alcun dubbio che la famosa “Cursia Sant’Antonio” ha preso il nome proprio da Sant’Antonio Abate e non da Sant’ Antonio da Padova. Infatti, le prime notizie su Sant’Antonio da Padova in questa nostra città risalgono al 1630.
Quando lo scrivente era studente di scuola elementare (1943-1948) il Cappellano addetto alla Chiesa di Sant’Antonio Abate era don Massimino Gioia, il quale celebrava la Santa Messa tutti i giorni, di buon mattino, come era usanza all’epoca, alle ore 5.00.
Sarebbe quanto mai opportuno, a mio avviso, il parere di un esperto: primo, per accertare l’antichità dell’affresco in questione; secondo, eventualmente scoprire qualcosa di molto più interessante nell’affresco illeggibile.