27 Luglio 2024

Ottanta anni fa i Carabinieri pugliesi protagonisti della liberazione di Roma

I carabinieri del "Contingente R" entrano a Roma il 5 giugno 1944. Nel cerchio: Aniello De Masi

Esattamente ottant’anni fa, tra il 4 e il 6 giugno del 1944, si determinarono eventi storici che avrebbero accelerato o comunque cambiato le sorti della Seconda guerra mondiale. Il 6 giugno lo sbarco in Normandia, il 4 e il 5 giugno l’ingresso a Roma delle truppe alleate al comando del generale Mark W. Clark, prima capitale europea  liberata dall’occupazione nazista.

Ma pochi sanno che insieme alle truppe americane fece l’ingresso a Roma anche un nugolo di carabinieri arruolati nel Contingente R, dove “erre” sta per Roma, un reparto speciale di 2.300 militari istituito a Napoli il 15 gennaio del 1944 proprio per le funzioni di Comando Generale per i territori che venivano via via restituiti alla sovranità italiana. Il contingente era comandato dal colonnello Carlo Perinetti e aveva il compito di affiancare le unità al fronte e di ripristinare la linea territoriale dell’Arma, soprattutto nella Capitale una volta che sarebbe stata liberata. Quel giorno di 80 anni fa insieme alla forze alleate c’erano anche militari italiani pronti a riprendere le funzioni istituzionali proprie di un Paese che andava ricostruito.

Aniello De Masi con i carabinieri del “Contingente R” nella Roma liberata il 5 giugno 1944

Infatti la notte tra il 4 e il 5 giugno, mentre erano in corso gli ultimi scontri nei quartieri meridionali di Roma con le truppe tedesche in ritirata, avvenne la riunione tra le forze della “Banda Caruso” (altri carabinieri al comando del generale Filippo Caruso)  e quelle del reparto che il giorno 5 attraversò le vie del centro con i soldati della 5^ Armata statunitense del generale Mark Wayne Clark, accolti dalla popolazione entusiasta.

I carabinieri del Contingente “R” erano riconoscibili dall’uniforme nazionale grigio-verde con la “bustina” o con la “lucerna”, divise diverse da quelle delle Sezioni impegnate con i Gruppi di combattimento italiani, che avevano tenute inglesi.

Tra quegli uomini c’erano diversi pugliesi e, come ha recentemente ricostruito il generale dei Carabinieri Domenico Strada, anche Aniello De Masi, nato a Trepuzzi (Lecce), carabiniere che per oltre vent’anni avrebbe poi prestato servizio a Ceglie Messapica, dove è scomparso nel dicembre del 1981. Con documenti e testimonianze raccolti dai tre figli che vivono a Ceglie,  il generale Strada ha affidato il racconto di quelle pagine storiche al giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Luca Dipresa, recuperando fotografie e documenti riconosciuti dalla famiglia di De Masi. Nei documenti fotografici del giugno ’44 lo si vede con altri carabinieri sul cassone di un camion che entra nella Roma liberata giungendo dalle vie del Colosseo, alleati e italiani accolti con entusiasmo dalla popolazione, militari che rispondono con saluti di gioia, tutti consapevoli della pagina di storia che in quelle ore si stava scrivendo.

Tutto questo il 5 giugno di ottant’anni fa, una data particolarmente importante per l’Arma dei Carabinieri che proprio oggi celebra i 210 anni della Fondazione.

Di seguito l’articolo di Luca Dipresa pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno il 4 aprile 2024.

“In base agli studi di ricerca del generale dell’Arma Domenico Strada è emerso che alla liberazione ha contribuito anche il giovane carabiniere Aniello De Masi, originario di Trepuzzi ma che a Ceglie Messapica ha prestato servizio dal 1959 al 1979 e ha cresciuto i suoi tre figli.

L’articolo su “La Gazzetta del Mezzogiorno”

Tutti i cegliesi di una certa età ricordano l’appuntato De Masi per la sua pacata risolutezza, ma solo ai figli aveva accennato della sua partecipazione, agli inizi della sua carriera militare, agli eventi tumultuosi e tragici che hanno interessato la nazione nei mesi successivi all’armistizio dell’8 settembre 1943. De Masi, giunto a Bari proprio quel giorno, appena 18enne si arruolò come volontario nei carabinieri. Consapevoli del fatto che i carabinieri rappresentano lo Stato, gli alleati decidono di riaffidare loro sia le attività di ordine pubblico e di polizia giudiziaria che quelle militari. In questo contesto, nel gennaio 1944 venne costituito il Contingente “R” carabinieri mobilitato, al comando del tenente colonnello Carlo Perinetti, a cui venne affidato l’importante compito di partecipare alla imminente liberazione di Roma al fianco degli alleati sbarcati ad Anzio il 22gennaio 1944.

«Proprio in questo contingente – ha scoperto il generale Strada – venne trasferito il giovane carabiniere De Masi, che partecipò già nel marzo 1944 alle operazioni di soccorso alla popolazione di San Sebastiano a seguito della eruzione del Vesuvio». Ed ancora: «Alcuni carabinieri più esperti sono già nella testa di ponte alleata di Anzio e solo nel giugno successivo vengono raggiunti da Napoli dagli altri carabinieri del contingente “R” che entrano nella capitale a bordo dei mezzi alleati ma indossando l’uniforme grigio-verde con gli inconfondibili alamari e la lucerna con la fìamma».

Fra essi, accolti da tanti romani in festa, vi è Aniello De Masi, che viene destinato al Nucleo Prati di Monte Spaccato, rimanendovi sino al giugno del 1945 ed effettuando i primi servizi istituzionali. Nel giugno del 1945 a De Masi venne affidato il compito di concorrere a ripristinare le funzioni statali a Milano appena liberata dai nazi-fascisti. De Masi resterà in Lombardia sino al 1952 per poi essere trasferito in Calabria e, infine, nel 1959 a Ceglie Messapica, ove resterà fino alla sua scomparsa, conservando la consapevolezza e l’orgoglio, mai ostentati, di aver partecipato, in prima linea, alla rinascita del Paese”.

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